Dei mattoncini luminosi di Nanoleaf se ne parla spesso: li abbiamo spesso incontrati in fiera (qui e qui): Nanoleaf Canvas Starter Kit è sostanzialmente la parte primaria del Kit del modello Canvas ad elementi quadrati, la base dalla quale si inizia a comporre la propria idea, abbellendola poi con altri set, acquistabili anche in un secondo momento.
Anche noi abbiamo ceduto alla tentazione, ed eccoci qui a raccontarvi com’è.
Nanoleaf Canvas Starter Kit è un po’ come i LEGO
Per chi non le conosce, le luci da parete Nanoleaf sono in pratica piastrelle luminose, che si possono attaccare ovunque, dal muro alla ceramica e persino ai mobili. Le piastrelle si comandano tramite il tocco oppure via Wi-Fi da dispositivi mobili come iPhone, iPad o Android.
L’idea è quella di offrire un set base, composto nel nostro caso da quattro piastrelle, l’alimentatore, dai connettori (poi capiremo che cosa sono) e dagli adesivi.
Una volta installato il Nanoleaf Canvas Starter Kit, è possibile implementarlo con altri set, attingendo dalla stessa famiglia: i set si “incastrano” l’uno con l’altro formando delle figure luminose che poi possono essere controllate via App (fino ad un totale di 500 elementi se ci si attrezza con il corretto numero di alimentatori).
Al pari delle più famose Lego, i vari set possono essere acquistati anche in momenti diversi, e la figura può essere composta un po’ alla volta nel tempo, permettendo così di diluire l’investimento, anche se serve dire che i mattoncini, una volta incollati al muro, non possono essere staccati (nel senso che vista la tenacia del biadesivo sarà difficile non portarsi via l’intonaco ma potete sempre usare una superificie intermedia).
Master e slave
I mattoncini sono tutti uguali e c’è estrema libertà nella composizione: ognuno di essi è composto da una superficie frontale che, oltre ad illuminarsi, è anche touch e una inferiore sagomata per l’attacco alla parete, con quattro alloggi per i connettori.
Questi ultimi permettono il passaggio sia dell’alimentazione che del segnale, offrendo appunto la libertà di composizione, a patto che le varie piastrelle offrano un minimo punto di contatto l’una con l’altra.
Dopo aver provato il tutto su un tavolo, abbiamo deciso di attaccarle al muro, operazione che prevede un po’ di pazienza ma che non è affatto difficile, grazie anche agli adesivi presenti in scatola (che si possono sostituire probabilmente con dei semplici bioadesivi da muro.
Nonostante le piastrelle (che hanno una dimensione di 15 cm di lato, per circa 8 mm di spessore) siano intercambiabili tra loro nella posizione, si dividono in una “master” e altre “slave”: la prima ha una piccola pulsantiera che offre i comandi essenziali come il cambio di set di luci, l’accensione o spegnimento, la luminosità e l’attivazione della musica (come vediamo tra poco).
Detto fatto, essendo comunque touch, tutte le piastrelle permettono di attivare alcuni comandi, come impostato nell’App, per cui ci si rivolge alla piastrella master solo per comandi specifici, se non fosse che il più delle volte le si comanda da remoto.
E luce fu
Una volta collegata all’alimentazione e accesa, serve scaricare l’App per i dispositivi mobile ed eseguire il processo di inizializzazione, seguendo le istruzioni dell’App, che dura non più di cinque minuti sotto rete Wi-Fi.
Da questo punto di vista l’App è fatta molto bene, tutte le istruzioni sono in italiano e non è necessario essere degli esperti per completare il set-up: il sistema è anche compatibile con i vari Alexa, Google Assistant e Apple HomeKit per chi vuole approfondire le automatizzazioni e le integrazioni del caso. In ottica Windows, Nanoleaf Canvas Starter Kit è anche compatibile con il sistema Synapse di Razer, in modo da avere un coordinato tra mouse, tastiera, casse e, volendo, anche HUB Thunderbolt 3.
Tramite l’App è possibile gestire ogni più piccolo particolare del set, dal colore alla frequenza, programmare l’accensione e lo spegnimento temporizzati e automatici, fare in modo che le luci “ascoltino” la musica del Device che le controlla e si comportino di conseguenza, creando un interessante effetto “strobo” e anche creare dei set da gestire in modo dinamico a seconda dell’occasione.
Controlli (sin troppo) avanzati
Se la parte inziale della gestione delle luci via App è semplice, così come il controllo da parte di servizi terzi (come HomeKit o Alexa), all’interno dell’App sosta una seconda parte che non lo è affatto.
La gestione dei set, delle luci all’interno del set e della personalizzazione certosina degli aspetti delle luci è da un certo punto di vista molto dettagliata, dall’altro abbastanza complessa, tanto che per dominare il tutto serve investirci abbastanza tempo e prove.
Il tutto è gestito da “set”, che vanno attivati uno alla volta: di set di default ce ne sono molti e molti altri sono liberamente scaricabili e evitabili, così come c’è ampia libertà di crearne altri da zero.
Ma il punto è che l’interfaccia non è proprio familiare: gli step dentro l’editing di un set sono molti e capita spesso di perdersi nelle opzioni o nei livelli e sottolivelli di personalizzazione di ogni aspetto con la pessima abitudine di chiedere conferma del salvataggio ad ogni esplorazione, anche se non sono fatte modifiche in merito.
Quello che appare è che il sistema sia pensato più per installatori ad hoc che per utenti finali o, meglio, che gli utenti finali siano invitati ad usare facilmente i set già pronti ma che per eseguire una personalizzazione di ogni tipo il tutto sia pensato per un ambiente “Pro”. Tutti questi controlli restano vivi solo all’interno dell’App proprietaria e non sono gestibili al di fuori.
Considerazioni
Chi scrive ammette di essere molto soddisfatto del Nanoleaf Canvas Starter Kit, che sfoggia in modo orgoglioso in ogni webinar e che in futuro, probabilmente, amplierà con un altro set.
La resa finale è molto bella, la luce è chiaramente ambientale e, se magari non è pensata per far leggere un libro, offre chiaramente un impatto davvero interessante e per certi versi unico nel mercato, data la varietà di illuminazione e capacità da una parte e la raffinatezza del software interno dall’altra.
Il costo, purtroppo, non è proprio popolare: circa cento Euro per il kit base e qualche cosa di più per le estensioni, che sono un prezzo abbordabile per chi magari decide di inserire il budget in una ristrutturazione ma forse alto per un utente che le vede come uno sfizio da acquistare. Costa più o meno come una buona lampada, ma non fa altrettanta luce, seppure offre capacità di personalizzazione infinite rispetto ad una lampada classica e con controllo smart invidiabile (con il quale, se siete bravi, potete fargli fare davvero qualsiasi cosa).
Pro:
• Design molto interessante
• Capacità di personalizzazione incredibile
• Controlli smart e touch
• Il set base può essere ampliato all’infinito
Contro:
• La personalizzazione diventa complessa da un certo punto in poi
• Il prezzo è alto
Prezzo:
• 99,99 Euro (Nanoleaf Canvas Starter Kit)
• 79,99 Euro (Nanoleaf Canvas Expansion Pack 4)
• 182,75 Euro (Nanoleaf Canvas Expansion Pack 9)
Nanoleaf Canvas Starter Kit è disponibile dal sito web della casa madre ma lo potete trovare più comodamente anche presso Amazon.it