Il Razer Basilisk X HyperSpeed è l’ultimo nato della nuova generazione di mouse Razer presentati questo autunno: ma nonostante le forme esteriori siano del tutto simili al fratello maggiore Basilisk Ultimate, dentro questo mouse è profondamente diverso.
Così diverso (e non potrebbe essere altrimenti, data la contemporaneità nel mercato) tanto nelle prestazioni quanto nel prezzo, con alcune importanti specificità che andiamo a vedere, per riflettere sui pari modelli a filo e sulla validità dei compromessi necessari.
Razer Basilisk X HyperSpeed, la recensione
Due mouse in uno
All’interno della scatola, piccola e essenziale, troviamo solo il mouse e la batteria stilo AA per l’alimentazione: non ci sono cavi anche se non manca il classico libretto e il foglio motivante tipico di Razer che introduce l’utente ad un mondo molto particolare, fatto di dettagli, qualità e (di solito) zero compromessi, anche se probabilmente questo modello è un po’ una eccezione.
Esteticamente il Razer Basilisk X HyperSpeed è identico, millimetro per millimetro al Razer Basilisk Ultimate, tranne per l’illuminazione Chroma, qui totalmente assente, per la base sotto il mouse, qui molto più anonima e per il peso, 83 grammi, quindi appena superiore al modello Viper Ultimate.
All’interno, le differenze aumentano: il Razer Basilisk X HyperSpeed ad esempio non ha un sistema di connessione a filo, funziona solo a batteria, che è ospitata all’interno della schiena che si apre con una breve pressione nella parte dietro e che mostra appunto il letto per la batteria e il cassetto per l’antenna USB-A.
Il sistema di connessione è doppio ed esclusivamente wireless: il mouse funziona via Bluetooth oppure via Wi-Fi a 2.4 Ghz, tramite un interruttore sottostante che permette anche di spegnere il mouse.
La doppia connessione non è solo una questione di praticità, perché in base al tipo di utilizzo il Razer Basilisk X HyperSpeed mostra prestazioni molto diverse tanto da portarci a pensare che si tratti di due prodotti fusi in un’unica forma, selezionabili in base al lavoro e alla convenienza del momento.
La strada in blu
Selezionata la modalità Bluetooth, il mouse offre prestazioni limitate: si tratta pur sempre di un prodotto con un sensore 5G a 16.000 dpi reali, con accelerazione 40G, sei pulsanti programmabili tramite i driver Synapse 3.0 (solo per Windows) con modalità di memoria per una keymap integrata direttamente nel mouse.
La consueta sensazione di morbidezza e naturalezza purtroppo, mancano in questa modalità.
Con i driver o senza il mouse funziona perfettamente, ma il movimento è leggermente insicuro e sostanzialmente i dpi non lavorano come dovrebbero, con una accuratezza del segnale non adatta ad un mouse di questa fama (ne di questo prezzo, uno dei meno cari del listino Razer ma comunque importante nel mondo dei mouse un generale).
Certo, c’è la comodità di risparmiare una preziosissima porta USB-A, che specie nei portatili può fare la differenza, ma a fronte del test di diversi prodotti, in Bluetooth il Razer Basilisk X HyperSpeed non risulta all’altezza di molti sui fratelli.
La parte positiva è che grazie al chip Bluetooth a basso consumo, la durata di una batteria è stimata sulle 450 ore di utilizzo, che a conti fatti sono tre mesi lavorativi se usato tutto il giorno, quattro con un utilizzo su ambienti a bassa intensità, una durata in linea alla concorrenza da ufficio, che comunque non può vantare un chip ottico così potente.
Il vero volto
Ma la vera svolta l’abbiamo avuta selezionando la modalità wireless a 2.4 Ghz, tramite l’antenna USB-A: a questo punto il mouse si trasforma e il mite e umile Dr. Jekyll diventa Mister Hyde (come nello splendido “The Nutty Professor” di Jerry Lewis).
