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Inutile negarlo, al giorno d’oggi esistono smartphone e phablet davvero potenti, dotati di hardware particolarmente performanti, ma quando si apre la confezione, manca sempre l’effetto sorpresa. Negli anni si è assistito ad una “standardizzazione”, e molti dei dispositivi attualmente disponibili sul mercato, soprattutto, sul panorama Android, sembrano copie di altre copie. Moto Z Play, grazie ai MotoMods, riesce, invece, a prendere le distanze, proponendo un concetto di smartphone modulare che può funzionare, come abbiamo potuto sperimentare nel corso di un recente test.
All’apertura, a stupire, non è tanto l’aspetto del terminale, che in realtà ricorda molto da vicino il Moto G4, testato da Macitynet a questo indirizzo, quanto la parte posteriore, dove sulla parte bassa insistono 16 contatti magnetici, che servono appunto ad “alimentare” la magia della trasformazione. E’ qui, infatti, che vengono letteralmente attratti i Mods. Di questo, se ne parlerà più avanti.
Quel pulsante sprecato
Come già accennato, Moto Z Play ha una parte frontale particolarmente simile a Moto G4 Plus, ereditando da questo pregi e difetti. Tra i primi un aspetto decisamente elegante, con un sensore per il riconoscimento delle impronte digitali particolarmente performante e reattivo, che riesce a sbloccare il dispositivo con il semplice sfioramento anche dallo stand by, senza necessità di accendere preventivamente lo schermo. Il tasto non è tattile e non ha alcuna funzione di tasto Home o indietro. E’ questo, che in un terminale così performante ed elegante, risulta assolutamente inconcepibile. Si tratta, infatti, di un tasto che sembra “buttato” lì senza alcun motivo. Serve sì a sbloccare il terminale, o anche a bloccarlo, ma senza altra possibilità. Insomma, tanto spazio occupato per nulla: accanto al tasto, infatti, non sono presenti i classici pulsanti a sfioramento Home e indietro, che invece sono virtuali e vanno ad occupare parte dello schermo. A questo punto, allora, avrebbe avuto più senso creare un tasto multifunzionale, eliminando i tasti virtuali.
Il terminale ha dimensioni generose, pari a 156.4 x 76.4 x 7 mm , con un peso di poco superiore ai 160 grammi. Se non li avessimo letti sulla carta, però, ci sarebbe parso decisamente più leggero. Sarà che si impugna bene, sarà che i materiali lo rendono piacevole al tatto, ma il peso è assolutamente ben distribuito. Mentre si tratta di un unibody, all’interno del pack è presente una back cover in plastica, che va a coprire e proteggere i pin posteriori quando non è presente un MotoMods. La cover rende la presa ancor più salda e meno scivolosa, ma intacca un po’ l’estetica del terminale, che sembra meno premium rispetto a quanto, invece, lo si osserva “nudo”.
Caratteristiche tecniche
Il display, con un’ampia diagonale da 5,5 pollici, e risoluzione FullHD, usa tecnologia Super AMOLED, molto bello a vedersi e leggibile sia in ambienti chiusi, che all’aperto. Il sistema operativo, praticamente un Android 6.0.1 stock, se non fosse per alcune personalizzazioni dovute ai MotoMods, comunque non assolutamente invasive, è ben supportato dalChipset Qualcomm Snapdragon 625, CPU Octa-core 2.0 GHz Cortex-A53, e dallaGPU Adreno 506.
La memoria integrata è da 32 GB, espandibile tramite MicroSD, sacrificando una delle due SIM. Al di là dei numeri su carta, Moto Z Play è assolutamente reattivo, mai un segno di incertezza o rallentamento durante il nostro intenso utilizzo quotidiano. Funziona tutto bene, dalla lettura di mail ai vari software di messaggistica, per passare anche ai giochi o alle app di qualsiasi tipologia. Il tutto, per gli amanti dei numeri, si traduce in un punteggio AnTuTu superiore ai 61 mila punti. Insomma, un terminale che nulla ha da invidiare ad altri top di gamma più costosi.
