La vita di oggi è sempre più mobile, sempre più “liquida”. Si viaggia, ci si sposta, si lavora in mobilità. tablet, ultrabook o magari MacBook Air e ogni giorno una sede diversa: open space, co-working, fiere, alberghi e Starbucks. In molti contesti occorre mettersi in contatto con altre persone in remoto: il telefono non basta più e le cuffiette collegate allo smartphone o al computer per sfruttare FaceTime, Skype e via dicendo non sono sempre la cosa più comoda, mentre l’audio dei vari apparecchi non è esattamente all’altezza: il vivavoce degli smartphone e dei tablet non ha la qualità per gestire una conference call con tre o quattro persone nella stessa stanza. Quale soluzione?
Il prodotto
Philips ha presentato quello che potremmo definire l’alto di gamma del mercato degli speaker Bluetooth. Non solo per una questione di prezzo, su Apple Store online a 150,95 euro, ma anche di qualità. Lo speaker WeCall AECS7000 di Philips ha le dimensioni di un quadrato nero di 11 per 11 centimetri, alto 3 centimetri e pesa 168 grammi. Secondo il produttore ha una autonomia di batteria di 8 ore nella modalità Bluetooth e può essere utilizzato anche via cavo USB con il Mac o il PC senza bisogno di driver aggiuntivi: compare come speaker e microfono esterno, essendo dotato di un proprio circuito di digitalizzazione della voce.
Nella parte superiore dell’apparecchio, sotto la griglia di protezione, c’è la cassa audio che è capace di spingere con buona qualità grazie allo speaker da 1,5 pollici con 2 watt di potenza. Ci sono poi i pulsanti per accettare o terminare una telefonata e la regolazione del volume. Sotto l’apparecchio invece ci sono le levette on-off, accensione Bluetooth o collegamento via USB. Assieme allo speaker l’apparecchio di Philips integra anche quattro microfoni ai quattro lati della scocca (invisibili dall’esterno) con ricettività omnidirezionale a figura polare, con una sensibilità tale da essere capaci di raccogliere il suono di una voce a volume normale fino a 5 metri in qualunque direzione. Secondo le specifiche la risposta di frequenza dello speaker è ampia: da 140 a 18.000 Hz con un buon rapporto segnale/rumore: meno di 75dB.
L’apparecchio inoltre è dotato di un sofisticato circuito di cancellazione del rumore e della eco che tipicamente crea problema quando si accostano un microfono e uno speaker a questo collegato. Tutti gli apparecchi moderni, computer, tablet e telefoni, hanno questo tipo di correzione via software, che però dipende da microscopiche oscillazioni delle regolazioni del microfono e non tutti i software sono ottimizzati per trarne il massimo vantaggio. Dato che il WeCall è sostanzialmente una scheda audio esterna, il ragionamento di Philips è che la qualità dell’audio in entrata e in uscita dipende solo dal loro circuito di cancellazione del rumore e dell’eco, aumentando la qualità in maniera notevole.
La batteria ai polimeri di litio è integrata, non viene fornito un caricabatteria ma solo il cavo standard USB (si può usare tranquillamente il caricabatteria dell’iPhone cambiando il cavetto, che utilizza 5V a 1A, mentre la batteria ha una capacità di 3.7V per 1.000mAh. È offerta anche una comoda e pregevole custodia da viaggio in feltro grigio.
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Alla prova
L’attivazione dello speaker è rapida e semplice. Il primo collegamento avviene semplicemente accendendo l’apparecchio con il tasto sotto la scocca e premendo il bottone di “ricerca”. A questo punto, se si sta utilizzando un iPhone ad esempio, basta selezionare il Bluetooth e quasi immediatamente compare tra gli apparecchi disponibili il “Philips WeCall Speaker”. In pochi secondi viene “pareggiato” automaticamente e si può utilizzare.
Dal momento che non è necessario alcun codice, in realtà si può altrettanto facilmente cambiare apparecchio al quale lo speaker è destinato: abbiamo provato a passare al volo dal pairing con l’iPhone a uno con il MacBook mentre portavamo avanti una conversazione su FaceTime e ci sono voluti letteralmente venti secondi in tutto per passare a una qualità dell’audio molto più elevata rispetto a quella possibile con microfoni e soprattutto speaker interni del computer.
Abbiamo utilizzato gli speaker sia per conference call assieme ad altre persone che per conversazioni “a mano libera” o per interviste e altri tipi di conversazione analoga. L’alternativa è ai sistemi di vivavoce disponibili oramai con tutti i telefoni e apparecchi digitali (dall’iPad all’iPhone, dal telefono “intelligente” di casa ai cellulari e tablet di terze parti) oltre che ai sistemi di amplificazione dei computer portatili. Il peso e il ridotto ingombro permettono di portare il Philips WeCall in borsa con il computer e in viaggio.
