In questa recensione di Markdown scopriamo perché si tratta dell’unico ebook da leggere per gli utenti Mac che desiderano imparare il linguaggio di scrittura testuale più gettonato del momento. L’ebook guida passo a passo anche chi comincia da zero, fino a diventare un mago di Markdown. Ancora, l’ebook Markdown è anche un ottimo esempio di come si possono fare i libri per la piattaforma di Apple, iBooks, che con Mavericks sbarccherà presto anche su OS X.
Quando John Gruber ha creato il Markdown, aveva in mente di realizzare una sintassi per formattare documenti di testo semplice (TXT) in HTML. Era pensato per chi scrive per il web, ed era implementata come plug in per sistemi online (Movable Type e Bloxsom) e app per la scrittura (BBEdit). L’obiettivo era dare la possibilità a chi scrive in Markdown di creare documenti facili da scrivere e facili da leggere, capaci poi di essere convertiti in pagine HTML/XHTML strutturalmente corrette. Con il tempo, l’obiettivo è cambiato e la comunità in rete ha adottato il progetto open source di Gruber (uno dei più autorevoli blogger del mondo Apple, tra le altre cose), utilizzandolo come motore per una serie piuttosto ampia di app e generando anche una versione “estesa” del Markdown, chiamata MultiMarkdown, capace di aggiungere una serie piuttosto ampia di funzionalità.
A cosa serve il Markdown
Lo scopo del Markdown è diventato così quello di funzionare da sintassi unica per creare documenti in formato di testo semplice (TXT) e poterli poi esportare in miriadi di altri formati: dalle pagine HTML/XHTML a RTF, DOC e DOCX, PDF, LATEX e via dicendo. Perché? La risposta è semplice: generiamo tantissimo testo in “contenitori” (il tipo di file in cui salviamo il documento e il software che ci consente di farlo) che oggi sono validi, ma domani? Pensate a chi ha scritto tutti i suoi testi con il vecchio software di videoscrittura WordPerfect. Oppure, per andare ancora più indietro nel tempo: WordStar. Ci sono decine e decine di scrittori famosi che hanno abbracciato quello che negli anni Ottanta era il principale avversario di Microsoft World, non ultimo George R.R. Martin. Ebbene, dalla seconda metà degli anni Novanta WordStar è scomparso: non è più sviluppato o supportato, non è un software open source, il formato non è aperto e quindi richiede un agente e un interprete proprietario. Con il tempo, cambiando i computer, diventa molto difficile se non impossibile installare il software o riuscire ad aprire i documenti di testo salvati in quel formato. Si chiama obsolescenza ed è il principale problema per il futuro delle memorie elettroniche.
La risposta non è mettere tutto in rete ma, secondo un crescente parte di chi utilizza strumenti informatici soprattutto nell’ecosistema Apple, è invece ricorrere ai documenti di testo semplice. Si può dare per inteso che il testo semplice (TXT) possa venir trasportato e “aperto” utilizzando gli standard universali per la codifica dei caratteri. E per quanto riguarda la possibilità di dare struttura e formattazione, ecco che arriva la necessità di ricorrere a un sistema condiviso, open e al tempo stesso facile da utilizzare e sul quale non sia difficile “posare gli occhi”. Se si prova a leggere il codice sorgente di una pagina HTML di media complessità probabilmente all’occhio del lettore medio è molto difficile seguire se non addirittura capire cosa c’è scritto con precisione. Il Markdown si picca di riuscire a far capire anche al profano, a patto di conoscere pochissime regole. E il libro eponimo, Markdown su iBookstore, scritto dagli autori di self-publishing David Sparks ed Eddie Smith si pone esattamente lo stesso obiettivo. Trasformare i lettori in ninja del Markdown!
Il libro
Le dimensioni del file che costituisce il libro, se acquistato su iBookstore, sono il principale problema. Il file principale e tutti i suoi contenuti multimediali (screencast e podcast) occupano quasi un gigabyte di spazio. Non è moltissimo – la dimensione di un gioco complesso per iPad o iPhone – ma comunque troppo anche per un libro a così forte vocazione multimediale. Quando poi si va a vedere il PDF, la forma alternativa con la quale la neonata casa editrice indipendente MacSparky Field Guide mette in commercio i suoi prodotti e che Macitynet ha utilizzato per questa recensione, si scopre che il problema è meno giustificabile di quanto non si pensi. A “pesare” non ci sono soltanto le tre cartelle nelle quali Sparks e Smith hanno accumulato diligentemente tutti i contenuti multimediali (podcast e screencast) più le schermate rilevanti, ma anche il PDF stesso. Il problema è che il libro, generato con iBooksAuthor, il software di Apple per la creazione di libri, è straordinariamente pieno di gradevoli ma sostanzialmente inutili immagini decorative, schermate, altre amenità, con un effetto graficamente molto piacevole ma con un “peso” totalmente fuori controllo per quanto riguarda gli obiettivi del libro stesso. Sommando i 127 MB del libro con i 784 MB degli screencast si arriva a un totale di 867 MB per 135 pagine, che è fuori misura: questo è il principale se non l’unico difetto di “Markdown”. Un difetto “pesante”, però.
