Solo per alcuni di macitynet la rotazione di Mac è piuttosto alta, ma per tutti prima o poi serve un modello a cui fare riferimento per diverso tempo: la scelta è caduta sul nuovo MacBook Pro 14 con M3 Pro, un prodotto destinato a grandi successi sia per le caratteristiche tecniche che per l’offerta attuale di Apple.
L’abbiamo provato con una certa curiosità ma anche cattiveria, per capire dove può arrivare e chi deve valutarne l’acquisto, anche confrontato al più economico MacBook Pro 14 M3.
Prologo: la scelta
Qualche sattimana fa vi abbiamo parlato della nostra esperienza redazionale con un MacBook Pro 14 base, equipaggiato con M3: un computer che, come emerge dalle righe di Antonio Dini (che vi invitiamo a leggere perché alcune considerazioni sono comuni, altre nettamente diverse), si è dimostrato più capace e versatile delle aspettative.
Ora facciamo uno scalino in più esaminando il modello superiore, equipaggiato con chip Apple Silicon M3 Pro, il primo veramente completo di tutta la gamma “pro”, che costa un po’ di più, ma che ha caratteristiche sicuramente superiori, ed è anche destinato ad un pubblico più esigente.
La nostra scelta è caduta sul modello standard, con 512 GB di archiviazione SSD e 18 GB di memoria RAM unificata, più che altro perché una configurazione diversa avrebbe richiesto più tempo per averlo (il modello del nostro test è in vendita anche su Amazon).
Il computer è destinato a fare da base per questo e molti altri articoli di macitynet, con mille accessori, ma anche per lavori più verticali come lo sviluppo di app mobile, virtualizzazione, elaborazione fotografica con Photoshop e soprattutto Lightroom, qualche lavorazione video e tanto disegno vettoriale, più molti altri compiti minori più comuni.
Soprattutto il computer è destinato a “sporcarsi le mani” lavorando tanto in studio quanto a casa o in giro, tra treni, tavolini improvvisati, ginocchia o laddove ci sarà spazio.
Fuori dalla scatola
L’unpacking di questo MacBook Pro non ha riservato particolari sorprese, dato che è sostanzialmente identico a quello degli altri Mac con processore Apple Silicon e non molto diverso dagli ultimi modelli con processore Intel. Ma resta il fatto che la qualità dei materiali e del packaging è eccellente e aprire un Mac, anche qui che lo si fa da molti anni, è sempre una bella sensazione.
Al suo interno troviamo MacBook Pro 14 con M3 Pro vero e proprio, nel nuovo colore Nero Siderale, sul quale torniamo tra poco, il caricabatterie e il cavo di alimentazione con connettore MagSafe da una parte e USB-C dall’altra, più qualche piccola scartoffia di Apple.
Il Mac misura 31,26 x 22,12 cm, con appena 1,55 cm di altezza e 1,61 kg di peso, sostanzialmente è un compromesso riuscito tra portabilità ed ergonomia, laddove la versione da 16 pollici (2,14 kg) offre maggiore comodità di utilizzo, ma richiede anche più compromessi durante il trasporto.
Il peso di 1.61 kg è ben distribuito e lo si tiene tranquillamente con una mano sola, con una superficie tra l’altro quasi del tutto lucida, con una lieve porosità che migliora l’aderenza quando lo si sposta.
Il colore Nero Siderale del modello di questo test è ottenuto con un processo di anodizzazione che sostanzialmente produce una superficie con delle micro-sfacettature che si mangiano la luce, con il risultato che la superficie è sempre molto scura, in qualunque situazione di luce.
Il nuovo nero riduce le impronte
Quello che dichiara Apple, cioè che il processo migliora la gestione delle impronte è vero, ce ne sono meno, a parte nel trackpad che rimane ancora molto sensibile alle ditate: se usate il Mac in luoghi dove le mani per forza di cose sono sempre soggette a polvere o grasso, dotatevi se potete di un mouse.
Gli accessori dedicati alla ricarica della batteria (Alimentatore e cavo MagSafe) restano funzionali, ma ci hanno lasciato un po’ perplessi su alcune scelte: se il cavo è in tessuto intrecciato che sa di qualità e di colore scuro come il Mac, invece l’alimentatore resta bianco, e quando ci si muove con Mac, cavo e alimentatore assieme sembrano un po’ fuori posto.
