Sharp ha quasi azzerato la produzione di scherni da 9,7 pollici per iPad. Il nuovo allarme sui livelli di produzione dei gadget Apple, riportato da Reuters, indica il raggiungimento di livelli minimi di produzione di schermi per iPad presso lo stabilimento di Kameyama in Giappone, dopo una progressiva diminuzione dei volumi iniziata già verso la fine del 2012.
Secondo analisti e osservatori non siamo di fronte a un allarme: Apple starebbe semplicemente migrando la produzione dall’iPad tradizionale da 9,7″ al nuovo iPad mini, adeguando la capacità produttiva alla domanda di mercato. BNP Paribas prevede che entro questo primo trimestre iPad mini rappresenterà da solo il 60% di tutte le vendite di iPad. La previsione è simile anche per Macquarie Research secondo cui le spedizioni di iPad 9,7″ caleranno fino al 40% nel trimestre corrente dai 13 milioni di pezzi del quarto trimestre 2012 fino agli 8 milioni attuali, anche se nel complesso le vendite totali di iPad registreranno una diminuzione molto più contenuta proprio grazie alle vendite sostenute di iPad mini.
Alle analisi delle società specializzate e di ricerca si aggiungono le considerazioni circa l’estensione del mondo di partner e costruttori che riforniscono componenti per Apple. Il livello minimo di produzione che trapela riguarda infatti un solo stabilimento di Sharp: la multinazionale giapponese possiede altri stabilimenti, inoltre Cupertino acquista storicamente display anche presso LG e Samsung. In quest’ultimo caso naturalmente la guerra legale e le strategie globali indicano un progressivo allontanamento di Cupertino dalla multinazionale coreana anche per quanto riguarda le forniture di componenti.
A tutte queste considerazioni di esperti ed analisti, infine, ne aggiungiamo un altra nostra. Nelle passate settimane si era parlato a lungo di un rinnovo di iPad già dalla prossima primavera, un ritocco funzionale ed estetico che avrebbe introdotto l’uso per la prima volta di pannelli IGZO prodotti sempre da Sharp nei suoi nuovi stabilimenti. Se questa indiscrezione fosse vera, la cancellazione degli attuali pannelli LCD basati su tecnologie tradizionali non sarebbe per nulla stupefacente.
In definitiva il calo di produzione di schermi per iPad in un solo stabilimento in Giappone non sembra destinato a provocare grandi conseguenze, questo almeno in condizioni normali. In questi giorni però l’attenzione di media e mercati è particolarmente focalizzata su Cupertino: la notizia del calo di oggi infatti rischia di essere facilmente associata con quella della riduzione di produzione degli schermi per iPhone 5. Quest’ultima da sola ha dato il via a una spirale negativa di quotazioni sulle borse in USA che ha riportato il valore del titolo AAPL sotto la quota dei 500 dollari, soglia non toccata da oltre un anno. L’effetto combinato delle due notizie rischia così di scatenare effetti ancora più devastanti, questo almeno fino a mercoledì 23 gennaio, giorno in cui Apple presenterà i risultati del primo trimestre fiscale del 2013 che coincide con i risultati ottenuti nell’ultimo trimestre del 2012: nonostante gli allarmismi e gli scoop, secondo alcuni creati ad hoc per colpire i più statici e sprovveduti degli investitori, Wall Street e tutte le principali società di analisi prevedono ottimi risultati per Apple durante il periodo delle festività.