Quando Apple lancia un nuovo prodotto non lesina certo sugli aggettivi e sulle iperboli. Una delle più comuni fa riferimento al “miglior X mai creato”, la dove al posto della X ci si può mettere il nome di qualunque creazione della Mela, iPad, iPhone, Mac, iMac e anche iPod. Con il lancio dell’iPod nano di settima generazione (dalla sesta è diventato anche touch) ci possiamo chiedere se davvero siamo di fronte al miglior nano mai costruito. Per provare a rispondere, Macitynet ha messo alla prova il nuovo modello (179 euro, 16 GB in vendita su Apple Store e tutti i rivenditori Apple), ultima generazione di un prodotto venerabile che forse si avvia verso il tramonto perdendo la ragione stessa di esistere almeno nella sua forma attuale ma che ha ancora una lunga serie di estimatori.
Lo scopo che ci siamo prefissi, in particolare, è capire quanti passi avanti sono stati fatti rispetto al controverso modello di sesta generazione e se il ritorno alla forma rettangolare che avevano i modelli di quarta e quinta generazione è stato accompagnato da qualche novità di sostanza capace di cambiare la fruibilità del player e adeguarlo all’era attuale della tecnologia.
Confezione e finitura
Vi rimandiamo alla nostra completissima galleria dell’unpackaging per analizzare da vicino tutti i dettagli della confezione e del prodotto.
Materiali e design
Dal punto di vista del design è difficile trovare difetti evidenti nei nuovi iPod nano. Si tratta di prodotti perfetti sia per la qualità dei materiali (alluminio e vetro) che per il livello di finitura. Si può forse discutere sulla scelta di alcuni colori e sul contrasto che offrono la cornice e la copertura dell’antenna Bluetooth, in plastica bianca: qualcuno li troverà interessanti e altri (come chi scrive) non particolarmente azzeccati, ma si tratta di dettagli sui quali il, giudizio si forma sul gusto. In ogni caso il modello nero non ha alcuna finitura in bianco e potrebbe essere, per questo, la scelta di chi desidera qualche cosa di più sobrio.
l’iPod nano è molto sottile, tanto sottile da essere meno spesso di un vecchio connettore dock (e questo da solo giustifica l’adozione di Lightning); nonostante l’incremento sensibile delle dimensioni dello schermo, è “solo” due volte più alto del precedente. Preso in mano appare incredibilmente leggero, d’altra parte pesa solo dieci grammi di più del precedente (30 contro 20), un guadagno che ben difficilmente può essere percepito senza l’uso di una bilancia.
Il ritorno alla forma rettangolare, lunga e stretta, riporta il dispositivo al design originale che ha avuto nel giorno del debutto quando Jobs lo estrasse dalla tasca dei suoi jeans. Ergonomicamente lo troviamo pressoché perfetto, sicuramente più “impugnabile” e gestibile di ogni altra iterazione che questo prodotto ha avuto nel corso della sua storia, merito della forma che dell’uso, relativamente, abbondante, di tasti meccanici.
La principale novità è proprio l’arrivo di un nuovo bottone centrale in stile iOS che ci riporta sempre alla schermata iniziale, una innovazione la cui portata è rivoluzionaria se si fa un paragone con il modello precedente. Con il nano di sesta generazione era necessario strisciare il dito sullo schermo più e più volte; anche con il nano di settima generazione non mancano le occasioni e la necessità di passare il dito da destra verso sinistra o viceversa, ma il fatto di poter tornare all’inizio semplicemente facendo click cambia totalmente la fruibilità del dispositivo.
Molto utile anche il tasto a tre vie che troviamo sul lato sinistro; grazie ad esso possiamo non solo alzare e diminuire il volume, ma anche passare da una traccia all’altra e mettere in pausa i brani e questo senza ricorrere al tocco dello schermo. Chi usa l’iPod per accompagnare un allenamento in palestra o una corsa, oppure anche semplicemente per ascoltare musica in treno, si renderà immediatamente conto di quando questa funzione sia utile, specie in assenza di cuffie con filocomando (quelle incluse sono di nuova generazione, ma non hanno un sistema di controllo sul cavo).
Lo schermo
Lo schermo è da 2,5 pollici e passa da 240×240 pixel a 240×432 pixel con 202 pixel per pollice di densità. La risoluzione è rispettabile per un dispositivo che è un player musicale; sufficiente anche la qualità del display che restituisce immagini abbastanza incise dal punto di vista del contrasto e della definizione, anche se non ha certamente lo stesso angolo di visione di un dispositivo come iPhone e iPad nè la stessa fedeltà di colori, ma probabilmente pareggiare in qualità lo schermo di questi prodotti non era quello che aveva in mente Apple quanto ha progettato iPod nano di settima generazione. Quel che contava era aumentare lo spazio a favore della fruibilità del prodotto e dobbiamo dire che lo scopo è stato raggiunto: le icone delle “applicazioni” (virgolette d’obbligo perché non siamo di fronte a vere e proprie app) hanno ora molto più spazio; ne abbiamo sei invece che solo 4 e questo riduce parimenti la necessità di scorrere da uno schermo all’altro; più superficie dello schermo significa che gli elementi visibili sullo schermo quando si è in una playlist sono sette invece di tre del precedente nano. Infine abbiamo anche l’orologio in alto di ogni schermata; l’ora era sparita dalla versione precedente per mancanza di spazio.