Inoltre, sul mercato si trovano da anni alimentatori capaci come e più di quello Apple, con più connettori per aiutare l’utente a ricaricare diversi dispositivi anche senza la presenza del Mac (e chi viaggia ne capirà subito l’utilità), quindi non capiamo perché Apple si ostini a limitare il proprio di serie di una sola porta USB-C (corretta, ma troppo limitata).
Porte e collegamenti
Chi sceglie un modello Pro sa che avrà più prestazioni di un modello Air (per rimanere nella fascia dei portatili) ma anche più qualità e soprattutto versatilità, perché è progettato in ogni dettaglio per essere una vera workstation per essere operativi ovunque, in grado di erogare prestazioni elevate con qualsiasi applicazione, sia in ufficio che all’aperto.
Abbiamo tre connettori Thunderbolt 4 (compatibili con USB 4 e USB-C 3.1 Gen 2), il massimo attualmente, aspettando che prenda piede il nuovo standard Thunderbolt 5 che, forse, vedremo nella prossima generazione con M4, un connettore HDMI 2.1, un connettore MagSafe 3 per la ricarica, infine un alloggiamento Secure Digital (SDXC) per le schede di memoria.
A questi si aggiunge Wi-Fi 802.11ax Wi-Fi 6E e Bluetooth 5.3 per le connessioni senza fili, tre microfoni e un connettore audio analogico jack da 3.5 mm e sei speaker interni.
La dotazione è la stessa degli altri modelli da 14 e da 16” (dimensioni a parte) mentre differisce un po’ dal modello base da 14, che offre visibilmente una porta Thunderbolt in meno (solo due e nella parte sinistra), mentre sotto il cofano sostano due ventole (una sola nel modello M3) e l’archiviazione è demandata qui a due moduli SSD da 256 GB che formano un unico volume più veloce da 512 (invece è un modulo solo nel modello base).
Caratteristiche
Una volta aperto MacBook Pro 14 M3 Pro, la prima cosa che si nota è la tastiera retroilluminata: ovviamente non è una novità, ma con un colore così scuro emerge molto di più e in alcuni casi è davvero necessaria dato che anche la tastiera è di colore scuro.
Forma e dimensioni della tastiera sono ottimali per l’uso da portatile: la digitazione è buona, anche per chi, come chi scrive, è abituato in ambiente desktop a una tastiera meccanica, non è adatta al gioco ma è comunque ottimale nella maggior parte delle situazioni (e collegare una tastiera esterna non è difficile grazie ai numerosi HUB sul mercato).
Eccellente il trackpad, sicuro e preciso, soffre solo del sopracitato problema per il quale impronte e ditate rimangono di più rispetto al resto della superficie del MacBook Pro, ma è comunque usabile in modo perfetto, un abisso rispetto alla media dei trackpad del mondo PC.
L’audio è notevole, con sei altoparlanti, due coppie di woofer force‑cancelling con due tweeter lavorano molto bene nella riproduzione della musica e anche in ottica multimediale, rendendo talvolta inutile il supporto di un sistema audio dedicato come speaker esterni oppure cuffie.
La sensazione comunque è che seppure i bassi siano presenti e la gamma dinamica restituita appropriata, questi risultati arrivano a volume basso o medio, mentre alzandolo si avverte il limite dei diffusori dovuto alle dimensione compatte.
Eccellente il video: la tecnologia display Liquid Retina XDR restituisce un video eccellente in praticamente qualunque situazione, anche se ovviamente trova la condizione ideale nella riproduzione di contenuti HDR in ambiente chiuso.
Colpisce l’omogeneità dei colori e della saturazione, anche se nei contenuti SDR si può fare qualche cosa in più (ma siamo comunque su livelli molto alti), e soprattutto buono il risultato in presenza di riflessi.
MacBook Pro 14 con M3 Pro si è trovato bene anche in situazioni d’emergenza come ad esempio l’ambito office con riunioni e video chiamate tra colleghi o con clienti: in questi frangenti abbiamo evitato l’uso di webcam e accessori esterni, concentrandoci solo sulla webcam integrata e sui tre microfoni interni.
Il risultato è molto buono, più per il video che per l’audio a dire il vero, perché la webcam ha catturato un segnale di qualità, dettagliato e capace di riportare la giusta fedeltà anche in situazioni di luce e riflessi non controllati, cosa abbastanza comune, mentre per l’audio la resa è stata buona, ma in alcune situazioni la concomitanza di più voci ha mostrato qualche tentennamento.
