Presentate l’anno scorso, le nuove Urbanista Los Angeles sono cuffie wireless Bluetooth a ricarica solare, probabilmente il primo esempio di quello che sarà il trend di questo settore nei prossimi anni. Le cuffie offrono ottima qualità ma è innegabile che la nostra, e probabilmente la vostra curiosità verta sull’efficacia della ricarica: le buone notizie ci sono, serve capire come funzionano ma possiamo dire che il cavo di ricarica nella confezione spesso non serve.
Ricarica solare: moda o direzione?
Prima di offrirvi i dettagli sulle particolarità di queste cuffie facciamo il punto della tecnologia che sta a monte e del perché sono così importanti nel mercato: il settore delle cuffie musicali ha attraversato negli anni diversi trend tecnologici.
Prima il passaggio alla connessione Bluetooth (in gran parte, anche se nel settore gaming permangono modelli wireless con dongle a 2,4 Ghz), poi l’arrivo della funzione ANC (Active Noise Canceling, in italiano Cancellazione attiva del rumore), funzioni queste che contribuivano all’aumento di consumo energetico, ed infine l’uso congiunto con una App per le funzioni più avanzate.
Queste nuove Urbanista Los Angeles potrebbero introdurre (il condizionale è d’obbligo ma noi siamo speranzosi in questo) un nuovo trend, quello appunto della ricarica solare, che contribuisce ad allungare di molto la durata delle batterie interne, gia molto buona, portandola ad essere illimitata in particolari situazioni.
E anche se Urbanista non è il primo marchio a muoversi in questa direzione (qualche modello si era visto anni fa in alcuni esperimenti) le Los Angeles sono a quanto ne sappiamo il primo modello dotato di questa caratteristica ad essere commercializzato al pubblico.
Qualità, al di la del sole
Fuori dalla scatola si intuisce che questo modello non è di certo un esperimento: la qualità c’è a partire da come si presenta. Dentro la scatola trovano posto appunto le cuffie, una custodia in simil pelle per il trasporto in valigia, con laccio elastico per la chiusura e design ricercato, un cavo di ricarica (sempre utile) via USB-C e un piccolo depliant illustrativo, anche se comunque l’operatività semplice, con o senza App di supporto.
Le cuffie sono realizzate in materiale rigido con superfici leggermente porose, piacevoli al tatto ma forse delicate se avete le mani non perfettamente pulite. I cuscinetti in similpelle sono comodi e fissi, ma non sono sostituibili, perchè sono ancorati allo scheletro: le cuffie indossano molto aderenti e per questo il loro peso, nella norma, non incide.
La parte dell’archetto è in tessuto morbido nella sezione inferiore, a contatto con la testa, mentre la parte superiore è tutta dedicata a Powerfoyle, un marchio specializzato appunto nella produzione di materiale a ricarica solare.
Un punto negativo è rappresentato dalla pulsantiera nella parte destra, composta da tre tasti dediti al controllo della riproduzione e del volume, oltre che permettere l’attivazione dell’assistente vocale sullo smartphone: i tasti funzionano bene ma a parere di chi scrive sono troppo piccoli e poco distinti l’uno dall’altro, tanto che anche andando alla cieca è difficile all’inizio capirne la natura.
Manca inoltre il jack per il collegamento analogico, che avrebbe fatto comodo in alcune situazioni (considerando che le cuffie si connettono ad un solo device alla volta), tipo in viaggio con più di un device, ma abbiamo il sospetto che la presenza di una funzione simile avrebbe complicato il già delicato rapporto tra l’alimentazione e la ricarica solare.
Con l’aiuto del sole vincerò (cit.)
Prendiamo spunto da una citazione del famoso cartone animato Daitarn 3 per raccontare quello che è inevitabilmente il punto di interesse di queste cuffie, anche se comunque è fondamentale sottolineare che non è l’unico, dato che il modello offre comunque una qualità media molto alta.