Il video e le foto
Lo schermo da 240×432 ha offerto ad Apple la possibilità di riproporre una funzione video che questa classe di dispositivi aveva perso nell’iterazione al formato “orologio”. iPod nano supporta H.264 e MPEG–4 a 720x 576 ed è in grado di riprodurre in sostanza tutti i formati compatibili con iTunes. La fluidità è molto buona (30 frames al secondo) e la qualità è discreta; in termini pratici è possibile usare iPod nano per guardare un film anche se assai probabilmente non sarà mai acquistato per questo scopo anche per i problemi cui abbiamo fatto cenno poco più sopra per quanto riguarda l’angolo di visione, per non parlare del consumo (l’autonomia si riduce a poco più di tre ore). In ogni caso si tratta di un “bonus” che non giunge sgradito.
Le visione delle foto, proprio grazie allo schermo maggiorato, fa un deciso passo avanti rispetto al modello precedente. Possiamo anche ruotare iPod per vederle in formato panoramico e anche zoomare su di esse. Mancano alcune delle transizioni nella proiezione di diapositive che avevamo visto in iPod nano di sesta generazione, ma quest’ultimo modello, transizioni o no, era francamente inutile come dispositivo per la visualizzazione di immagini che erano eccessivamente piccole.
L’interfaccia
Anche per l’interfaccia dobbiamo sottolineare dei passi avanti rispetto al modello di sesta generazione. Grazie allo schermo di dimensioni maggiori la schermata di riproduzione è in grado di offrire praticamente tutto quel che serve: una volta avviato il brano abbiamo la possibilità di andare al prossimo o al precedente brano o di fermarlo e c’è anche un cursore per il volume, tutte funzioni che in ogni caso controlliamo anche mediante anche i tasti fisici. Facendo un tap arriviamo a tutto il resto: ripetizione del brano, funzione genius, riproduzione casuale della playlist e un cursore per riavvolgere il brano.
Qualche passo indietro, invece, secondo chi scrive è stato fatto nelle icone che ora sono rotonde e hanno uno stile un po’ semplificato e “plasticoso”. L’abbinamento del colore dello sfondo scrivania con il colore è studiata sotto il profilo stilistico, ma non si capisce la ragione per cui siano stati messi a disposizione sono cinque sfondi di cui ben 4 variazioni sul colore, appunto, del metallo del player.
Lo schermo è sostanzialmente diviso in due parti che possiamo alternare strisciando il dito; nella prima abbiamo sei icone, nella seconda due. Possiamo riarrangiare le icone usando lo stesso metodo che usiamo i iOS: teniamo premuto un dito su una di esse tutte inizieranno a tremolare e potremo così spostare nella seconda schermata, quella non immediatamente visibile, quelle che ci servono meno.
Bluetooth (ma non Wi-Fi)
L’iPod nano di settima generazione è il primo ad essere dotato di un sistema di collegamento Bluetooth. Si tratta di una funzione molto importante per chi vuole usare il dispositivo in automobili dotate di Bluetooth o per chi ha a casa uno stereo con questa tecnologia o delle cuffie senza fili. Abbiamo provato il nano con un’auto Mercedes e l’abbinamento è avvenuto senza alcun problema. Il modulo Bluetooth è funzionale anche per altri scopi come ad esempio per un collegamento ad un cardiofrequenzimetro compatibile con Bluetooth 4.0 o tutti i dispositivi compatibili con Nike+. La presenza del Bluetooth fa intuire quanto sarebbe stato utile il Wi-Fi che invece non c’è. Questo esclude la fruizione delle funzioni iCloud (basti pensare a iTunes Match…), l’acquisto di brani da iTunes o per collegare il nano senza fili al computer. La mancanza di questa opzione è dovuta sia a ragioni di costi che, probabilmente, di consumo di batteria che di marketing; la speranza è che in future versioni il Wi-Fi trovi la strada per entrare dentro all’iPod nano moltiplicandone le potenzialità.
