Comprare un paio di auricolari oggi è facilissimo e difficilissimo nello stesso tempo. Da una parte l’offerta è più vasta e differenziata che mai, dall’altra è complicata dal fatto che moltissimi prodotti sembrano uno la copia dell’altro. Ma c’è un brand che fa eccezione: Shokz. L’azienda americana (fino a poco tempo fa nota come AfterShokz) fa infatti qualche cosa che si distingue: produce auricolari a conduzione ossea, un campo nel quale è, anzi, leader nel mondo.
Di che cosa si tratta e come funziona un auricolare di questo tipo ve l’abbiamo spiegato molti anni fa quando abbiamo provato le Trekz Titanium. In sintesi, i suoi auricolari non hanno veri e propri speaker ma sfruttano la capacità (nota fin dall’antichità e usata tra gli altri da Beethoven per superare l’handicap della sua sordità) delle ossa del teschio di passare il suono direttamente all’orecchio interno bypassando il timpano.
Vantaggi e svantaggi? Li vediamo in questa nostra recensione del modello più popolare, economico e secondo noi anche più universale i Shockz OpenMove.
In calce a questo articolo faremo qualche cenno al modello intermedio, i Shockz OpenRun che si fondano sulle stesse tecnologie ma si rivolgono a chi vuole qualche cosa di più. Che cosa, lo vedremo.
Auricolari Shokz: per chi sono e per chi non sono
Cominciamo dalle basi. Perché auricolari a conduzione ossea sono una idea da considerare? Ne abbiamo parlato nella nostra vecchissima recensione dei Trekz Titanium e nulla da allora è cambiato ma lo ripetiamo: auricolari come questi non entrano nel cavo auricolare né si appoggiano ad esso; lasciano quindi totalmente libero l’ascolto dei suoni intorno a noi. Rappresentano l’ideale in situazioni, una corsa in strada per esempio o un viaggio in bicicletta, dove avere la miglior percezione di quanto succede intorno a noi ci dà sicurezza.
Auricolari come gli OpenMove sono interessanti anche per coloro che non sopportano qualche cosa dentro alle orecchie o magari hanno qualche preoccupazione igienica.
Gli auricolari a conduzione ossea limitano, infine, il problema della sudorazione del cavo auricolare.
Anche se queste sono caratteristiche che per alcuni aspetti soddisfano anche gli auricolari aperti (come gli Airpods 2), gli OpenMove fanno tutto questo molto meglio, offrendo parallelamente una superiore stabilità.
Perché auricolari a conduzione ossea, invece, potrebbero essere una cattiva idea? In primo se si vuole massimo della qualità musicale. Per loro stessa struttura che bypassa la funzione del timpano, auricolari come quelli di Shokz non possono competere musicalmente con auricolari tradizionali di pari prezzo.
La qualità musicale o, meglio, la capacità di offrire sfumature e dettaglio alla musica è compromessa anche dal fatto che inevitabilmente il suono che arriva dagli auricolari si mescola a quello ambientale che non viene (né deve essere) bloccato o attenuato in nessun modo.
Infine un accessorio come gli Shokz OpenMove potrebbe deludere se si cerca il massimo della comodità. Il modo in cui auricolari a conduzione ossea calzano e le loro dimensioni li rendono più ingombranti e “percepibili” rispetto a degli auricolari tradizionali e non possono neppure offrire comodità come attivazione e disattivazione automatica.
Shockz OpenMove come sono fatti
Gli Shockz OpenMove ricordano nella forma i vecchi auricolari ad archetto, oggi quasi spariti dal mercato.
Maneggiando il prodotto, nonostante stiamo parlando del modello entry level di Shockz, si nota la cura nella costruzione; la plastica e l’assemblaggio sono molto buoni. Sono anche molto flessibili e relativamente leggeri: pesano solo 29 grammi. A termine di confronto due Airpods Pro 2 che sono privi di archetto e hanno una tecnologia che li rende meno ingombranti, pesano 11 grammi.
Gli Shockz OpenMove sono certificati IP55, quindi resistono all’intrusione di polvere e ogni materiale solido anche quello invisibile all’occhio umano e sono anche protetti da spruzzi d’acqua e sudore. Gli AirPods Pro 2 non sono protetti contro la polvere.
Shockz OpenMove come funzionano
Il funzionamento degli Shockz OpenMove è quello tipico di un dispositivo Bluetooth: si mettono in modalità abbinamento e vengono visti dal telefono. La tecnologia Bluetooth 5.1 permette loro di funzionare con due dispositivi (ovviamente non contemporaneamente) senza disabbinare uno prima di collegare l’altro.
