Il governo britannico dovrebbe annunciare oggi dettagli sui nuovi strumenti di regolamentazione con i quali big del mondo IT quali Apple dovranno seguire specifiche normative per i mercati digitali nel Regno Unito, obbligando piattaforme come l’App Store ad una maggiore apertura verso i concorrenti, con i marketplace di riferimento che non potranno essere dominata da nessuna azienda in particolare.
Ad aprile di quest’anno è avvenuto il lancio della Digital Markets Unit (DMU), organismo di regolamentazione nato per affrontare questioni relative alla concorrenza e alla gestione dei dati nei mercati digitali nell’ambito di una “Strategia digitale” che ora non deve fare più riferimento all’Europa.
“La Digital Markets Unit (DMU) avrà il potere di identificare aziende tecnologiche che hanno una considerevole e forte presenza sul mercato, alle quai si applicare lo “Strategic Market Status” (SMS). Questo obbligherà le aziende così designate a seguire regole che prevedono “comportamenti accettabili” con competitor e clienti, una mossa presentata dal governo come pensata “a beneficio dei cittadini”, “in grado di stimolare la crescita e l’innovazione in tutta l’economia”.
La DMU è un ulteriore tassello in più ampi interventi già messi in atto dalla la Competition and Markets Authority (CMA), contro il potere assunto dai colossi tecnologici del digitale, interventi indicati come in gradi di portare a condizioni più eque per le attività commerciali del Regno Unito, incluse startup, editori e inserzionisti pubblicitari.
Macrumors spiega che non ci sono specifi riferimenti di aziende tra quelli appartenenti allo status “Strategic Market Status” (SMS); da tempo il Regno Unito punta il dito contro vari big del settore. Da settembre dello scorso anno la Mela è ad esempio indagata in seguito ai reclami di alcuni sviluppatori e a marzo di quest’anno la Competition and Market Authority (CMA) ha fatto sapere che indagherà per capire se Apple abbia violato o meno la legge locale sulla concorrenza, Chapter II della Legge sulla concorrenza del 1998.
Nel quadro delle nuove proposte di legge c’è anche il divieto di non imporre agli utenti specifici servizi “di default”, potenzialmente in grado di limitare la concorrenza, con requisiti che prevedono un “codice di condotta obbligatorio” che i big dell’IT dovranno seguire per non incappare (nella migliore delle ipotesi) in pesanti sanzioni. Questo potrebbe obbligare Apple a offrire la possibilità di scaricare app da store alternativi, una decisione che a Cupertino digeriranno difficilmente.