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Recensione Sonos Arc, la Soundbar Dolby Atmos per musica, dialoghi e cinema

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Macitynet ha provato per diversi giorni la nuova Soundbar Arc di Sonos, uno speaker che definire versatile è dir poco: pensato per essere posizionato sotto la vostra TV è in grado non solo di migliorare l’ascolto di Film e serie televisive e di esaltare le voci del dialoghi e le ambientazioni più esotiche ma anche di farvi ascoltare della buona musica al livello di qualità a cui siamo abituati con i prodotti dell’azienda californiana.

Ma come funziona? Come si comporta la miriade di speaker a bordo? La connettività con i sistemi di Alexa, Assistente Google e Airplay 2? La combinazione con TV recentissimi con eARC o più vecchi o con una Apple TV ed un sistema di proiezione come vanno? E l’inserimento in un ecosistema Sonos Precedente? E’ necessario disporre di un SUB e sono necessari pure gli speaker surround? In questa recensione cerchiamo di rispondere a tutte queste domande.
Sonos Arc è la smart soundbar a tutto tondo con Dolby Atmos per film, serie TV e musica
Il modello nero in tutta lunghezza
Dichiaramolo apertamente prima di iniziare la recensione: chi scrive è innamorato di Sonos e soprattutto della Sonos dell’ultimo anno che ha creato Amp, Move e questa Arc che rappresentano quel mix qualità del prodotto e di design “assoluto” che trasforma un oggetto tecnologico in una forma perfetta che ha un valore in se.
Sonos Arc è la smart soundbar a tutto tondo con Dolby Atmos per film, serie TV e musica

La forma e il design

Analizziamo subito ARC per come si presenta: un lungo cilindro schiacciato che si compenetra in un parallelepipedo regolare in uno dei sui quarti. Un fronte sfuggente che ne riduce l’altezza apparente e permette di collocarla davanti ad un TV con un piedistallo non troppo alto ma che allo stesso tempo ricorda che l’emissione sonora non è riservata solo al lato frontale ma pure ai lati con l’estremità tronca e al vostro soffitto (e alla relativa riflessione verso di voi) per offrirvi una migliore esperienza con Dolby Atmos.
Una forma quasi pura che si accoppia appoggiata, sospesa, staccata ad uno schermo piatto, che si sposa con la perfetta finitura metallica satinata (nero o bianca) che abbiamo imparato a conoscere con Move e che ci porta ad un prodotto che si mantiene inalterato nel tempo (niente tessuti) e che trasmette un’idea di solidità ed è pronta a farla percepire anche quando è in funzione, senza vibrazioni o distorsioni. 
Questa forma che permette il diverso orientamento degli speaker interni senza tradire o limitare la direzione di emissione sembra essere la interpretazione letterale del suo nome: soundbar, una vera e propria barra del suono facile in qualche modo da afferrare o da accarezzare ma allo stesso stabile e facile da appoggiare o appendere.

Finita questa sviolinata sull’essenza del design di Sonos passiamo a scoprire come suona e quali tecnologie utilizza per diventare la degna sostituta non tanto della piccola Sonos Beam che rimane a catalogo e da cui eredita la parte smart quanto della vecchia Playbar che concorreva per dimensioni e presenza pur appartenendo ad un altra epoca della storia dell’audio wireless.

Le dimensioni generose di Arc si adattano bene sia alle proporzioni di un 55 o 65 pollici, le misure di TV più vendute negli ultimi mesi, che a modelli leggermente più piccoli (pensiamo all’OLED LG da 48”) ma non sfigurerà affatto anche alla base di uno schermo di proiezione o di un TV più grande e più avanti vi spieghiamo perché…

