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Recensione MyCloud Home Duo, il (vero) cloud casalingo

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Parlare di MyCloud Home non è facile, perché seppure alla presentazione in Italia ci avessero annunciato che si trattava di un Cloud casalingo,  lo immaginavamo come un prodotto diverso.

Nel senso, quando abbiamo visto il “vecchio” MyCloud Mirror in redazione (qui la recensione), si trattava in effetti di un dispositivo pensato per il cloud, che però ereditava in modo naturale molte routine presenti nei NAS (come la possibilità di essere usato in modo tradizionale per lo storage di dati, via SMB o AFP, oppure come server per Plex), tanto che l’abbiamo messo all’interno della nostra selezione dei migliori NAS da salotto.

MyCloud Home

Invece MyCloud Home è un prodotto molto diverso: da un certo punto di vista è la naturale evoluzione di MyCloud Mirror, dato che anche esteticamente ne ricarlca l’impronta, pur con uno stile molto più personale.

Ma è soprattutto nell’interfaccia software che le differenze appaiono diverse: MyCloud Home è, come dice il nome, un vero cloud casalingo, uno spazio allocato fisicamente in salotto, in camera o in cantina (ma attenti all’umidità) e che si rende disponibile ovunque, tanto dentro quanto fuori casa, con una semplicità disarmante a patto però di lasciare che il software faccia il proprio lavoro senza… disturbare.

Questa differenza, per chi come chi scrive conosce bene il mondo del NAS, appare ben chiara sin da subito, dalla procedura d’installazione, laddove la differenza con un NAS tradizionale è palese, nel bene e nel male.

MyCloud Home
L’App per smartphone, qui su iPhone

MyCloud Home, primo contatto

Fuori dalla scatola, l’installazione si fa in un batter d’occhio: basta collegare alimentazione e cavo Ethernet ad un router, scaricare l’App per iPhone o Android e seguire le istruzioni.

Paradossalmente, se non avete mai avuto un NAS o se non siete degli “smanettoni” farete di certo prima, perché le procedure di installazione sono molto ben profilate da risultare in alcuni passaggi davvero troppo semplici per chi è abituato a processi di ben altra pasta.

In un quarto d’ora o venti minuti al massimo si passa dalla scatola chiusa al prodotto funzionante su smartphone, e con altri cinque minuti (e una App da installare) anche con il disco montato su Mac.

Il funzionamento dell’App mobile appare del tutto simile ad un servizio cloud classico: è possibile caricare foto e video dal telefono, manualmente o automaticamente, si possono visualizzare i file nel disco remoto anche in 3G/4G, è possibile anche comunicare con altre App condividendo i documenti (seppure qualche passaggio qua e la è un po’ legnoso, ma tutto funziona) e ovviamente è anche possibile generare link per la condivisione pubblica di uno o più documenti.

Semplice e pulito

L’interfaccia dell’App è pulita e sobria, funzionale a chi non ha mai usato un disco remoto e non può o non vuole imparare i tecnicismi che servono per l’uso di un NAS vero e proprio, che fa le stesse cose ma in modo molto più complesso, perlomeno nella fase di preparazione.

La differenza appare però più sostanziosa nella gestione da Mac, o da computer in generale: qui, al pari di ogni altro servizio cloud, tutto è governato da una App (WD discovery) che funge da interfaccia per il disco.

Una volta avviata l’App ed eseguito il login, il disco è montato sulla scrivania e da li è possibile interagire come si trattasse di un disco locale, utilizzando documenti e cartelle a piacere.

L’App, che mostra una icona nella barra dei menu, offre una interfaccia minimalista a schede, dove è possibile controllare lo stato del disco MyCloud (ma anche di altri dischi Western Digital locali), installare alcune App o servizi e anche funzionare da backup per altri servizi cloud o social media come Dropbox, Google Drive, OneDrive, Amazon Drive, Facebook e Instagram.

Come ogni cloud ovviamente anche MyCloud ha una interfaccia via web, che risulta essenziale per vari motivi, primo tra tutti la possibilità di condividere, visualizzare e scaricare i propri documenti da altri computer.