Occorre però sottolineare che molti software business che si usano quotidianamente (Microsoft Teams nel nostro caso) sfruttano degli algoritmi software supplementari che possono sovrapporsi a quelli nativi di controllo dell’hardware, a volte eccedendo qua e la in zelo e impedendo un flusso che sarebbe altresì più semplice da gestire.
Infine la sicurezza: il Touch ID è sempre pronto e funzionale, anche se lo avremmo preferito non integrato sulla tastiera ma laterale al Mac, in modo da poterlo usare anche con il portatile chiuso (quando collegato a un monitor esterno, in modalità desktop).
Prestazioni
Chi ha un Mac con processore Intel, qualunque tipo di processore, troverà in questo MacBook Pro 14 con M3 Pro un salto di prestazioni davvero notevole. In questo bisogna fare un plauso ad Apple che ha investito e creduto nella tecnologia ARM prima e molto più di quanto gli altri produttori hanno fatto nelmondo Windows, dove i benefici di ARM si sono solo intravisti per il momento.
Chi invece possiede un Mac con Apple Silicon M1, può fare le proprie valutazioni, perché le differenze ci sono, ma non sono così marcate come con il mondo Intel (che su Mac, però, offre dati di confronto vecchi di tre anni).
Nel nostro caso abbiamo messo a confronto il portatile recensito con un vecchio, si fa per dire, MacBook Pro con M1 Max e con gli altri modelli attualmente in offerta, per dare una idea concreta della differenza di potenza.
Quello che si evince dal grafico che vi riportiamo con le misurazioni, è che se nel calcolo Single Core le prestazioni dei vari modelli riportati (da M1 a M3) sono più o meno le stesse, grande differenza emerge nei risultati di Metal e OpenGL, con ovviamente ampi benefici in ottica 3D, multimedialità e gaming.
Quello che notiamo è anche la differenza tra la “classe” del processore (Normale, Pro e Max) rispetto alla generazione (M1 o M3) con alcune sorprese: il nostro modello con M3 Pro ha superato, seppur di poco, M1 Max (con molta meno ram a disposizione, 64 GB in M1 Max, contro 18 GB in M3 Pro), segno che una evoluzione c’è stata, ma forse non così marcata come ci si aspettava.
Impari invece il confronto se includiamo anche l’ultimo MacBook Pro da 15” del 2019, con processore Intel i7 o i9 (l’ultimo top di gamma prima del passaggio a processore Apple Silicon), capace di fornire risultati più o meno al 50% rispetto al modello oggetto del nostro test (i valori sono stati ottenuti utilizzando l’App Geekbench 6).
Potenza e Controllo
I risultati sopra elencati sono davvero buoni se paragonati a Mac più datati ma anche alla maggior parte dei modelli PC in commercio di pari fascia, merito delle prestazioni del processore, ma anche del notevole lavoro di integrazione e ottimizzazione tra hardware e macOS di Apple.
Questo si evince anche dalla assoluta silenziosità del prodotto: seppure siano presenti due ventole sotto la tastiera (una in più del modello base M3), il nostro MacBook Pro 14 con M3 Pro non le ha mai accese, o se lo ha fatto non ce ne siamo mai accorti, neppure usando Photoshop o Lightroom, neppure durante la fase di test con Geekbench o provando alcuni RIP di file multimediali con Handbrake.
Il che significa sostanzialmente maggiore silenziosità, ma anche minor consumo e conseguentemente una minor temperatura operativa (chi scrive ricorda che in alcune situazioni i vecchi MacBook Pro con Intel necessitavano di un tavolo per operare, era brutto averli roventi sulle ginocchia).
Durante i nostri test, che lo sottolineiamo sono stati effettuati per tre quarti in modalità desktop, quindi sopra una scrivania, con un HUB Thunderbolt 4 che pilotava tutta la parte di accessori esterni, il Mac ha sempre mostrato una temperatura tra il freddo e il tiepido.
Quando invece usato in trasferta, il Mac si è dimostrato molto buono anche nel consumo elettrico: Apple dice che il modello da 14” offre sino a 18 ore di attività continua, valore rilevato senza dubbio in un ambiente di test ideale.
Nel nostro caso, con illuminazione media del display e Stop disabilitato, abbiamo operato con il portatile tra mail, più navigazione web, Office, Photoshop, Illustrator, un po’ di Dropbox e OneDrive per 9 ore filate sempre a batteria con un margine finale del 35% residuo (un miraggio con processori Intel).Questa rilevazione è ovviamente personale, perché molto, moltissimo può cambiare in base al tipo di app e servizi utilizzati e ad altri parametri impostati, ma offre l’idea che anche nelle peggiori situazioni il Mac, perlomeno da nuovo, è in grado di gestire una giornata di lavoro intera (e qualche cosa di più) sempre a batteria, un fattore davvero incredibile se paragonato ai risultati dell’era pre Apple Silicon.