Dotazioni Audio

Ecco quello che troviamo a bordo:
– Sette amplificatori digitali di Classe-D
- Otto Woofer Ellittici per la riproduzione della gamma media e delle frquenze vocali in aggiunta alla gamma bassa
– Tre tweeter inclinati silk-dome per le alte frequenze e dialoghi cristallini
– Quattro microfoni a matrice far-field per una forma d’onda avanzata e cancellazione eco multicanale per avere un una risposta veloce ai comandi vocali.
– Software Trueplay che regola dinamicamente la risposta alle caratteristiche specifiche della stanza. E’ richiesto un dispositivo iOS per l’acquisizione dei dati.
– Equalizzazione personalizzabile con settaggi all’interno dell’app con regolazione bassi, alti e loudness.
– Miglioramento del parlato – enfatizzza le frequenze della voce umana per rendere i dialoghi più intelleggibili
– Modalità Suono Notturno per ridurre l’intensità degli effetti sonori più rumorosi

Dettagli di Design


Dimensioni – A x L x P: 87 x 1141.7 x 115.7 mm
– Finitura Nera opaca o Bianca opaca
– Status LED che indica lo stato dello speaker e dei microfoni e aggiusta la luminosità basandosi sulla luce ambientale per essere visibile senza distrarre.
– Controlli capacitivi per Pausa, Play, regolazione volume e disattivazione microfoni, scorrimento a destra e sinistra per gestire le tracce.
– Peso di 6,25 Kg

L’unboxing

Qui sotto la galleria dell’unboxing con i contenuti estratti dalla lunga scatola in cartone: la soundbar con una custodia in panno, il cavo di collegamento HDMI di eccelso livello, la presa di alimentazione e l’adattatore HDMI-ottico per collegare vecchie TV che non hanno HDMI. Infine un confronto dimensionale ed estetico con Sonos One e Sonos Move e alcuni dettagli dell’interfaccia con i tasti posti nella parte superiore (per il controllo di volume e tracce audio) e sulla destra estrema il touch che attiva o disattiva il microfono per il funzionamento da smart speaker per Alexa e Assistente Google.

Vi abbiamo descritto in poche parole il contenuto del box con cui arriva la soundbar e i dettagli funzionali “esterni”: la sua installazione non richiede tanto più della unboxing: si tratta di collegare il cavo di alimentazione e quello del collegamento al TV, l’unica difficoltà è trovare sul retro della TV (che molte volte e’ appesa e non espone sul fianco tutte le prese) la presa HDMI di tipo “ARC” o “eARC” i nomi coincidono parzialmente con quelli della soundbar ma non va fatta confusione: si tratta di uno standard di collegamento che permette di ottenere la massima versatilità possibile da HDMI e la variante più recente, eARC permette di avere la massima qualità audio (non compresso) e un sincronismo labiale perfetto con i contenuti che passano sul vostro TV.

Qui sotto vediamo le differenze tra una connessione ottica, una HDMI con ARC ed una HDMI con eARC.TV: le caratteristiche tecniche da fanno la differenza nel 2020

La configurazione software

Come potete osservare navigando nella nostra completissima galleria dell’installazione del software, l’operazione consiste nell’agganciare la soundbar alla vostra rete wi-fi (o se preferite al vostro router con un cavo diretto Ethernet) e di metterla in comunicazione con i vostri iPhone, iPad, Mac e PC e Android per gestire la musica e i contenuti che provengono dal TV.

La procedura passo passo che ci riportiamo qui sotto permette di controllare sia l’esatto collegamento alla giusta presa HDMI della vostra TV che di calibrare il suono dato dall’interazione della soundbar sia con il mobile o della parete di appoggio ma anche di tutte le parete circostanti. Questo è importante dato che gli speaker a bordo sono rivolti sia verso il soffitto che verso le parete laterali e conoscere la loro posizione insieme a quella dell’ascoltatore è fondamentale per calcolare i tempi di riflessione delle emissioni sonore: una riproduzione “calibrata” vi offrirà il meglio della ricostruzione ambientale con i sistemi surround e ancor di più con l’audio ad oggetti di Dolby Atmos.

