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Recensione Razer Opus X, grinta, colori e tanta tecnologia per musica e giochi

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Dopo aver annunciato le cuffie Razer Opus qualche mese fa, il marchio del serpente ha lanciato le Razer Opus X, che si distinguono dal modello precedente per una elettronica semplificata e un prezzo più accessibile. Questo non significa, lo diciamo fin da subito, che siamo di fronte ad un prodotto di bassa qualità o scarno nelle funzioni. Anzi questo modello si difende benissimo nel confronto da cui eredita tutto quel che c’è di positivo aggiungendo anche qualche funzionalità in più.

Abbiamo quindi deciso di raccontarvi come è stato usare queste cuffie durante il tempo libero, per lavoro e per gioco presentando per chiarezza di chi dovesse andare ad acquistare le differenze con il modello Opus.

Confezione essenziale

La confezione delle Razer Opus X appare sin da subito essenziale, ma ben curata, con una grafica accattivante e “giovanile”, un pubblico a cui queste cuffie ammiccano in modo non troppo nascosto.

All’interno oltre alle cuffie troviamo, un piccolo libretto (con il foglietto in acetato opaco tipico di Razer) con la classica frase di benvenuto e il cavo USB-A/USB-C di ricarica. Chi non avesse a disposizione sui propri dispositivi  una porta USB-A, su Amazon trova moltissimi cavi USB-C/USB-C a pochi Euro.

Recensione Razer Opus X, grinta, colori e tanta tecnologica per musica e giochi
La confezione delle Razer Opus X è essnziale, ma ben curata con la scritta RAZER in rilievo cromato

La necessità di mantenere i costi al minimo hanno suggerito la rinuncia ad un astuccio rigido per il trasporto e alla connessione logica (Razer Opus X si possono usare esclusivamente in wireless), che invece troviamo nel pacchetto delle Opus X.

La struttura in plastica però sembra abbastanza pronta ad affrontare le classiche intemperanze adolescenziali: il rivestimento poroso non teme lo sporco e il tessuto in simil-pelle sembra ugualmente promettente (anche se ovviamente non possiamo che fare ipotesi sulla durata) sulla durata.

La forma è chiaramente ereditata dal modello Razer Opus, con qualche differenza data dalla proposta di mercato e dalla disponibilità di funzioni hardware.

Razer Opus X è disponibile infatti in tre colori molto giovanili (Mercury, oggetto di questo test, Quartz e Verde) e come vedremo anche con una funzione esclusiva in più. Il peso non è indifferente, 270 g che sono ben più di diversi modelli simili nel mercato anche se serve dire che l’ottima progettazione riduce la fatica di indossarle diminuendo il peso “percepito” nell’archetto.

Costruzione

Come abbiamo detto le Razer Opus X sono realizzate in plastica porosa, proposta in tre versioni che differiscono solo per la colorazione esterna. Niente comandi touch; i controlli sono tutti sul padiglione destro, dove trovano spazio i comandi per il controllo quasi totale delle funzionalità delle cuffie e della riproduzione.

I tasti, specie nello spessore, sono un po’ minimalista ma funzionano: una volta apprese le varie funzioni si trovano facilmente anche alla cieca.

Due microfoni si trovano sopra i padiglioni; servono per il circuito della riduzione del rumore, di cui parliamo poco più sotto, mentre il connettore USB-C di ricarica è posizionato appena a fianco del tasto di accensione.

Ribadiamo che questo modello è pensato per l’uso solo in wireless: anche se collegate via USB-C, le cuffie rispondono solo al segnale Bluetooth, diversamente dal modello Razer BlackShark V2 che invece ha una interfaccia anche USB. Detto questo, il cavo USB-C trasporta anche i dati, per cui quando servisse potete usarlo per collegare un disco esterno al Computer.

Recensione Razer Opus X, grinta, colori e tanta tecnologica per musica e giochiUn silenzio importante

Sono sostanzialmente tre le particolarità che caratterizzano questo modello: la prima è ovviamente il supporto per la cancellazione del rumore attiva (chiamata anche ANC, Active Noise Control, controllo attivo del rumore). La tecnologia in precedenza era appannaggio di modelli di una fascia di mercato molto più alta, adesso questa possibilità è diventata più popolare e si trova, come in questo caso, anche su modelli attorno alla fascia dei 100 Euro.

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Le dimensioni sono importanti, ma sono bilanciate con una eccellente risposta sonora

Le Razer Opus X operano per la riduzione del rumore in due modi, attivo e passivo. La modalità passiva è data dal sigillo dei padiglioni che isolano le orecchie, in modo parziale, dalle frequenze più basse esterne.

La modalità attiva è invece disponibile in tre modalità, selezionabili tramite l’App di supporto oppure con un clic veloce sul pulsante di accensione.

