Poly Studio P5 è l’ultima novità del prolifico brand specializzato in sistemi di conferenza e videoconferenza business (con estensioni anche nel settore consumer).
Abbiamo avuto occasione di provare la nuova webcam in diverse occasioni, sia in ottica privata che per lavoro, con risultati molto interessanti e una sfiziosa caratteristica nascosta ma interessante.
Perché una webcam?
Il settore delle webcam ha subito un notevole incremento negli ultimi due anni, per ovvi motivi: questo nonostante in tutti i portatili e tablet e smartphone ve ne sia una integrata.
Eppure avere una webcam esterna offre notevoli possibilità: prima di tutto se avete un modello Desktop come il MacPro o il Mac mini è necessaria, in secondo luogo una webcam esterna è più gestibile come posizione, inquadratura, luce integrata e soprattutto offre maggiore qualità, spesso per via delle dimensioni.
Poly Studio P5 segue proprio questa regola: grazie ad una clip integrata sta bene sotto o sopra il display, ha una qualità importante e altre funzioni accessorie da non sottovalutare.
Fuori dalla scatola
Piuttosto parca di sfiziosità, dentro la scatola troviamo solo la Poly Studio P5, con il suo cavo USB-A non staccabile. Dopo aver effettuato il collegamento (nel nostro caso utilizzando un HUB Thunderbolt).
Parte dell’installazione propende per lo scarico dell’App di supporto Poly Lens, che permette di ampliare i dettagli della webcam e di renderla un oggetto molto più versatile, seppure per il mero utilizzo occasionale l’App non è strettamente necessaria.
La webcam ha dimensioni di circa 3,5×6,5 centimetri, al netto della base d’appoggio, staccabile, ottima per posizionarla ovunque, anche sopra il display.
La base comunque si stacca e sotto la webcam trova posto un aggancio standard per un treppiede, anche di quelli piccoli da scrivania.
Il rivestimento è in plastica bianca con vernice marmorizzata, tranne per la parte frontale che è tutta nera, e che ospita l’obiettivo. Sopra la webcam trova posto un LED che indica il funzionamento (con tre colori per collegata, attiva e chiusa).
Poly Lens
Una volta posizionata la webcam, abbiamo provveduto a scaricare e installare l’App Poly Lens che, per prima cosa, ha aggiornato il firmware della webcam.
L’App prevede quattro zone operative: Overview ad esempio indica lo stato della webcam, si occupa di gestire gli aggiornamenti e la connessione.
In Controls trovano posto tutti i controlli software, come la luminosità, il contrasto, il colore, la posizione, il guadagno, il fuoco (manuale o automatico) e l’esposizione: i controlli possono essere organizzati in preset potendoli quindi richiamare al volo per le diverse App.
La sezione Settings offre la possibilità di regolare la frequenza del video ed infine Support apre alla documentazione online e ad altre info.
L’App è elegante e funzionale, offre controlli precisi ed è semplice da utilizzare, dato che l’interfaccia classica è chiara anche a chi li usa per la prima volta, in quanto quelli predefiniti possono essere lasciati inalterati.
A fronte di questo però su macOS Monterey l’App ha mostrato qualche incertezza: ad esempio l’anteprima della telecamera non funziona (rendendo difficile effettuare i controlli in modo preciso) e blocca anche il funzionamento su altre App, che invece rilevano benissimo la videocamera se Poly Lens è spenta.
Su Windows 11 i problemi sono sensibilmente minori anche se abbiamo avuto qualche problema a eliminare i preset presenti: in definitiva, al momento di scrivere queste righe il software Poly Lens funziona, ma ha bisogno di una ottimizzazione su entrambi i sistemi operativi per diventare stabile e robusto. Di contro, come abbiamo scritto in apertura, a parte l’aggiornamento firmware, la webcam funziona benone anche senza software.
