Razer DeathAdder V2 Pro è il proseguo di una strada iniziata un anno fa con la presentazione del Razer Viper Ultimate e del Razer Basilisk Ultimate.
Mouse che hanno introdotto tecnologie che sono migrate poi anche nell’iconica famiglia DeathAdder.
Razer DeathAdder V2 Pro, la recensione
Il mito continua
La recensione era d’obbligo, perché la serie DeathAdder rappresenta ad oggi una delle più famose linee di prodotto sia per il mondo gaming, sia per il mondo dei mouse in generale.
D’altra parte con più di 10 milioni di unità vendute si parla di una icona nel settore, capace di vivere per 14 anni di storia e moltissimi modelli rilasciati, spesso anche in diverse colorazioni e sponsorizzazioni abbinate.
Il modello Razer DeathAdder V2 Pro segue la linea dei modelli Razer DeathAdder V2 e Razer DeathAdder V2 mini, ergendosi come modello principe, soprattutto grazie alla tripla connessione (a filo, wi-fi e bluetooth), similmente al modello Pro Clic che abbiamo recensito da poco, anche se qui si si tratta di un modello più dedicato al settore Gaming.
Niente Dock
La scatola è abbastanza contenuta: la copertina si apre come una margherita lasciando il contenitore vero e proprio, in materiale riciclabile che mostra al suo interno il mouse, il filo per la ricarica un adattatore USB e un piccolo sacchetto in tessuto morbido per il trasporto.
Abbiamo notato subito che manca il Dock per la ricarica, che avevamo visto nel Razer Viper Ultimate e nel Razer Basilisk Ultimate, non necessario ma che per chi lo vuole è disponibile come acquisto a parte.
Forma classica, la migliore del mercato
La forma del mouse è del tutto simile a quella del modello V2 e che, a personale parere di chi scrive, la migliore tra tutti quelli provati, a patto di essere utenti destrorsi (il design è curato sempre da Stephane Blanchard).
Nella parte inferiore trovano posto i piedini in ceramica, lo scanner ottico, l’alloggio per il dongle Wi-Fi (anche qui ci sarebbe piaciuto un modello con USB-C invece c’è ancora quello con USB-A) e l’interruttore che determina il tipo di connessione tra spento (quindi a filo), Wi-FI o Bluetooth.
Nella parte superiore, i due pulsanti classici, la rotella cliccabile (con superficie in gomma a scatti), i pulsanti per la regolazione della risoluzione e i due pulsanti laterali interni (da azionare con il pollice).
Sulla schiena, il logo Razer illuminato: senza i driver, il logo si illumina con una scala di colori a variazione lenta, mentre con i driver Synapse 3.0 (solo su Windows, un peccato) il colore è perfettamente gestibile e anche sincronizzatile con alti device Razer compatibili.
La superficie è in plastica porosa nella parte superiore, mentre ai lati troviamo una gomma viscosa antiscivolo sagomata, propensa a ottenere un ottimo grip anche in momenti molto concitati e al caldo.
Caratteristiche
Abbiamo provato il mouse su un tappetino da gamer, il Razer Gigantus V2: al pari del Dock, anche in questo caso il tappetino non è fondamentale, tuttavia lo consigliamo perché le generazioni di mouse ottici recenti si aspettano di trovare il tappetino e, con questo, migliorano sensibilmente le prestazioni.
Gli switch sono ottici, il che significa che ogni clic del mouse è certo al 100%: la tecnologia ottica, lo ricordiamo, è migrata dalle tastiere e prevede il riconoscimento del clic non fisico ma, appunto, ottico, con grandi vantaggi dal punto di vista della sicurezza e della rapidità.
Con 20.000 DPI il nuovo sensore ottico Razer Focus+, lo stesso del Basilisk e Viper, offre la più avanzata piattaforma di riconoscimento del tracciato disponibile sul mercato, con velocità di tracciamento di 650 IPS.
Chiude l’esperienza la possibilità di usare i driver Synapse 3.0, davvero ben fatti ma purtroppo non disponbili per la nostra piattaforma (ma il mouse si usa molto bene anche su Mac, senza personalizzazioni).
Synapse permette di gestire ogni singolo aspetto del mouse, dalla illuminazione alla gestione dei tasti (che possono migrare da computer a computer, grazie ad una memoria integrata) e ovviamente anche la gestione della batteria.
Su questa, nella pagina del sito RAZER non ci sono notazioni sulla durata, ma noi l’abbiamo usato per due settimane senza problemi, con una carica residua di poco meno del 50% sempre in Wi-Fi.
Considerazioni
Il design, l’ergonomia, la precisione del chip ottico, la possibilità di essere usato senza filo (ma comunque un filo c’è) e la forma, indissolubile, di un mouse Razer fanno di questo Razer DeathAdder V2 Pro un modello di assoluto prestigio, in grado di rivaleggiare quello che sino ad ora era stato il top per il marchio del serpente, il Basilisk Ultimate e, ovviamente, anche con qualsiasi mouse della concorrenza.
Anche perché di mouse concorrenti non ce ne sono molti, caratteristiche alla mano: peccato per i driver Synapse, ma su Mac si usa comunque molto bene, e offre, con il tappetino, una precisione assoluta su qualsiasi applicativo, sia che stiamo esplorando gli angoli bui di Life Is Strange sia nel più frenetico League of legends (aspettando che Fortnite torni nel mondo della mela), sia che operiamo con Photoshop o Illustrator o Cinema 4D.
Una versione che rende merito alla sua storia e che farà felici quanti cercano un prodotto preciso, molto professionale ed estremamente comodo.
Pro:
• Molto comodo e affidabile
• Il più preciso nel mercato
• Con un tappetino diventa ancora più comodo da usare
• Tripla connessione
Contro:
• Solo per destrorsi
• Mancano i Driver per Mac
Prezzo:
• 149,99 Euro
Il modello Razer DeathAdder V2 Pro è acquistabile nello store ufficiale di Razer italiano e su Amazon al prezzo di 149,99 Euro. Ricordiamo ai lettori che resta comunque disponibile il modello Razer DeathAdder V2 (solo a filo) al prezzo più accessibile di 79,99 Euro, il modello Mini oppure anche i bundle con tappetino.