E’ ormai un dato di fatto consolidato, l’amplificazione dei TV piatti sul mercato è un grosso compromesso per dimensioni e costi e, tranne rari casi, la qualità visiva grazie ai pannelli recenti e alla diffusione dello streaming ad altissima risoluzione supera di gran lunga quella sonora. Le soundbar rispondono all’esigenza di avere un dispositivo compatto da collocare al di sotto del tv su un mobile o su una parete senza aumentare più di tanto l’ingombro globale e di portare finalmente la riproduzione audio ai livelli di quella video.
Allo stesso tempo nelle nostre case sempre più piccole sono spariti quei bellissimi e ingombranti sistemi hi-fi per lasciare posto a piccoli sistemi audio di ogni tipo prevalentemente con collegamento wireless.
Sonos Beam da sola rimpiazza molti di questi dispositivi ma soprattuto, come scriviamo nel titolo, è in grado di crescere nel tempo man mano che aumenta la nostra ricerca di un suono più presente e coinvolgente o la necessità di portare la musica in ogni angolo della casa grazie al sistema Sonos. Analizziamo Beam (Gen 2).
- 1 La confezione e il design
- 2 Le caratteristiche
- 3 La Configurazione
- 4
- 5 Alexa, Google e lo streaming audio
- 6 Le sorgenti in streaming con Dolby Atmos
- 7 Le precisazioni di Sonos su Dolby Atmos
- 8 Sonos Beam Gen 2 è anche Airplay 2
- 9 TruePlay e sai sempre che ottieni il meglio del suono da una stanza
- 10 Come suona
- 11 Conclusioni
- 12 Pro
- 13 Contro
- 14 Prezzo al pubblico
La confezione e il design
Nelle nuove confezioni di Sonos la plastica è ridotta al massimo e si fa gran uso di cartone tranne per il tessuto non tessuto che riveste la superificie di Beam. La scatola si apre sfilando la linguetta che apre longitudinalmente la lunga scatola della sound bar e dentro troviamo lo speaker che ricordavamo a memoria leggermente più piccolo, la scatola con dentro i cavi di rete, di alimentazione e HDMI (purtroppo questi insacchettati in plastica) e un’altra piccola scatola piatta dall’impronta quadrata con le garanzie ed uno stringato manuale operativo che rimanda al download dell’applicazione e all’uso dello smartphone per la configurazione.
La seconda generazione di Beam si differenzia per il nuovo rivestimento della superficie verticale, protetta da una griglia in policarbonato con un look complessivo simile a quello della sorella maggiore ARC e tutti gli speaker unificando il design complessivo dell’ecosistema Sonos fatto per lavorare a numero di componenti crescenti.
Questo è il primo prodotto in livrea bianca di Sonos che proviamo e dobbiamo dire che non ci dispiace affatto. Potrebbe facilmente neutralizzarsi con lo sfondo di una parte se lo appendiamo con le sue staffe opzionali o li appoggiamo sul piano di un salotto o di una camera da letto moderna.
In ogni caso Beam Gen 2 ha una forma molto gradevole e la griglia gira tutto intorno tranne la parte centrale del retro che trova incassate la presa di alimentazione, il pulsante di sincronizzazione/reset, la presa Ethernet, quella HDMI pronta per il collegamento a ARC o eARC della vostra sorgente di contenuti. Oltre al cavo HDMI-HDMI e quello di rete dello stesso colore della soundbar nella nostra confezione per la recensione c’era un cavetto extra: un connettore da ottico ad HDMI utilizzabile su TV o sorgenti che dispongono di uscita ottica. In ogni caso a seconda del tipo del collegamento avremo limitazioni sulla funzionalità o sulla tecnologia di codifica surround disponibile.
Sulla parte superiore troviamo i comandi a sfioramento e il tasto di attivazione/disattivazione del microfono che funziona direttamente con gli assistenti vocali Amazon Alexa e Google una volta che i relativi servizi sono impostati dall’app di controllo Android o iOS.
