L’americana Razer ci ha abituato a molti tipi di prodotti per il mondo dell’informatica, soprattutto nel settore videoludico e anche del lifestyle, dei quali diamo sovente conto su queste pagine. Recentemente però l’azienda di Irvine ha presentato un prodotto differente dagli altri, almeno a prima vista. Si tratta degli Anzu Smart Glasses.
Il nome non deve ingannare: gli occhiali non servono per la realtà aumentata e non hanno neanche tecnologie particolarmente rivoluzionarie (niente trasmissione del suono per via ossea, ad esempio) però si presentano con caratteristiche chiare: proteggere la vista in casa, davanti al computer, e fuori, sotto il sole, grazie alle lenti intercambiabili che possono accettare anche lenti graduate e polarizzate. Ed evitarci la fatica di mettere e togliere cuffie e cuffiette dalle orecchie, grazie alla connessione bluetooth che aggancia qualsiasi apparecchio (dal MacBook Pro alla Apple Tv passando per iPhone e iPad, nella nostra prova) e alla superficie touch sulle stanghette laterali, programmabile tramite l’apposita app per iOS e Android.
Abbiamo messo alla prova questi occhiali con un po’ di scetticismo, ma nelle settimane di utilizzo si sono inseriti con umiltà e decisione nella nostra routine quotidiana, come vedremo tra un attimo. E adesso possiamo dire che abbiamo ritardato il momento di “chiudere” la prova per restituire gli occhiali il più possibile, sapendo che non li avremmo più potuti inforcare la mattina per una lunga giornata di videoconferenze e articoli da scrivere. Difficile farne a meno.
Il prezzo è in linea con la qualità, cioè siamo a livelli di normali montature “belle” per occhiali: 200 euro per il prodotto, con altri 35 per avere le lenti polarizzate. Ma andiamo con ordine.
Come sono fatti
La confezione si presenta molto semplice: una scatola a forma di parallelepipedo di cartoncino che contiene un palco a due piani (la versione con anche le lenti polarizzate). Abbiamo provato la versione squadrata (per visti più maschili) formato large. Razer offre due versioni (squadrata e ovale) in due dimensioni, e questo, assicurano dall’azienda, soddisfa tutti i possibili tipi di volto. Possiamo confermare che, almeno nel nostro caso, il modello largo calza a pennello su un volto per il quale per gli occhiali da sole (chi scrive non porta occhiali da vista) solitamente richiedono la prova di versioni e dimensioni diverse prima di trovare la quadra.
Nella scatola, assieme alla seconda confezione con le lenti polarizzate che si sostituiscono a quelle di serie facendo pressione con una mossa facile indicata chiaramente nelle istruzioni, c’è anche un porta occhiali in pelle molto gradevole che contiene anche lo spazio per il cavetto Usb per la ricarica. Inoltre, ci sono ovviamente anche gli occhiali, che sono a prima vista molto gradevoli e, dopo alcune settimane di uso, non hanno ancora stancato né a portarli né a guardarli. La scritta “Razer” sulle stanghette è discreta e l’occhiale in qualche modo si “perde” grazie a un design non chiassoso molto apprezzato.
Gli occhiali sono bluetooth, hanno due piccoli speaker nelle stanghette, due microfoni a 360 gradi e bassa latenza, e due superfici touch di lato sulle stanghette, programmabili per tocchi diversi dalla app.
Le lenti trasparenti filtrano il 35% della luce blu (quella del monitor, per intendersi) mentre le polarizzate bloccano il 99% dei raggi UV. Il driver della parte audio è da 16mm mentre il Bluetooth ha una latenza di 60 ms. Il peso è di 48 grammi (sono leggeri) per la versione in prova, che è la più grande, la minima è da 43 grammi.
Le batterie, una per stanghetta, hanno una autonomia di 2 settimane in stand-by e più di 5 ore di utilizzo effettivo. Inoltre, gli occhiali sono certificati IPX4 per la resistenza a polvere e acqua.
Connettere gli occhiali e via
L’utilizzo degli occhiali è molto semplice. Si accendono quando si aprono le stanghette e si indossano, sennò vanno in modalità stand-by. Richiudendoli si spengono.
Quando vengono accesi si agganciano all’ultimo dispositivo bluetooth a cui si sono agganciate. Usando nell’ordine un iPhone 12 Pro Max, un iPad mini V, un iPad Pro 12,9 2020, un Mac mini M1 e un MacBook Pro 16 gli occhiali hanno tutte le volte avuto semplicemente bisogno di essere sganciati dall’apparecchio precedente e agganciati a quello nuovo. In caso di tentativo di aggancio usando la posizione ricordata ad esempio sul Mac mini quando si sono già agganciati all’iPhone, la procedura non è quasi mai andata a buon fine.
Il funzionamento degli occhiali è molto semplice: si possono usare per rispondere a una telefonata o chiuderla (ma anche con le chat audio e video) usando l’area di comando touch sui lati delle stanghette. Attenti a non toccarla involontariamente per aggiustare gli occhiali perché chiudereste la telefonata.
Mentre il nostro audio viene raccolto dai microfoni omnidirezionali, la voce dei nostri interlocutori (o qualsiasi altro suono) arriva costante dalle due casse “nascoste” nelle stanghette, con driver da 16 mm che “sparano” verso il basso e all’indietro, cioè in direzione delle nostre orecchie, con buoni risultati. Attenzione, niente conduzione ossea del suono o altre diavolerie: chi sta attorno a voi sente benissimo (anche se un po’ ovattato e distorto dalla distanza) quello che sentite anche voi. È in pratica un doppio speaker vivavoce ben calibrato, ma che non ha un effetto privacy.
