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Recensione Xiaomi Mi A3, il best buy è (quasi) perfetto e parte da soli 150 €

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Quando abbiamo preso tra le mani Xiaomi Mi A3 non ci aspettavamo così tanti miglioramenti rispetto alla generazione precedente. Non solo è cambiato esteticamente, ma include anche nuovissime tecnologie che molti perfino ancora non hanno, riuscendo a bilanciare innovazione e qualità pur mantenendo il prezzo ad un livello tale da invogliarne l’acquisto. Lo abbiamo provato per qualche settimana: ecco com’è andata.

Com’è fatto

Non parleremo dello spacchettamento e non approfondiremo i dettagli estetici, che abbiamo già ampiamente discusso in un apposito articolo. In breve è più piccolo di Mi A2 ma un po’ più spesso, pesa qualche grammo in più ed ha un frontale tutto schermo con notch a goccia, tre fotocamere posteriori anziché due e riesuma il jack audio da 3,5 millimetri.

E’ costruito con materiali maggiormente pregiati e si tiene meglio in mano, scivola meno e la cover in dotazione è fatta molto meglio. Se volete comunque approfondire il discorso e leggere le nostre impressioni a riguardo, spostatevi per un attimo qui.

Unboxing Xiaomi Mi A3, primo contatto con il miglior Android One del momento

Come fa le foto

Anche questo è un argomento che non discuteremo in questa recensione perché l’abbiamo già largamente trattato all’interno di una profonda analisi che accende i riflettori sulle varie modalità di scatto presenti e accompagnando il tutto con diverse immagini esemplificative. I miglioramenti rispetto al Mi A2 sono davvero tanti, soprattutto dal punto di vista qualitativo, e meritano pertanto un esame a parte che potete consultare sfogliando questo articolo.

Unboxing Xiaomi Mi A3, primo contatto con il miglior Android One del momento

Come va

Se ci avete ascoltato ed avete quindi letto gli altri due articoli, probabilmente vi potreste già essere convinti del fatto che ha senso comprare Xiaomi Mi A3 sia se si possiede il Mi A2 e si vuole fare un bel salto in avanti, sia se è arrivato il momento di cambiare il vecchio smartphone con uno performante ma che costi effettivamente molto poco.

Prestazioni

In realtà c’è però molto altro da dire. Partiamo dalle prestazioni: il cuore è un Qualcomm Snapdragon 665 costruito con processo a 11 nm ed è accompagnato da 4 GB di RAM. Numeri e sigle che ai più potrebbero non dire nulla ma che si traducono in una reattività davvero ottima in special modo nell’utilizzo quotidiano.

Quindi messaggistica, email, navigazione web, musica, telefonate e tutto quel che si può fare solitamente con un dispositivo di questo tipo scorrono benissimo, senza intoppi o rallentamenti. Buone le prestazioni nel gaming, con qualche tentennamento per i titoli più pesanti sebbene restino comunque fluidi e giocabilissimi. Ma se volete un telefono che sia soprattutto una console portatile, allora fareste bene a cercare altro.

Autonomia

L’autonomia è un altro dei suoi punti forti: grazie alla presenza di una batteria da poco più di 4.000 mAh, con un uso piuttosto massiccio si riesce comunque ad arrivare a sera con il 20-30% di carica residua. Se, come chi scrive, usate lo smartphone il minimo indispensabile, allora non saranno rari i casi in cui si riusciranno a coprire anche due o tre giorni con una sola carica.

Recensione Xiaomi Mi A3, il best buy è quasi perfetto
Un nostro uso-tipo dello smartphone

Gran parte del merito di questo apprezzatissimo miglioramento va alla presenza di uno schermo tutto nuovo: Xiaomi quest’anno infatti ha scelto uno schermo di tipo Super AMOLED che riesce quindi a risparmiare un sacco di energia tenendo spenti i pixel che devono essere mostrati come neri. Una dimostrazione è la modalità di Standby dell’app fotocamera, che dopo qualche minuto di inattività si attiva per aumentare l’autonomia complessiva del telefono. Anche alcune app di sistema offrono la modalità “Scura” che risulta particolarmente utile in quest’ottica.

Recensione Xiaomi Mi A3, il best buy è quasi perfetto
Tema scuro (foto1 e 2) e disattivazione automatica della fotocamera dopo un periodo di inattività per oscurare lo schermo e risparmiare energia (foto3)

Schermo

E visto che ci siamo, parliamo di questo schermo che, nonostante la tecnologia AMOLED non è ai livelli di quello dell’anno precedente, soprattutto dal punto di vista della risoluzione. Prima i numeri: il display come dicevamo è un Super AMOLED da 6,01” con formato 19,5:9 e risoluzione a 1.560 x 720 pixel per 286 ppi. Se lo si affianca al Mi A2, ma anche allo schermo di qualsiasi smartphone di fascia media magari vecchio di qualche anno, ci si accorge che in effetti qualcosa non va.