La recensione
Il libro richiede la conoscenza della lingua inglese, ovviamente. Non è necessario essere bilingue, ma ci vuole qualcosa di più che non semplicemente la capacità di comprendere un testo scritto, perché la presenza di podcast e screencast (in pratica: video che riprendono l’utilizzo di applicazioni su Mac con la voce del commentatore in sottofondo) portano a un livello di difficoltà maggiore l’inglese. Ma, se si riesce – e con un buon inglese scolastico non ci sono problemi, poiché la pronuncia è quasi sempre chiara e comunque con un vocabolario ristretto al consueto ambiente tecnologico – il libro è davvero piacevole.
Sparks (che ha già pubblicato un’altra decina di libri tra cui uno molto bello intitolato Paperless sempre per la sua casa editrice indipendente) e Smith (giovane e promettente autore esordiente) hanno realizzato un buon libro divulgativo: chiaro e completo. I due spiegano con chiarezza il funzionamento del Markdown, forniscono comando per comando le modalità di operazione della sua sintassi, allargano il discorso al MultiMarkdown, offrono un’ottima contestualizzazione del fenomeno, e poi passano a fare una rapida disamina delle principali app per Mac e per iOS. C’è anche una parentesi riservata all’online e al mondo Windows, con l’unica app per questo settore che fa capire chiaramente come i due siano chiaramente orientati al mondo Apple. Soprattutto Sparks, che nella vita fa l’avvocato per uno studio legale americano ma che è in realtà una “personalità” del mondo Apple online, con blog, podcast e partecipazione a una serie di eventi americani di primaria importanza, nascono tecnologicamente e vivono sulla piattaforma di Cupertino: il loro sguardo al Markdown e al MultiMarkdown è quindi particolarmente adatto ai frequentatori di questo ambiente tecnologico, ma può essere anche di una certa utilità per chi stia passando a Mac e iOS da altre piattaforme tecnologiche.
Il punto di forza
Ci si potrebbe chiedere che bisogno c’è di un libro come questo, che non costa neanche pochissimo (9,99 dollari nella versione americana) quando la rete è piena di tutorial e spiegazioni su come funzionano il Markdown e il Multimarkdown, senza contare che la carrellata volutamente non esauriente di app che i due autori segnalano e recensiscono è certamente inferiore a quel che si potrebbe trovare facendo una carrellata attraverso qualche dozzina di siti nostrani e stranieri. La risposta sta nella felice sintesi, nella chiarezza e nell’essenzialità che i due autori sono riusciti a esercitare nel costruirlo. Questo libro non pretende di esaurire il tema del Markdown però è capace di prendere una persona all’oscuro del funzionamento di questa tecnologia, e fornire le basi per utilizzarla, dargli un’utile giro di orizzonte per capire quali sono le principali e più importanti app sul mercato e che cosa fanno, sino a fornirgli anche la “voce” di alcuni tra i personaggi del mondo Mac intervistati per i podcast, che sono poi dei leader capaci di mostrare i propri flussi di lavoro e quindi far capire non solo cosa è ma anche come si lavora con il Markdown e come sia possibile inserirlo nelle proprie routine quotidiane.
In conclusione
La rivoluzione del Mardown è solo all’inizio. In futuro questo formato ha tutte le carte in regola per avere un ruolo molto importante nella maniera in cui trattiamo il testo. Chi si attrezza per tempo potrebbe trovare delle piacevoli sorprese e questo libro – lungi dal voler essere un testo esaustivo – è comunque un completo punto di partenza per arrivare a capire e dominare il linguaggio e la sintassi creati da John Gruber cinque anni fa.
Una nota sul lavoro dei due autori e su questo libro in generale. Il fenomeno del self-publishing esiste da tempo, ma gli strumenti come iBooksAuthor stanno dando per la prima volta la capacità ad autori già pubblicati (come Sparks) o inediti (come Smith) di fare tutto da soli, con gusto e qualità. Ci sono alcuni errori (la dimensione del libro) che spero in futuro vengano corretti, ma dal punto di vista della qualità dei contenuti questo libro non solo non ha niente da invidiare a ben più blasonate guide tecnologiche, ma è anche un ottimo esempio su cosa si può fare con gli strumenti di Apple.
Pro
Chiarezza e sintesi
Completezza degli argomenti trattati
Divertente e ricco di contenuti multimediali di qualità
Contro
Solo in inglese
Le dimensioni del file sono esagerate: quasi un 1 GB
Sono citate solo app per Apple (iOS e Mac), una sola per Windows
L’ebook Markdown di David Sparks e Eddie Smith costa 7,49 euro da questo link.