Qui sotto la parte che riguarda la calibrazione Truplay che richiede l’eliminazione delle custodie del telefono che potrebbero interferire con la rilevazione del suono: dapprima si indica la posizione d’ascolto e poi si procede nel rilevamento della stanza con una sorta di “danza” con il telefono che viene spostato in alto e in basso lungo il perimetro del vano da analizzare. Il processo dura qualche minuto in cui dovete far inondare la stanza dal segnale impulsivo e ciclico emesso dalla soundbar. Al termine apparirà una schermata verde di avvenuto rilevamento ma Sonos continua ad analizzare la stanza e la sua risposta per migliorare le proprie prestazioni anche in funzione del livello a cui ascoltate musica e TV.

Configurazione come smart speaker Alexa o Assistente Google

Una volta configurata acusticamente la soundbar possiamo passare, se vogliamo, a darle un sistema di ascolto diretto: potrà obbedire ai comandi di Alexa o Assistente Google per la riproduzione di Musica, podcast e tutto ciò che non possiamo gestire dal TV, inoltre potremmo regolare il volume e la ripresa della riproduzione delle tracce anche dai tasti a sfioramento presenti sulla superficie superiore centrale o spegnere il microfono toccando l’apposito tasto.

Come accade per gli speaker Sonos dotati della stessa tecnologia il sistema ha una buona responsività, l’unico problema è che gli elevatissimi livelli sonori raggiungibili ci constringono ad urlare qualche volta per fermare la riproduzione della musica fatta partire dalla sezione smart speaker…

Configurazione Airplay

Non dimentichiamoci che Sonos Arch è anche uno speaker compatibile Airplay 2 e se siamo dotati di un iPhone, iPad, Mac o Windows con iTunes saremo in grado di farla suonare come un sistema multistanza controllabile direttamente e pure con Homekit. Vi ricordiamo che tanti prodotti di Sonos realizzati direttamente o in collaborazione (con IKEA ad esempio) sono compatibili Airplay 2 e li trovate indicati qui sotto. Oltre a questo possono essere raggruppati con vecchi prodotti non compatibili per “instradare” l’audio verso di essi attraverso il sistema Sonos.

Se utilizziamo Apple TV come sorgente Audio Wireless possiamo anche saltare il collegamento diretto HDMI dal TV e utilizzarla con proiettori esterni veicolando l’audio sul Wi-Fi direttamente alla Soundbar.

I controlli di Arc e della TV

Dopo aver parlato di configurazioni e opzioni di collegamento veniamo alle possibilità di controllo di Sonos Arc. Abbiamo detto che con la soundbar si sposano due mondi diversi: quello della musica e quello della TV: il matrimonio sembra ben riuscito dal punto di vista acustico e pure dalla comodità di controllo: si può passare dall’ascolto dei nostri servizi di streaming preferiti (oltre 50 diverse sorgenti e in più la nuova Sonos Radio che fa il debutto con servizi specifici per l’Italia il 3 Giugno) alla gestione della TV con i contenuti Dolby Atmos.

Il software di gestione di fatto arriva ad una versione S2 (che stiamo provando in beta e che potete vedere nel dettaglio delle schermate qui sotto) che è in grado di gestire tutti i nuovi contenuti ad alta risoluzione (Tidal ad esempio sta proponendo tracce remixate in Dolby Atmos) e tutti i nuovi dispositivi con un processore migliorato come Sonos Five e il nuovo Sub oltre a questa Arc.

Tra le particolarità di gestione di Arc abbiamo una modalità “Suono di Notte” che vi permette di rendere più efficaci gli effetti anche ad un basso volume e senza svegliare mogli/mariti e figli o vicini, c’è la possibilità di bilanciare l’ascolto della TV o delle sue trasmissioni audio e video (veicolate attraverso HDMI) e quelle della musica riprodotta da Alexa, Google o attraverso Airplay.

Per una disamina completa dell’interfaccia di gestione della musica di Sonos vi rimandiamo ai due nostri articoli su Sonos One e su Sonos Move.

Sonos Arc è la smart soundbar a tutto tondo con Dolby Atmos per film, serie TV e musica

Come suona Sonos Arc da sola?