Le caratteristiche
A bordo troviamo 5 amplificatori digitali di Classe-D, un Tweeter centrale per ottimizzare la risposta sulle alte frequenze e avere migliori dialoghi, 4 midvwoofer ellittici per riproduzione delle frequenze medie e la massimizzazione sulla gamma bassa, 3 radiatori passivi per esaltare le basse frequenze e una matrice di microfoni far-field con beamforming avanzato e cancellazione eco per controllo vocale.
Il controllo dei bassi, alti e loudness avviene attraverso l’applicazione Sonos, la calibrazione ambientale avviene per mezzo dell’applicazione TruePlay per il rilevamento della stanza e l’equalizzazione adattiva (solo su iOS).
La app Sonos, che permette l’accesso ad un centinaio di servizi di streaming audio ha la capacità anche di selezionare le funzionalità di Speech Enhancement per migliorare i dialoghi e Night Sound per ridurre l’intensità dei suoni più chiassosi e permette un’ascolto notturno senza disturbi.
La Configurazione
Niente di più facile: basta scaricare l’ultima versione dell’app Sonos dedicata ai dispositivi di seconda generazione e accendere Beam Gen 2: se avete un telefono con NFC come il nostro iPhone 12 basta avvicinarsi alla sommità della soundbar per passarle i dati della rete wireless a cui siete collegati con le relative password di accesso, altrimenti potete usare il collegamento ethernet o una procedura di collegamento al Wi-Fi che richiede semplicemente due o 3 schermate di passaggio: gli accessi alla rete domestica saranno inseriti direttamente dal vostro telefono senza costringervi a recuperare password.
Mentre per gli speaker la procedura si sarebbe conclusa già qui, nel caso della soundbar, per sfruttare Dolby Atmos e l’interazione con i contenuti video, dobbiamo configurare la parte di collegamento HDMI con il TV o la sorgente.
Visto che il meglio di se Bean Gen 2 lo offre con un TV dotato di collegamento eARC abbiamo pensato di collegarla ad un TV LG di ultima generazione, un normalissimo LED della serie 7800 del 2021 in versione 55” che abbiamo acquistato a circa 600 € nei giorni scorsi.
Un 55” è un po’ sovradimensionato per l’uso tipico di una soundbar di media grandezza come questa ma questo ci ha permesso pure di capire il livello di coinvolgimento tra uno schermo medio grande e il fronte sonoro ottenibile con Beam Gen 2.
Abbiamo quindi collegato il cavo HDMI alla prima porta HDMI del TV contrassegnata con eARC e abbiamo concluso la configurazione dalla App.
E’ da notare che nella prima fase viene mostrato sullo schermo del TV un particolare della griglia con il marchio Sonos. La soundbar non ha un telecomando proprio visto che si integra con quello del TV o con i comandi vocali dei sistemi di assistenza più comuni.
Alexa, Google e lo streaming audio
Una volta configurati i collegamenti con la rete Wi-Fi di casa e il TV, Beam Gen 2 è pronta per fare il suo dovere di riproduttore musicale ma pure di speaker intelligente. Abbiamo già visto su queste pagine su come sia facile configurare sia Alexa che Google per effettuare domande, richiedere musica e accedere ai tanti servizi degli assistenti vocali e vedremo più sotto come sia facilmente integrabile anche con i servizi Apple come Airplay 2, Homekit (integrazione dello speaker come periferica) e Siri (comandi per la riproduzione da inviare ai dispositivi Apple).
Quello che dobbiamo ancora una volta rimarcare è la disponibilità di un numero infinito (oltre 100) di servizi di streaming audio che comprendono anche Amazon Music, Apple Music, Spotify e i canali di Sonos Radio e in futuro la compatilità con tutti i servizi ad alta risoluzione disponibili in campo audio: il primo di terze parti sarà Amazon Music Ultra HD (compatibile con Dolby Atmos e tracce Lossless 24-bit/48kHz). Tutto questo è ottenibile attraverso il processore più potente che equipaggia i dispositivi della serie 2 di Sonos ed un costante aggiornamento dei firmware che introducono continue innovazioni su tutti i componenti del’ecosistema.
