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Con la riforma la scuola dovrà parlare digitale

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La scuola deve parlare digitale e, prima che gli studenti, il primo passo lo devono compiere gli istituti, le segreterie scolastiche e gli insegnanti. A dirlo è il patto educativo “La buona scuola” presentato oggi dal Governo con in prima fila Matteo Renzi che, questo il presupposto,  la digitalizzazione dei servizi, che  il capo dell’esecutivo immagina come un processo graduale di trasformazione lenta ma non troppo di tutti i servizi e di tutta la burocrazia tramite il web e di connessione di tutte le scuole ad Internet con una rete veloce.

Nella riforma, che Renzi definisce “patto educativo”, una piccola rivoluzione riguarderà dunque il digitale: “Negli ultimi anni sono già state introdotte semplificazioni che porteranno le scuole  a non doversi più occupare del pagamento della Tarsu, del servizio mensa, delle visite fiscali. Con la digitalizzazione si è iniziato inoltre ad agevolare lo svolgimento delle funzioni proprie del personale amministrativo, soprattutto per quanto riguarda la gestione del trattamento accessorio (ormai completamente gestito dal portale NoiPA) e delle supplenze brevi”, si legge nel piano della riforma disponibile a questo link). Un risparmio nel lavoro del personale amministrativo, la scuola diventerà un ente più efficiente, ci sarà un progressivo ridimensionamento del numero degli assistenti amministrativi e nuove risorse da invesire nella scuola, a favore di servizi migliori, anzichè essere utilizzati per una burocrazia tutta carta, timbri e pratiche infinite.

“Per liberare la scuola ci vuole più connessione, anzitutto digitale – recita il patto educativo -. Ad oggi, solo il 10 per cento delle nostre scuole primarie e il 23 per cento delle nostre scuole secondarie è connesso ad Internet con rete veloce. Le altre sono collegate a velocità medio – bassa, ma con situazioni molto differenziate e spesso sufficienti a mettere in rete solo l’ufficio di segreteria o il laboratorio tecnologico; quasi in una scuola su due la connessione non raggiunge le classi e quindi non permette quell’innovazione didattica che la rete può abilitare”.

L’idea del Governo guidato da Mac-Teo Renzi sulla riforma digitale della scuola non poteva che fare l’occhiolino ad una tecnologia leggera capace di adattarsi alle esigenze di chi la usa. “La tecnologia  non deve spaventare. Non deve essere costrittiva e catalizzare l’attenzione, ma deve essere abilitante, diffusa, personale, discreta”.

Digitale è anche la campagna di ascolto: dal 15 settembre al 15 novembre tutti potranno dire la propria su scuola, riforma, desideri, speranze attraverso il sito Internet Passodopopasso.

Renzi

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