Musica

Come detto all’inizio la Soundbar si pone sul mercato come un prodotto premium in grado di funzionare da sola e di essere completata, se l’utente vuole, con un potentissimo SUB e degli speaker surround. In realtà la configurazione calibrata e la presenza degli speaker che puntano al soffitto e sfruttano le riflessioni dovrebbero aiutare a ricreare un effetto “circondamento” anche con un solo elemento fisico nella stanza.

Il risultato ci convince? Dal punto di vista della qualità del suono siamo assolutamente a livelli di eccellenza: l’ascolto della musica che abbiamo provato in alternanza con altri apparecchi Sonos conferma una coerenza timbrica assoluta: i progettisti californiani hanno portato anche su questo nuovo fattore di forma un suono che ci piace, ci rilassa e ci fa apprezzare sia musica easy, che jazz, che classica senza bassi pedanti o alti troppo sfrizzolosi. Tra l’altro l’ascolto portato ai massimi livelli non introduce alcuna distorsione e potrete permettervi di utilizzarla anche per feste in casa senza trapanare le orecchie dei vostri amici.

Abbiamo ascoltato anche diversi brani classici rimasterizzati e remixati (un greatest dei Jethro Tull con alcuni brani originali che era in monofonico) e che grazie all’ampia ed equilibrata distribuzione degli speaker ricostruiscono una scena più ampia del consueto e pur sempre credibile. La presenza di una buona sezione di riproduzione delle medie aiuta i brani con la voce in primo piano e pure senza strafare rende l’insieme molto caldo e “presente”. Se volete metterla alla prova potete utilizzare “Dont’you Worry About The Thing” di Stevie Wonder nella interpretazione “a cappella” di Jacob Collier, un vero tripudio di voci che stimola il vostro cervello con le parti vocali che si rincorrono in tutti gli angoli della stanza.

Film e serie TV

Abbiamo già detto che il parlato viene esaltato sia dall’intelligenza della soundbar che sfrutta al meglio tutta la gamma di speaker e la loro dislocazione spaziale ma che succede con gli effetti dei film, con le scene di azione con i suoni che dinamicamente si spostano dal fronte al retro della scena e viceversa?

Come detto i nostri test principali li abbiamo eseguiti su un TV LG di ultima generazione con HDMI 2.1, con a bordo un Dolby Atmos un po’ castrato dagli speaker sottili e dalla propagazione per riflessione: l’arrivo della soundbar ha enormemente allargato il campo sonoro e sopratutto lo ha equilibrato come ci aspettavamo ricostruendo la distanza maggiore della parete di destra (a 3 metri) rispetto quella di sinistra (a mezzo metro) e la diversità dei materiali (tenda + finestra contro intonaco) e delle loro proprietà acustiche ma la correzione più “spaziale” che ci aspettavamo era quella degli speaker che puntano al soffitto.

Il beneficio c’è e in alcuni film si fa sentire più che in altri e soprattutto è evidente nei test realizzati apposta e in alcuni film d’azione (provate su Netflix con il trailer di “Tyler Rake” per un concentrato di adrenalina o guardatevi la scena della valanga nella serie “SnowPiercer”) mentre in pellicole dove il suono offre meno contorno drammatico alle scene è difficile individuare il suono alle spalle.

Pensiamo che l’intervento della soundbar sia un enorme passo avanti nella ricostruzione spaziale della scena e della presenza dell’audio rispetto anche ad un buon TV ma per avere effetto surround  veramente “tangibile” sono necessari gli speaker sul retro.

Oltretutto la presenza della soundbar si apprezza anche in colonne sonore 5.1 come quella di “Ralph Spacca Internet” che è un tripudio di effetti elettronici e richiami acustici al passato dei nerd più incalliti e in cui la presenza di Arc dona una piacevolezza nell’ascolto che il TV da solo non potrà mai offrire.