Una volta eseguito il pairing delle cuffie via Bluetooth (associazione che tiene purtroppo conto di un solo device alla volta) è possibile scaricare l’App apposita che sostanzialmente fa da controllo per il funzionamento del modello ma non incide (purtroppo) sulla qualità di riproduzione.
Con l’app è possibile verificare sia la quantità di carica disponibile, il consumo istantaneo (in mA) e la quantità di ricarica presente, tutto in tempo reale.
Grazie a questa funzione abbiamo potuto verificare che il consumo di una riproduzione di un brano MP3 da Spotify consuma dai 9,4 ai 10,4 mA, con un aumento di circa il 10% con ANC attivo.
La ricarica solare, che è sempre attiva, riesce a coprire questo valore solo in condizioni ottimali, cioè all’aperto con la luce solare diretta (quindi a cielo limpido), mentre con cielo coperto o in casa, sotto la luce, la ricarica funziona ma è meno efficiente e sostanzialmente cerca di tenere in vita le cuffie, con un risultato che dipende molto dal tipo di utilizzo.
Dai nostri test, abbiamo visto che la durata della batteria dichiarata, circa 80 ore con ANC spento e 50 con ANC attivo è ampiamente pessimistica, perché le cuffie nel nostro utilizzo misto e piuttosto disordinato (Spotify, Teams, Discord, YouTube, Plex e Netflix) sono sempre state a disposizione senza doverle ricaricare mai.
Questo anche dovuto al fatto che non indossiamo le cuffie 24 su 24 ma il periodo di ascolto è di circa 6-9 ore al giorno, mentre quello di ricarica è pur variabile, ma sicuramente superiore.
La ricarica solare è sempre attiva e ovviamente opera anche quando non usiamo le cuffie, ricaricando le batterie si lentamente ma in modo inesorabile. Quindi un test vero e proprio, con valori assoluti, non è possibile averlo (perché dipende molto da dove mettiamo le cuffie a riposare, da quanto le usiamo e con quale frequenza, dove siamo quando le usiamo, se all’aperto o al chiuso e il tempo metereologico presente).
Possiamo però dire che dopo due settimane di utilizzo, la batteria non è mai scesa sotto l’80% e pur in effetti facendo fatica a vedere incrementi rilevanti di ricarica, non abbiamo mai assistito neppure ad una decrescita evidente.
Ad ogni modo, la batteria da 750 mAh interna la si può caricare in modo tradizionale attraverso il cavo USB-C/USB-A presente nella confezione, al pari delle altre cuffie wireless.
ANC
Nonostante la presenza di una caratteristica così esclusiva come la ricarica solare in un modello di questa fascia di mercato non poteva mancare una qualità oramai fondamentale come l’ANC (la cancellazione attiva del rumore).
Questa funzionalità può essere attivata sia direttamente agendo sul pulsante presente nel padiglione sinistro, che rispettivamente attiva e disattiva la sopressione del rumore, ma anche via App, dove oltre ai due stati (attivo e disattivo) ce n’è un terzo che produce un mix tra la soppressione attiva del rumore e il filtraggio degli stessi.
In pratica, mentre la funzione ANC cerca di eliminare i suoni esterni, isolando l’utente e producendo una specie di “bolla” di silenzio, la funzione Ambient fa un lavoro simile, ma più morbida, con un taglio meno incisivo, utile ad esempio quando si cammina o si lavora in ufficio, perché questo set lascia passare le voci di chi sta vicino, l’abbaiare di un cane o il clic della tastiera, anche se taglia comunque i rumori più bassi delle auto o dei motori.
Per quanto riguarda la forza dell’ANC puro possiamo dire che funziona bene, non è tra i migliori del mercato e non ha la raffinatezza di alcune soluzioni concorrenti, però fa un buon lavoro e offre la capacità di isolamento che serve quando, ad esempio, in treno vogliamo evitare i rumori più bassi delle rotaie o se operiamo all’aperto con il traffico cittadino presente.
