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Recensione Sandisk SSD Plus, velocità al prezzo più conveniente di sempre

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Le unità SSD costano sempre meno ma come abbiamo spiegato varie volte non bisogna giudicare questi prodotti solo dal prezzo ma anche da altre caratteristiche. SanDisk produce da tempo interessanti soluzioni SSD per il mercato consumer e tra le unità SSD a stato solido, prodotti con un ottimo rapporto prezzo prestazioni sono quelli della serie “Plus”, che abbiamo avuto modo di provare nella variante da 120GB.

Gli SSD rappresentano un’evoluzione nello storage per computer, assicurando maggiore velocità, silenziosità e capacità di raffreddamento rispetto alla tecnologia precedentemente impiegata nei dischi rigidi. Oltre alla maggiore velocità, l’assenza di parti in movimento, permette a questi dispositivi di garantire maggiore durata nel tempo e affidabilità rispetto ai dischi rigidi tradizionali. Come abbiamo spiegato tante volte, le unità in questione permettono di incrementare la reattività del sistema, permettendo maggiore velocità all’avvio, allo spegnimento, nell’esecuzione di alcune applicazioni; gli SSD sono perfetti non solo per incrementare le prestazioni ma anche per dare nuova vita a vecchi sistemi. Sostituendo un disco tradizionale, con un’unità SSD è possibile aggiornare un computer dando nuovo “slancio” al sistema esistente.

Tutto questo fino a poco tempo fa significava investire un discreto gruzzolo. I dischi della serie Plus si prefiggono di portare tutti i vantaggi di un disco SSD a tutti, ad un prezzo molto economico, senza rinunciare a troppo nelle prestazioni. Abbiamo provato a capire se ci riescono.

Contenuto della confezione
La confezione esterna del prodotto è simile a quella già vista per altri dispositivi dello stesso produttore; all’interno della scatola di cartone rossa troviamo l’unità SSD vera e propria, di dimensioni tradizionali (69,85 mm x 100,5 mm x 7,0 mm) e leggerissima (68 grammi), alcuni foglietti e uno spessore adesivo per il vano dell’HDD (utile per semplificare l’alloggiamento con alcuni portatili di vecchia generazione, da applicare qualora fosse necessario avere l’SSD dello stesso spessore del vecchio hard disk).

Installazione
Come altri prodotti di questo tipo, l’installazione è banale e consiste semplicemente nel rimuovere il disco rigido tradizionale e sostituirlo con l’unità in questione. Come spiegato altre volte se sostituiamo un disco esistente, possiamo prima fare una copia esatta de disco originario (usando un astuccio USB o Firewire) con utility quali CarbonCopy o simili, permettendo di avere un sistema identico a quello di partenza. È ovviamente necessario assicurarsi che il drive SSD abbia una capacità uguale o superiore a quella dello spazio utilizzato nell’hard disk tradizionale del nostro computer. Per sapere dimensioni e spazio attualmente occupato dal nostro disco, sulle recenti versioni di OS X basta selezionare dal menu Mela la voce “Informazioni su questo Mac” e fare click su “Archvio” per avere tutti i dettagli. Se lo spazio utilizzato è superiore alla capacità totale dell’unità SSD, sarà necessario trasferire temporaneamente parte dei dati su un’unità di archiviazione alternativa fino a quando lo spazio utilizzato sul disco rigido risulterà inferiore alla capacità totale della nuova unità SSD. Completata la fase di clonazione, i dati trasferiti sulla terza unità potranno essere riportati nella loro posizione originale sul disco rigido. Per l’installazione vera e propria, bisogna spegnere il computer, scollegarlo dall’alimentazione, accedere all’alloggiamento dei dischi rigidi (sui notebook solitamente basta rimuovere il pannello posto sul lato inferiore), rimuovere il disco rigido di sistema, smontare le relative staffe di fissaggio, fissarle all’SSD e riporre quest’ultimo all’interno dell’alloggiamento dove prima era presente l’HDD.

Prove sul campo
Per le consuete prove di rito abbiamo sfruttato un Mac Mini fine 2012, sostituendo il disco rigido tradizionale con l’SSD di Sandisk. Il miglioramento in termini di velocità di avvio ed esecuzione dei programmi, è evidente sin dall’avvio, anche senza fare test specifici. Ad ogni modo abbiamo eseguito le operazioni di rito con le utility dedicate, ottenendo risultati a conferma di quanto già evidenziavano prove empiriche quali la copia dei file o l’avvio dei programmi. L’utility Disk Speed Test di Black Magic Design ha evidenziato valori medi di 176.8 MB/s in scrittura e 450.8 MB/s in scrittura. Valori simili quelli registrati con QuickBench e Aja System test (fate riferimento ai grafici che alleghiamo in questo articolo).

Conclusioni
Come evidenziano i benchmark, l’unità garantisce effettivamente un’elevata velocità di lettura sequenziale, che, come già detto, si traduce in aumento della velocità di avvio, nell’uso delle applicazioni, nel trasferimento dei dati. L’unità consuma meno di un HDD tradizionale, alleggerendo così il carico del computer e sul sistema raffreddamento. L’unità è silenziosa, ottima per la fruizione di film senza rumori di sottofondo.

Nel momento in cui scriviamo su Amazon la variante da 120GB è offerta a 48,99 euro; quella da 240GB a 78,03 euro. Lo sconto è di circa il 50% rispetto al prezzo di listino. Un affare per chi è alla ricerca di un prodotto veloce, con tre anni di garanzia e con un ottimo rapporto prezzo/prestazioni e in definitiva una delle migliori scelte per chi vuol passare da un disco a piatti magnetici ad uno con prestazioni superiori.

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