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La recensione del lettore e-book Rakuten Kobo Libra Colour, il colore diventa mainstream

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La lotta per leggere a colori è un problema meno di nicchia di quanto non sembri. A parte i fumetti (come vedremo) comunque l’idea di avere tra le mani un dispositivo economico, solido, con la durata della batteria praticamente infinita e capace di fare quel che promette (comprare e leggere libri e comprare e ascoltare audiolibri) è ottima. Ma chi lo fa?

Introduzione

Il mercato è diviso in tre, sostanzialmente: due big (Amazon e Rakuten Kobo) e gli altri, che nella fattispecie sono startup o terzisti del “Made in China” che realizzano quasi esclusivamente prodotti basati su Android con schermo eInk anche a colori. Ecco, togliamoci subito qualsiasi dubbio: di quei prodotti qui non teniamo conto perché non sono veri eBook reader.

Certo, si possono leggere i libri, proprio come si possono leggere anche sul computer, sul telefono o sul televisore smart, perché no. Ma la carta digitale è un’altra cosa. Invece, quelli sono dei piccoli tablet “castrati” e vanno a competere casomai con chi vorrebbe leggere un libro su un iPad mini (che è comunque un ottimo strumento di lettura) o un tablet Android tradizionale.

recensione Rakuten Kobo Libra Colour foto antonio dini 1

Qui parliamo di quelli che possiamo considerare dei reader puri, che sanno fare poco ma lo fanno bene. E quindi di Amazon con Kindle e Rakuten Kobo (l’azienda canadese di proprietà del gruppo giapponese Rakuten) che è sopravvissuta alla concorrenza serrata del colosso di Seattle e si è costruita un suo più che dignitoso business, tanto da essere la vera alternativa sul mercato allo store di Kindle.

Anche lo store di Kobo offre infatti la vendita di libri in abbondanza (non si rischia di essere tagliati fuori dagli ultimi best seller, insomma), la possibilità di fare un abbonamento “all you can read” a prezzi ragionevoli, tutta la parte audiolibri con le medesime condizioni e dispositivi a prezzi contenuti e di grande qualità. Un universo parallelo, insomma, in cui l’unica avvertenza che occorre ricordare è che i libri e gli audiolibri comprati per un dispositivo non funzionano sull’altro e viceversa.

Ne abbiamo già parlato in passato, ma la cosa che ci ha spinto a ripartire su questo fronte, nel quale l’innovazione da anni è molto limitata, è stata il lancio della doppietta Kobo Kibra Colour e Kobo Clara Colour. Dopo la presentazione a Milano abbiamo avuto occasione di provare lungamente il Libra Colour, un dispositivo che ci è piaciuto molto per quel che deve fare. Vediamolo.

recensione Rakuten Kobo Libra Colour foto antonio dini 4

Com’è fatto

Prima di tutto le dimensioni fisiche. Scocca asimmetrica, con sul lato lungo due pulsanti fisici per girare pagina e una forma più arcuata della cornice, atta a favorire l’impugnatura. Può piacere o no, sicuramente aggiunge un po’ di dimensione a un dispositivo comunque già abbastanza piccolo e sottile: 14,5 per 16,1 cm e solo 8,3 millimetri di spessore per un peso che non raggiunge i 200 grammi. Ottimo comunque per l’impugnatura.

Schermo da sette pollici doppio, nel senso che la tecnologia prevede uno strato E-Ink con 1265 per 1680 pixel, basato sul pannello E-Ink Carta 1330 da 300 punti per pollice a 16 toni di grigio ottenuti tramite le consuete microcapsule monocromatiche. Sopra, totalmente invisibile all’osservatore e coordinato dal robusto processore MediaTek 2GHz con 32 Gb di memoria fisica (la Ram non è stata indicata) c’è un filtro CFA (Color Filter Array) da 150 ppi che permette di visualizzare 4096 colori. I due assieme permettono di fare il trucco: si vedono i colori.