Il codec Bluetooth è l’unico supportato.
Parlando dei tasti va detto che è molto apprezzabile la decisione di usare tasti fisici e di offrire quelli del volume. Anche se piuttosto piccoli e ravvicinati si distinguono bene anche con un paio di guanti.
Il tasto funzione è mascherato dalla decorazione in metallo. Permette di attivare la musica e passare da un brano all’altro.
Shockz OpenMove: ergonomia
Quando si parla di auricolari come gli Shockz OpenMove l’aspetto ergonomico è fondamentale.
Per avere la massima qualità audio, i trasduttori vanno collocati sopra gli zigomi. Da qui la musica arriva all’orecchio interno. La posizione dei trasduttori e la presenza dell’archetto influenzano massicciamente l’esperienza d’uso.
Da una parte dovremo considerare che gli auricolari di Shokz, pur scaricando quasi tutto il peso sulle orecchie, per trasmettere il suono devono esercitare una certa pressione sullo zigomo. Chi porta gli occhiali sarà probabilmente abituato alla sensazione e non avrà particolare fastidio, ma qualcun altro dopo un po’ potrebbe sentirsi a disagio.
A proposito di occhiali: le astine che sorreggono le lenti potrebbero in qualche modo interferire con i trasduttori. Usiamo il condizionale perché nel nostro caso non ci hanno dato problemi particolari. Unica accortezza che abbiamo avuto è stato indossare gli occhiali e dopo i Shockz OpenRun.
Durante la corsa ci sono pochi problemi ma con i caschetti da bicicletta c’è qualche accortezza di cui tenere conto. I trasduttori sono infatti abbastanza grandi e possono interferire con con i laccetti del casco. Ma se si mettono prima casco e occhiali e poi gli auricolari è possibile armonizzare l’impianto.
Chi intendesse usare gli auricolari di Shockz in palestra, su una panca o una macchina da esercizio oppure lavorando a terra, deve invece sapere che l’archetto che si posiziona lontano dalla nuca finirà per agire sulla posizione dei trasduttori.
Shockz OpenRun come suonano
La posizione dei trasduttori è una questione cruciale soprattutto quando si parla di qualità della musica; devono stare esattamente sugli zigomi. Quando si spostano la qualità scende subito.
E questo è un problema che si manifesta con una certa regolarità correndo a piedi e anche in bicicletta, ma se si mantengono gli Shockz OpenMove nel punto corretto, gli auricolari non deludono dal punto di vista della qualità.
Certo, la musica sarà sempre un pochino piatta, tutta virata ai medi, ma dire che questi auricolari a conduzione ossea sono buoni solo per i podcast sarebbe sbagliato. Anche se non abbiamo bassi scolpiti, acuti brillanti, voce umana con tutte le tessiture, effetto palco arioso, gli OpenMove si rivelano un accessorio più che adeguato per un ascolto casual.
Parlando di suono, importanti passi avanti Shokz è riuscita a farli in un ambito cruciale: la capacità di riprodurre audio udibile senza effetti collaterali fastidiosi.
Chi ha usato auricolari a condizioni ossea di prima generazione, sicuramente è stato costretto ad aumentare il volume per avere un suono ben intellegibile. Questo avrà determina una dispersione del suono nell’ambiente, cosa fastidiosa se c’è qualcuno intorno a noi e una costante vibrazione là dove poggiano i trasduttori.
Questi problemi sperimentati anche con i precedenti modelli di Shockz, con le OpenMove sono molto meno presente, visto che non è necessario mettere al massimo il volume per sentire bene la musica.
Telefonate e batteria
I Shockz OpenRun hanno dei microfoni con soppressione del rumore ambiente. La qualità delle chiamate non è “stellare” ma comunque adeguata.
Anche l’autonomia è buona. Shokz parla di 7 ore di funzionamento a piena a carica; personalmente abbiamo anche superato questo limite. Per la ricarica occorrono circa due ore. Non c’è la funzione di ricarica rapida.
Conclusione
Gli auricolari a conduzione ossea hanno un compito non semplice: bilanciare la qualità musicale con la necessità di non ostruire in alcun modo il cavo auricolare. Inevitabilmente si deve giungere ad un compromesso che però durante la nostra prova gli OpenMove hanno affrontato in maniera brillante offrendo un servizio che nessun altro auricolare tradizionale è in grado di prestare.