Dal web è possibile anche invitare amici e colleghi e gestire una parte del dispositivo, creando un account e condividendo con loro lo spazio: il processo è totalmente automatico e basta una mail, MyCloud fa tutto il resto.

L’App di gestione qui su Mac

Un cloud hardware

Alla fine della prova possiamo dire con assoluta certezza che MyCloud Home è sostanzialmente un vero cloud casalingo, il primo a memoria di chi scrive che può davvero vantarsi di tale titolo: MyCloud Mirror, ad esempio, era una sorta di ibrido tra un NAS facilitato e un servizio cloud, nel senso che poteva essere usato in entrambi i modi, mentre questo device è solo e unicamente un cloud, con la piccola differenza che sta a casa nostra.

Il che è allo stesso tempo un bene e una perplessità, dovuta senza dubbio al fatto che si tratta di un modo nuovo di concepire l’hardware.

Le App sono fatte bene, l’interfaccia è deliziosa e molte routine sono del tutto automatizzate, in modo che anche chi non ha mai visto un NAS può benissimo usare MyCloud Home in tutte le sue potenzialità, da smartphone come da Mac o PC Windows, da casa quanto da fuori.

E questo è positivo, perché in questo modo abbiamo i vantaggi di un servizio cloud senza però il costo dell’abbonamento da una parte e senza i problemi di privacy dall’altra, con anche la possibilità di attivare il RAID integrato, dimezzando la capacità del disco ma ottenendo un doppio salvataggio.

Le perplessità riguardano il vincolo totale alle App, senza le quali il disco non è gestibile: l’accesso senza App può essere fatto solo come ospite in SMB, oppure per la gestione di Time Machine su macOS (anche qui come ospite), e chiaramente mancano tutti i servizi tipici di un NAS, ai quali però in tutta onestà probabilmente chi acquista questo device non è interessato.

I servizi disponibili ci sono, ma chiaramente il prodotto non è pensato per questi

Considerazioni

L’uso ottimale di questo prodotto è quindi quello di essere posizionato ovunque, tanto dentro un armadio quanto vicino alla TV, perché non fa (troppo) rumore e perché ha un design curato, e di essere gestito per il deposito dei documenti da Mac, prelevandoli poi da smartphone o tablet, o viceversa, con annessa copia di backup automatica delle foto e dei filmati da mobile (che è sempre una buona cosa, specie su iOS dove il servizio iCloud offre solo 5 GB di spazio), anche se ci sarebbe piaciuto vedere una App ottimizzata su iPad

Tra i bonus la possibilità di condividere una parte del disco con amici, familiari e colleghi (ma non lo vediamo molto da ufficio, molto meglio a casa) e anche di eseguire un backup della propria attività social (perlomeno con Facebook e Instagram).

Se avete altre velleità di servizi, elasticità e diversificazioni più “business” meglio optare altrove e non lasciarvi tentare dall’offerta comunque interessante considerata la capienza a cui può arrivare: Western Digital offre NAS più completi a cui fare affidamento, anche se però al costo di doversi rimboccare le maniche per la configurazione, che qui è a prova di utente novello.

Pro:

• Design piacevole, ottimo per il salotto
• App molto integrate e funzionamento piacevole
• È un vero servizio cloud in casa, molto diverso da un NAS

Contro:

• L’hardware dipende tutto dalle App
• È un vero servizio cloud in casa, molto diverso da un NAS

Prezzo:

• 297,00 Euro (versione 4 TB)
• 330,00 Euro (versione 6 TB)
• 384,00 Euro (versione 8 TB)
• 462,00 Euro (versione 12 TB)
• 589,00 Euro (versione 16 TB)
• 859,00 Euro (versione 20 TB)

Trovate MyCloud Home in moltissimi negozio della penisola, oppure online nel sito ufficiale, ma è disponibile, in vari tagli, anche su Amazon.it in versione a singolo o doppio disco

REVIEW OVERVIEW

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