Del monopattino elettrico di Kawasaki, distribuito in Italia da Puro, vi abbiamo già parlato qualche mese fa in occasione della presentazione ufficiale. Più di recente abbiamo avuto l’opportunità di provarlo sul campo per cercare di capire quanto può essere effettivamente efficace negli spostamenti in città e se è davvero in grado di sostituire in qualche occasione l’automobile o la bicicletta.
Il vuoto normativo è tutto italiano
Il test ci ha permesso di tornare un po’ bambini e per questo è stato senza ombra di dubbio divertente, ma le difficoltà nel suo reale impiego quotidiano non sono poche specialmente in Italia, dove l’attuale vuoto normativo di fatto non riconosce l’esistenza di questa tipologia di veicolo. Nel momento in cui scriviamo il monopattino elettrico non può circolare in strada (il divieto di transito su carreggiata pubblica è sanzionato con una multa di 24 euro) in quanto non è né un acceleratore di andatura né un ciclomotore con obbligo di casco e assicurazione e neppure un veicolo a pedalata assistita: pertanto rientrerebbe nella categoria di veicoli da sottoporre a omologazione.
Il problema è che in teoria non sarebbe nemmeno possibile utilizzarlo su una pista ciclabile perché, secondo la definizione del Codice della Strada, «Questa parte della strada è riservata esclusivamente ai velocipedi» e il monopattino elettrico, come accennato, non rientra in questa categoria. Per quanto riguarda la circolazione su marciapiede permane l’incertezza normativa ma non si può escludere il rischio di essere fermati dai vigili che potrebbero contestare l’utilizzo del veicolo in questione applicando, anche in questa occasione, una sanzione per divieto di circolazione su marciapiede. Insomma, per non incorrere in una multa bisognerebbe farlo volare…ironia a parte, vi raccontiamo come sono andati i nostri test.
Com’è fatto
Per i dettagli estetici vi rimandiamo alle nostre foto mentre per farvi avere un’idea delle sue reali dimensioni vi diciamo che, quando chiuso, il monopattino misura all’incirca 107 x 30 x 21 centimetri. Un ingombro pressoché minimo specialmente se lo si posiziona in verticale all’interno di un armadio, ma che si fa sentire dal punto di vista del peso, pari a circa 11 chilogrammi.
Non sono affatto pochi e si sentono tutti nel momento in cui dovrete trasportarlo a mano ad esempio su per una rampa di scale o per attraversare un suolo vietato. In questo senso il problema più grande risiede nell’assenza di una maniglia o di un sistema per impugnarlo agevolmente, inoltre il peso non è distribuito uniformemente, gravando principalmente sulla parte anteriore del monopattino: perciò imbracciarlo anche solo per qualche decina di metri può essere davvero l’ultimo dei desideri e la prima delle ansie nel momento in cui si ripresenterà anche solo per una seconda volta la necessità di sollevarlo da terra.
La pedana è davvero ampia (circa 51 x 13 centimetri) e pertanto è davvero sinonimo di comodità quando la si cavalca durante gli spostamenti in città. E’ leggermente inclinata, con la parte frontale maggiormente sollevata da terra rispetto alla parte terminale (rispettivamente misura 14 centimetri da terra davanti e 12,5 centimetri da terra sul retro).
Il manubrio è molto spesso (diametro 5,5 centimetri al cui interno è installata anche la batteria) e alla sua estremità c’è il manico, molto ampio (40 centimetri da una parte all’altra, 103 centimetri da terra) ma che può essere ripiegato per ridurne gli ingombri durante il trasporto. E’ sufficiente tirare ciascuna delle due parti verso l’esterno per tendere la molla, quindi fletterle verso il basso: viceversa, quando si prepara il monopattino per la corsa, basta tirarle verso l’alto e con uno scatto si bloccheranno automaticamente nella giusta posizione.
Con ruote da 6.5‘’, tutto il monopattino è realizzato in metallo davvero molto robusto e apparentemente capace di resistere brillantemente ad urti e cadute, come tra l’altro dimostrano i moltissimi graffi e piccole ammaccature realizzate dal precedente proprietario. I manici sono come detto ampi, comodi da impugnare e rivestiti in gomma, mentre la pedana è rivestita in gran parte da uno strato simile alla carta vetrata e che assicura un’eccellente aderenza della suola in gomma delle scarpe.
Sulla ruota posteriore c’è un parafango al di sotto della quale abbiamo notato la presenza di una piastra metallica: il manuale non ne fa menzione e non sappiamo se può essere utilizzata come freno di emergenza, ma nelle nostre prove non abbiamo tergiversato in tal senso, apprezzandone effettivamente la sua efficacia specialmente nelle piccole frenate utili a correggere la traiettoria quando ci si muove ad alte velocità.
In teoria sul manico ci sarebbe anche un display dove vengono riportati velocità, chilometri percorsi ed altre statistiche e, sulla parte anteriore, un sistema di LED che si possono accendere per garantire una migliore visibilità del veicolo in movimento al crepuscolo. Purtroppo gli utilizzatori precedenti non sono stati troppo gentili nei test rendendo inutilizzabile questa componentistica. Tuttavia per le misurazioni dei nostri test ci siamo affidati all’app Runtastic su iPhone, rigorosamente in tasca, potendo così avere un’idea più o meno realistica di velocità e autonomia.