Il canale Wi-Fi è infatti abbastanza grande da riuscire ad attivare la modalità HyperSpeed, riportando il mouse negli standard a cui Razer ci ha abituati e offrendo morbidezza, precisione e il senso di sicurezza che il chip ottico è in grado di offrire.
In questa modalità il mouse offre il meglio di se stesso, rivaleggiando con i fratelli a filo per quanto riguarda sensibilità e sensazione, che da sempre è la cosa che più ci colpisce dei mouse del serpente.
Il sensore ottico tra l’altro lavora molto bene sopra un tappetino professionale: noi l’abbiamo provato sopra il Gigantus, ma la situazione non cambia sopra altri tappetini simili, come il Razer Firefly 2: il mouse presenta alcune caratteristiche che ben lo differenziano dagli ultimi modelli come ad esempio gli switch meccanici (e non ottici), la mancanza dei piedini sottostanti in materiale antiaderente, la rotellina a durezza variabile e, come anticipato, la totale mancanza dell’effetto Chroma, conseguenza questa della necessità di risparmiare qualsiasi oncia di energia.
Contrariamente alla modalità Bluetooth, qui il vero tallone d’achille è la durata, stimata in 285 ore, quasi la metà di prima: un po’ pochino se lo usate in ufficio, considerando la necessità di avere sempre a disposizione una batteria stilo (perché il mouse non funziona con batterie interne ricaricabili).
Considerazioni
Esporsi con una unica considerazione per un prodotto che funziona in modo così diverso in base al tipo di connessione utilizzata è pericoloso, perché ogni giudizio che diamo rischia di non essere fedele sotto diversi punti di vista.
Se lo intendete come un prodotto saltuario, da tenere nello zaino per partite sporadiche o per usarlo con il portatile senza aspettarvi le prestazioni a cui Razer ci ha abituati allora il Razer Basilisk X HyperSpeed diventa un piacere, perché l’impugnatura destrorsa è (molto) buona, non affatica e il mouse sotto Windows si lascia manipolare molto bene nella programmazione grazie a Synapse (sotto Mac molto meno, ma funziona in entrambi i modi).
Se invece volete un prodotto interessante e valevole, che sia wireless ma anche potente a cui affidare le sorti della pace nel mondo in una partita a Overwatch oppure Starcraft, anche in questo caso il Razer Basilisk X HyperSpeed vi soddisfa, usandolo in Wi-Fi, a patto di sapere che rinunciate all’effetto Chroma che a chi scrive è sempre piaciuto tanto.
Il punto è che in entrambi i casi si tratta di compromessi, qualità della risposta da una parte (Bluetooth) e durata della batteria nell’altra (Wi-Fi), che hanno un peso a cui l’utente deve dare la giusta importanza, a fronte di una concorrenza molto agguerrita.
Dopo tante recensioni di mouse, questo è il primo Razer che presenta compromessi così evidenti e che ci fa riflettere se davvero avere un mouse senza filo come questo vale la candela, tenendo questo prezzo e considerando lo stesso Basilisk a filo, che costa meno e offre di più.
A questo punto diventa più interessante la soluzione di Basilisk Ultimate, che non presenta i limiti qui riscontrati, anche se ad un prezzo più che doppio (ma con caratteristiche in linea con la fascia di mercato).
Pro:
• Comodo, potente, indipendente
• Via Wi-Fi è pari ai modelli a filo
Contro:
• Via Bluetooth le prestazioni non sono all’altezza
• La carica è solo a Batteria esterna
Prezzo
• 69,99 Euro
Il modello Razer Basilisk X HyperSpeed è acquistabile nello store ufficiale di Razer italiano al prezzo di 69,99 Euro, anche se è disponibile anche presso Amazon.it allo stesso prezzo.
Per chi è interessato al momento in cui scriviamo è ancora disponibile il modello a filo nei colori Nero, Bianco e Rosa, così come sul modello Essential, dal prezzo più accessibile. Chi vuole prestazioni più alte consigliamo l’esame del modello Razer Basilisk Ultimate, il cui prezzo e le prestazioni sono in una più alta fascia di mercato.