“Congratulation, there is no turning back” (che in Italiano suona un po’ come “Congratulazioni, da qui non c’è modo di tornare indietro”). Che chi acquista un Razer Mamba, uno dei mouse più avanzati e funzionali al mondo, stia per mettere le mani su qualche cosa di unico che gli cambierà il modo di usare il mouse, l’azienda americana ve lo mette sotto gli occhi in maniera esplicita, stampato su un foglio di acetato che leggerete appena aprite la confezione (di alto livello, anche estetico): una scatola in metallo che impreziosisce un prodotto che già nelle premesse è un concentrato di tecnologia con il quale il confronto è sempre molto ostico per tutti i concorrenti.
Razer Mamba, la recensione
Duplice veste
Disponibile in duplice veste, a filo (Tournament) e Wireless, Razer Mamba può essere considerato, oggi, come la massima espressione di precisione, potenza, ergonomia e versatilità dal punto di vista dei driver per quanto riguarda i mouse e i dispositivi di puntamento in generale. Dalla confezione all’ergonomia, dalle prestazioni ai risultati, tutto, si intuisce fin dal primo momento, è fatto in modo eccellente in questo prodotto a cui, lo ammettiamo, ci si innamora dopo pochi secondi dall’accensione. L’abbiamo provato per verificare come va e fornivi alcune impressioni d’uso su un periferica che promette moltissimo sia ai professionisti che lavorano intensamente con un Mac (o un PC, ovviamente) sia ai giocatori.
A prima vista
Fuori dalla scatola (come accennato molto ben curata, con un contenitore in metallo all’interno di quella in cartone esterna) il mouse si presenta in doppia veste, cablata tramite cavo MicroUSB (con connettore frontale, in modo da poterlo usare durante la carica) e Wireless, con antenna separata e legata al cavo USB di cui sopra: una soluzione già vista nel modello Ouroboros, di cui ci siamo già occupati qualche mese fa e che fa la differenza dal “gemello” Mamba Torunament, disponibile solo a filo.
Collegando il Mamba al Mac senza i driver Synapse, questo si mostra come un “coso” molto difficile da controllare, probabilmente perchè il set di istruzioni di base è pensato ad una risoluzione molto alta. Scaricando i driver Synapse dal sito Razer (già compatibili con OS X 10.11), basta registrarsi negli stessi e dopo un riavvio tutto diventa normale e si è in grado di assumere il pieno controllo del mouse.
Pirotecnico
Inutile girarci attorno, chi ha già visto il prodotto in foto e sta leggendo queste righe vuole senz’altro sapere se quello che appare in foto è realtà. Ebbene si, lo è!
Una volta collegato al Mac e messo in funzione il mouse non solo si accende, ma vive di luce propria: un vero e proprio arcobaleno di colori circonda tutto il mouse, la rotella centrale e la base wireless. Quando c’è luce l’effetto è curioso, ma al buio diventa una sorta di mouse per guerre stellari, la spada laser che tutti, prima o poi, abbiamo sognato. La luce varia su tutto lo spettro dei colori, in movimenti morbidi e precisi: è doveroso segnalare però che tramite i driver abbiamo la possibilità di domarla e piegarla alle nostre esigenze. Ad esempio è possibile impostare un colore fisso a scelta, uno spettro unico, un colore che appare al clic e così via per sei diverse modalità che possono poi essere regolate in velocità e cromia. L’effetto, che prende spunto dalla tecnologia Chroma di Razer, è già presente in altri prodotti oltre al Mamba, ma qui appare all’ennesima potenza e con una bellezza che davvero non può passare inosservata.
La regolazione della luce è molto attenta ad ogni punto di vista: ad esempio dato che il mouse può funzionare sia a cavo che in Wireless, anche la luminosità può regolarsi di conseguenza, con diversi valori più o meno intensi in base allo stato, così come il tipo di effetto della base, che può essere lo stesso del mouse o vivere di vita propria.