L’altra questione che ci siamo posti all’inizio è ci serve veramente il subwoofer? La risposta “quasi certamente no”: la soundbar ha una emissione sui bassi veramente spaventosa tanto da aver preso diversi rimbrotti dai famigliari per il volume e il “rumble” su pareti e pavimento provocato da colonne sonore di film particolarmente “agitati”. Diciamo che un buon aiuto lo offre anche il collocamento della soundbar: se utilizzate un mobile con una buona cassa di risonanza come quello del salotto nella configurazione principale (foto all’inizio della recensione) il mobile stesso vi offrirà un’ottima sponda per la riproduzione delle frequenze basse e in ogni caso non avrete strane vibrazioni nella soundbar anche ai volumi più alti ma… fate attenzione a quello che custodite nei cassetti perché si muoverà in sincrono con i bassi del vostro film!

In ogni caso c’è una modalità “notturna” che vi permette di godere una distribuzione d’effetto della colonna sonora dei film senza disturbare parenti e vicini.

Nelle altre due configurazioni che abbiamo provato con la soundbar appoggiata su una semplice mensola in marmo (con un sostegno a portale) ed una sospesa sopra un camino i bassi si facevano sentire un po’ di meno ma il suono complessivo rimaneva sempre equilibrato e presente. In questo caso ci sentiamo di consigliarvi di comprare Arc da sola e solo dopo aver vagliato le richieste della famiglia o degli amici (e di voi stessi) rispetto all’esigenza di un basso stra-stra-coinvolgente nei film di azione, di pensare all’acquisto del Sub che è obbligatoriamente quello fornito da Sonos stessa.

Come suona con due canali surround aggiuntivi?

Viste le premesse prima di pensare all’acquisto di un Sub noi penseremmo, come primo passo di espansione dell’impianto, ad acquistare due satelliti Sonos One SL (o altre combinazioni stereo). I Sonos One SL eliminano (anche dal prezzo per circa 50 euro) la parte smart dai Sonos One e allo stesso tempo offrono un segnale che non è quello un po’ gracile, tutto sulle frequenze medie, di molti speaker accessori ma un vero e proprio surround corposo con dei bassi che aiutano ad aumentare la presenza della colonna sonora anche alle vostre spalle. E Sonos con il nuovo software, la calibrazione e l’esperienza sa come valorizzare il nuovo equilibrio.

Oltre a Sonos Arc da sola abbiamo provato una configurazione più “tradizionale” con due speaker Sonos One come canali surround. Attenzione non è necessario che siano speaker “smart”, basta una qualunque coppia stereo Sonos di speaker dalle identiche caratteristiche fisiche.

Qui sotto vedete tutta procedura di configurazione che ci permette di individuare gli speaker aggiuntivi (che abbiamo resettato da una configurazione stereo per l’ascolto della musica) e di attribuirli al giusto canale surround. Abbiamo visto nelle schermate dei controlli qui sopra come sia possibile gestire il bilanciamento tra i canali principali (Sono Arc ma anche AMP con speaker tradizionali) e quelli surround per avere un effetto bilanciato su tutti e quattro i canali o avere la musica sui soli principali.

Il risultato finale di una configurazione di questo tipo? Assolutamente d’eccellenza per il rapporto tra dimensioni, facilità e precisione di installazione e qualità finale.

Un richiesta a Sonos

Ne abbiamo parlato anche in sede di intervista con i product manager di Sonos: i prodotti dell’azienda sono pensati normalmente per una installazione fissa e l’operazione di acquisizione dei dati della stanza con TruePlay vanno fatti una tantum ma allo stesso tempo sarebbe interessante, vista la versatilità a la facilità di spostamento dei vari prodotti all’interno della stessa casa o all’esterno o in un’altro ambiente, la possibilità di registrare diverse configurazioni TruePlay per diverse collocazioni e abbinamenti di speaker cosicché possiamo portare una coppia di Sonos One o di Sonos Five in giardino per una cena o una festa e poi ricollocarli in salotto per far parte del sistema surround. E’ chiaro che per questa specifica funzione si potrebbero usare due Sonos Move (che hanno Truplay “automatico”) ma costanp 399 € ciascuno, e Sonos ha comunque una ampia gamma di speaker a catalogo  e con una evoluzione del nuovo software S2 si potrebbe creare una memoria di configurazioni da richiamare ogni volta che spostiamo i nostri speaker Sonos diversi da Move in una una nuova posizione.