La qualità in ambienti rumorosi è ottima, perché consente di avere la voce del nostro interlocutore chiara mentre il rumore che entra nei nostri microfoni non è più elevato di quello che percepiamo noi stessi. Va detto che da questo punto di vista i telefoni in particolare alle volte sono peggio della media perché dotati di microfoni direzionali molto “caricati” per poter cogliere la voce della persona che li utilizza: se si ha sfortuna e la sorgente del rumore è nella stessa direzione, “entra” prepotentemente nel microfono, anche più di quanto non sembri a chi lo sta utilizzando dal rumore dell’ambiente circostante.
Abbiamo trovato quindi utile l’apparecchio sia per fare conference call in vivavoce da soli e a mano libera, che per avere anche altre due o tre persone presenti in riunione telefonica nella stessa stanza. Anzi, da questo punto di vista la separazione delle differenti voci è ottima perché i quattro microfoni riescono a dare una autonomia anche in una banda audio mono come quella del telefono. Utilizzare il Philips WeCall con Skype o FaceTime via USB piuttosto che via Bluetooth non comporta problemi o differenze qualitative particolari.
Abbiano notato poi che l’integrazione con l’iPhone in particolare è molto avanzata: il telefono di Apple riconosce subito l’apparecchio come una cuffia Bluetooth esterna e propone sempre di scegliere se usare quella, il vivavoce oppure la modalità normale per la telefonata. Rispondere a una chiamata o terminarla, e le regolazione del volume, avvengono senza problemi. La qualità dell’audio che esce dalla cassa è notevole: chiaro, con presenza di bassi e ottima risposta dinamica, cosa che permette di distinguere e quindi di comprendere meglio i suoni che ascoltiamo. Se la conversazione avviene tra due iPhone su rete di operatore che supporta l’audio in alta definizione, sembra letteralmente di parlare con qualcuno presente nella stessa stanza.
Invece è stata problematica la fine delle batterie: il Philips “cade” quando non ha più energia, e di solito questo avviene ovviamente sul più bello di una conversazione. Purtroppo, la segnalazione luminosa con il piccolo led della chiamata non si nota abbastanza e non è presente alcun avviso acustico (un “bip” per segnalare che la riserva di energia è agli sgoccioli, come fanno ad esempio i telefoni quando sono praticamente scarichi durante una nostra chiamata). Il risultato è prendere il telefono di corsa e attivare il vivavoce, dato che di default la conversazione viene trasferita alla modalità “interna” di cassa e microfono.
La ciliegina sulla torta
Fin qui lo sforzo di Philips sarebbe stato quello normale di un produttore di hardware tradizionale. Dove l’azienda olandese fa la differenza, oltre che nella alta qualità del prodotto e nella semplicità di funzionamento, è nel complemento. Assieme al WeCall infatti viene offerta anche la possibilità, solo per iPhone e iPad, di scaricare una app complementare e gratuita, Philips WeCall. La bontà di questa app è che può essere comodamente utilizzata anche se non si possiede lo speaker, e risponde a una funzione interessante.
Permette infatti di “programmare” le conference call che vengono effettuate in ambiente lavorativo tramite sistema di conferenza. Si tratta di telefonate per riunioni tramite centralino in cui tutti i partecipanti chiamano un numero (di telefonia fisso, spesso gratuito), inseriscono un codice personale e vengono introdotti nella “stanza” con gli altri partecipanti. Non è una procedura difficile, se non fosse che bisogna inserire il numero di telefono, muoversi tra i menu vocali del sistema, inserire il codice e finalmente si arriva alla telefonata. Invece, con la app è possibile prendere tutte queste informazioni e creare un appuntamento con tanto di titolo, orario e potenziale allarme. L’esecuzione della telefonata è totalmente automatica e, per chi per lavoro fa parecchi di questi eventi, è una bella semplificazione.
In conclusione
La qualità della voce emessa dalla cassa di Philips WeCall è molto elevata, il fatto di avere un buon sistema di amplificazione in vivavoce rende molto più rilassante una telefonata anche lunga perché non affatica l’udito e permette di concentrarsi su quel che viene detto e non sulla sua comprensione. Le conference call con più persone nel nostro ambiente funzionano molto bene, con una qualità superiore a quella possibile di un telefono in vivavoce al centro del tavolo e la portabilità consente non solo di avere il vivavoce sempre con sé fuori dall’ufficio, ma anche di portarlo facilmente da una stanza all’altra, per riunioni in ambienti differenti. I difetti (l’autonomia della batteria – otto ore non sono tantissime -, il fatto che non segnali la fine dell’energia e la mancanza di un alimentatore di serie) sono più che compensati dalla sorpresa di una app gratuita e ben funzionante.
Pro
Qualità della voce superiore rispetto a computer e smartphone
Ben costruito e facile da usare
Ottima app complementare per iPhone
Contenitore di trasporto bello e pratico
Contro
Batteria non super, finisce senza preavviso
Non è incluso un alimentatore
Prezzo e disponibilità
L’altoparlante da conferenza PhilipsWeCall AECS7000 è proposto al prezzo consigliato di 150 euro: per ulteriori informazioni e dettagli è possibile visitare qui. E’ disponibile anche su Apple Store online con spedizione gratuita.