Uniche eccezioni: quando il mouse è scarico il colore diventa rosso, e quando in carica, mostra un colore verde pulsante che indica lo stato di carica (anche questo effetto è modificabile).
Hardware
Il Razer Mamba non è un mouse ambidestro, perché ad osservarlo bene c’è una leggera pendenza verso la parte esterna quando usato con la destra che facilita la presa, ma che se usato occasionalmente, anche un mancino non avrà di che lamentarsi. La forma è piena, molto diversa e alta, ad esempio, dal Magic Mouse di Apple che è piatto: qui il mouse è importante e ha saputo offrire la giusta soddisfazione anche a chi, come noi, ha una mano non propriamente piccola. La plastica nera con cui è rivestita la parte superiore è porosa, per evitare spiacevoli scivolamenti (e non dà fastidio anche se il mouse viene usato a temperature elevate), mentre i gommini sottostanti offrono un grip piacevole quando lo si scorre. La parte frontale è molto alta, il che spinge il polso a stare dietro a mouse e non sopra: a nostro avviso questo fattore stanca meno durante lunghe sessioni di utilizzo, perché il polso appoggia sul tavolo nella parte esterna e perché il pollice si adagia lateralmente in posizione naturale, anche se è comodo per l’utilizzo dei due pulsanti laterali. A proposito del pollice, è interessante la parte gommosa laterale interna ed esterna che offre un piacevole senso di precisione, perché limita i movimenti involontari del pollice e dell’anulare quando spostiamo il mouse.
La connessione wireless è demandata ad una base esterna, collegata al Mac tramite un cavo microUSB rivestito in tessuto intrecciato, in modo che sia praticamente impossibile aggrovigliarlo: in caso di uso prolungato, il cavo si può staccare dalla base e collegare al mouse per l’utilizzo a filo. Quando il mouse funziona tramite cavo USB, tutte le impostazioni dei Driver si adeguano in automatico.
La lunghezza del filo, molto generosa, non è molto importante per gli utenti Mac a meno di non utilizzare un Mac Pro o un Mac mini con un display di terze parti senza connessione USB, mentre appare più importante per gli utenti PC, che talvolta utilizzano un case distante dal monitor.
La base di appoggio e ricarica del mouse, che funge anche da antenna per il modulo Wireless, è importante e dotata anch’essa della funzione Chroma, modulabile in simbiosi con il mouse oppure regolabile a sè stante. Il cavo di connessione USB può essere staccato facilmente e collegato al mouse.
Interessante notare come tale funzione renda difficile il trasporto, ed è un limite che i tecnici di Razer hanno valutato con coscienza, preferendo optare per un mouse comodo senza compromessi piuttosto che un prodotto ibrido con prestazioni minori (per la portabilità c’è sempre il modello Orochi, che offre molte caratteristiche del Mamba pensate però per un dispositivo come un MacBook Pro).
La durata della batteria dipende ovviamente dall’utilizzo e dalle funzioni di Chroma impostate, però nei nostri test il mouse è sempre arrivato a sera tranquillamente, tornando carico la mattina dopo.
Eccezionale precisione
16.000 DPI di risoluzione sono davvero tanti. Significano una precisione incredibile e inavvicinabile sino a qualche tempo fa. Abbiamo anche la possibilità di abbassare il valore quando non serve, per avere un mouse più facile da governare per compiti di basso livello. Di contro, quando utilizzato con un display retina i vantaggi del Razer Mamba si stagliano netti: abbiamo testato il Mamba in lunghe sessioni di combattimento nelle strade di Sanctuary, per uccidere Diablo e migliaia di suoi seguaci, oppure tra i pianeti di Aiur o Char per stermini di massa con Starcraft, alternando però il tutto a sessioni di ritocco in Photoshop, disegno in Illustrator e qualche impaginazione in XPress e InDesign, all’inizio su di un iMac con Yosemite poi aggiornato a El Capitan. La precisione del mouse è apparsa sempre all’altezza delle esigenze, dando la sensazione di una naturalezza e una manovrabilità eccezionali.
