Se il cambio di amministratore delegato doveva contribuire a risollevare istantaneamente la fiducia degli investitori di RIM si può dire che il risultato non sia stato quello che ci si attendeva a Waterloo. Al termine della giornata a Wall Street il titolo RIMM ha infatti chiuso con uno sconsolante -8,45 facendo segnare, per soprannumero il minimo ad un anno o se vogliamo, cosa ancora più clamorosa, riportanto i corsi azionari allo stesso prezzo che avevano nel febbraio del 2004.
Le ragioni sembrano essere tutte nel nome prescelto. Parlando di Thorsten Heins, già COO della società, dell’incarico che Balsillie e Lazaridis detenevano in “comproprietà”, c’è chi avanza dubbi sulle sue capacità di comunicazione (visto che il titolo RIMM è passato da un +5% dall’annuncio del cambio al veritice senza che si sapesse chi fosse il prescelto al -8% dopo i primi annunci tra cui un pochissimo ispirato discorso su Youtune) e chi, senza mezzi termini, definisce l’incarico come una decisione disastrosa.
Nel mirino, in particolare, la debolezza dei piani descritti da Heins, un interno collocato in una posizione che potrebbe essere, secondo alcuni, di pura facciata visto che inevitabilmente si troverà di nuovo a confrontarsi e ad obbedire ai due ex Co-CEO.
«Come è possibile – si chiede Eric Jackson nella rubrica The Real Money su The Street dove è stato scritto l’articolo forse più esplicitamente duro sul cambio della guardia in RIM – che un CEO relativamente giovane e che per cinque anni è stato abituato a riferire sulle sue decisioni a Balsillie e Lazaridis possa mettersi in proprio e fare di testa sua con i due suoi ex capi pronti a fare le pulci ad ogni sua decisione? Che cambiamento ci potrà essere con i due cofondarori che restano nel consiglio di amministrazione e Lazaridis che, addirittura, sarà vicepresidente con l’incarico del gruppo di innovazione?».
Il discorso di Heins presentato su Youtube viene definito da Jackson «insipido. La gente non vuole sentirsi dire che RIM ha bisogno di ritocchi per progredire e appare a tutti molto ingenuo pensare che basti “investire di più sul mercato consumer”». Ci si chiede anche come mai, se è vero che RIM ha affidato l’incarico a chi è molto bravo nel gestire i percorsi di miglioramento, questo qualcuno questi talenti non li abbia applicati durante gli ultimi cinque anni nel ruolo di COO.
Numerosi analisti avanzano i maggiori dubbi proprio sul passato recentissimo di Heins, troppo vicino a Balsillie e Lazardis delle cui strategie è stato il fedele esecutore: «è chiaro che si tratta di una loro scelta» dice Vic Albioni di Jaguar Financial a Cnbc mentre fissa in due mesi o due mesi e mezzo al massimo il tempo necessario per vedere qualche scelta che possa cambiare il corso delle cose. Più radicale l’opinione di Mike Genovese di MKM Partners secondo cui «si tratta semplicemente della persona sbagliata. Reciterà lo stesso copione dei due predecessori».