Il display, che non è nemmeno un IPS, appare infatti un po’ “pixelloso” tanto che sembra di avere tra le mani uno smartphone del 2010-2012 e ciò è dovuto alla scelta della matrice PenTile su quello che di fatto è uno schermo soltanto HD.

Senza scendere troppo nell’aspetto tecnico, rispetto ai pixel con diversa matrice, ognuno dei quali ha dentro i colori RGB e può quindi creare il colore in maniera autonoma, con la matrice PenTile i pixel devono lavorare con quelli adiacenti per ricreare i diversi colori.

Vantaggi e svantaggi sono presto detti: nel complesso uno schermo a matrice PenTile consuma meno ed è molto più economico da produrre, dall’altro però si perde definizione e vengono introdotte alcune aberrazioni cromatiche che incidono negativamente sulla resa complessiva.

Unboxing Xiaomi Mi A3, primo contatto con il miglior Android One del momento

Rendere l’idea con una fotografia non è possibile e a parole si potrebbe comunque fraintendere: lo schermo è infatti molto buono da vedere e non ci sono problemi evidenti nella fruizione dei contenuti mostrati. Alla “granulosità” dei piccoli dettagli ci si abitua comunque subito e dopo pochi giorni ci si dimenticherà perfino che c’è questa piccola differenza con gli altri.

Per quanto riguarda l’uso all’aperto lo schermo gestisce bene i riflessi ma alla luce del Sole di mezzogiorno a volte può risultare non perfettamente visibile nonostante la luminosità sia impostata al livello massimo.

Sicurezza

Come dicevamo la scelta di un AMOLED con matrice PenTile potrebbe essere dovuta principalmente al fatto di voler contenere i costi finali per l’utente, ma potrebbe esserci dietro un’altra ragione: quella del sensore per le impronte digitali installato sotto lo schermo.

Mentre per iPhone gli utenti dovranno aspettare forse il 2020, Xiaomi Mi A3 è il primo della serie ad aver spostato questo sistema di scansione biometrica sotto al display (sul Mi A2 si trovava sul retro), richiedendo quindi un enorme sforzo in termini di sviluppo della tecnologia ed un maggiore investimento nella produzione.

Unboxing Xiaomi Mi A3, primo contatto con il miglior Android One del momento

Per far leggere l’impronta si dovrà posizionare il dito su una specifica area dello schermo che si trova al centro nella zona inferiore del dispositivo. Il software aiuta il corretto posizionamento mostrando l’icona di un’impronta digitale ogni volta che si sfiora lo schermo (opzione che si può eventualmente disabilitare per risparmiare energia) o quando lo si risveglia attraverso il pulsante laterale di Standby.

La scansione è piuttosto precisa e nell’arco di una giornata, con una media di 50 sblocchi, ci è stato richiesto di ri-eseguire la scansione soltanto un paio di volte. Non è però fulminea come quella dei sensori tradizionali, che garantiscono lo sblocco in pochi millisecondi (qui invece ce ne vuole all’incirca uno da quando si appoggia il dito a quando il dispositivo viene sbloccato).

A questo piccolo ammanco, Xiaomi ha posto rimedio introducendo – per la prima volta in questa gamma – anche la scansione del volto. Lo sblocco con questo sistema, che si può attivare in combinazione con quello tramite impronta senza cioè dover rinunciare a uno o all’altro, è molto più veloce e preciso.

Durante la configurazione il software avvisa che “potrebbe essere possibile sbloccare il dispositivo mediante una fotografia”: abbiamo fatto qualche prova con alcune nostre foto e non siamo riusciti ad eludere la protezione, ma va detto che quello impiegato in Xiaomi Mi A3 non è il Face ID di iPhone perché viene non c’è un proiettore di punti che analizza la tridimensionalità dei volti, ma il tutto viene gestito dalla sola fotocamera anteriore.

Ad ogni modo funziona bene e ci è sembrato anche piuttosto preciso e sicuro: funziona anche se si indossano occhiali da Sole e se gli occhi sono chiusi lo sblocco non avviene, quindi i vostri dati saranno al sicuro anche se qualcuno proverà a fare il furbetto mentre state dormendo.

Recensione Xiaomi Mi A3, il best buy è quasi perfetto
Le impostazioni del riconoscimento facciale e del sensore per la scansione delle impronte digitali

Pro e contro

Fare il consueto elenco dei Pro e dei Contro con Xiaomi Mi A3 è impossibile perché se raccogliessimo tutti quelli elencati in questa recensione e negli altri due articoli che approfondiscono l’aspetto estetico e il comparto fotografico, non basterebbero dieci pagine per raccogliere i due elenchi. Anche perché mancano da dire ancora diverse cose che ci sono piaciute e altre, invece, che secondo noi si potrebbero migliorare nei prossimi modelli.