Infine, un approfondimento sul sistema di archiviazione: nel nostro caso si trattava di un volume da 512 GB nominali (496 GB utilizzabili) ottenuto tramite due SSD saldati da 256 GB ciascuno montati in parallelo con un sistema simile (nell’idea) ad un RAID 0, soluzione che ne aumenta sensibilmente la velocità in lettura e scrittura.
I dati rilevati sono ovviamente molto buoni, con valori superiori a 5.000 MB/Sec in lettura e scrittura, valori che in alcuni casi superano (ma nel caso peggiore pareggiano) quelli rilevati su un MacBook Pro sempre da 14” con M1 Max di un paio d’anni fa (ma con capienza diversa).
L’utilizzo di memorie così veloci è una buona notizia sia per l’uso delle app, dei documenti e della gestione in generale, ma anche in una ottica di RAM: i 18 GB presenti in questo modello possono essere tanti o pochi, a seconda dell’utilizzo da parte dell’utente, ma ricordiamo che nel momento in cui macOS satura la memoria RAM, attinge alle unità SSD, e la velocità di quest’ultimo fa la differenza.
On the Road
Abbiamo usato MacBook Pro per una decina di giorni in situazioni molto diverse: a casa come postazione desktop (collegato a un HUB Thunderbolt 4 che controlla tutti gli accessori esterni, incluso il display), ma anche in ufficio (qui sempre a batteria, per testarne la durata) e in viaggio, in postazioni improvvisate, con un paio d’HUB al seguito.
Il Mac è risultato leggero, con una presa salda e sicura: mostra pochissime impronte anche quando il portatile passa spesso di mano in mano (trackpad a parte). La potenza del computer in sé, nella gestione dei moltiplici file che gli abbiamo dato in pasto è stata… ben più che appropriata.
La sensazione che abbiamo avuto è che, con il nostro lavoro quotidiano, il tetto di questo computer lo raggiungeremo forse fra qualche anno, non prima, ed è la prima volta.Ci spieghiamo meglio: non che il nuovo MacBook Pro 14 con M3 Pro non abbia limiti di potenza, ce li ha di sicuro (superati dal processore M3 Max o da un processore simile con più RAM) è che la sensazione che abbiamo avuto è che l’ottimizzazione che Apple ha realizzato in macOS è ottima.
Il computer è sempre a suo agio, sia che si visiti una pagina web con Safari, che si apra una presentazione in PowerPoint, così come quando si applicano due filtri sfocatura radiale ad un batch di 100 foto in Photoshop, mentre in contemporanea si eseguono le routine di cui sopra, e il Mac sta anche convertendo un filmato con Handbrake.
Con un livello di RAM base come questo (nel quale l’OS, con alcuni servizi attivi mangia già 6-8 GB) si può tranquillamente andare ad aprire e usare diverse app, perché il sistema gestisce il sovraccarico in modo splendido.
Sia chiaro: con un processore più potente i compiti si finiscono prima, è chiaro, ma anche con un collo di bottiglia dato dalla poca RAM, la risposta è stata sempre ottimale, con una temperatura che non è mai andata oltre il tiepido.
Quindi basta il minimo di RAM su questo modello? Secondo noi potrebbe, dipende più dall’utente che dal computer, ma il consiglio è che se avete budget, meglio optare per una quantità maggiore.
Tutt’oro quel che luccica?
In questo articolo abbiamo tessuto le lodi di un computer che, se non rivoluzionario, rappresenta comunque un buon passo in avanti per l’ecosistema Apple rafforzando la posizione che i MacBook con processore Apple Silicon già avevano dai tempi di M1: ma le lodi non nascondono qualche perplessità, perlopiù piccola e non vitale, che comunque permane su questo modello e che è doveroso ricordare.
Abbiamo già detto dell’alimentatore, che al di la del colore, potrebbe sicuramente avere qualche connettore USB in più, per usarlo come caricabatterie di iPhone, iPad o altro, senza per questo dover obbligatoriamente aprire e usare il Mac.
Sempre sul caricabatterie, a chi scrive non piace l’idea del MagSafe, quando ormai tutto il mondo sta andando verso USB-C (che è comunque utilizzabile su questo Mac), avendo quindi un cavo che è parzialmente riutilizzabile per altri scopi.
