Codici, numeri, marketing, batterie, tecnologie portate all’estremo e macchine potentissime magari messe in mano a persone che ne sfrutteranno una millesima parte, la tecnologia è questo ma è molto di più e per i giovani che abbiamo incontrato alla cerimonia di premiazione della Apple Academy a Napoli alla fine di Giugno 2017.
Un evento che non era quello di una presentazione di un prodotto a cui assistevamo più o meno direttamente fino a qualche anno fa ma la realizzazione di un progetto e, per alcuni, il punto di partenza per una svolta nella propria esistenza.
I protagonisti dell’evento erano tre: i ragazzi e le ragazze che avevano completato il corso alla Federico II, un campus universitario collocato come una piccola gemma in un’area ancora degradata di Napoli, il rettore, Ing. Gaetano Manfredi a rappresentare l’università e i docenti e Lisa Jackson, vice presidente della multinazionale dell’elettronica con una capitalizzazione stratosferica che ben conosciamo.
Era il momento della consegna dei diplomi di un corso che metteva in grado gli studenti di portare a termine non solo un percorso formativo sui linguaggi e le tecniche di programmazione ma anche di capire come si porta avanti un progetto di App completo in ogni sua fase e di confrontarsi da una parte con l’analisi di un bisogno e di una soluzione e dall’altra di chi capire cosa significa rapportarsi con una azienda o con l’esigenza della committenza.
Un processo che i ragazzi avevano affrontato in una delle fasi di massima curiosità e creatività della propria vita riflesso nell’entusiasmo con cui ci hanno parlato della loro esperienza in quella mattinata di Giugno descrivendoci per filo e per segno gli obbiettivi di ogni App realizzata.
E che dire della simpatia e della capacità di Lisa Jackson di mischiarsi con i ragazzi per permettere loro non solo di scattare un selfie ma anche di liberare l’empatia verso chi ti ha offerto una occasione per crescere. Eccola lì la vicepresidente di Apple che abbraccia i ragazzi e le ragazze e si fa fotografare con il diploma appena ricevuto.
Al di là del discorso pronto per l’occasione era facile leggere nei suoi occhi e nei suoi gesti la consapevolezza e la soddisfazione di avere contribuito ad un passaggio importante per la vita di questi giovani studenti.
E ci sono piaciute le parole con cui si è raccomandata nell’interviste successive e nei colloqui con i ragazzi: “Non dimenticate di combinare le arti con la programmazione, la sensibilità e la conoscenza con il codice e citando Steve Jobs: – è l’incontro tra la tecnologia e le arti umane che fa cantare il nostro cuore – e solo con questo che la vostra creazione diventerà speciale.
Ma le parole più belle con cui ci siamo congedati da San Giovanni Teduccio sono state quelle del rettore, l’ingegner Gaetano Manfredi alla fine della cerimonia del diploma, un rettore sinceramente commosso come alcuni di quei giovani o dei loro genitori più sensibili… “La soddisfazione più grande alla fine di questo corso non è soltanto quella di avere portato a termine un percorso, ma quella di leggere negli occhi di questi ragazzi un sentimento che a volte sembra non appartenga più a queste generazioni: la speranza.”
Ecco il nostro augurio per il 2018: di ritrovare la speranza di un futuro come occasione di crescita personale e sociale, di una tecnologia che coniughi innovazione e umanità per andare oltre i nostri sogni e trasformarli in realtà.