Nel mentre che ci accingevamo a iniziare la recensione del nuovo mouse Basilisk, Razer introduceva alcune importanti novità al CES 2018 come Project Linda e i diffusori Nommo, ma soprattutto il nuovo mouse con carica a induzione Mamba HyperFlux, che potrebbe essere uno dei possibili anticipatori di scenari futuri per i dispositivi a puntamento.
Speranzosi di poter approfondire quanto prima di questa nuova tecnologia, teniamo i piedi per terra e analizziamo qualche cosa di più tradizionale, un mouse a filo costruito e pensato per i giochi FPS (First person shooter, Sparatutto in prima persona in Italiano).
Su Mac questi titoli hanno fatto capolino più volte e chi scrive ha passato diverse ore su Doom, Quake e Unreal Tournament negli anni: ultimamente la situazione è diventata più stagnante, e seppure sia possibile ancora giocare a titoli di indubbio valore come Half-Life e Half-Life 2 su Steam, Quake e altri titoli di Feral restiamo fiduciosi da una parte nell’evoluzione del nuovo progetto Unreal Tournament (attualmente in Alpha gratuita, anche per Mac) e dall’altra che Blizzard cambi idea relativamente al rilascio di Overwatch anche per macOS (benché il Mac non sia del tutto escluso).
Basilisk, la forma del mouse
Dentro alla minuta scatola in cui viene recapitato, troviamo il mouse, il caratteristico libretto introduttivo di Razer con adesivi d’ordinanza e i pezzi sostitutivi del clutch button (del quale diremo dopo).
Una volta collegato il mouse al Mac (con macOS 10.13) i driver Synapse hanno riconosciuto subito la periferica, in modo automatico. I driver non sono strettamente necessari al funzionamento, il mouse è visto nativamente dal Mac, ma Synapse permette di personalizzare al meglio tutte le funzioni (e l’illuminazione) che un mouse del genere pretende.
Dal punto di vista della forma il Basilisk (il cui nome richiama la creatura mitologica resa popolare dalla saga di Harry Potter) presenta un design molto classico, destrorso, la cui presa è molto comoda e salda, anche se probabilmente per essere apprezzata al meglio serve avere una mano abbastanza grande.
La parte superiore è caratterizzata dai due pulsanti principali, dei quali quello sinistro domina in modo evidente, e la rotella la cui forma è più che generosa (data la sua importanza negli FPS) e accompagna altri due pulsanti, posti nel taglio dei due principali, che nativamente determinano l’avvicendamento delle risoluzioni.
La superficie superiore è realizzata in plastica leggermente porosa, utile nelle sessioni di gioco molto lunghe quando la mano tende a scaldarsi e bagnarsi per il sudore, mentre lateralmente la gomma viscosa (vista nella nuova generazione, partita con il Lancehead) offre un ottimo grip nella presa, che non scivola mai.
Altri due pulsanti sono presenti nella parte sinistra, dove appoggia il pollice, più il clutch button, che è facoltativo: infine, immancabile, nella dorso, solitamente coperto dal palmo della mano, è posizionato il marchio Razer illuminato dalla tecnologia Chroma, a 16 milioni di colori (assieme ai bordi della rotella), perfettamente controllato dai driver.
Nella parte inferiore è importante notare una seconda piccola rotella, che serve a modulare il grip della rotella superiore, rendendo il movimento da molto morbido a molto duro, a seconda delle preferenze.
Chiudiamo con il cavo: lungo (eccessivamente per gli utenti Mac, ma capiamo le necessità) e realizzato in trama intrecciata, quindi impossibile da aggrovigliare e con terminazione USB-A. Per questo, sarebbe bello iniziare a vedere dei connettori USB-A/USB-C all’interno delle confezioni, per far felici gli utenti che hanno computer con solo connettore USB-C (come gli ultimi Mac portatili).
Sangue e sabbia
Abbiamo provato il Basilisk su diversi ambienti: dall’ufficio (grafica, redazione, personale) ad alcune sessioni di gioco soprattutto con Unreal Tournament, anche se ovviamente non abbiamo mancato di confrontarlo su altri titoli come Starcraft e Diablo, con sensazioni di gioco assolutamente positive.