Partiamo da queste ultime: non c’è l’impermeabilità ed oggi è una di quelle cose che potrebbero far desistere dall’acquisto visto che ormai cel’hanno quasi tutti. L’USB-C è di tipo OTG ma non ha l’uscita video, quindi niente da fare se si volesse usare Xiaomi Mi A3 per guardare video sul grande schermo. L’uscita audio è mono e non c’è neppure il chip NFC, quindi niente pagamenti elettronici.

C’è ancora il sensore IR che tanto avevamo apprezzato sul Mi A2 ma non è pre-installata l’applicazione per utilizzarlo. Non è stato un problema per noi che ne ricordavamo il nome, ma chi acquista questo telefono senza aver mai avuto il Mi A2 o un altro dotato del medesimo sensore, potrebbe perfino non sapere che c’è o come utilizzarlo.

Unboxing Xiaomi Mi A3, primo contatto con il miglior Android One del momento

Ci è sembrata una spiacevole dimenticanza perché il sensore IR sul telefono è tanta roba e non usarlo è davvero un peccato. Pensate: lo trasforma in un telecomando universale per TV (sì, potrete cambiare canale al ristorante, ma noi non ve lo abbiamo detto eh), condizionatori, ventilatori, Smart Box, ricevitori A/V, lettori DVD, videoproiettori, TV satellitari, fotocamere e molto altro. Nel caso, l’app da installare è la Mi Remote Controller.

Andiamo avanti, perché si potevano migliorare altre due cose. Innanzitutto le gesture, perché va bene il frontale tutto schermo ma le strisciate da fare per chiudere le app, accedere al menu, passare da una all’altra non sono comodissime e qualcuno, come chi scrive, avrebbe potuto preferire la possibilità di attivare la classica barra di stato di Android.

Per questo bisogna affidarsi ad applicazioni di terze parti ma averla come opzione tra le impostazioni (come fanno diversi altri smartphone concorrenti) avrebbe semplificato di molto le cose.

Recensione Xiaomi Mi A3, il best buy è quasi perfetto
Si gestisce tutto dall’icona del tasto Home: una strisciata verso l’alto fermandosi a metà schermo per accedere al multitasking (foto1), verso sinistra o verso destra per scorrere rapidamente tra le app (foto2), mentre strisciando completamente dal basso verso l’alto si accede all’elenco delle applicazioni installate (foto4)

E poi il caricatore da 10W in dotazione, che è un bel limite visto che in realtà Xiaomi Mi A3 supporta la ricarica rapida e ne può assorbire fino a 18W come i nuovi iPhone 11/Pro/Max. E’ un vero peccato perché vista la politica ecologica attuata con questo modello (in confezione non ci sono le cuffie e neppure la pellicola per il display) avrebbero potuto allora decidere di non mettercelo affatto e abbassare ulteriormente il prezzo di acquisto.

Unboxing Xiaomi Mi A3, primo contatto con il miglior Android One del momento

Però di buono c’è davvero tanto e se quel che abbiamo già detto non vi basta sappiate che c’è il vassoio per ospitare due nanoSIM oppure una scheda telefonica e una microSD per espandere la memoria, come dicevamo è stato reintrodotto il jack audio da 3,5 millimetri che è una bella cosa per chi non vuole dipendere dall’autonomia delle cuffie Bluetooth (perché diciamocelo, sono l’ennesimo accessorio da ricaricare e che si scarica sul più bello o quando serve non è mai sufficientemente carico).

E poi c’è Android One, che è la miglior versione del sistema operativo di Google che si può desiderare perché è snello, reattivo, essenziale, senza troppi fronzoli che alla fine non fanno altro che rallentare il dispositivo e creare confusione nell’interfaccia.

Oltre al sensore IR c’è anche la radio, che potete ascoltare appunto collegando una qualsiasi cuffia alla presa jack di cui parlavamo poc’anzi. Oltre all’ottima ergonomia infine ci sono il WiFi Dual Band a 2.4 GHz e 5.0 GHz, il Display Ambient e il Bluetooth 5.0.

Recensione Xiaomi Mi A3, il best buy è quasi perfetto
Alcune delle scorciatoie disponibili tra le impostazioni di Xiaomi Mi A3

Conclusioni e prezzo

Quindi, questo Xiaomi Mi A3, lo compro oppure no? Per noi in definitiva è sì, sia se si va a sostituire il Mi A2, sia se si vuole acquistare un ottimo dispositivo con tutte le tecnologie più recenti. A quale prezzo? ecco tutte le offerte attuali.

Anche se lo schermo non è il massimo e c’è qualche piccolo compromesso da accettare: perché a questo prezzo è davvero un best buy.

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