Tandberg RDX QuikStor è una soluzione di backup o di archiviazione, con dischi meccanici o SSD localizzati su drive estraibili, per chi ha grandi esigenze di sicurezza o anche per chi necessita un archivio offline da consultare solo all’occorrenza.
Alzi la mano
Con una nota un po’ vintage, alzi la mano chi si ricorda i vecchi (vecchissimi a dire la verità, si parla di metà anni novanta) drive rimovibili di SyQuest e, poi, di Iomega.
Certo, altri anni e altre capacità, allora si parlava di meno di 44 MB per SyQuest e di 100 MB per Iomega, valori praticamente irrilevanti oggi ma importanti allora, purché i più diffusi floppy disk portavano sino a 1,4 MB di dati: ad ogni modo ancora presenti su Amazon, per chi magari ha dei drive funzionanti (o ne vuole acquistare uno).
Con l’avanzare della tecnologia, l’abbassamento dei costi di masterizzazione di CD o DVD e il costo medio per GB negli Hard disk, le soluzioni di SyQuest e Iomega lasciarono il passo (Iomega fu acquistata da Lenovo), e questi nomi oggi restano fissi solo nei ricordi degli utenti pi esperti.
La soluzione di Tandberg RDX QuikStor è forse ispirata a quel progetto di cartuccia estraibile, anche se qui si tratta di un prodotto moderno e ben più capace (e veloce) e pensato per un utilizzo molto diverso.
Solo per business
Che si tratti di un prodotto business lo si capisce dalla scatola, essenziale, dove trova spazio il drive vero e proprio e un cavo misto USB-B/USB-A (doppio) per il collegamento.
Nella scatola non c’è l’alimentatore, ed in effetti l’unità provata qui in redazione funziona benissimo lo stesso collegando però entrambe le prese USB-A al Mac (consumando così due connettori al posto del classico singolo), volendo una presa per una alimentazione esterna è presente, ma probabilmente serve acquistarla a parte.
L’unità non è di certo mobile, però arriva realizzata in metallo, con una protezione in gomma esterna ben visibile, che offre un look che sembra resistere a qualche caduta (ma non abbiamo fatto prove specifiche).
Frontalmente ha praticamente solo una grande porta di entrata per le cartucce, mentre nella parte posteriore trova posto il connettore USB, quello per l’eventuale alimentazione e una piccola ventola per il raffreddamento.
Le cartucce sono realizzate in plastica con il connettore SATA nella parte posteriore, hanno una etichetta scrivibile nella parte anteriore (dove mettere diciture sul contenuto) e hanno contenitori in plastica singoli.
Come funziona
Il Tandberg RDX QuikStor funziona esattamente con un disco esterno: lo si collega e si inserisce la cassetta (anche a computer acceso) e dopo qualche secondo questa è visibile nella scrivania, al pari di una qualsiasi unità USB con dischi SATA.
Si può procedere alla formattazione più congeniale, in base all’utilizzo per cui l’abbiamo pensata: le cassette sono sia con dischi rotanti (quindi come comuni Hard Disk) sia con unità a stato solido (quindi come unità SSD).
Una volta finito di usare la cartuccia, su Mac metterla nel cestino equivale ad espellerla, con conseguente espulsione fisica della cartuccia stessa, che esce di qualche millimetro per lasciarsi estrarre.
Per il resto le cartucce sostituiscono dei dischi, con una diminuzione della velocità di picco dovuta probabilmente al sistema di espulsione, che con un connettore in più rispetto ad un comune disco o SSD complica la comunicazione tra il computer e il volume.
Vogliamo comunque sottolineare che nell’ottica di questo prodotto la velocità non è affatto importante, quello che conta qui è soprattutto la robustezza e l’affidabilità delle cartucce nel tempo. Essendo una unità per solo backup, che ci metta 15 o 20 minuti ad archiviare una o più cartelle non è rilevante ai fini della valutazione economica. Sostanzialmente, un disco è più veloce ma non fa le stesse cose.
