National Health Service (NHS), il sistema sanitario nazionale del Regno Unito, sta lavorando con Apple e Google ad un’app che servirà a rendere possibile l’utilizzo della tecnologia Bluetooth per aiutare governi e autorità sanitarie a contenere i contagi della pandemia di COVID-19, nel pieno rispetto della sicurezza e della privacy degli utenti.
Apple e Google hanno annunciato una collaborazione che dovrebbe semplificare il tracciamento dei contatti (contact tracing) e che potrebbe rappresentare una valida misura per contenere la diffusione del virus. La soluzione prevede l’uso di app, interfacce di programmazione (API) e tecnologie a livello di sistema operativo per favorire l’attivazione del tracciamento dei contatti. La partecipazione sarà su base volontaria e l’idea è di tracciare i contagi, informando chi negli ultimi 14 giorni è stato a contatto con altre persone che hanno segnalato di essere contagiate. Il meccanismo (qui i primi dettagli del funzionamento) tiene conto della privacy e invia codici “beacon” usando il Bluetooth, che si rinnoveranno ogni 15 minuti.
Fonti del The Sunday Times riferiscono che NHSX, “ramo tecnologico” del National Health Service, sta collaborando con Apple e Google. L’app, a quanto pare, è stata creata su espressa richiesta da parte di ministri del governo, propensi all’uso di tecnologie che in qualche modo possano minimizzare l’impatto del coronavirus sui cittadini. Stando a quanto riferisce la BBC, una pre-release dell’app sarà testata a breve nel nord dell’Inghilterra.
Anche in Italia si parla da diversi giorni dello sviluppo di un’app, prima ancora che Google e Apple annunciassero API dedicate. Le app per il contenimento di Covid-19 più “papabili” al momento sembrano la soluzione dell’amministratore delegato dei poliambulatori del Centro Medico Santagostino Luca Foresti e della società di sviluppo di app Bending Spoons. La Commissione europea ha fissato la data del 15 aprile per l’elaborazione di un «pacchetto di strumenti per un approccio paneuropeo per le applicazioni mobili» da parte degli Stati membri in collaborazione con il comitato europeo per la protezione dei dati.