Negli anni Pixelmator della piccola software house omonima Pixelmator Team ha creato un consistente e neanche tanto piccolo seguito di fedelissimi. Si susseguono gli aggiornamenti della app per Mac giunta alla versione 3.1 “Marble” che porta importanti novità anche nella compatibilità con i nuovi Mac Pro e vale la pena riprovarlo da capo.
Pixelmator è un software per il fotoritocco simile a Photoshop come ambito di operazioni anche se molto più leggero, con una interfaccia più semplice e intuitiva, ovviamente meno plug-in dedicati e un costo notevolmente più basso. La versione distribuita su App Store di Apple costa infatti 13,99 euro. L’installazione come per tutte le app dello store di Apple è molto semplice, bastano due click, e altrettanto semplice è la disinstallazione completa.
Non ci sono limiti di potenza all’utilizzo di Pixelmator, che ovviamente però funzionerà meglio nella gestione di immagini molto grandi quando avremo a che fare con computer dotati di memoria e processore adeguati. La versione Marble 3.1 porta delle ottimizzazioni al codice che consentono a Pixelmator di funzionare su Mac Pro sfruttando la doppia scheda video.
Il funzionamento
Pixelmator si è fatto la fama di essere veloce e nei nostri test empirici di utilizzo sul campo si è confermato tale. Pixelmator permette di ritoccare, migliorare o modificare le immagini. Si possono disegnare, dipingere o applicare effetti ulteriori e creare composizioni molto complesse in maniera semplice. Inoltre, dopo poco che stavamo usando Pixelmator anche l’integrazione con gli standard Apple ha permesso di esaltare le capacità di condivisione con le altre app e servizi della Mela: da iCloud a iPhoto e Aperture. In più, Pixelmator apre sostanzialmente tutti i formati grafici utilizzabili su Mac grazie a CoreImage e OpenGL più alcuni che ha “implementato” per primo su piattaforma OS X: come WebP.
La versione 3.0 ha introdotto una funzionalità che abbiamo trovato molto utile: layer styles non distruttivi: si possono fare modifiche senza cambiare l’immagine sottostante, e poi un nuovo strumento per la gestione delle modifiche immagine e un nuovo motore grafico per l’editing. Dell’interfaccia abbiamo apprezzato particolarmente la possibilità di editare e applicare effetti speciali a porzioni delle foto in pochi click, selezionare e rimuovere elementi indesiderati e tagliare pezzi di immagine da piazzare all’interno di altri. Tutte funzioni già conosciute con Photoshop e decine di altri editor, che però qui vengono realizzate con grande semplicità nonostante una potenza adeguata.
Gli strumenti di pittura (painting tools) servono a utilizzare Pixelmator come strumento di disegno/pittura piuttosto sofisticato. Segue in questo la tradizione resa popolare proprio da Adobe (ma di fatto inventata da Apple con MacPaint) di avere la possibilità di usare pennelli, secchiello vernice, aerografi e altri strumenti per dipingere e colorare con distribuzione multiformato del colore. Ancora una volta, imparate le metafore fondamentali e le gesture l’integrazione coerente di tutto all’interno di Pixelmator rende molto semplice l’utilizzo anche per i meno esperti. Le metafore da “camera oscura” di Photoshop non si vedono neanche all’orizzonte e il funzionamento è più intuitivo e in linea con il mondo dei tablet.
https://www.youtube.com/watch?v=sYLd7BJ54gc
Ritocco e disegno
Ritoccare una immagine è complesso, ancora più che spennellare. Per questo Pixelmator offre una serie molto ampia di strumenti e di opportunità che raggiungono il loro apice con gli strumenti one-click, ad esempio per il rosso degli occhi nelle fotografie piuttosto che per l’analisi degli istogrammi e modifica dei differenti tipi di valori delle immagini. Ancora, in maniera simile a Lightroom e Aperture, anche Pixelmator permette di lavorare su file Raw dai quali è possibile modificare la taratura del bianco, l’esposizione, l’insieme di valori dei tre campi colore.
Pixelmator Team ha creato anche degli strumenti di distorsione, trasformazione e correzione geometrica che permettono non tanto di cambiare la prospettiva di un edificio fotografato quanto di modificare aspetti non secondari delle immagini. Il modello di modifica delle immagini non è semplicemente riassumibile perché offre davvero molte possibilità e l’interfaccia mantiene, anche in contesti molto complessi, una sua semplicità di fondo.
