Durante la sua conferenza finanziaria Qualcomm spende 20 minuti, su un totale di 60, a parlare della controversia di Apple. Lo riferisce la redazione di CNET, che evidenzia come il CEO Steve Mollenkopf, insieme a Derek Aberle, capo del settore di chip wireless, non riuscivano a smettere più di parlare della società di Cupertino.
Ovviamente, stando a quanto dichiarato da Aberle, tutte le accuse mosse dalla società della Mela risulterebbero infondate; anzi, si tratterebbe di un pretesto per pagare meno la tecnologia che stanno utilizzando. In breve, Apple sta accusando il produttore di chip di abuso di posizione dominante e pratiche anticoncorrenziali che costringerebbero a pagare iniqui diritti di licenza, prezzi fuori mercato per l’utilizzo dei brevetti in questione.
Al di là della questione brevetti, Qualcomm ha poi dedicato i restanti 40 minuti della conferenza a parlare di risultati finanziari. La società ha registrato un reddito di 682 mila dollari durante il Q1, in calo da 1,5 miliardi di dollari, per via della pesante multa di 850 mila dollari registrata in Corea del Sud. Come se ciò non bastasse, le azioni Qualcomm sono scese a 55,09 dollari, con un peso azionario in calo del 14 per cento del suo valore, per via della causa legale azionata da Apple in USA e in Cina.
Steve Mollenkopf, tuttavia, ha tenuto a rassicurare gli investitori, dicendosi fiducioso per il futuro, anche in relazione alla causa contro Apple. E’ certo, però, che nel caso di sconfitta, Qualcomm potrebbe essere costretta a sborsare ingenti somme: in Cina la società ha già avuto problemi in passato, dove nel febbraio del 2015, dopo 14 mesi di indagini, è stata condannata a pagare una multa da 975 milioni di dollari per gli stessi problemi contro cui Apple ora punto il dito.
C’è anche da dire, però, che Qualcomm, stando ad alcune fonti non confermate, avrebbe intenzione di citare in via riconvenzionale Apple; se la causa dovesse volgere a suo favore, il chip maker potrebbe fare cassa, recuperando in parte quanto perso nel primo quarto fiscale.