Il resto non è da meno: i due pulsanti superiori, destro e sinistro, sono regolabili nella durezza del clic da due viti poste nella parte sotto del mouse, appena sopra il sensore, e accompagnano la rotella gommosa sagomata che presenta un interessante grip. La rotella propone quattro movimenti, due verticali e due orizzontali. Nella parte in alto sono presenti due pulsanti che regolano la risoluzione, in modo da poter accelerare o decelerare movimento del mouse senza per questo dover aprire ogni volta il pannello. Per esempio, nel nostro caso, su di un iMac 21 abbiamo giocato ad una risoluzione di 4096×2304, mentre tornando al Finder, questo si apriva ad una risoluzione di 2048×1152: seppure sia possibile regolare le prestazioni del mouse a seconda delle applicazioni, è sempre possibile che di tanto in tanto sia necessario accelerare o diminuire la velocità, e con i pulsanti è molto più comodo che dover regolare ogni singolo programma.
Utilizzando la finestra dell’App Synapse possiamo ovviamente configurare ogni pulsante in modo personale, assegnandogli sia una specifica funzione che, cosa non da poco, anche una macro di pulsanti, che aiuta sia durante una fase di gioco molto intensa sia in alcune applicazioni professionali ad automatizzare alcune funzioni ripetitive. Il mouse ha alcuni automatismi molto comodi, come ad esempio la possibilità di sincronizzare lo spegnimento dei LED con quello del monitor associato oppure di andare “in sonno” dopo un periodo di inattività. Interessante la possibilità, tramite un account gratuito, di sincronizzare i vari set via cloud, in modo da avere sempre con sè i propri settaggi, anche se si cambia Mac.
Conclusioni
Chi scrive queste righe ha provato diversi mouse, e altri ne proverà e sa bene che ogni modello ha i propri punti di forza, talvolta tecnologici e in alcune occasioni basati sul prezzo, che è pure importante. Ma in questo caso l’esperienza su tanti dispositivi è parsa essere parte di un mondo di un’era geologica precedente. Il Mamba è un mouse che unisce tecnologia, classe, precisione e, perché no, anche un gusto estico per un taglio e un carattere unici. Ma quel che lo differenzia in maniera radicale da tutto il resto sono le soluzioni tecnologiche che lo rendono un prodotto mostruosamente preciso e potente. Un volta domato e adattato alla propria sensibilità tramite l’App Synapse, in passaggio che richiede qualche giorno perchè le potenzialità dell’hardware sono enormi, ci si troverà in mano una periferica eccezionale.
Il Mamba è un più che valido compagno d’avventure nel gioco con il Mac (se vi interessa l’argomento trovate un ampio capitolo su Il Mac Secondo Me, disponibile su iBookstore), ma anche chi fa della precisione il proprio mestiere e passa molte ore davanti ad un monitor a disegnare o a modificare dovrebbe valutare il prodotto con grande attenzione. Il prezzo consigliato, 179,99 Euro per il modello Wireless e 99,99 Euro per quello Tournament a filo (tecnicamente identico tranne che per la possibilità di modulare l’intensità del clic e ovviamente per la mancanza del modulo wirless) è importante e deve essere ponderato alle esigenze di ogni utente, ma chi desidera accompagnare il proprio Mac ad un dispositivo di alto valore funzionale trova nei Mamba 1600 un accessorio che ha poche, forse nessuna, alternativa.
Pro:
• Ottima ergonomia
• Illuminazione Chroma
Contro:
• Mancano alcune funzioni nei driver per Mac
• Il costo è importante
Prezzo: 179,99 Euro per il modello Wireless e 99,99 Euro per quello Tournament
Mamba è acquistabile prezzo il sito di Razer ma è anche disponibile su Amazon.it