Tra le caratteristiche che davvero possono essere invidiate da possessori di altri terminali Android il Moto Display. Basta muovere il dispositivo o semplicemente prenderlo in mano per attivare una schermata in bianco e nero, dove vengono mostrate tutte le notifiche in entrata, potendo anche leggerle o cancellarle con un semplice tocco. Inoltre, tra le personalizzazioni software da tenere in considerazione, anche quella che permette, con un semplice slide dal basso verso l’alto, di ridurre la diagonale del display, in modo da avere virtualmente uno schermo più piccolo, da poter gestire con una sola mano.
Multimedia
Il reparto fotografico è affidato ad un sensore da 16 MP sulla parte posteriore, con apertura focale f/2.0, laser autofocus, dual-LED (dual tone) flash, in grado di registrare video 2160p@30fps, 1080p@30fps, 720p@120fps. La camera anteriore, invece, è da 5 MP, ma integra un Flash LED, che permette di scattare selfie anche in condizioni di buio pesto. Non fa miracoli, ma il Flash anteriore è una caratteristica che di rado si vede su un terminale. Di seguito una galleria di foto scattate direttamente con lo smarthphone, non ritoccate in alcun modo.
MotoMods
Premesso, dunque, che Moto Z Play è un telefono performante e funzionale, come ormai tutti i dispositivi di questa fascia, il motivo per cui preferirlo ai tanti sulla scena sono i MotoMods. Si tratta di hardware aggiuntivi, di add-on, da attaccare letteralmente al retro del terminale. Abbiamo avuto occasione di testare la JBL SoundBoost e il modulo fotografico Hasselblad.
Mentre il reparto sonoro di questo Moto Z Play è già abbastanza performante di suo, in media, se non superiore, a molti altri della stessa fascia, JBLSoundBoost aggiunge ovviamente qualcosa in più. Il suono risulta molto più corposo, con un volume più alto e certamente adatto a party improvvisati, o durante un picnic fuori porta. Grazie al suo stand, permette di mantenere il terminale in posizione landscape su una qualsiasi scrivania. Attivare il MotoMods è assolutamente semplice e intuitivo: si aggancia magneticamente sul retro ed è subito attivo. Nessuna configurazione, e nessun setup è richiesto. Quando si sta riproducendo una qualsiasi canzone sul terminale, attaccando la cassa, questa inizierà automaticamente la riproduzione. Peraltro, non bisogna pensare che la cassa intacchi l’autonomia del terminale, dato che questa KBL SoundBoost è dotata di una propria batteria integrata, che assicura, secondo il produttore 10 ore di riproduzione continua.
Il modulo Hasselblad, inutile negarlo, è probabilmente quello che, insieme al Moto Insta-Share Projector, risulta il più interessante. Si tratta di un componente che trasforma il terminale in una vera e propria macchina fotografica, anche dal punto di vista estetico. Punto di forza del modulo è certamente lo zoom ottico 10x. Ed infatti, se per scattare foto ravvicinate, durante l’uso quotidiano ci si servirà più facilmente della camera del dispositivo, il modulo potrà invece risultare utile nei momenti in cui è necessario lo zoom, per foto sicuramente degne di nota. In calce, alcuni esempio di quanto il modulo Hasselblad possa effettivamente trasformare l’esperienza di scatto di uno smartphone. Di seguito scatti in notturna, e di giorno, con zoom al massimo su Moto Z Play, iPhone 6s e Moto Z Play con modulo Hasselblad.
Conclusioni
Moto Z Play è un ottimo terminale, funziona bene nel quotidiano e non teme confronti con altri top di gamma. Ottima l’autonomia, anche se la scelta del sensore di impronte è poco felice. Da scegliere per la sua capacità di trasformazione.
Su Amazon costa intorno a 400 euro; i MotoMods, ovviamente, possono essere acquistati a parte.
PRO
- Esteticamente piacevole
- Si tiene bene in mano
- Moto Display
- MotoMods
- Sensore impronte reattivo…
- Bilanciere volume elegante…
CONTRO
- … ma senza altre funzioni
- … ma si fatica a distinguere i tasti