Per ottenere il secondo stop al disegno di legge sulle riparazioni fai da te in California è stato decisivo l’intervento di Apple. Un rappresentate della multinazionale di Cupertino, parte della lobby composta da decine di società contrarie alla proposta di legge, nelle scorse ore ha messo in evidenza i pericoli per la sicurezza degli utenti e dei dispositivi durante gli interventi effettuati da personale non specializzato.
Che l’intervento di Cupertino sia stato decisivo è confermato dalle dichiarazioni rilasciate da Susan Talamantes Eggman, membro dell’Assemblea statele della California e ideatrice del disegno di legge. «Anche se questa non è stata una decisione facile, è diventato chiaro che il disegno di legge non avrebbe avuto il supporto di cui aveva bisogno oggi, e i produttori avevano seminato abbastanza dubbi con affermazioni vaghe sulla privacy e sulla sicurezza».
Nelle dichiarazioni della Eggman si fa quindi diretto riferimento alla dimostrazione organizzata da Apple a Washington insieme alle altre 50 società che si oppongono alla proposta di legge.
Rod Diridon, senior manager di Apple per le politiche statali e governative, ha dimostrato i potenziali pericoli a cui va incontro un utente nell’aprire un iPhone per una riparazione fai da te, che vanno dalla possibile rottura dello schermo, passando alla rottura della batteria agli ioni di litio con pericolo di incendio.
Il disegno di legge appena rimandato è il numero 1163 presentato dalla Eggman a marzo di quest’anno. Si tratta della seconda proposta dopo il disegno di legge numero 2110 presentato a marzo dello scorso anno ma bocciato a novembre. Lo stop appena stabilito concede così un altro anno di sollievo ad Apple e a tutte le altre società IT e non solo: della lobby fanno parte colossi del calibro di Johnson & Johnson, Toyota, Verizon e numerosi altri.