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Recensione Panasonic HX-A1M, l’action camera diventa semplice (con qualche limite)

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Tra le tante GoPro ed action cam cinesi che cercano di emularne il fattore forma per garantirne la compatibilità con gli accessori c’è Panasonic che, affidandosi al proprio nome come garanzia, segue il mercato delle action camere con una propria linea di pensiero che effettivamente non ha nulla da invidiare ai concorrenti per via dell’uso proposto e della qualità finale dei file.

Lo abbiamo potuto scoprire in passato mettendo alla prova la HX-A500, una camera pensata per le riprese d’azione in grado di registrare video in 4K che incuriosce principalmente per il fattore forma e per l’uso che se ne può fare, specialmente attraverso il sistema di aggancio “a corona” che la fissa alla testa, quindi completamente utilizzabile anche in tutte quelle occasioni dove non c’è bisogno di indossare un casco.

La Panasonic HX-A1M che abbiamo invece avvicinato ed usato in queste ultime settimane è la versione semplificata della HX-A500, meno ingombrante e con una qualità “solo” Full HD che accontenta sicuramente amatori e professionisti che non hanno la necessità di registrare in 4K, al pari di un prezzo decisamente più vantaggioso.

Panasonic HX-A1M, com’è fatta

Chi come noi ha avuto modo di apprezzare la HX-A500 poc’anzi citata resta senz’altro stupito dal notevole miglioramento fatto sotto il punto di vista dell’ingombro. Nella Panasonic HX-A1M sparisce il cavo ed il telecomando da fissare al braccio, entrambi limitanti nei movimenti e nella gestione delle riprese. Piuttosto qui è tutto concentrato sul corpo della camera stessa: è nel solo cilindro, lungo appena 8 centimetri, che troviamo infatti una scanalatura dove sono posizionati i tre tasti utili per l’accensione/spegnimento, regolazione della modalità ed avvio/interruzione delle riprese.

Non avremo un display per verificare la corretta inquadratura prima di avviare la registrazione, anche se a questa mancanza sopperisce lo smartphone che, collegandosi tramite WiFi, permette di controllare qualsiasi cosa in remoto direttamente con l’applicazione Panasonic Image App, compresa la configurazione delle varie impostazioni adattandole all’uso che si intende fare della videocamera. La camera non delude neanche per quanto riguarda i materiali: la plastica è rigida e di ottima qualità, tenendola in mano ci si accorge che si ha un ottimo prodotto ancor prima di accenderlo e capire come va realmente.

Panasonic HX-A1M, gli accessori

Tutto insomma è a vantaggio dell’utente che avrà una action camera Full HD in grado di riprendere a 1080p e 30 fps o 720p a 60 fps sufficientemente piccola, leggera e facile da agganciare dove si vuole attraverso i vari accessori acquistabili separatamente. Oltre ad usarla con la corona sul capo c’è infatti il supporto per agganciarla allo spallaccio dello zaino, al casco o al manubrio, così come una pratica batteria d’emergenza da 720 mAh per aumentare le ore di registrazione o semplicemente per ricaricarla quando scarica.

Quest’ultimo accessorio è infatti decisamente particolare in quanto ha la stessa forma e dimensioni della action camera ed ha una filettatura che permette di agganciarla direttamente alla camera che diventa così il doppio più lunga, ma dura anche molto di più. Se con la sola action camera si raggiungono a stento le due ore di registrazione continuata, con la batteria si possono quasi raddoppiare, con l’unico svantaggio di avere un “tubo” molto più lungo e “pesante”, se lo si usa con il sistema di aggancio per la testa. Nulla comunque vieta di ricaricare la camera con una qualsiasi batteria o direttamente con un alimentatore quando si rientra in casa, tuttavia quella speciale ideata da Panasonic può essere un’ottima soluzione per chi vuole registrare per più e più ore senza smettere mai.