Il dispositivo ha anche 40 giorni di autonomia sulla carta con 30 minuti di lettura al giorno al 30% di luminosità e WiFi e Bluetooth spenti grazie a una batteria da 2.000 mAh. Certificato IPX8 (resiste all’acqua) ha una presa Usb-C sul lato e può essere riparato in collaborazione con iFixit.

Inoltre, lo schermo permette di avere la luce con tonalità filtrate per eliminare la luce blu, rendendo la lettura più riposante, ma comunque può essere perfettamente usato all’aperto (anche vicino al mare o alla piscina) perché la caratteristica da “carta” anche sotto il sole rimane perfettamente.

Come funziona

Questo è un dispositivo mainstream, semplice, con un suo firmware pulito e funzionale (che deriva alla lontana da Linux, ma non ha app o store) e che è pensato per il grande pubblico. Da questo punto di vista porta il colore a tutti e a un prezzo relativamente contenuto. In un mercato, come quello degli eReader, dove si aggiorna ogni 5-10 anni (non esageriamo, succede!) questo è uno di quei dispositivi che fa venire voglia di farlo. Permette di leggere (lo vedremo tra un attimo) ma non solo.

Le due cose interessanti per chi voglia ad esempio visualizzare pdf o altri documenti personali, è l’integrazione sia via Usb-C con Mac e Pc (compare come dispositivo di memoria esterna sul quale caricare direttamente i documenti o tramite software open source come Calibre) sia via Google Drive e Dropbox.

L’abbiamo testata e funziona perfettamente, rendendo praticamente il bisogno di collegare il dispositivo al computer zero. E, aggiungiamo, su iPad Pro e iPhone 15 Pro Max collegati via Usb-C con il normale cavetto di ricarica il dispositivo compare come memoria di massa e tramite l’app File di Apple si possono passare tutti i documenti che si vogliono. La cosa bella è che il Kobo “mangia” 25 formati di documenti diversi, inclusi Pdf, ma anche Jpg e Tiff e poi anche Cbr e Cbz.

Altre funzioni sono abilitate usando la penna (venduta a parte, come la cover) Stylus 2 (da caricare via Usb-C) che permette di prendere appunti in un ambito “taccuino” abbastanza spartano ma con un riconoscimento della calligrafia senza doversi connettere sorprendentemente buono (nei limiti di uno schermo da 7 pollici per il quale poi non è prevista una tastiera).

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Su strada

Abbiamo letto tanto, tantissimo, per tre mesi, spostando qui sopra tutto quello che ci passava per le mani. L’integrazione con Dropbox soprattutto è stata molto comoda (ma anche Google Drive ci sembra funzionare bene: non è il nostro sistema primario però). Un tema critico in questo tipo di dispositivi (Kobo non fa eccezione, ma parliamo anche delle app per la lettura di iPad e via dicendo) è l’organizzazione dei libri.

Se uno ne ha cinque o sei è tutto facile, ma quando cominciano a essere decine tra documenti, libri, saggi, articoli, fumetti, guide illustrate e manuali, destreggiarsi diventa un po’ complicato. La memoria è sufficiente, le metafore del sistema un po’ meno.

Un punto positivo è per la lettura dei libri: avere le copertine a colori fa sentire cittadini di serie A. Ancora meglio per libri di cucina e un paio di libri di foto “piccoli” perché qui il vero tema è la dimensione dello schermo: 7 pollici non sono poi tantissimi, come vedremo tra un attimo.

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Poter sottolineare a colori o comunque evidenziare o prendere appunti a lato, sia i libri (la sottolineatura o la nota rimane in un file apposito) che i documenti è comodissimo. Praticamente una rivoluzione: se fossimo ancora alle superiori o all’università e volessimo usare carta e penna per le lezioni ma volessimo uno strumento E-Ink per i libri e le dispense, ci penseremmo molto seriamente.