Musica maestro
Ultima, ma di certo non per importanza, l’analisi delle capacità sonore delle Urbanista Los Angeles, che poi è probabilmente il motivo principale dell’acquisto, anche come vedremo le cuffie si sono comportate bene anche in altri ambiti.
Questa recensione è stata una eccellente scusa per deliziarci con le eccellenti note di Maurizio Filardo nella colonna sonora di The Place, un film di assoluto rilievo nel panorama italiano che meriterebbe ben più visibilità di quella che ha avuto, anche considerando la complessità dell’opera.
Le Urbanista Los Angeles si sono difese benissimo nella musica di Filardo, mostrando una buona potenza nei bassi e la corretta articolazione delle tonalità medie: la mancanza di una equalizzazione software però è una pecca, specie per i palati più fini.
I driver da 40 millimetri a bobina mobile offrono una buona resa e anche il codec scelto, l’AAC (che poi è l’unico utilizzabile nei device iOS) porta ad una risposta in frequenza da 20 Hz a 20 kHz con sensibilità a 107 ± 3dB @ 1 kHz e impedenza di 32 Ohm ± 15%.
Il risultato è una capacità sonora buona, senza particolari picchi ma in grado di spaziare in tutti i generi, dal rock un po’ vintage ma ancora buono dei Guns N’ Roses con Welcome To The Jungle a brani un po’ più sofisticati come Somewhere Over The Rainbow di Israel Kamakawiwo’ole dove appunto pur mancado di un “timbro” proprietario, la soddisfazione non è mancata.
Molto meglio con True Colors di Cyndi Lauper e Unchain my Heart di un intramontabile Joe Cocker (capace all’epoca di accendere la fantasia di una intera generazione più del film a cui faceva da colonna sonora).
Su brani come Carbbean Blue un po’ si sente la mancanza di un equalizzatore per togliere quel velo di cameralità del suono che, tra l’altro, si accentua con la funzione ANC attiva (ma niente di grave), mentre grande soddisfazione per sonorità più pop e aperte come Come, Sweet Death (Komm, Süsser Tod), cantata da Arianne e parte della colonna sonora della saga Evangelion.
Abbiamo usato le cuffie anche come device di riferimento per diverse partite a Diablo III (a proposito, è recente l’uscita del nuovo capitolo Diablo Immortal per iPhone e Android) via Discord, facendoci apprezzare per la capacità del microfono a condensatore, fondamentale per districarsi nelle complesse ma fondamentali chat live nei varchi più alti (dove il vostro articolista fa valere l’elgida bandiera di Macitynet), segno che le cuffie si prestano bene anche a chiacchierate vocali oltre che al solo ascolto musicale.
Considerazioni
Derivate esteticamente dal modello Miami, le nuove Urbanista Los Angeles offrono la tecnologia a ricarica solare che aumenta sensibilmente l’appeal del prodotto, specie per chi ha un utilizzo intenso delle stesse.
La ricarica funziona bene, se si è al sole pieno l’utilizzo è praticamente infinito, se si è al chiuso o con cielo coperto, la ricarica è meno efficiente ma consente comunque un forte risparmio della batteria, che già offre una quantità interessante che senza ANC attivo può arrivare anche ad una settimana.
Oltre a questo il modello offre tutti i carismi tipici della fascia di mercato a cui si offre, da una buona sonorità ad una riduzione attiva dei rumori esterni per un isolamento che può far comodo in ufficio o in viaggio.
Il prezzo è interessante, tipicamente più conveniente di diversi modelli concorrenti, lo riteniamo in linea con la qualità proposta: il mercato determinerà il successo di questo progetto anche se dal canto nostro siamo convinti che questo tipo di tecnologia per la ricarica delle batterie non mancherà di arrivare su più modelli in un futuro non troppo lontano, laddove va dato premio a Urbanista di guardare tutti dall’alto di un lavoro dove nulla è lasciato al caso.
Pro:
- Una durata virtualmente infinita
- Qualità media alta
- ANC a tre livelli
Contro:
- Manca il jack cuffie
- Manca l’equalizzatore in cuffia
Prezzo
- 199,00 €
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