Recensione Panasonic HX-A1M

Panasonic HX-A1M, come funziona

Come spiegato, la camera è pensata per funzionare fin dal primo avvio. In effetti è sufficiente accenderla e premere il tasto REC per cominciare a registrare, tuttavia per chi vuole approfondire il discorso consigliamo di sfogliare il manuale d’istruzioni (lo trovate online qui) perché è proprio grazie a quest’ultimo che si comprendono le reali potenzialità della camera. Ad ogni modo anche soltanto installando l’app potete farvi un’idea delle varie funzioni, anche se del manuale non potrete fare a meno quantomeno per la prima configurazione WiFi, visto che la password non è riportata da nessuna parte se non lì (di default l’SSID è “A1-wearable”, la password è “a12345678”, entrambi senza le virgolette).

Con il tasto Mode, prima di avviare la registrazione, è possibile passare dalla registrazione video all’acquisizione foto o alla registrazione video in slow-motion con un solo click, mentre con il click prolungato (circa 1 secondo) si attiva il WiFi per il collegamento con il telefono o il tablet.

Panasonic HX-A1M, test sul campo

Non ci dilungheremo nel mostrare le varie modalità di ripresa come abbiamo invece fatto in passato con la HX-A500 per il semplice fatto che, eccezion fatta per il 4K, qui assente, la qualità è la stessa e potete apprezzarla direttamente nel video che alleghiamo in calce alla pagina. Piuttosto riportiamo quelle che sono state invece le nostre impressioni d’uso di questa rinnovata camera che è risultata essere molto più leggera e confortevole, in qualche caso ci siamo quasi dimenticati di averla addosso.

Abbiamo sentito però la mancanza della livella, una funzione che permetteva, con il modello di fascia alta HX-A500, di aggiustare l’inquadratura nel caso di piccole inclinazioni, così come manca uno stabilizzatore che riduca al minimo le vibrazioni durante una semplice corsa, due delle situazioni che potrete analizzare nel filmato. Tutto, così come l’impossibilità di cambiare l’angolo di registrazione, va sicuramente a vantaggio dell’utente medio che non ha tempo, le conoscenze o semplicemente la voglia di modificare tutti i vari parametri, uno ad uno, tuttavia per chi desidera qualcosa in più, dovrà rinunciare alla manegevolezza e puntare sulla più costosa ed ingombrante HX-A500. Se non altro per la livella, visto che la forma cilindrica della camera non aiuta nella configurazione dell’inquadratura: con il supporto per la testa è poi questione di pochi millimetri per avere una ripresa inclinata (anche qui, nella seconda parte del filmato la ripresa pende leggermente da un lato), specialmente se si è da soli e si deve aggiustare l’inquadratura aiutandosi con lo smartphone, questo perché in realtà per farsi un’idea più precisa è necessario restare in piedi con la testa ben diritta e lo smartphone parallelo allo sguardo. Insomma, non si può pretendere di riuscire a sistemare l’inquadratura stando seduti e disinvolti su una panchina.

Conclusioni e prezzo al pubblico

Il passo avanti rispetto alla HX-A500 c’è stato, specialmente sotto il punto di vista della portabilità e della facilità d’uso, però sono anche molti i passi fatti invece indietro probabilmente perché, forse anche per offrire un dispositivo più economico, fanno rinunciare a diverse funzioni e confort che in qualche caso sono del tutto indispensabili. Per i 200 euro circa per cui è proposta, forse vale la pena considerare qualche altra soluzione concorrente della stessa fascia di prezzo visto che in molti altri casi si può beneficiare di un vasto parco di accessori (dalla pettorina, al gimbal, al pole e molti altri ancora), oltre ad una maggiore facilità nel posizionamento: non dimentichiamoci che con il sistema di aggancio alla testa è sufficiente urtare con un ramo per cambiare la direzione dell’inquadratura.

Se questi limiti non spaventano, di certo può essere una valida soluzione se non altro per la modalità di ripresa migliore in condizioni di scarsa luminosità avvitando un filtro IR, funzione che non abbiamo invece trovato in altre camere testate in passato.

Pro

  • Leggera
  • Facile da usare
  • Possibilità di registrare in condizioni di scarsa illuminazione con una lente IR intercambiabile
  • Impermeabile
  • Controllo remoto da smartphone

Contro

  • Manca la livella
  • Manca lo stabilizzatore
  • Senza smartphone non si può configurare
  • Basta un colpetto per perdere l’inquadratura

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