Il suono che gli OpenMove servono non è perfetto e non può esserlo ma risulta adeguato se non si cerca il massimo in termini di sfumature e bassi a tutto tondo ed è quasi perfetto per podcast e parlato in genere. Nello stesso tempo questi auricolari lasciano vigili sull’ambiente circostante. Per questo sono ottimi per pendolarismo in bicicletta, jogging e sport in genere in zone affollate.
Chi li compra deve però sapere che il posizionamento dei trasduttori è fondamentale e in quanto tale non possono essere adatti a tutti gli sport ma se usati nel giusto contesto e con le giuste attese gli OpenMove fanno quello che ci si attende e lo fanno bene.
Disponibilità a prezzo
Gli auricolari Shokz OpenMove costano 89,95€, sono distribuiti in vari colori in Italia da Attiva e si trovano nei negozi di elettronica. Possono essere anche acquistati su Amazon.
Impressioni d’uso delle Shokz OpenRun
Abbiamo detto che le OpenMove sono il prodotto più economico della gamma Shokz. Allo scalino superiore troviamo gli auricolari OpenRun. Le differenze sono poche ma qualcuna è di rilievo.
Non parliamo della tecnologia Premium Pitch 2+ che dovrebbe migliorare nei Shokz OpenRun i bassi rispetto alla Premium Pitch 2 degli OpenMove (è difficile percepire una reale differenza tra la qualità musicale dei due modelli), né dell’autonomia (seppure 8 ore nominali contro 7 portino qualche vantaggio) ma dell’aspetto ergonomico
Shokz OpenRun, ergonomia
Gli Shokz OpenRun sono infatti più leggeri, più piccoli e più comodi. Messi sulla bilancia fanno registrare un peso di 26 grammi contro i 29 degli OpenMove grazie alla struttura interamente in titanio; oltre a questo risultano più stabili pur stringendo meno sullo zigomo.
Altrettanto rilevante è anche il fatto che i trasduttori sono più piccoli e hanno una forma maggiormente affusolata. Questo li rende meno complicati da sistemare accanto ad un caschetto da ciclismo.
Peso e dimensioni ridotte sono un vantaggio anche per il posizionamento corretto. Gli OpenRun si muovono meno degli OpenMove e quindi è meno necessario riposizionarli.
Poco o nulla cambia, invece, se si intendono usare in palestra: l’archetto rappresenta sempre un problema negli esercizi con alcune macchine o a terra.
Non si può plaudire, invece, parlando di ergonomia, la scelta di ridurre, rispetto agli OpenMove, le dimensioni e la spaziatura dei tasti. È più difficile controllare il volume rispetto al modello entry level.
Batteria e caricabatteria
Gli OpenRun, come detto, hanno un’autonomia di 8 ore. Nel corso della nostra prova hanno dimostrato di saper durare anche molto più a lungo (intorno alle dieci ore) se usati ad un livello di volume medio basso. In più si caricano velocemente (90 minuti contro 120 degli OpenMove). Peccato che si debba contare su un connettore magnetico proprietario, decisamente scomodo.
Protezione dall’acqua
Gli OpenRun hanno lo stesso fattore di protezione dalla polvere degli OpenMove ma sono superiori dal punto di vista della protezione dall’acqua. Il certificato IP67 li rende adatti a resistere per mezzora alla sommersione. In realtà questa specifica non ha un grande significato perché Shokz dice che non può essere sfruttata per per il nuoto e del resto come sarebbe possibile? Non avendo un sistema di archiviazione della musica con gli OpenRun non sì può nuotare a meno di non pensare di lasciare il telefono a bordo piscina.
Conclusioni
I Shokz OpenRun suonano come gli OpenMove e costano di più, ma per lcuni dettagli rappresentano un’alternativa agli OpenMove per tutti coloro che vorrebbero ampliare le situazioni d’uso degli auricolari a conduzione ossea.
Sono infatti più piccoli e più comodi. Hanno anche un’autonomia significativamente più lunga. Tutto questo rende gli auricolari i Shokz OpenRun più adatti degli OpenMove a chi vuole sfruttare questa tecnologia, ad esempio, per la corsa in bicicletta. La differenza di prezzo non sarà, invece, giustificata in altri situazioni come pendolarismo o jogging.
Prezzo e disponibilità
Gli auricolari Shokz OpenMove costano 139,00€, come gli OpenMove sono distribuiti in vari colori in Italia da Attiva e si trovano sempre negozi di elettronica. Anche questo modello si trova su Amazon.