Con l’aumento del lavoro ibrido in tutti i settori, il Sonnet Echo 11 Thunderbolt 4 Dock è un aiuto fondamentale per trasformare un computer Desktop con poche porte o un computer portatile in una workstation capace di gestire un numero decisamente maggiore di accessori.
La qualità non manca, anche se il prezzo è importante, ma come vedremo serve attenzione a come lo si posiziona sopra la scrivania.
Costruzione impeccabile
Fuori dalla scatola il Sonnet Echo 11 Thunderbolt 4 Dock si mostra già con una forma importante, con un esterno in metallo sagomato per favorire la dissipazione del calore e due parti in plastica nera satinata che accompagna i connettori sui due lati.
Le dimensioni sono ovviamente pensate per un utilizzo da scrivania: 200,7 x 76,2 x 30,5 millimetri di ingombro per circa 800 grammi di peso, in aggiunta alla necessità di un alimentatore, lo rendono vincolato all’utilizzo Desktop.
All’interno della scatola trova posto il Dock vero e proprio, l’alimentatore con cavo e un cavo Thunderbolt 4 per il funzionamento: il cavo va collegato ad una porta specifica del computer, indicata da una serigrafia, mentre tutte le altre sono intercambiabili.
Il prodotto non necessita di driver e basta collegarlo ad un computer compatibile che abbia una porta Thunderbolt 4, dove passeranno poi tutte le altre connessioni (dati, rete, video e audio).
La compatibilità è comunque anche con Thunderbolt 3, noi lo abbiamo usato con un Mac mini del 2018 senza problemi, il che significa che pur aprendo all’utilizzo di tutti i nuovi Mac e iPad Pro con M1 o M2, il Dock si presta volentieri anche a computer più vecchi, tipicamente dal 2016 in poi.
Versatile
Rispetto ad altre soluzioni della casa madre (di cui abbiamo parlato qualche anno fa), il nuovo Dock si presenta più versatile e con più porte, grazie soprattutto al canale Thunderbolt 4 che riesce a supportare più connessioni simultaneamente, pur avendo la stessa velocità nominale di Thunderbolt 3.
Nei due lati sono presenti, rispettivamente, un lettore di schede SD (capace di leggere schede di tipo SDXC UHS-II fino a 300 MB/s), un jack audio per le cuffie, una porta Thunderbolt per il collegamento al computer, due spie di funzionamento e il tasto di accensione e spegnimento.
Oltre a questo nello stesso lato trova posto una porta USB-A 2.0 molto utile per caricare device come iPhone, per esempio, perché resta alimentata anche a computer spento (quindi potete caricare lo smartphone di notte).
Il lato opposto è invece specificamente dedicato alle connessioni: i primi e più importanti sono i tre connettori Thunderbolt 4 (compatibili USB-C), più tre porte USB-A 3.2 Gen 2 (con velocità sino a 10 GBps) e un connettore di rete RJ-45 Gigabit (molto utile per i portatili, che così non devono usare la rete wireless per forza).
Va detto che le connessioni Thunderbolt 4 portano sia il segnale dati che quello audio e video, tanto che nel nostro caso abbiamo connesso un Monitor LG 27UL850, pilotato perfettamente. La compatibilità con i display è ampia, grazie alle porte Thunderbolt, ad ogni modo c’è un PDF che elenca tutti i dettagli delle connessioni esterne, inclusi i monitor nella pagina ufficiale della casa madre.
Qui sotto nella galleria potete trovare alcuni esempi illuminanti sia con i Mac dotati di Apple Silicon che Intel. Ricordiamo che anche gli iPad pro con M1 e M2 dispongono di porta Thunderbolt 4 e questo hub supporta pienamente tutte le caratteristiche e le capacità di espansione e collegamento.
Manca, a dire il vero, una porta video dedicata, come HDMI o DisplayPort, che avrebbe fatto comodo specie per chi deve pilotare più display assieme, ma si può rimediare con un cavo o un adattatore facili da trovare. Inoltre molti monitor come ad esempio quelli di Benq, hanno a bordo già un cavo connettore USB-C con capacità video ad alta risoluzione.