Le sorgenti in streaming con Dolby Atmos
Un TV con eARC è ottimale per un dispositivo del genere visto che permette di sfruttarne tutte le peculiarità e ottenere la diffusione del suono con Dolby Atmos. Per i nostri test abbiamo utilizzato sia lo streaming di Netflix con alcuni spezzoni di serie e film consigliati da Sonos, sia le serie di Apple TV+ con le relative app di streaming della smart TV LG.
Le precisazioni di Sonos su Dolby Atmos
HDMI ARC e HDMI eARC
ARC e eARC sono i protocolli di invio del segnale audio tramite cavo HDMI ai sound system home theater. Per riprodurre i contenuti in Dolby Atmos, Sonos Arc e Beam (Gen 2) devono essere collegati a una porta HDMI ARC o HDMI eARC. Non tutte le TV sono dotate di porte HDMI ARC o HDMI eARC, quindi consulta il manuale d’uso della tua TV per sapere di quali collegamenti HDMI dispone. La tabella di seguito riporta i collegamenti fisici necessari per Dolby Atmos rispetto ad altri formati audio home theater.
La maggior parte dei contenuti audio in Dolby Atmos può essere riprodotta mediante HDMI-ARC con l’utilizzo del codec Dolby Digital Plus. Per riprodurre audio lossless in Dolby Atmos con codec Dolby TrueHD è necessario disporre di una porta HDMI-eARC.
Servizi di streaming
Alcuni servizi di streaming di film e programmi TV ora supportano Dolby Atmos. Per accedere ai contenuti in Dolby Atmos di servizi come Netflix è necessario un abbonamento specifico. Inoltre, anche se un servizio è compatibile con Dolby Atmos, alcuni film e programmi TV potrebbero non disporre dell’audio in Dolby Atmos. Rivolgiti al tuo fornitore di servizi di streaming per sapere se supporta Dolby Atmos.
Dispositivi sorgente
La disponibilità dell’audio in Dolby Atmos può dipendere anche dal dispositivo sorgente fisico che riproduce i contenuti. Ad esempio, Amazon Fire TV Cube supporta i contenuti in Dolby Atmos, ma i modelli di Fire TV di vecchia generazione non sono compatibili con questo formato. Inoltre, alcune TV non supportano l’audio in Dolby Atmos anche se il dispositivo sorgente è compatibile. Nella maggior parte dei casi, la TV ricodificherà l’audio in Dolby Digital 5.1.
Requisiti per l’Audio Surround
Gli speaker home theater Sonos sono compatibili con l’audio surround Dolby Digital 5.0 e 5.1. Verifica che l’uscita audio della TV o dei dispositivi sorgenti esterni, come le console da gioco o i decoder, sia impostata su Dolby Digital. Se l’opzione Dolby Digital non è presente, è possibile impostare l’uscita audio su Bitstream se è disponibile.
Solitamente, i dischi Blu-ray usano il formato audio DTS, non supportato da Sonos. Alcune console da gioco e lettori Blu-ray sono in grado di convertire il formato DTS in Dolby Digital 5.1, che è compatibile con Sonos.
Sonos Beam Gen 2 è anche Airplay 2
Dettaglio significativo per un prodotto così compatto e versatile è la compatibilità con Airplay 2 che significa sia la possibilità di gestirlo in un sistema domotico Homekit comandabile da Si attraverso iPhone, iPad, Apple Watch sia di farlo funzionare come speaker esterno per Apple TV magari in collegamento con un proiettore. Lo abbiamo sperimentato in questo modo con un proiettore portatile realizzando un sistema trasportabile ovunque con l’audio Dolby Atmos da portare in casa degli amici per vedere un film o una partita di calcio insieme sul grande schermo. Si può controllare anche da Homekit per l’accensione e lo spegnimento e con Siri possiamo chiedere attraverso Apple Watch, iPad o iPhone di far suonare Beam un pezzo di un autore preferito e impostare il volume a distanza.
