Diversamente dagli anni scorsi, dove le recensioni delle nuove versioni erano una (quasi) routine annuale, in questa occasione Parallels Desktop 16 assume un ruolo molto importante in una nuova era che si sta per aprire per tutti gli utenti Mac.
L’annuncio avvenuto al WWDC circa il passaggio dei Mac all’architettura ARM con processori Silicon comporta molti cambiamenti, uno tra tutti l’abbandono di BootCamp (per il momento) e l’impossibilità di usare Windows nativamente su Mac: la virtualizzazione resta l’unica strada, con prodotti come Parallels che a questo punto diventano chiave per molti utenti.
Parallels Desktop 16, la recensione
Windows su Mac 2.0
Considerato il lavoro che sta facendo Apple per il cambio di architettura, è chiaro che in Parallels stanno lavorando altrettanto duramente per garantire la piena compatibilità: il che significa poter funzionare sull’imminente macOS BigSur e poterlo anche virtualizzate, sia su Intel sia quando sarà su Apple Silicon.
Su questo dettaglio Parallels è stata abbastanza timida: nel senso che al momento la versione di Parallels Desktop 16 è pronta per la versione di macOS attuale nel mentre che sono scritte queste righe (macOS Catalina 10.15.6) me è possibile che vedremo novità esclusive quando usciranno i nuovi Mac con i nuovi processori.
L’abbandono di Boot Camp, il software di Apple che supportava il doppio Boot con macOS e Windows sulla stessa macchina è da una parte una grossa opportunità per Parallels dall’altra comporta una serie di lavori da non sottovalutare.
Forse per questo, l’uso di Windows su Mac sul nuovo Parallels Desktop 16 non appare così diverso dalle versioni precedenti, perlomeno nell’estetica, anche se i lavori sotto il cofano sono ben pesanti e giustificano lo sforzo.
Di qua e di la
Questa recensione è stata eseguita su un MacBook Pro 13″ 2017 con macOS Catalina, con macchine virtuali ospitate su un disco esterno My Passport SSD di Western Digital via USB-C utilizzando la versione Pro Edition.
Consigliamo di lasciare le macchine virtuali il più possibile su unità veloci come SSD (meglio se M.2) come i dischi interni dei Mac recenti (tutta l’offerta Mac oggi propone dischi interni SSD) o dischi esterni Thunderbolt o USB-C, ma sempre SSD, perché il flusso di dati con il processore è molto alto e una unità meccanica o Fusion potrebbero ridurre sensibilmente le prestazioni della macchina virtuale, specie all’avvio.
Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche principali, per chi non lo sa Parallels Desktop 16 è il più famoso software di virtualizzazione per Mac, nato subito dopo il passaggio di Apple ai processori Intel e divento il nome più famoso.
Parallels Desktop permette di virtualizzate macchine Windows, Linux e macOS, proiettandole all’interno di finestre o mescolando le App con quelle native (in una modalità chiamata Coherence).
Virtualizzare è molto più comodo dell’alternativa, proposta da Apple con Boot Camp, che permette di installare Windows in una partizione, ma costringe al riavvio per saltare da un sistema all’altro (mentre parallels consente di usare più sistemi contemporaneamente).
Novità
Rispetto a Parallels Desktop 15, le novità ci sono, anche se gran parte del lavoro come abbiamo detto è stato speso su Big Sur e sulla nuova architettura ARM, abbiamo potuto comunque registrare novità interessanti (che abbiamo anticipato qui), anche se tutte sotto il cofano.
È doveroso registrare il pieno supporto a Windows 10 (che noi abbiamo provato nella versione 2004, con tutti gli update) e a varie versioni di Linux (direttamente supportate Ubuntu, Fedore, CentOS, Debian e Mint) oltre ovviamente alla possibilità di virtualizzate macOS Catalina e, in beta, anche Big Sur.
Per tutti questi sistemi il download e l’installazione può avvenire automaticamente o manualmente, a seconda delle preferenze dell’utente.