Come funziona
Inutile sottolineare che con così tante porte a disposizione (4 USB, 3 Thunderbolt, 1 Jack e 1 Ethernet, che va ricordato si aggiungono a quelle presenti sul computer) è difficile arrivare ad una sorta di saturazione, ma ci abbiamo provato.
Oltre ad un mouse da gaming e ad una tastiera professionale, entrambe via dongle USB, abbiamo anche collegato due dischi SSD USB-C, il Monitor esterno, un paio di speaker USB e saltuariamente una chiavetta USB per il passaggio dati.
Sonnet Echo 11 Thunderbolt 4 Dock non ha mostrato nessun imbarazzo a gestire un numero così alto di device, dando anzi l’impressione di poterne gestire di più senza problemi.
Ovviamente con l’aumento dei device è aumentata anche temperatura, che però è rimasta sempre su livelli accettabili, senza mai arrivare a livelli di “scottatura”.
Per macOS l’uso del Dock è del tutto trasparente, tanto che gli accessori sono visti direttamente, come se il Dock non ci fosse.
Importante il fatto che il Dock alimenta un PC portatile sino a 90W, il che significa tutti i MacBook Pro con processore Intel e pienamente quelli con processore M1 e M2 sino a 14″ oppure anche gli altri ma non a pieno carico di lavoro, nel mondo PC significa tutti i modelli commerciali sino a 15 pollici, sono esclusi quelli da gaming che di solito necessitano di potenze maggiori, per cui e meglio affidarsi ad un alimentatore esterno.
Posizionamento
La difficoltà più grande, per modo di dire, è stata il capire quale potesse essere la posizione giusta nella scrivania: prima di tutto va detto che Sonnet Echo 11 Thunderbolt 4 Dock può essere posizionato solo in orizzontale, perché i lati corti sono curvi e non c’è, nella confezione, un piede per l’appoggio (i più coraggiosi possono stamparsene uno in 3D volendo).
Questo è un po’ un peccato perché un Dock come questo entra in gioco quando i device da collegare sono tanti, quindi diminuire lo spazio occupato sulla scrivania è una buona idea.
La seconda decisione è in che verso posizionare il Dock: i due lati hanno entrambi connettori, quindi sono utili, ma quello che ne ha di meno, e che potrebbe essere posizionato frontalmente all’utente, ha anche il cavo per il computer mentre nell’altro lato c’è il cavo per l’alimentazione.
Sostanzialmente, in entrambi i sensi c’è un cavo frontale necessario: noi abbiamo optato per collegare frontalmente il lato con i connettori Thunderbolt, che anche se meno accattivante dal punto di vista estetico, è molto più pratico e facilita l’uso delle chiavette USB.
Conclusioni
Dando per scontato che qualunque soluzione di questo tipo è sempre ben accetta, anche se il mercato non ne ha ancora percepito del tutto le potenzialità, il Sonnet Echo 11 Thunderbolt 4 Dock è senza ombra di dubbio un buon prodotto.
Il numero di porte, la versatilità, la possibilità di avere una porta alimentata anche senza computer e le porte USB-A molto veloci, permettono di creare la base per una postazione ibrida perfetta, che dipende da un solo e unico cavo che oltre a portare i dati, alimenta un computer.
Il prezzo, lo ammettiamo, non è popolare ma in linea con le aspettative, la qualità della soluzione e tutto sommato la concorrenza tenendo conto che qui ci troviamo di fronte a Sonnet, un’azienda veterana delle soluzioni di storage e degli adattatori d’interfaccia
Pro:
• Versatile, ampio numero di porte veloci anche su USB-A
• Costruzione in metallo, circuiteria ottimizzata per il raffreddamento
• La porta USB carica un device senza computer
Contro:
• Manca un piede per posizionarlo in verticale
• Manca un connettore video dedicato
Prezzo:
• 338,98 € (Prezzo Blitz Micro)
Sonnet Echo 11 Thunderbolt 4 Dock è disponibile a partire dal sito web del distributore italiano Blitz Micro e dal suo shop online.