Ovviamente la compatibillità Airplay permette l’uso contemporaneo diretto e multistanza anche da Mac anche con dispositivi Airplay che non sono di Sonos (Homepod e altri speaker). Nel nostro setup casalingo che usiamo per le recensioni abbiamo fatto un mix di brand, tipologia di speaker e posizionamenti che però convivono perfettamente.
TruePlay e sai sempre che ottieni il meglio del suono da una stanza
Sia che usiate Beam (Gen 2) in una postazione fissa sia che la trasformiate in un sistema di sonorizzazione Dolby Atmos mobile avete a disposizione uno strumento comodissimo per ottenere il meglio del suono nell’ambiente in cui vi trovate: il vostro iPhone. Un vantaggio rispetto all’utenza Android è l’opzione di calibrazione del suono che utilizza l’apparato microfonico di iPhone (e pure iPad) per rilevare la risposta della stanza rispetto ad un suono ad impulsi con variazione di frequenza che viene emesso o dalla soundbar o dal sistema surround Sonos. In meno di 3 minuti potete ottimizzare la riproduzione del suono anche se togliete o spostate un componente o spostate tutto il sistema in un altro ambiente magari con lo stesso accesso al Wi-Fi.
Come suona
Dobbiamo distinguere due modalità di ascolto, quella della musica e quella audio video legata alle sorgenti quali TV e filmati in streaming. La disposizione degli speaker permette una buona separazione stereo e come al solito il lavoro degli ingegneri e acoustic designer di Sonos permette una qualità costante e riconoscibile nel timbro finale generale: abbiamo fatto suonare la soundbar in locali adiacenti o anche nella stessa stanza con dispositivi portatili come Move e Roam o con i più economici Simfonysk di base e pure con le limitazioni dovuti a differenti trasduttori e casse armoniche l’equilibrio della riproduzione è assolutamente lo stesso e non si fa nessuna fatica ad avvicinarsi ad una sorgente diversa: per una azienda che è nata e lavora essere il meglio dei sistemi multi-room è sicuramente un punto di forza assoluto.
Come dicevamo se vi piace il timbro Sonos qui ne ritroverete tutte le caratteristiche nell’ascolto dei brani musicali con un controllo perfetto delle medie, alti puliti e mai metallici e bassi controllati senza accenni di distorsione evidente. Lo speaker è in grado di assicurare un presenza di ottimo livello in stanze che possono arrivare limitare a 35-36 mq, oltre questo entrano in gioco le limitazioni fisiche.
In questo momento uno dei nostri brani di riferimento per valutare la qualità di riproduzione di un sistema audio è “S3NS” del compositore/trombettista Ibrahim Malouf che presenta una tromba in evidenza, un piano a scandire le battute ed un’orchestra di fiati molto composita che cresce insieme ad base di bassi che si estende progressivamente fino a coinvolgere tutte le frequenze: al minuto 3.45 BEAM è in grado di discernere tutti gli strumenti dell’orchestra senza distorsioni e riproducendo le vibrazioni che ci si aspettano da un sistema di dimensioni più consistenti.
Per l’ascolto come sistema surround “virtuale” qui abbiamo la presenza di Dolby Atmos e in alcune tracce audio-video come quelle consigliate da Sonos la differenza rispetto ad un sistema di amplificazione tradizionale (o quello di base del TV) è veramente evidente sopratutto se la soundbar è collocata al centro di un ambiente simmetrico, se non siamo in queste condizioni la calibrazione con TruePlay diventa fondamentale ed è per questo che gli utenti iOS hanno una marcia in più nell’uso di Beam GEN 2 come di altri prodotti Sonos.