Conclusioni

Aspettavamo da tempo una mossa da parte di Sonos nel campo delle soundbar di alto livello e Arc sicuramente è un’ottima risposta, coerente da tutti punti di vista con la produzione recente dell’azienda. Estetica lineare, correttezza timbrica, capacità del software di analizzare l’ambiente per adattare la riproduzione, utente in primo piano per rendere l’operatività facile e la qualità di riproduzione in grado di sfruttare segnali di alta qualità mostrano la volontà di crescere nella ricerca e nelle prestazioni.

Dolby Atmos e la particolare configurazione degli speaker interni ad Arc offrono un grosso aiuto a chi non ha la possibilità di installare un gran numero di speaker in salotto e la configurazione fisica degli speaker installati obliquamente contribuisce a rendere molto più coinvolgenti tutti i film (e cominciano ad essere parecchi) che utilizzano la codifica e, grazie all'”intelligenza” di Arc anche quelli con colonne sonore 5.1.

Se la presenza in gamma alta e media non potevano avere problemi e pure sono esaltate dalla poderosa configurazione ci poteva essere qualche dubbio sulla gamma bassa ma qui Arc si rivela una bella sorpresa riuscendo, senza subwoofer, a coinvolgere ampiamente gli spettatori nell’azione. Gli amanti dei film catastrofici forse potrebbero desiderare un salto in basso nelle frequenze di terremoti e scuotimenti di grattacieli ma in tutti i film e serie che abbiamo visto in queste settimane le frequenze inferiori arrivavano ben oltre la soglia di sopportazione di famigliari e vicini.

Dopo il test con i due canali aggiuntivi surround siamo convinti che la loro aggiunta, se avete posto per installare due speaker dietro o ai lati del divano, sia una mossa del tutto premiante soprattutto per aumentare il coinvolgimento “spaziale” nelle colonne sonore d’azione. In fondo vi basta una semplice alimentazione se usate Sonos One SL o i piccoli IKEA e neppure quella se utilizzate i versatili Sonos Move ricaricabili. Il prezzo non è bassissimo ma è commisurato alla qualità e versatilità del prodotto che non smentisce l’appellativo di “premium” per qualità di componenti, finitura e versatilità sonora e di collocazione in qualsiasi catena Audio Video.

Oltre a questo potete “rateizzare” nel tempo la costruzione del vostro sistema decidendo quando aggiungere i canali surround e con la certezza che qualunque sarà la scelta, i nuovi arrivati saranno perfettamente integrati nel sistema Sonos e nella vostra stanza.

Pro

  • Suono ben equilibrato sia nella riproduzione musicale che nelle colonne sonore
  • Applicazione di gestione S2 comodissima e multipiattaforma senza soluzione di continuità nel controllo
  • Gestione ottimizzata con eARC per i TV più recenti
  • Bassi ben presenti e mai “affaticanti” senza il Sub
  • Disponibilità di Alexa, Google e Airplay 2 per tutte le integrazioni domotiche
  • Grande ampiezza del fronte sonoro con dimensioni fisiche che non eccedono la larghezza di uno schermo da 55″

Contro

  • Dolby Atmos per quanto coinvolgente non può supplire alla presenza di due speaker surround
  • L’analisi della stanza con Truplay è disponibile solo con iPhone.

Prezzo Al pubblico

Arc sostituisce Playbar e Playbase nella gamma Sonos e si trova a 999 € su Amazon o sull’ecommerce di Sonos oppure negli APR più forniti sul territorio.
Sonos One SL è in vendita su Amazon e nel negozio Sonos a 220 Euro.

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