Mollare (non del tutto) Google, ha fatto bene a Firefox. È l’azienda nell’ultimo rapporto finanziario, a certificare che la scelta di distribuire a seconda dei paesi il motore di ricerca predefinito, scostandosi dall “ovunque Big G” è stata una scelta corretta finanziariamente e che le potenziali ricadute economiche negative non ci sono state
La casa del browser del Panda rosso ha infatti visto le entrate al rialzo con un +28% rispetto allo scorso anno: 421 milioni di dollari. L’impatto su profitti peggiore in assoluto, si temeva, era quello che sarebbe derivato dal mezzo addio a Google. Dal novembre del 2014, Mozilla ha infatti cambiato in alcuni paesi il motore di ricerca predefinito per Firefox. Negli Stati Uniti è Yahoo il motore di ricerca predefinito, in Cina Baidu, mentre in Russia Yandex. Mozilla presentò all’epoca questa scelta spiegando di essere “orgogliosa di offrire più scelta rispetto a qualsiasi altro browser”. Sono nate nel frattempo partnership con DuckDuckGo e strette relazioni con Amazon, Bing, Twitter, Wikipedia e motori di ricerca conosciuti in nazioni specifiche. Si sa che Google paga, e spesso bene, le scelte esclusive per i suoi servizi; si sa anche che le sue tecnologie sono spesso difficili da battere sul piano pratico, così che per molte realtà non esistono alternative concrete (Apple stessa è una testimonial…) . Il fatto che Firefox sia riuscita a svicolarsi dalla esclusiva e ad avere profitti superiori, è una buona notizia anche per altre aziende Internet che pensano di trovare strade diverse.
Intanto si apprende che tra gli obiettivi di Firefox ( che ha speso 20 milioni di dollari in più rispetto al passato, 337 milioni in totale specialmente per quanto riguarda il marketing), per gli anni a venire c’è “mantenere il web aperto e sicuro” dice Denelle Dixon-Thayer, a capo del team legale e Chief business officer (CBO) della fondazione. Il manager parla espressamente di preoccupazioni in merito alla futura amministrazione di Donald Trump, ribadendo uno dei principi del “manifesto Mozilla”: la sicurezza e la privacy di ogni persona su Internet sono prerogative fondamentali e non devono essere considerate facoltative.
Da tempo Mozilla è impegnata a sostengo della crittografia ed è stata una delle aziende sempre in prima linea nel dibattito relativo alla neutralità della rete a livello internazionale vista l’importanza di internet e le sue potenzialità.