Quando si chiudono gli occhiali e si mettono via, il bluetooth si spegne. Non è possibile tenerli aperti e spenti al tempo stesso, a meno che la batteria non si sia scaricata. Nelle nostre prove non è mai successo.
Il caricabatteria da muro non c’è. C’è solo, come detto, un cavetto robusto e con Usb di vecchio tipo A, da attaccare al computer o a un nostro caricabatterie. I terminali per le stanghette (vanno caricate entrambe) hanno dei magneti per agganciarsi, che sembrano simmetrici ma in realtà hanno un verso. Poco male perché la calamita ha la polarità ben orientata e “rifiuta” di agganciarli al contrario (preservandoli, immaginiamo, dal rischio di un cortocircuito).
Alla prova sul campo
Come dicevamo al principio, ci siamo avvicinati con un certo scetticismo verso questi occhiali perché chi scrive non li porta e non ne sente il bisogno. E ovviamente non si tratta di niente di paragonabile ai futuribili occhiali da realtà aumentata di cui tanto si parla in questi mesi (anche a proposito di Apple). Insomma, immaginavamo di usarli solo con le lenti polarizzate, nei pochi momenti in cui è possibile uscire all’esterno durante il lockdown, e invece è successo esattamente il contrario.
Gli occhiali hanno subito colpito per la comodità in casa. Il pairing con il device che si vuole utilizzare è veloce anche se c’è la scomodità che, non trattandosi di un prodotto dotato del chip proprietario di Apple e condiviso ad esempio dalle varie generazioni di AirPods, il pairing non passa automaticamente da un device all’altro. Tuttavia, è poca cosa.
Invece, abbiamo subito capito che non possono essere utilizzati all’esterno, perché gli speaker nelle asticelle sono praticamente una specie di vivavoce perenne. Perfetto per casa o per situazioni di isolamento, scomodi all’aperto, sui mezzi pubblici, nelle situazioni di lavoro in spazio condiviso.
Qui finiscono i problemi e invece invece iniziano le soddisfazioni. Come detto gli occhiali sono molto leggeri, si possono tenere su tutto il giorno senza problemi. Le lenti rilassano gli occhi e abbiamo notato, dopo i primi dieci giorni di utilizzo nella normale routine di lavoro in lockdown davanti al computer di parecchie ore al giorno, una piacevole diminuzione dell’arrossamento costante generato dalla fatica di usare il computer.
L’effetto migliore è con le videoconferenze. Le numerose call e lezioni online, seminari, incontri e tutti i tipi di interazioni sia video che anche solo audio, e che sono una fonte di stanchezza sia per la vista che per l’udito, vengono completamente rimodulate. È più rilassante avere gli occhiali e dover tenere le cuffie su per ore di fila. La batteria non ha mai dato problemi, superando tranquillamente le cinque ore indicate dalla confezione. E lo sappiamo con certezza perché chi scrive ha tenuto un laboratorio di scrittura con sessioni di quattro ore e mezza al mattino, più un paio di videocall di una mezz’ora al pomeriggio, totalizzando almeno cinque ore e mezzo di uso dello strumento nell’arco della giornata.
La durata della batteria, così come la regolazione delle impostazioni del touch e l’equalizzazione della frequenza dei piccoli speaker si può fare solo dalla app, che ha anche un piccolo tutorial non particolarmente convincente.
Da un punto di vista estetico, almeno sul volto di chi parla, gli occhiali non hanno generato alcun tipo di allarme: sono sobri e classici, gli interlocutori delle chat non hanno manifestato nessuna perplessità.
Abbiamo usato gli occhiali anche per seguire qualche telefilm serale su Apple TV+ sfruttando la connessione bluetooth possibile con Apple TV per non dare fastidio agli altri abitanti della casa ed è andato tutto bene. Il suono non è rivoluzionario ma è ricco, stabile e “pieno”. Soprattutto, ha una buona spazialità: dopo un po’ diventa perfettamente normale percepirlo come se provenisse da tutte le parti.
Conclusioni
Questi occhiali Anzu di Razer non sono un gadget. Sono dei veri occhiali, comodi da portare, fatti con materiali plastici di qualità, eleganti, flessibili per quanto riguarda la possibilità di utilizzare altre lenti, e con una qualità della connessione bluetooth e dell’audio molto buona.
Non hanno una tecnologia di riproduzione del suono particolarmente innovativa e per questo non ha molto senso usarli all’aperto, a pena di farsi sentire dalle persone vicine. Invece, a casa o al lavoro (da soli), sono perfetti. Hanno buone applicazioni anche per gamer e per chi vuole gustarsi un film senza fare troppo rumore.
Soprattutto, la protezione al 30% dalle luci blu serve a rendere gli occhiali discreti (le lenti sono perfettamente trasparenti, non giallognole) e funzionali per ridurre lo stress visivo.
Pro
- Leggeri ed eleganti, buoni materiali
- Buona resa audio molto buona
- Abbassano la sensazione di stanchezza degli occhi
- Sono utilissimi soprattutto per chi passa molto tempo in videoconferenza, fa lezioni o presentazioni
- Si possono montare lenti graduate
Contro
- Hanno mini-speaker integrati che si sentono
- Laborioso il meccanismo per il pairing con secondi e terzi apparecchi
Prezzo
209 euro per gli occhiali, altri 35 per le lenti polarizzate. Per il momento si acquistano solo sull’e-commerce Razer.