La sorpresa sono i fumetti. Si possono comprare sul sito di Kobo ma anche scaricare legalmente di vari tipi e generi. Ne abbiamo letti un bel po’. E qui sono apparse chiare tre cose. La prima è che avere lo schermo a colori, con un effetto “carta opaca” e non patinata, è ottimo. I colori vengono fuori desaturati, non come sullo schermo di un computer, e la lettura è molto piacevole. È come leggere un fumetto “normale”: Topolino o Dylan Dog, per intendersi.

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Seconda cosa: il processore è veramente potente e lo schermo veloce, si possono fare zoom e riposizionamento della pagina usando le “gesture” senza problemi. C’è anche una micro miniatura che compare e fa vedere dove ci stiamo spostando. Ottimo.

Terza cosa: i formati. I libri con impaginazioni rigide (tipo quelli di fotografie o di cucina) e i fumetti non si “reimpaginano dinamicamente” come un sito web. E sono ben più grandi dei sette pollici dello schermo del Kobo (che comunque non è piccolo). Quindi, c’è un tema di leggibilità pratica. Si può fare zoom, ma oltre una certa misura non conviene più. Abbiamo provato di tutto. I grandi libri di fotografie non hanno senso, perché non si riesce ad apprezzare la foto nella sua interezza, ma solo una specie di miniatura. Invece, con i fumetti dipende.

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A parte un fastidioso effetto arcobaleno in bianco e nero su alcuni manga con dei retini di una certa densità (un bug dell’algoritmo, forse), la resa dei fumetti è spettacolare. Se il file di origine è buono, sembra di averli su carta. E abbiamo guardato anche gli acquerelli di Hugo Pratt per Corto Maltese: non ci siamo fatti mancare nulla. I formati “piccoli”, come Diabolik e Topolino oltre ai manga già menzionati, sono perfetti. Addirittura non serve fare zoom, se uno ci vede bene. Il formato un po’ più grande, cosiddetto formato Bonelli (tipo Tex o Dylan Dog), e quello dei supereroi (Uomo Ragno e Superman) va molto bene perché, anche se fa fatica a pagina intera, la capacità di muovere e spostare il disegno, grande o piccolo, è ottima. Non è come una foto su un tablet, ma è sufficientemente veloce.

Invece, il grande formato, quello dei fumetti artistici, delle grandi riviste (Linux), delle raccolte di strisce quotidiane o dei fumetti franco-belgi (Tintin e Asterix e Obelix, per intendersi) rende praticamente inutile pensare di usare questo dispositivo. Non si apprezza la tavola nel suo insieme e si deve “strisciare” di vignetta in vignetta. Serve uno schermo più grande, ma lo stesso discorso si applicherebbe anche per l’iPad mini. Non è questione di tecnologia dello schermo ma di superficie utile.

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In conclusione

Il nuovo Kobo a colori ci è piaciuto molto. L’impugnatura asimmetrica e la piccola tacca che separa lo schermo dal bordo un po’ meno, ma ci si fa l’abitudine. È molto leggero e veloce, lo abbiamo ricaricato pochissime volte nei mesi di utilizzo e non ha mai perso un colpo. La sua riserva dura una settimana. Se tutti i dispositivi fossero così, i servizi di assistenza andrebbero in fallimento.

E possiamo anche capire perché i produttori di eReader si lamentano che non c’è un tasso di ricambio paragonabile a quello degli smartphone, dei Pc o dei tablet. Addirittura superiore a quello delle automobili: questi apparecchi durano per sempre. Però le novità dei nuovi modelli e in particolare di questo primo modello mainstream a colori sono tali che ci sentiamo di consigliare a chi ha un vecchio apparecchio E-Ink di fare il passaggio in avanti. Pur con qualche limitazione abbiamo trovato questo dispositivo ottimo per chi vuole leggere tanto e ovunque, anche cose con del colore.

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Pagella

Pro

  • Colore, e di ottima qualità
  • Processore generoso
  • Hardware di livello

Contro

  • Penna e cover si comprano a parte
  • La scocca asimmetrica non piace a tutti
  • Interfaccia della libreria come al solito limitata

Voto
8

Libra Colour (7 pollici) 229 € su Amazon.

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