Una volta calibrata Beam nel salotto di prova (delle dimensioni limite citate, circa 6x6m) e abbinata al TV da 55″ con eARC abbiamo provato diversi contenuti in streaming ma quello che più ci ha stupito è stata la serie di Apple TV+ di e con Mark Ronson “Watch the Sound” che analizza le varie tecnologie utilizzate nella musica di oggi, dal campionamento a sinth passando per una “magica” puntata sul riverbero in cui Beam GEN 2 esplica tutta la su capacità di ricreare un suono “avvolgente” anche senza speaker sul retro. Ma quel appare stupefacente è la ricostruzione in altezza del suono propria di Dolby Atmos che qui viene ottimizzata grazie alla tecnologia psicoacustica HRTF (head-related transfer function) che deriva dalla maggiore potenza di calcolo di BEAM e in qualche modo ovvia alla mancanza di speaker orientati verso l’alto presenti in altre soundbar. Nella sequenza del tunnel e dell’uso successivo in studio del riverbero campionato riuscite ad entrare in un ambiente virtuale davvero coinvolgente.
Ovviamente gli effetti speciali di film pensati per l’intrattenimento sono facilmente riprodotti con un’ottima separazione ed una ricostruzione spaziale accurata e il tweeter centrale offre un’ottimo supporto alla chiarezza dei dialoghi (qui sopra sempre una serie Apple TV+ come “Mythic Quest” che alterna serrati dialoghi a interludi di animazioni gaming molto d’effetto) rivelando anche il minimo dettaglio anche nelle parti vocali di brani celebri.
Conclusioni
A chi consigliamo Beam GEN 2? Sicuramente a chi vuole un sistema di amplificazione della propria TV con degli effetti ambientali difficilmente ottenibili con lo schermo di base e magari vuole integrarla sia in un ecosistema Apple e completarla con due speaker surround (in una prossima recensione proviamo la combinazione con i Simfonisk di IKEA-Sonos a 199 € la coppia).
La presenza sui medio bassi soffre ovviamente delle dimensioni complessive del dispositivo e questo ne consiglia l’uso in piccoli salotti o camere da letto in cui non è così necessario lavorare sulle basse frequenze, allo stesso tempo chi ha già uno speaker Sonos in casa riconoscerà anche in questo speaker dalla forma inusuale la caratteristica timbrica equilibrata di tutta la produzione dell’azienda.
Per ambienti di maggiori dimensioni si potrebbe completare il sistema con il SubWoofer Sonos di ultima generazione ma il prezzo (799 € circa) porterebbe ad un impianto con un investimento un po’ squilibrato: meglio a questo punto pensare ad una ARC (recensita qui) che ha a suo favore una buona dotazione sulle basse ma pure la necessità di uno buon spazio per la su collocazione.
Sia da sola che abbinata ad un TV da 55″ o dimensioni inferiori e ad una coppia di Sonos One SL o Symfonisk è una soluzione compatta e smart con pochi concorrenti per chi ha un dispositivo Apple. Gli utenti Android sono un po’ penalizzati dall’assenza dell’ottimizzazione TruePlay per la piattaforma.
Pro
- Compattezza,
- Facilità di installazione,
- Procedura di ottimizzazione ambientale comoda e veloce
- Integrazione anche con Airplay 2, Homekit, Siri
- Facile espandibilità con altri prodotti Sonos.
- Suono Equilibrato, Effetti Dolby Atmos eccellenti anche in altezza
Contro
- Gli utenti Android hanno meno capacità di controllo del sistema complessivo
- Costosa rispetto ad soundbar non smart di analoghe dimensioni e senza subwoofer.
Prezzo al pubblico
Beam (Gen 2) è disponibile (in versione bianca o nera) per il preordine dal 14 settembre a 499 euro su Sonos.com e disponibile in tutto il mondo a partire dal 5 Ottobre. Considerato che il modello precendente era in commercio al 449 € si tratta di un incremento di prezzo del tutto irrisorio rispetto al nuove funzionalità di suono ambientale e al maggior coinvolgimento dell’utente nelle prestazioni sonore.