Qualità del suono
L’iPod nano non è un dispositivo per audiofili, e quindi un giudizio non va dato in questa chiave. Detto questo la qualità della musica è piuttosto buona: il suono è potente anche usando le migliorate ma sempre non entusiasmanti, cuffie incluse. Usando cuffie di buon livello come le Nocs N600 Crush che abbiamo recentemente recensito, l’ascolto è di ottimo livello anche se forse un po’ troppo indulgente con i bassi. La potenza in uscita dal dispositivo è comunque sufficiente solo per cuffie di piccole dimensioni. Per grandi cuffie ad alta impedenza resta necessario un amplificatore. Il sistema di equalizzazione integrato produce significative differenze tra una modalità e l’altra, ma è probabile che il miglior risultato l’utente medio lo ottenga con il profilo standard. Gli appassionati di musica invece ben difficilmente saranno soddisfatti dai set predeterminati e anche loro, forse, non troveranno i set di equalizzazione particolarmente utili.
Le altre funzioni
L’iPod nano, oltre a video e foto, ha una serie di altre funzioni alcune delle quali di utilità generale, altre destinate ad un pubblico più ristretto. Probabilmente la più interessante è la Radio FM apparsa per la prima volta tre generazioni fa e ora migliorata in fatto di sensibilità di attenuazione del disturbo. Si tratta di un modulo piuttosto sofisticato con RDS, possibilità di marcare i brani per un successivo acquisto su iTunes e “replay istantaneo”, ovvero con la possibilità di riavvolgere l’audio grazie ad un sistema di pausa in diretta. La radio chiama l’integrazione di un piccolo altoparlante che era presente nel modello di quinta generazione e che qui non c’è; una lacuna che Apple poteva facilmente colmare e che avrebbe reso iPod nano più flessibile.
Continua ad essere presente il Nike+, riedizione di una funzione realizzata in collaborazione con Nike. Nel nuovo iPod nano il ricevitore è integrato e il sensore scarpa è opzionale; il passo viene rilevato anche dal sensore di movimento integrato nel dispositivo che tiene traccia dei nostri allenamenti; non è sofisticato come altri prodotti dedicati, ma è sicuramente interessante per calcolare in maniera approssimativa calorie consumate e strada percorsa, magari nella vita di tutti i giorni, in ufficio o nel tragitto da casa al lavoro.
Nel nuovo iPod nano abbiamo anche un orologio (anche se sono spariti numerosi quadranti rispetto al modello precedente), un’applicazione per la gestione dei Podcast e un sistema per registrare note audio. Quest’ultima funzione viene richiamata unicamente se colleghiamo cuffie con microfono.
Da segnalare l’autonomia: Apple assegna ad iPod nano 30 ore in riproduzione; mettendo una playlist in loop con collegate delle cuffie e il volume al punto medio abbiamo abbondantemente superato questo limite, arrivando a circa 34 ore. La ricarica da zero di tre ore promessa da Apple risulta sostanzialmente mantenuta, abbiamo infatti ricaricato iPod nano in due ore e 55 minuti.
Conclusioni
In definitiva il nuovo iPod nano è, come dice Apple, il miglior iPod nano mai creato? La risposta per molti aspetti è sì. Si tratta di un significativo passo avanti rispetto al modello di sesta generazione grazie prima di tutto al ritorno al passato, a quella forma rettangolare che ha dimostrato a nostro giudizio di saper fornire il miglior rapporto tra funzionalità ed approccio ergonomico. L’iPod di settima generazione fornisce così subito una sensazione di famigliarità, sia dal punto di vista della qualità che del controllo del dispositivo, impressione che viene confermata dopo pochissimo tempo di utilizzo. E questo vale sia per coloro che, come chi scrive, hanno sostanzialmente usato tutti gli iPod dalle origini ad oggi, sia per quei pochi appassionati di musica che sono nuovi alla piattaforma.
iPod nano di settima generazione non è migliore solo di iPod nano di sesta generazione ma anche di quello di quinta generazione. I bottoni che prendono il posto della rotella e con i quali controlliamo molti degli aspetti funzionali del dispositivo per molti utenti potrebbero giustificare il passaggio da vecchi prodotti al nuovo. Anche il Bluetooth è un fattore fondamentale, utile non solo in casa ma anche per chi usa iPod nano per il fitness, mentre lo schermo più grande di sempre è un bonus che molti apprezzeranno. A frenare l’acquisto potrebbe essere il costo che, benché giustificato dai contenuti, è largamente al di sopra di quello di altri player. Il peggior concorrente del nuovo iPod nano potrebbe però essere l’iPod touch di quarta generazione da 16 GB, ancora in vendita, che è sì più pesante e più grande, ma che per 40 euro in più apre le porte del mondo iOS e oltre a questo continua a garantire la compatibilità con l’enorme ecosistema di accessori, cosa che, almeno per ora, l’iPod nano con il suo connettore Lightining non garantisce.
Pro
Design ed aspetti ergonomici molto curati
Leggero e sottile
Interfaccia intuitiva
Bluetooth
Contro
Mancanza del Wi-Fi
Manca un altoparlante integrato
Schermo di qualità non eccelsa
Prezzo elevato
Prezzo al pubblico
179 Euro, disponibile presso i rivenditori Apple e presso Apple Store online