Sorprende la velocità: provando il software sia su Mac Pro che su MacBook Air con Intel Core i5, il motore grafico funziona in maniera sostanzialmente analoga e i rallentamenti di MacBoo Air si avvertono solo con le immagini ad altissima definizione, come dei temibili raw di formato medio Hasselblad. Al di là delle personalizzazioni e della freschezza dell’interfaccia, sapere che comunque si possono compiere operazioni non banali anche con la mobilità estrema di un MBA conforta.
https://www.youtube.com/watch?v=0SB0tP3tKZo
Strumenti professionali
Pixelmator non può fare di conto sul mondo dei terzisti che ha contribuito a fare il successo di Photoshop: quei milioni di “filtri” di terze parti a cui tanto deve il software reso popolare da Adobe. Eppure, anche qui ci sono 160 effetti da combinare per modificare le immagini e una collezione ampi di strumenti per la correzione del colore: l’automazione di alcune di queste funzioni è resa ancora più efficace dall’aggiunta del sistema Layer Styles di cui si parlava sopra che abbiamo visto dare la possibilità di sperimentare senza per questo modificare la foto, ma solo aggiungendo le modifiche in maniera tale da poter ritornare in modo non distruttivo all’originale in qualsiasi momento. Ci sono numerosi layer styles preparati da Pixelmator Team e altri che si possono personalizzare.
Compatibilità
Il software di Pixelmator Team fa parte di quell’insieme di app per Mac pensate e realizzate solo per la piattaforma di Apple. Un atto di fede non da poco, visto che comunque questo esclude una notevole parte del mercato composta dai sistemi Windows. Ma nel caso della creatività su immagine non solo potrebbe avere senso – come in effetti ha visto che le cose per Pixelmator Team pare vadano più che bene – ma anche pagare di più in termini tecnologici perché si può fare affidamento su una serie di tecnologie di contorno come CoreImage e OpenGL, assenti o gestite diversamente su Win e Linux.
Ovviamente questo non vuol dire che Pixelmator non dialoghi con il resto dell’universo digitale. A parte la forte integrazione nella piattaforma Apple a cui si faceva riferimento prima con menzione di iCloud, Aperture e iPhoto, va notato che non manca nessuno dei formati in uscita più popolari: PSD, Tiff, Jpeg, Png, Pdf e via dicendo. E che Pixelmator apre e salva nel formato di Photoshop con layer. Inoltre, si possono inviare le immagini per email direttamente da Pixelmator, utilizzando le funzionalità del framework che permette di sfruttare la app di serie Mail, e pubblicarle su Flickr, Twitter e Facebook, oltre che ottimizzarle per usi differenti grazie a preset costruiti ad hoc. Le tecnologie Apple utilizzate come riferimento da Pixelmator sono Cocoa, OpenGL, OpenCL, Core Image, Grand Central Dispatch, 64-bit, la fotocamera FaceTime, Automator, Full-Screen, la Condivisione diretta, la risoluzione dello schermo in modalità Retina display, i profili ColorSync e poi le particolarità dell’architettura del nuovo Mac Pro.
https://www.youtube.com/watch?v=v1FONLO9NgA
Usando Pixelmator su Mac Pro infatti è prevista la possibilità di utilizzare le immagini con profondità a 16-bit per canale in maniera nativa e senza conversioni. Una possibilità che si deve soprattutto grazie alla potenza di calcolo che consente di lavorare con queste immagini senza problemi: ovviamente trattandosi di una funzionalità altamente professionale è necessario avere monitor professionali tarati in maniera adeguata e l’esperienza per sapere cosa si sta facendo. Inoltre vengono con la versione Marble miglioramenti generali ai filtri, ai layer e ad altri preset sui quali Pixelmator Team è costantemente al lavoro seguendo eventualmente i suggerimenti degli utenti.
Conclusioni
Si tratta di un ottimo prodotto, davvero di alta qualità. Capita la filosofia e accettato il fatto che Pixelmator Team ha deciso di usare uno sfondo dell’interfaccia sempre nero – scelta francamente criticabile secondo i gusti di chi scrive – ci vuole poco per abituarsi alla semplicità e velocità di Pixelmator, quanto basta per essere poi in difficoltà con il più ricco ma fin troppo complesso, costoso e vetusto Photoshop.
Pro
Grande facilità d’uso
Potenza e velocità veramente impressionanti
Costo molto contenuto rispetto a strumenti più blasonati
Contro
Interfaccia dark
Laborioso accedere ad alcuni settaggi dei filtri
I passaggi per ridimensionare un’immagine sono ancora troppi
Prezzi e disponibilità
Pixelmator per Mac è disponibile su Mac App Store a 13,99 euro.