Come funziona
Utilizzare il monopattino (potenza 250W) è facilissimo ma nei primi minuti è necessario prendere dimestichezza con il mezzo possibilmente in un’area ampia e isolata. E’ sufficiente ruotare leggermente parte del manico destro (c’è una sorta di manopola larga pochi centimetri) per accelerare. Una delle cose con cui bisogna prendere confidenza riguarda proprio la dosatura dell’acceleratore: pochi millimetri di rotazione corrispondono ad una potente partenza, con il rischio di sbandare in pochi metri.
Ma se è sufficiente qualche decina di minuti per imparare a dosare il sistema soprattutto nelle partenze da fermi, rimane molto più difficile frenare (ruotando la manopola nel senso opposto) senza cadere: il sistema frenante è molto potente e più di una volta il monopattino si è sbilanciato in avanti sollevando leggermente la ruota posteriore obbligandoci a saltare prontamente dalla pedana per evitare di cadere rovinosamente a terra. In realtà nelle settimane intercorse tra una prova e l’altra non ci siamo mai abituati del tutto, preferendo il “freno a pedale” schiacciando il parafango sulla ruota posteriore.
La frenata in questi casi è molto più lunga e perciò la guida richiede particolare attenzione: non sono rari i casi in cui, specialmente se si utilizza il monopattino al massimo della velocità, può essere necessario frenare in pochi metri. Una papabile soluzione potrebbe essere quella di combinare una leva per il freno gestibile con la mano sinistra oppure, per mantenere gli ingombri al minimo, dare almeno un margine più ampio alla rotazione della manopola per gestire accelerazione e frenata.
Test sul campo
Il monopattino offre la stessa praticità e controllo di quelli comuni che si muovono con la spinta del piede. L’unica differenza è che qui i piedi non dovranno scendere dalla pedana e la fatica durante la corsa è pari a zero.
Inoltre raggiunge alte velocità: in un nostro test, che ci ha visto percorrere una lunga ciclabile in un orario poco affollato, abbiamo mantenuto una velocità media di 17 Km/h ed una massima, probabilmente nei punti di lieve discesa, di ben 25 Km/h. C’è da dire che chi scrive ha una corporatura piuttosto minuta, pari ad un’altezza di circa 170 centimetri ed un peso di appena 54 Kg: come ci conferma lo stesso manuale di istruzioni, velocità e autonomia del monopattino sono influenzati anche dal peso del pilota, oltre che dal terreno percorso, dalla pendenza e dall’andatura impostata tramite l’acceleratore.
In una prova atta a valutare l’autonomia del monopattino siamo riusciti a percorrere 10,8 Km in 38 minuti. Abbiamo mantenuto l’accelerazione quasi costantemente al massimo consentito, percorrendo lo stesso percorso precedentemente citato, quindi il più agevole possibile per un veicolo di questo tipo.
Considerando il nostro peso e la tipologia del terreno, il dato ci aveva inizialmente scoraggiati in quanto manuale, confezione e sito web riportano un’autonomia media di 20 Km. Abbiamo così chiesto lumi in proposito e il produttore ci ha invece fatto notare che quello riportato praticamente ovunque è un errore dell’azienda: l’autonomia del monopattino è in realtà di 10 Km e in base a quanto appreso è proprio grazie alla nostra segnalazione che starebbero già correggendo manualistica e tutto il resto con il valore corretto.
Sapere che il monopattino può percorrere – nella migliore delle ipotesi – massimo dieci chilometri è fondamentale per “costruire la propria strategia”. Bisognerebbe infatti farsi due conti, magari affidandosi alle mappe dello smartphone, per misurare la distanza degli spostamenti previsti e se possibile tenersi qualche chilometro di margine per essere sicuri di non restare a secco di energia. La batteria (da 4.000 mAh) si ricarica in circa 3 ore e un monopattino scarico a metà del tragitto non è conveniente.
Spingerlo come un monopattino classico, con cui in questi casi verrebbe spontaneo farne un confronto, non è per niente agevole. In primo luogo perché la ruota anteriore, quella cioè motorizzata, offre un po’ di resistenza, costringendoci quindi ad impiegare una forza maggiore e raddoppiando perciò anche la fatica, visto che dovremo muovere un veicolo spento che pesa quasi 11 chilogrammi. In più l’altezza della pedana da terra (ricordiamo di 12–14 centimetri) non aiuta, dovendo quasi scendere con una gamba per ogni spinta. In casi come questo la soluzione forse più conveniente anche dal punto di vista dell’affaticamento è scendere e trascinarlo a mano come si farebbe con una bicicletta e completare il tragitto a piedi.
Conclusioni
Come si è appreso in queste righe non sono pochi i limiti che bisogna accettare nel momento in cui si sceglie il monopattino elettrico di Kawasaki (sigla ufficiale KX-FS6.5 Folding Scooter) per semplice svago o per reali spostamenti in città. Chi ne valuta l’acquisto deve inoltre tenere in considerazione che è vietato l’utilizzo ai minori di 8 anni e fino ai 16 anni la circolazione deve essere eseguita alla costante attenzione visiva di un adulto. La certificazione IP54 ne rende possibile un utilizzo senza pensieri all’aperto (in quanto protetto dalla polvere e dagli spruzzi d’acqua) purché chi lo cavalca abbia un peso compreso tra i 30 e i 100 Kg.
Lo svantaggio più grande è dovuto dal vuoto normativo attualmente vigente nel nostro paese, la cui circolazione è a rischio multa praticamente ovunque.
Prezzo al pubblico
Il monopattino di Kawasaki è distribuito da Puro e costa 529,99 euro. Lo potete comprare direttamente dal sito ufficiale.