Lo sport è sempre più tecnologico: ad oggi praticamente chiunque si alleni ha qualche tipo di sensore addosso, dalla fascia toracica allo smartwatch: Polar OH1 rientra perfettamente in questa ottica, sostituendo idealmente uno smartwach per chi non può o non ama questo ultimo tipo di device in moltissime attività fisiche, con o senza uno smartphone appresso.
L’idea di base, ci è sembrato, verte sul fatto che non tutti amano uno smartwatch, e quando lo fanno magari non è un modello sportivo, ma può essere il caso che lo sport in particolare non offra condizioni ideali per indossare qualche cosa al polso (boxe, rafting, ciclismo), laddove OH1 invece risulta molto efficace.
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Polar OH1, primi passi
Polar OH1 è molto piccolo: appena 29,85 mm di diametro per 9,5 mm di altezza, per un peso di 5 grammi, a cui si aggiungono i 12 grammi della fascia: tirato fuori dalla scatola e esaminato la prima volta, abbiamo avuto subito il sospetto che durante l’attività fisica l’avremmo perso, paura poi rivelatasi infondata perché l’attacco alla fascia è ben saldo e tra l’altro il sensore sta compresso tra il braccio e la fascia, quindi anche senza attacco risulta difficile da togliere in un movimento involontario.
La prima volta serve ricaricarlo del tutto, collegato ad una culla con connettore USB-A (gli utenti che hanno solo un MacBook o MacBook Pro con USB-C devono dotarsi di adattatore, qui un articolo sui migliori del mercato) e scaricare il software per Mac.
Durante la prima ricarica il software controlla lo stato degli aggiornamenti e, come nel nostro caso, provvede ad una linearizzazione del firmware interno con lo stato ultimo, operazione che è svolta in totale autonomia.
Appena collegato, il LED si accende indicando lo stato di ricarica: il colore e il ritmo di illuminazione del LED servono proprio a dare un feedback all’utente dello stato del sensore OH1 durante l’attività, cosa che all’inizio confonde un po’ ma dopo qualche giorno tutto diventa più chiaro e comunque non strettamente necessario per un corretto uso del sensore.
Finita la prima fase, che noi abbiamo eseguito da Mac (ma che si può fare benissimo anche da smartphone tramite l’App) e una volta che la luce led diventa verde (indicando piena carica) siamo pronti ad utilizzarlo.
La fascia elastica è comoda e la si indossa da soli, il posizionamento è apparentemente libero nel braccio o nell’avambraccio, a patto di lasciare il sensore (con le luci LED verdi a contatto con la pelle) in una zona dove l’affluenza di sangue è maggiore, dato che il controllo sul battito avviene proprio controllando le variazioni di pressione.
Una volta indossata, anche prima di iniziare l’attività, attivando l’App Polar Beat indica subito il battito cardiaco in tempo reale, in attesa dell’inizio dell’attività vera e propria, operazione da fare manualmente scegliendo l’attività tra le moltissime proposte.
Pronti, via
Polar OH1 può essere usato sia in associazione con lo smartphone sia come “registratore” per sincronizzarlo poi ad attività finita, la differenza come dicevamo in apertura sta proprio nella possibilità o meno di avere lo smartphone durante l’attività.
Nella prima ipotesi, con lo smartphone associato via Bluetooth, i dati rilevati sono però maggiori: ad esempio è registrata la posizione via GPS (in alcune attività al chiuso questa funzione è ovviamente disabilitata) che il sistema può incrociare poi con la variazione dei battiti identificando lo sforzo con la velocità, il che offre un quadro molto più completo, oltre al fatto che l’App restituisce in cuffia alcuni dati in tempo reale, come ad esempio i dati al KM per la corsa.
Abbiamo confrontato i dati su due attività con un altro player, notando che l’andatura è conforme in entrambe le misurazioni, con picchi differenti (186 battiti contro i 167 nel Polar OH1 nel punto massimo), delta che probabilmente è dovuto sia alla differente tecnologia di misurazione che al posizionamento del sensore (tra il braccio e il polso).
Abbiamo notato anche lievi differenze nell’uso del sensore GPS, qui però da additare al nostro iPhone 8 che, posizionato nel marsupio, forse ha subito qualche scrolling di troppo e ha rilevato una strada al posto di un’altra ma solo in un’occasione.
Il tutto è consultabile poi direttamente dall’App Polar Beat oppure anche da Polar Flow, che agisce sostanzialmente come un diario (ma se ne avete la possibilità consultate i dati via web che è molto meglio).
La durata della batteria, stimata di 12 ore di allenamento, è ben ponderata per la fascia di utenti a cui è destinata (se fate più di 12 ore continue di allenamento avete bisogno di ben altre apparecchiature) e tutto sommato anche in stand-by è risultata buona, dato che abbiamo effettuato due sessioni a tre giorni l’una dall’altra senza ricaricare.
Una buona soluzione
Per chi fa sport la soluzione OH1 rappresenta un buon punto di riferimento: l’abbianata a smartphone offre una esperienza d’uso completa, ma il sensore fa il suo lavoro anche da solo, seppure con qualche dato in meno, di contro il sensore è impermeabile e adatto anche a sport dove gli orologi non sono ben visti.
Il prezzo è decisamente abbordabile e le prestazioni ben calibrate, noi lo vediamo adatto allo sportivo occasionale ma anche chi vuole un po’ di più, ma risulta anche un bellissimo regalo a chi fa lunghe camminate e non hai mai pensato di controllarne la resa.
Pro:
- Funziona da solo o in abbinamento ad uno smartphone
- Funziona con moltissimi sport
- Ottimo rapporto prezzo prestazioni
Contro:
- Senza smartphone la rilevazione è limitata
Prezzo
Polar OH1 si acquista a 79,90 Euro IVA compresa . E’ disponibile anche su Amazon.
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