Disattivando il controllo ANC sostanzialmente resta la modalità passiva, che rende ovattati i rumori senza incidere sulla durata della batteria. Attivando il controllo ANC invece la sensazione di silenzio è molto buona, paragonabile a quella di modelli ben più costosi: tutte le frequenze basse si spengono e laddove non ci riesce (come ad esempio un autobus nelle vicinanze, le attenua), passano solo i rumori più alti o alcuni medi, come ad esempio il ticchettio della tastiera o le voci, queste però ad un volume inferiore.

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C’è anche una modalità Ambiente, che grazie ai microfoni esterni apre a tutti i rumori, cercando di togliere l’effetto dato dalla modalità passiva, utile quando camminiamo per strada per questioni di sicurezza. Ion pratica si tratta di una funzione molto simile a trasparenza.

Seppure la qualità del circuito ANC come abbiamo detto sia molto buona, manca forse un controllo maggiore sulla discriminante del taglio delle frequenze, tipico ovviamente dei modelli di fascia ben più alta. Ma se siete all’aperto e attivate il circuito ANC, le cuffie vi garantiscono un ottimo isolamento.

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Comode per chi gioca, senza fili ci sono generalmente meno problemi, e anche toglierle è un attimo

Gaming Mode

La seconda particolarità si chiama Modalità a bassa latenza: attivandola, le cuffie diminuiscono drasticamente il ritardo nella comunicazione tra il dispositivo e le cuffie, arrivando a 60 millisecondi, a fronte di una media che varia da 150 a 210ms negli altri modelli.

Non è dato sapere bene come Razer sia arrivata ad un risultato così interessante, che tra l’altro è esclusivo di questo modello perché nelle Razer Opus è assente, ma l’abbassamento del tempo di latenza permette una performance decisamente migliore quando si gioca, laddove il tempo di risposta è particolarmente importante perché c’è bisogno di un allineamento tra quello che vediamo e quello che sentiamo, specie in giochi molto adrenalinici dove un particolare audio può fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta.

Recensione Razer Opus X, grinta, colori e tanta tecnologica per musica e giochiÈ però bene ricordare che una volta attivata la modalità, il Bluetooth 5.0 è spinto probabilmente al massimo delle capacità, incidendo sulla durata della batteria.

Abbiamo provato la modalità a bassa latenza con Diablo III per non più di un paio d’ore, per cui non possiamo sapere quanto in effetti è la durata della batteria in questa modalità ma è proprio Razer che avvisa che in questo modo l’autonomia diminuisce. C’è da sottolineare che questa modalità è utile probabilmente solo nei giochi, per chi ascolta musica non ha senso e per chi guarda un film, comunque, non è percepibile.

Una autonomia che altrimenti supera tranquillamente le 30 ore di ascolto, anche se nel nostro caso non è mai arrivata alle 40 ore dichiarate, però su questo anche il circuito ANC incide.

Nella parte che riguarda l’autonomia possiamo segnalare quella che è l’unica cosa che suscita qualche perplessità in queste cuffie: il periodo di inattività dopo il quale le cuffie si spengono da sole è davvero troppo corto, servirebbe almeno raddoppiarlo, altrimenti diventa più una seccatura che una protezione.

Recensione Razer Opus X, grinta, colori e tanta tecnologica per musica e giochiChe musica ragazzi!

Ma nonostante le particolarità date dall’ANC o dalla Modalità a bassa latenza, è la parte musicale che ha portato le maggiori sorprese: sia chiaro, nonostante Razer sia un marchio conosciuto soprattutto per le periferiche da gamer, come mouse, tastiere o sedie, il brand è impegnato nel primeggiare anche con prodotti più orizzontali (si pensi agli occhiali e alle mascherine RGB), non ultima l’attenzione al mondo della musica, sul quale ha più volte dato prova di qualità, dalle casse Nommo Pro alle cuffie Razer BlackShark V2 per finire con le recenti Razer Opus.

Da questo punto di vista possiamo senza dubbio alcuno dire che queste cuffie suonano molto bene: lo fanno sia considerandole come prodotto nella fascia da 100 Euro, sia in generale, perché la risposta che abbiamo avuto è stata più che buona anche se prive sia della Certificazione THX che dell’AptX, che invece sono presenti nelle Razer Opus. Per quanto riguarda AptX, per chi ha un iPhone o un iPad il fattore è inutile perchè su iOS AptX ancora non funziona.

Abbiamo provato diversi brani, da Bohemian Rhapsody dei Queen (nella versione rimasterizzata del 2011) a Welcome To The Jungle dei Guns n’ Roses passando per Orinoco Flow di Enya, Somewhere Over The Rainbow di Israel Kamakawiwo’ole, Nothing compares 2U di Sinead O’Connors, Shout dei Tears For Fears sino a qualche cosa di più leggero come Welcome To New York di Taylor Swift.