Permane il bug delle versioni precedenti che con il download automatico scarica e installa la versione Windows 10 N (Home o Pro) invece che quella standard, fattore che inficia l’acquisto separato della licenza da un rivenditore o distributore: come avevamo già segnalato l’anno scorso, meglio affidarsi ad una ISO ufficiale selezionato quella più adatta.
Le integrazioni della nuova versione vedono un migliorato supporto a OpenGL 3, con ad esempio la possibiltà di usare le gesture per l’ingrandimento e la rotazione nella App per Windows, oltre alla possibilità di usare una stampante condivisa.
Chi scrive ha apprezzato molto la funzionalità che permette di recuperare lo spazio delle macchine virtuali ad ogni spegnimento, funzione che prima era solo manuale e anche la possibilità di usare più App su Windows: Parallels cita come esempio DIALux evo 9, SAMSON Connect e ProPresenter 6.
Questi tre titoli erano incompatibili con le versioni precedenti e allargano il campo delle App virtualizzabili.
Ultima funzione di rilievo, è relativa ad una maggiore attenzione alla batteria: adesso le funzioni di risparmio energetico di Parallels sono sincronizzate con quelle della macchina virtuale, adattando in un solo clic quelle di due o più sistemi operativi.
Da Kernel a Kext
Il passaggio da macOS Catalina a Big Sur è molto più impegnativo di quanto gli utenti vedranno: Parallels se n’è accorta e quest’anno ha dovuto inserire 25 nuovi sviluppatori solo sul “dettaglio” delle Kext.
Sino a Catalina Apple digeriva, male, le Estensioni Kernel di terze parti che personalizzavano l’Hypervisor permettendo la virtualizzazione. Queste Estensioni Kernel non sono più consentite su macOS Big Sur e Parallels ha così dovuto muovere la sua tecnologia sulle Estensioni di sistema macOS native, che migliorano l’affidabilità e la sicurezza di macOS.
Il lavoro non è da sottovalutare, perchè ogni volta che si tocca la parte più “bassa” di un software, serve spesso riscrivere molte parti: da utente questa transizione è del tutto trasparente, ma questo non fa che rendere il lavoro ancora migliore.
Il supporto di virtualizzazione a Big Sur è quindi già attivo con Parallels Desktop 16, ma Parallels avvisa che è ancora in beta, un update gratuito arriverà non appena il sistema operativo di Apple sarà rilasciato in via definitiva (al momento in cui scriviamo non ci sono date ufficiali, sicuramente tra la fine di Settembre e Ottobre).
Considerazioni
Con questa versione, Parallels Desktop 16 continua il supporto a macOS con una rinnovata integrazione e un pieno supporto alle tecnologie che stanno per arrivare.
Non è ancora chiaro se la versione per Apple Silicon sarà la stessa che è disponibile oggi per Intel, di sicuro avremo annunci a riguardo quando Apple rilascerà il primo Mac con la nuova piattaforma, ma per gli utenti il prodotto è maturo e le revisioni, seppure non immediatamente visibili, appaiono decise.
Parallels Desktop 16 è distribuito nella versione perpetua Standard Edition e App Store Edition (acquisto unico e perpetuo) oppure in abbonamento nelle edizioni Business e Pro (oggetto di questo test).
Pro:
• Maggiore integrazione con macOS
• Pensata per macOS Big Sur
• Migliorie a 3D e supporto ad altre App
Contro:
• Permane il bug su Windows 10 N
Prezzo:
• 99,99 Euro (Parallels Desktop 16 per Mac)
• 49,99 Euro (Upgrade da Parallels Desktop 14 o 15)
• 99,99 Euro / anno (Parallels Desktop per Mac Pro Edition)
• 99,99 Euro / anno (Parallels Desktop per Mac Business Edition)
Gli utenti possono provvede all’acquisto di Parallels Desktop 16 direttamente dal sito ufficiale , anche per la versione Pro. Ricordiamo che Parallels Desktop non include la licenza di Windows, che va acquistata a parte, mentre per la sola virtualizzazione di macOS e le varie distro di Linux e Android è inclusa.