Urbanista Sydney è un piccolo diffusore Bluetooth dotato di notevole cura dei dettagli dal punto di vista tecnologico e costruttivo. Lo abbiamo provato per qualche giorno tra musica, film e telefonate con Teams, per capirne meglio la natura e l’utilizzo.
Che più piccolo non si può
Con i suoi 13,7×10,3×4,4 cm è chiaro che l’Urbanista Sydney è uno degli speaker portatili più piccoli di sempre, in particolare per la sua forma rettangolare, tipo un pacchetto di sigarette, che può essere collocato senza problemi ovunque, in una borsetta o addirittura nella tasca dei pantaloni.
Anche il peso, 324 grammi, è molto contenuto, e per un prodotto come questo un peso minore avrebbe portato a gravi compromessi dal punto di vista acustico.
La superficie è coperta da un rivestimento in tessuto, nel nostro caso di colore verde militare, mentre ai due lati i tappi in plastica riportano il logo Urbanista.
I comandi (in rilievo) sono pochi e relegati alla parte alta: due pulsanti regolano il volume e la riproduzione, uno il pairing e un altro l’accensione e lo spegnimento. C’è anche una piccola luce bianche che indica il funzionamento, ma che è parzialmente coperta dalla maglia in tessuto e praticamente si vede solo al buio. Nella parte dietro, uno sportellino in gomma copre il jack di uscita analogico e il connettore MicroUSB per la ricarica.
Come R2-D2
Dopo circa un’ora e mezza di ricarica abbiamo acceso l’Urbanista Sydney: il piccolino non trovando nessun riferimento bluetooth si è messo in automatico in modalità Pairing, da cui abbiamo provveduto ad associarlo subito all’iPad. Il Bluetooth 5.0 funziona molto bene e le associazioni anche ad un Mac mini e ad un iPhone si sono svolte in modo molto veloce.
Il modo in cui l’Urbanista Sydney segnala i vari stati Bluetooth è attraverso dei suoni, che sono diversi uno dall’altro; ricordano quelli del famoso robot R2-D2 di Star Wars (C1-P8 nella versione italiana della trilogia originale e nelle opere correlate), offrendo al piccolo Sydney più o meno lo stesso aspetto intrigante che aveva l’incredibile piccolo robot della saga degli anni settanta.
Diversamente dalla presumibilmente lunghissima autonomia di R2-D2, però, la batteria qui dura solo cinque ore: serve però un distinguo importante, la carica totale si intende come durata di riproduzione, perché in assenza di segnale dopo un po’ l’Urbanista Sydney va in pausa da solo e si riprende non appena sente di essere chiamato di nuovo in causa.
Il piccolo altoparlante inoltre ha la possibilità di essere abbinato ad altri speaker identici, per produrre un suono stereo, funzionalità che purtroppo non abbiamo potuto provare.
Come funziona
Come è nostra abitudine, abbiamo usato l’Urbanista Sydney in varie situazioni: il primo, e anche il più ovvio, è stato quello della riproduzione musicale.
Qui il piccolo diffusore ha proposto una musicalità buona nelle frequenze medie e alte (grazie alla risposta in frequenza di 80 – 20.000 KHz, su driver da 40 mm), ma la mancanza di bassi profondi si sente, specie nei brani per i più giovani, dove spesso queste tonalità sono messe in primo piano.
In “Brass Monkey” dei Beastie Boys la risposta è buona ma appunto i bassi non sono abbastanza presenti, mentre in “Englishman In New York” di Sting il risultato è migliore, per quanto un diffusore di queste dimensioni possa dare. Ci è piaciuta anche “Bohemian Rhapsody” nella versione rimasterizzata del 2011 dei Queen.
Serve dire che si è comportato molto bene su brani non affatto facili come ad esempio “Somewhere Over The Rainbow” di Israel Kamakawiwo’ole o “Axel F – Beverly Hills Cop Soundtrack” di Harold Faltermeyer oltre al bellissimo “Tell Me Now” di Hans Zimmer con la voce di Moya Brennan.
Con “She Wolf” di David Guetta (con la voce di Sla) la gamma dinamica dei bassi manca un po’, però stranamente il brano “Pump Up The Jam” dei Technotronic si è difeso bene, a fronte di altri modelli dove i bassi tendevano a inquinare l’intrigante voce di Manuela Kamosi.
Abbiamo invece apprezzato molto il supporto dello speaker nel divertente film “Wonder Woman 1984”, non bello come il primo ma comunque una pellicola intrigante, soprattutto grazie alla presenza carismatica di Gal Gadot, oppure nel recente “Godzilla Vs. Kong” dove ci siamo divertiti un sacco a tifare per il grosso gorilla contro il presuntuoso “quasi” dinosauro.
Infine, abbiamo usato l’Urbanista Sydney anche come terminale per qualche chiamata attraverso Microsoft Teams, grazie al microfono incorporato: chiaramente il microfono offre un valore pieno degli stessi compromessi dati dalla compattezza del device, tuttavia la risposta audio durante le chiamate ci è piaciuta molto e, come negli esempi di cui sopra, siamo a pensare che questo device sia stato costruito per migliorare soprattuto la risposta del parlato (Netflix, Amazon Prima video, Sky, Youtube, Podcast, Audiolibri, telefonate) piuttosto che quella di uno speaker spiccatamente pensato per la musica dance dei più giovani.
Considerazioni
Considerato il costo molto contenuto, la forma pratica che sta ovunque e la resa ottima nel parlato e buona nella musica, l’Urbanista Sydney è un diffusore secondo noi pensato più per i più adulti, che cercano qualche cosa con cui ascoltare meglio l’audio dell’iPhone o del computer, piuttosto che un terminale da usare ad una festa tra adolescenti.
La possibilità di essere usato in mobilità, unitamente alla protezione IPX5 che lo protegge da spruzzi e sabbia sono fattori che si aggiungono alla possibilità di sceglierlo in diversi colori ad un prezzo senza dubbio conveniente.
In un mercato molto agguerrito, specie nella stessa fascia di prezzo, abbiamo apprezzato la specificità della risposta audio, che ovviamente non può accontentare tutti, ma farà felici quanti lo acquisteranno con questa attitudine in testa.
Pro:
• Forma comoda da trasportare
• Microfono incluso
• Protezione IPX5 per gli schizzi d’acqua
Contro:
• Sui bassi cede un po’
Prezzo:
• 39.00 Euro
Urbanista Sydney è disponibile partendo dal sito della casa madre oppure lo potete trovare più comodamente anche presso Amazon.it nei colori Verde, Oro Rosa, Nero e Bianco.