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L’App di supporto permette svariate cose, come l’attivazione della modalità Gaming, l’attivazione del circuito ANC e l’equalizzazione. Da notare che l’App è solo per mobile, ma funziona anche se le cuffie sono associate a Mac o PC

Le tonalità in definitiva suonano bene: non avevamo sottomano le Razer Opus per il confronto diretto, per cui le abbiamo confrontate con le Bose ANC 700, una sfida perlopiù impervia perché le Bose costano, a listino, tre volte tanto e sono in effetti di una categoria superiore.

Eppure le Razer Opus X si sono difese bene: l’App di supporto permette di ottenere 5 tipi di equalizzazione predefinita, in pratica quattro più quella standard, che a noi è apparsa un po’ piatta, molto meglio il preset Amplificato, con il quale tutte le frequenze sono migliorate anche se, rispetto alle Bose, in effetti c’è una minore definizione, specie nelle tonalità medie e alte.

Con il preset Amplificato, le cuffie si sono dimostrate in grado di riprodurre con estrema soddisfazione tutti i brani, eccellendo in alcuni, come Nothing compares 2U di Sinead O’Connors, Shout e dei Tears For Fears, brani dove l’algoritmo di Spotify ha lavorato meglio.

Recensione Razer Opus X, grinta, colori e tanta tecnologica per musica e giochiGli altri preset sono pensati secondo noi per utilizzi specifici: Bassi migliorati va utilizzato solo per brani pop nei quali l’utente ama appunto le frequenze basse, anche a scapito di quelle medie che spesso arrivano ovattate, Chiarezza migliorata funziona esattamente al contrario esaltando le tonalità medie e alte e annichilendo i bassi, utili secondo noi in alcuni film o telefilm oppure per ascoltare brani molto, molto particolari ed infine Voce, per le chiacchierate online o per film dove le battute degli attori sono molto importanti (ad esempio, se vi piace vedere serie come “Downton Abbey” in lingua originale, questo set vi farà apprezzare la spiccata tonalità britannica classica).

Il set Voce è comodo anche se, durante una partita online, volete chiacchierare con i vostri compagni d’avventura e magari l’audio del gioco non è così particolarmente importante oltre ovviamente alle telefonate, via cellulare oppure tramite Microsoft Teams o Zoom, laddove anche il microfono si è comportato molto bene.

Nella gestione dei giochi, dato che non c’è un preset audio apposta, abbiamo optato per il preset standard, di tanto in tanto quello Preamplificato, è dipeso soprattutto dal titolo.

Tra i lati negativi possiamo dire che di tanto in tanto abbiamo notato uno scricchiolio della plastica esterna, specie quando c’erano momenti di silenzio, un aspetto poi non così grave.

Recensione Razer Opus X, grinta, colori e tanta tecnologica per musica e giochi
I pulsanti sono in rilevo e facilmente reperibili anche alla cieca, e tutti in un solo padiglione

Considerazioni

Le Razer Opus X sono molto probabilmente il miglior modello di cuffie wireless oggi sul mercato nel settore dei 100 Euro sia dal punto di vista delle funzioni incorporate (ANC, Bassa latenza, Bluetooth 5, App di supporto e Preset) sia come qualità audio.

Dal nostro punto di vista possiamo dire che se acquistate questo modello per la musica, le soddisfazione non mancheranno e probabilmente non ci saranno modelli migliori nella stessa fascia di prezzo, magari senza caratteristiche come la Modalità a bassa latenza, molto comoda quando si gioca sul serio.

Certo, la forma Over ear (Circumaurale) non è una cosa da poco, specie quando fa caldo e la grandezza dei padiglioni (da 40mm) si fa sentire (le cuffie sono comunque importanti come dimensioni) ma in genere, se volete un modello solido, con molte funzioni a disposizione e una qualità che è paragonabile (nel senso buono del termine) a quella di modelli più costosi, allora queste fanno al caso vostro.

Mancano di alcune cose, scelte probabilmente dettate dalla fascia di mercato, come una uscita analogica e un sensore per la pausa automatica quando le si toglie, così come il touch (e la Certificazione THX che invece c’è nelle più care Razer Opus) ma per il resto vi renderanno felici possessori di un modello giovane, grintoso e che rende Razer oggi un marchio importante anche nel (difficilissimo) settore audio di qualità.

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Il modello superiore, Razer Opus, dal punto di vista del design è molto simile, ma ha qualche caratteristica in più, come la certificazione THX e qualche cosa in meno, come il Gaming mode

Pro:

• Look giovane, in tre colori
• Musicalmente molto buone, ma attenzione al preset
• Perfette per i giochi da mobile o da PC
• Cancellazione del rumore attiva

Contro:

• Manca l’AptX
• Non adatte all’uso a temperature elevate
• Manca il jack analogico

Prezzo:

• 109,99 Euro (Razer Opus X)
• 209,99 Euro (Razer Opus)

Razer Opus X è disponibile nello store ufficiale Razer oppure anche su Amazon in tre diversi colori. Resta disponibile sempre su Amazon il modello Razer Opus nel solo colore Nero.

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