I perché della soluzione Tandberg RDX QuikStor
I test che abbiamo fatto in redazione relativamente a questo Tandberg RDX QuikStor, utilizzando alternativamente sia la cartuccia meccanica che quella a stato solido, abbiamo operato solamente in archiviazione pura.
Ci siamo soprattutto soffermati sui perché di una scelta così particolare, in un mondo dove il costo a GB è oggi davvero basso sia nell’archiviazione locale che in quella cloud: il punto secondo il parere di chi scrive sta nel fatto di volere o non volere mantenere un archivio in linea, cioè sempre disponibile, ed è questa una domanda che solo chi ha un archivio di notevoli dimensoni e con file di alto valore può capire.
Per alcuni lavori specifici l’archiviazione del lavoro definito “finito” o concluso può avere più senso in un armadio invece che in un server o in un NAS, proprio per il fatto che tale lavoro non è direttamente accessibile dagli utenti.
I motivi possono essere diversi, sia da un punto di vista di sicurezza (qualunque malware non va ad attaccare documenti che sono scollegati da computer) sia da quello pratico, per chi per esempio fa lavori continui e progressivi molto grandi, può essere un vantaggio avere un archivio dove pescare dati solamente all’occorrenza.
Oppure l’idea delle cartucce può essere valida per finire un lavoro e consegnare una copia fisica al cliente, contenente diversi TB di dati, in modo che la responsabilità dell’archiviazione non sia di chi ha fatto il lavoro ma, appunto, del cliente.
In ultima analisi una unità del genere può essere comoda per un backup alternato, cambiando cassetta ogni giorno, in modo che i dati siano copiati in modo diverso su dischi diversi, potendo quindi recuperare file in modo più esatto e meno rischioso: Time Machine, ad esempio, riconosce un backup di questo tipo e procede in modo intelligente in tal senso, anche se probabilmente Time Machine non è la scelta migliore, meglio optare per soluzioni più professionali come Get Backup 3.
Se una volta le unità rimovibili di SyQuest o Iomega erano molto comode per il trasporto dei dati tra utenti logisticamente distanti, oggi questa utilità non la vediamo più, laddove è molto più comodo un cloud.
Considerazioni
Tandberg RDX QuikStor è una soluzione di archiviazione e di backup sicuramente di nicchia, ma proprio per questo (molto) utile in determinate situazioni.
Laddove la velocità non è il punto forte, lo è la forma alternativa di utilizzo, che può alla fine costare di più di un semplice disco in più su di un server, ma risulta molto più interessanti laddove esistono delle reali esigenze. Gli utenti consumer possono tranquillamente guardare altrove, mentre per chi ha alti volumi di archiviazione questa è una soluzione costosa, ma che può avere la sua specifica utilità.
Pro:
• Ottimo per specifiche esigenze
• Non necessita di alimentazione
Contro:
• Più costoso di soluzioni in linea
• La velocità è ridotta
• Necessita di due porte USB
Prezzo:
• Unità Tandberg RDX QuikStor (8782-RDX) 192,00 €
• Cartuccia HDD 500GB (8541-RDX) 110,00 €
• Cartuccia HDD 1.0TB (8541-RDX) 175,00 €
• Cartuccia HDD 2TB (8731-RDX) 308,00 €
• Cartuccia HDD 4TB (8824-RDX) 418,00 €
• Cartuccia HDD 5TB (8862-RDX) 598,00 €
• Cartuccia SSD 500GB (8665-RDX) 200,00 €
• Cartuccia SSD 1TB (8877-RDX) 354,00 €
• Cartuccia SSD 2TB (8878-RDX) 790,00 €
• Cartuccia SSD 4TB (8886-RDX) 1.380,00 €
• Cartuccia SSD 8TB (8887-RDX) 2.304,00 €
Tandberg RDX QuikStor è disponibile nei negozi suggeriti dal sito web della casa madre oppure lo potete trovare più comodamente anche presso Amazon.it sia per quanto riguarda l’unità di base, che per le cartucce meccaniche o quelle a stato solido.