Il coraggio di Apple nel spingere, da tempo, il connettore USB-C è lodevole, ma viviamo in un mondo imperfetto e molti mouse o tastiere wireless, senza contare le chiavette USB, sono dotate ancora di connettore USB-A, che qui non avrebbe sfigurato e ci avrebbe evitato di tirare fuori l’HUB dalla borsa solo per un trasferimento di dati (anche se ci sono dei connettori appositi, piccoli e comodi).
Ma più di tutto, quello che pesa non è tanto nella dotazione hardware, ma nelle scelte di marketing di Apple che da anni ignorano il mercato del gaming (quello vero), l’unico settore nel mondo dell’informatica che è sempre in crescita costante.
Sappiamo bene che MacBook Pro è un computer per il professionista che deve lavorare con Photoshop, Office, Cinema4D e FinalCut Pro, ma è anche vero che vedere un computer di 2.600 euro che non può lanciare Diablo IV, quando un PC Windows che costa la metà lo fa tranquillamente lascia un po’ perplessi.
Dopo anni di nulla, durante la presentazione di macOS Sonoma Apple ha posto l’accento sul mondo del gaming, affermando che ci sono e ci saranno sempre più strumenti per gli sviluppatori per l’adattamento dei giochi PC Windows anche nel mondo della Mela, considerato che la potenza non manca di certo
Ma è chiaro che a questo punto non è più un discorso di poterlo o non poterlo fare, ma la domanda è se Apple vuole o non vuole investire nel mondo del gaming (aprendo alla collaborazione con le software house che contano e i produttori di accessori), offrendo ai propri utenti un ecosistema ancora più ricco e in grado, seppure servirà tempo, di contrastare la controparte Windows, che al momento ha come rivale solo il settore consolle.
Conclusioni
Considerate le caratteristiche, la potenza, la richiesta del mercato e inevitabilmente il prezzo, possiamo dire che, molto probabilmente, questo sarà sicuramente il MacBook Pro di maggior successo.
Pur non avendo la sfera di cristallo, è facile capire che la velocità espressa è ben maggiore del modello base, e seppur inferiore al modello top (con M3 Max nel momento in cui scriviamo) è anche vero che il numero di utenti che necessitano di un processore Max è sensibilmente inferiore.
M3 Pro esegue con estrema scioltezza la maggiorparte dei compiti più ardui, anche se gli utenti più “pro” farebbero meglio a considerare una quantità di RAM più generosa della dotazione di base.
Il costo, non lo neghiamo, è importante: si tratta di un computer da lavoro, nel bene e nel male, nel senso che la parte videoludica non è sviluppata come dovrebbe, per noi un vero peccato. Ma è una cifra che si spende considerando un ciclo di vita, nella stima attuale, di almeno 3 – 4 anni, guardando a come ancora risultano interessanti i Mac con processore M1.
Sta per arrivare Apple Vision Pro, un dispositivo che al pari di iPhone potrebbe cambiare le carte in tavola in modo importante, ma per adesso, e probabilmente per i prossimi due o tre anni, saranno ancora i MacBook Pro al centro del business dei professionisti legati al mondo Apple, e questo sarà un degno protagonista, considerato che il mondo PC è, soprattutto dal punto di vista dell’equilibrio, è sensibilmente indietro.
Entro pochi mesi arriveranno i primi PC Windows con nuovi chip ARM Qualcomm basati su tecnologia Nuvia, creata da ex designer di chip Apple, che promettono prestazioni e autonomia paragonabili ai chip di Cupertino.
Pro
- Probabilmente il miglior MacBook Pro per rapporto prezzo / prestazioni / portabilità
- Velocissimo in tutto
- Schermo di altissima qualità
- Lunga autonomia, scalda pochissimo
Contro
Ogni tanto si sente la mancanza di una porta USB-A
Apple MacBook Pro 14″ M3 Pro, prezzi
• 2.599,00 € (MacBook Pro 14 con M3 Pro, 18 GB RAM e 512 GB SSD)
• 4.099,00 € (MacBook Pro 14 con M3 Max, 36 GB RAM e 1 TB SSD)
• 2.049,00 € (MacBook Pro 14 con M3, 8 GB RAM e 512 GB SSD)
MacBook Pro 14 con M3 Pro è disponibile presso gli Apple Store, gli Apple Premium reseller come Juice e lo potete trovare i varie configurazioni presso Amazon.