Basilisk si è dimostrato in assoluto uno dei migliori mouse a filo mai provati: in generale possiamo dire che lo troviamo appena più sotto del Deathadder elite come mouse generalista per tutti i compiti, ma in assoluto il migliore quando si scende nelle arene di gioco. La posizione della mano è perfetta, il grip e il controllo durante il movimento è assolutamente preciso, e i 16.000 dpi di gioco, seppure per noi un po’ troppi, offrono una notevole libertà d’azione e di personalizzaione, così come l’uso dei pulsanti e la loro personalizzazione.
La novità più importante di questo modello però è il clutch button, sostanzialmente un pulsante a grilletto posizionato nella punta del pollice che offre una dinamica nuova: nativamente il pulsante permette di alterare la risoluzione del mouse per un breve tempo, sino a che lo teniamo premuto, per tornare poi alla risoluzione iniziale quando lo rilasciamo.
Questa soluzione può essere importante o meno a seconda del tipo di gioco e delle armi utilizzate (il clutch button è pensato per l’uso con il fucile da cecchino), per cui in alcuni giochi a noi è piaciuto molto anche nell’utilizzo con le macro, che attivate dal pollice sono molto più efficaci.
Diversa è l’opinione invece al di fuori dei giochi, dove i driver Synapse 2.0 (ma la versione 3.0 è in sviluppo) offrono poca interazione con le funzioni classiche: ad esempio sembra impossibile usare il clutch button come tasto Alt o Command, che sarebbe stata una gran comodità invece ci siamo dovuti accontentare di alcune azioni preconfezionate (come ad esempio Mostra la scrivania).
Da notare che il clutch button non è obbligatorio e per gli utenti più tradizionali è anche possibile rimuoverlo, nella confezione sono presenti un secondo clutch button più piccolo e un tappo in gomma, in modo da far sparire l’opzione e mostrare un fianco più tradizionale.
Infine, non è una novità di questo modello ma abbiamo apprezzato la possibilità dei driver di personalizzare l’uso del mouse con un tappetino compatibile: nel nostro caso il test è stato fatto con il Gigantus, un tappetino quadrato già visto nella recensione del Deathadder elite.
Conclusioni
Basilisk è un mouse tradizionale, a filo, che rispecchia ad oggi quanto di meglio l’industria possa offrire in questo specifico settore. La forma è importante, i materiali molto comodi, la precisione assoluta e la novità del clutch button assolutamente da provare: chi gioca molto a FPS non potrà che esserne contento, ma a dire la verità a noi è piaciuto anche nella gestione di tutta la giornata, non solo nelle fasi di gioco, dove il piccolo si è fatto apprezzare per la precisione, la comodità e i materiali che non infastidiscono la pelle e l’uso.
Ci sono mouse più iconici sicuramente, sia nel listino Razer che in altri marchi, ma se volete un mouse a filo, il cui rapporto prezzo prestazioni sia favorevole e la qualità resti notevole in ogni punto di vista allora Basilisk è sicuramente una soluzione ottimale, ad un costo eccezionalmente abbordabile.
Chi scrive poi si era ripromesso di lasciare il clutch button per tutta la durata del test e di rimuoverlo alla fine, ma adesso che la recensione è online in tutta onestà ci abbiamo fatto così tanto la mano che da una parte non ci pensiamo proprio a toglierlo, dall’altra troviamo seccante che non ci sia in tutti i mouse.
Il Razer Basilisk è disponibile dallo store Razer ufficiale oppure, allo stesso prezzo, anche su Amazon.it: il test è stato effettuato su di un tappetino ufficiale Razer Gigantus.
[usrlist Design:4.0 Facilità-d’uso:4.0 Prestazioni:4.5 Qualità/Prezzo:4.5]
Pro:
- Forma ergonomica (destrorsa)
- Clutch button rimovibile
- Resistenza della rotella personalizzabile
Contro:
- Un po’ grosso (servono mani grandi)
- La personalizzazione della presa DPI potrebbe essere migliore
Prezzo: 69,99 Euro