Neffos C5 è il nuovo e uno dei primi terminali Android prodotti dalla casa TP-Link, nome famoso nel settore per tutti i prodotti dedicati al networking, professionale e casalingo.
L’entrata in questo settore è quantomeno difficile, dato l’enorme affollamento di marchi, in particolare considerando il mondo Android: però abbiamo apprezzato l’impegno nel proporre un terminale semplice, completo, senza velleità da star ma in grado di offrire una esperienza d’uso completa e soprattutto affidabile.
TP-Link Neffos C5, fuori dalla scatola
La scatola viola che introduce il modello C5 apre subito al terminale, con alimentatore, cavo MicroUSB e cuffie poste appena sotto. Il colore bianco della scocca è riproposto anche negli accessori.
Una volta aperto il vano posteriore è possibile alloggiare la batteria, la scheda di memoria MicroSD e una o due schede Micro SIM nelle apposite culle. L’alloggiamento delle schede lascia un po’ a desiderare, con un inserimento libero che però non offre una valida sicurezza sulla posizione: il fatto è che non sembra possibile muovere le schede senza staccare la batteria, con conseguente spegnimento del terminale, per cui se avete messo male una SIM, dovete riavviare il tutto.
Una volta eseguite le operazioni iniziali abbiamo provveduto ad avviare il sistema Android 5.1, che risulta pulito e abbastanza leggero: per chi proviene da iOS all’inizio Android disorienta un po’ per via di una serie di opzioni in alcuni casi ridondanti, ma c’è da dire che al di la dell’impatto iniziale le App ci sono tutte.
Personalizzazione
TP-Link ha inserito nella personalizzazione di Android una serie di App per la gestione del sistema che controllano e ottimizzano le prestazioni del telefono: a nostro modesto modo di vedere le App funzionano bene, i risultati sono ben evidenti ma avremmo preferito una gestione automatica in background, più idonea alla fascia di utenti a cui questo modello è destinato.
La dimensione dello schermo, 5 pollici per 1280×720 pixel, a 293 ppi propone un ottimo risultato in termini di visione, sia per quanto riguarda le App, in particolare per i giochi, sia per la visione dei film o delle foto, che appaiono sempre brillanti e con un contrasto efficiente, anche se la diagonale del terminale è un po’ troppo inclinata per queste ultime, che mostrano troppo spesso i bordi neri.
La forma del telefono ci è piaciuta molto: 5 pollici è una dimensione ideale per le mani di un uomo adulto senza ingombrare, ma non stona neppure in mano ad una ragazza: la plastica posteriore offre una buona presa e non scivola, anche con mani sporche: forse la scelta di offrire tutti i pulsanti (volume e accensione) insieme su di un lato appare leggermente scomoda, specie nell’utilizzo cieco, quando abbiamo qualche volta spento il display cercando di abbassare il volume, ma forse si tratta di routine che si affinano con l’abitudine.
La carica della batteria dura circa un giorno con un utilizzo intenso, allungato ad un giorno e mezzo con qualche accortezza sull’ottimizzazione e senza abusare troppo del sensore GPS.
Uno dei pregi di utilizzare un terminale Android è sicuramente la presenza di App a disposizione, talvolta superiore a quanto possibile con iOS. La disponibilità di 16 GB di memoria interna è abbastanza limitata, ma abbiamo provveduto con una MicroSD da 32 GB, sui cui abbiamo messo la musica, i film, le foto e tutto il resto, utilizzando l’App Trasferimento file Android.
Grazie al processore da 1.3GHz e ai 2GB di RAM installati, il telefono ha retto a tutte le App a cui l’abbiamo sottoposto, mostrando solo qualche rallentamento eccessivo (se paragonato ai terminali di fascia più alta) nella sola fase di caricamento di App come Facebook e Hungry Shark World, risultato comunque poi abbastanza fluido durante l’esecuzione. Anche il collegamento alla rete 4G è risultato buono e costante: purtroppo per quanto riguarda il segnale Wi-Fi il Neffos C5 non gestisce la banda a 5 Ghz, ma solo quella a 2.4.
Un dettaglio che può risultare irrilevante ai fini della navigazione in internet ma che dispiace un po’ soprattutto per grossi trasferimenti di documenti tra il telefono e una sorgente, utilizzando una App che apra una porta di rete.
Resta solo da parlare della qualità fotografica: la fotocamera posteriore a 8 Megapixel, che utilizza tra l’altro un doppio flash con una illuminazione automatica, risulta veloce nello scatto come nell’autofocus, ma in alcuni casi le foto appaiono un po’ pastose e scarse in alcuni dettagli, forse a causa di una eccessiva riduzione del rumore. Buono il contrasto e i colori, ma la differenza con i terminali di fascia più alta appare evidente appunto nella gestione della risoluzione e nei dettagli.
Considerazioni
Nel giudizio di un prodotto si parte sempre da più fattori, quali possono essere la qualità costruttiva, la presenza dei servizi e il funzionamento, il tutto rapportato sempre e comunque al prezzo della soluzione.
In questo Neffos C5 abbiamo apprezzato la mancanza di sensori evoluti come quello della rilevazione delle impronte, del battito cardiaco e di altri minori, che avrebbero di certo alzato il prezzo senza offrire una esperienza d’uso migliore in senso stretto e concreto.
Considerata la fascia e l’utilizzo ideale del telefono, possiamo dire che si tratta di un buon prodotto, che offre in modo sincero quanto promette: il sistema operativo è pronto e versatile, l’hardware adatto allo scopo e con un ottimo rapporto qualità prezzo. L’eccellenza è data dal display, dalla doppia scheda SIM e dall’uso della potenza del processore, adatta e proporzionata all’utilizzo e alla fascia di prezzo, da rivedere solo la fotocamera, ma solo se siete degli utenti esigenti.
Neffos C5 è disponibile in tre versioni, normale (oggetto di questo test), Max (con display da 5,5) e L (con display da 4,5) e in due colorazioni.