Come funziona
Abbiamo utilizzato la Poly Studio P5 per diverse sessioni con Microsoft Teams e qua e la anche con altri software come GoToWebinar e Google Meet senza problemi. L’immagine è luminosa e i colori vivaci e anche il taglio dell’inquadratura è buono, con un angolo di visione ottimale per il singolo utente.
Se l’ambiente è poco luminoso, la lente risponde con qualche rumore a tratti evidente, ma è un prezzo che si paga per avere una retroilluminazione software senza il dazio di una eccessiva pastorizzazione. Allo stesso modo con una illuminazione eccessiva si nota un guadagno di esposizione forte in alcune zone, ma si tratta di casi isolati, regolando la luce ambientare tutto si risolve in fretta.
Per il resto il funzionamento è molto buono, la clip di aggancio è salda ed è stata stabilmente sia con il treppiede a livello scrivania che sopra il display che abbiamo nella nostra postazione.
Ci sono due funzioni però molto interessanti, entrambe accessorie, che vale la pena sottolineare perchè potrebbero fare la differenza.
Piccole sorprese
La prima è relativa alla privacy: girando la corona frontale, abbiamo la possibilità di chiudere fisicamente la webcam con delle lamelle di plastica rossa.
Questa soluzione permette di ottenere una sicurezza assoluta a livello privacy, perchè anche se qualcuno riuscisse ad attivare da remoto la camera, non vedrebbe nulla se le lamelle sono chiuse (e si possono aprire o chiudere solo manualmente).
Ricordiamo che nel mercato esistono posizioni particolari che richiedono questa funzionalità, al di la della sicurezza software che una App o un sistema operativo può offrire, e che comunque anche su macOS, una volta approvato l’accesso della webcam da parte di una App, non siamo in grado di garantirne il controllo assoluto per tutta la sua vita.
La seconda sorpresa risiede nella parte posteriore della webcam, che ospita un piccolo connettore USB-A, dove possiamo collegarci un dongle USB.
Nel nostro caso ci abbiamo collegato il dongle di Poly, in grado di controllare le Poly Voyager 8200UC, che ci hanno accompagnato nei primi webinar di prova, anche se qualche tempo siamo passati al Poly Sync 20, più adatto alle nostre esigenze (ma le cuffie rimangono per le situazioni più difficili e in viaggio).
Il vantaggio di avere un HUB integrato nella webcam è che cambiando la presa USB di questa, da un computer all’altro, cambiamo anche la destinazione delle cuffie, senza per questo aver bisogno di un secondo connettore o, peggio, di dover fare un nuovo abbinamento Bluetooth.
Considerazioni
Al pari degli altri prodotti della stessa casa, anche la Poly Studio P5 si è dimostrata di classe, con una spiccata propensione all’ambiente business ma con i muscoli adatti a offrire qualità in tutte le situazioni, anche per registrare video.
La differenza tra una webcam del genere e una integrata nei vari MacBook Pro (o PC con webcam integrata) è, onestamente, abissale, sia per dettaglio che per luminosità e può fare la differenza, oltre al vantaggio di poterla posizionare con più ampia libertà.
Le funzioni accessorie come le lamelle per la privacy e l’HUB integrato nella parte posteriore sono molto comode, specie se viaggiate molto e fate del lavoro ibrido la vostra principale risorsa, perché una connessione in meno non è fondamentale, ma spesso è molto comoda.
Il prezzo è in linea con altri prodotti concorrenti, per il resto il prodotto è buono con o senza software, che nella parte Mac ci auguriamo riceva un deciso aggiornamento per la stabilità generale.
Pro:
• Ottima resa cromatica e di contrasto
• Funzioni meccaniche per la privacy
• HUB Integrato
• Semplice da posizionare
Contro:
• Con poca illuminazione il rumore digitale è visibile
• Il prezzo è importante
Prezzo:
• 132,51 €
Poly Studio P5 è disponibile a partire dal sito web della casa madre oppure lo potete trovare più comodamente anche presso Amazon.it, sia come prodotto singolo che in kit con Poly Sync 20+.