Per mettere insieme iPhone 16e, (in vendita anche su Amazon) Apple ha tirato i bussolotti estraendo a caso da un elenco di componenti e funzioni, oppure ha centrato l’essenza di un iPhone moderno, sfrondandolo di tutto quel che non serve realmente? Il dubbio ci ha arrovellato per giorni mentre testavamo a fondo iPhone 16e.

Il nuovo arrivato di casa Apple, appare infatti come un bizzarro ibrido tra vecchio e nuovo: schermo OLED e tasto azione, ma niente Dynamic Island né Controllo Fotocamera; processore A18, ma niente posizione precisa UWB; USB-C sì, Magsafe no; fotocamera da 48 megapixel, ma funzioni software di iPhone SE. Una cosa c’è e una cosa manca…

Razionalizzare non è stato facile. Ma alla fine una risposta l’abbiamo trovata. Se avete fretta la la trovate in fondo; qui possiamo anticiparvi che alla fine abbiamo capito che Apple non è per nulla andata a caso e non voleva neppure fare l’iPhone da sogno a basso costo. Ha fatto una cosa diversa.

Se ci seguirete, passando da un punto all’altro del percorso che abbiamo intrapreso, dimenticando per un attimo le scritte colorate e l’immagine poster di rito con faccina bislacca di youtuber e tiktoker dilettanti e professionisti, avrete una traccia ragionata per capire se questa “cosa diversa” fa per voi o no.

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Prima di tutto una precisazione. Per mesi abbiamo parlato nelle anticipazioni, di successore di iPhone SE ma in realtà iPhone 16e non è in nessun modo erede di iPhone SE. Non me è neppure il successore spirituale. Basterebbe il prezzo per intuirlo, più ancora fa l’aspetto.

iPhone 16e, benvenuta modernità

iPhone SE  diceva chiaramente a chi lo voleva giudicare: “rispetta l’anzianità”. Dentro aveva sì un processore molto moderno, ma design e tecnologia di base di quel modello, rilasciato e provato da noi nel 2022, erano gli stessi di iPhone 6 rilasciato nel 2014.

iPhone 16e si presenta, invece, subito come un prodotto moderno e non come un telefono economico e di una generazione precedente quale era iPhone SE coi suoi bordi larghi e schermo da 4,7 pollici, degno di un Tamagochi.

iPhone SE (al centro) appariva immediatamente come vecchio rispetto agli iPhone 13

Il nuovo modello è elegante, piacevole alla vista, comodo da maneggiare. È leggero e si tiene bene in mano, il display è ben proporzionato e ha bordi sottili. È insomma un prodotto dell’attuale generazione.

Molto piacevole anche il vetro opaco sul dorso che pur non essendo Ceramic Shield offre una sensazione “premium”. Perfetti (ovviamente, in tradizione Apple) la collocazione dei tasti e anche gli accostamenti di tutte le componenti.

Intendiamoci, qualche differenza che lo fa percepire come meno avanzato del resto della gamma, volendo, lo si trova.

Ad esempio i bordi squadrati sono un pochino più taglienti di quelli di un iPhone 16. Soprattutto una volta girato il dispositivo dal lato fotocamera troviamo un solo obiettivo e non due. Questo richiama subito i telefoni del passato, proprio come iPhone SE.

In verità la singola fotocamera, pur  incidendo sulle qualità fotografiche (di cui diremo dopo), porta qualche vantaggio. L’assenza del classico “rialzino” fa iPhone 16e meno spesso. Una volta messo dentro alla custodia, che pareggia il bordo dell’obbiettivo, il nuovo modello diventa un perfetto monolite che non traballa sul piano del tavolo come fanno gli altri iPhone.

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La singola fotocamera e lo spessore di iPhone 16e

Un po’ tristanzuoli, ma li si potrebbe intendere anche come buoni per tutto e per tutti, incluso chi vuole destinare l’iPhone 16e ad un uso professionale, i colori: nero e bianco. Quel che è certo che se due sole tinte limitano la scelta, contribuiscono anche a contenere il prezzo (o ad aumentare i margini, fate voi…).

Addio Touch ID, dove sei Dynamic Island?

iPhone 16e è moderno anche quando lo si guarda da acceso. Abbiamo uno schermo OLED, con il vecchio notch per Face ID. Una volta pensionato iPhone SE, lo ricordiamo, Apple ha infatti mandato a riposo Touch ID, sostituito dal riconoscimento facciale.

Dobbiamo parlare del notch, delle tacca nera apparsa per la prima volta con iPhone X e non di Dynamic Island, perché la Dynamic Island non c’è. Non sappiamo la ragione per cui questo elemento sia stato escluso (costi? riciclo del vecchio schermo di iPhone 14?), ma la sua assenza pone qualche limite ad iPhone 16e.

Anche se, infatti, non si è ancora del tutto materializzata la rivoluzione che auspicammo quando la Dynamic Island apparve per la prima volta con iPhone 14 Pro, la sua capacità di farci interagire discretamente ed immediatamente con notifiche e applicazioni anche mentre lo schermo è impegnato da altro è un punto di forza dei telefoni più recenti.

Per questo sempre più applicazioni sfruttano in maniera intensiva Dynamic Island e per questo in prospettiva futura la sua assenza potrebbe penalizzare iPhone 16e.

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A sinistra iPhone con il notch, a destra iPhone 16 Plus con Dynamic Island

Altro limite, sempre in chiave futura, è il display da 60 Hz. Non che ci si potesse attendere uno schermo da 120 Hz, perché neppure quello di iPhone 16 lo è ma visto che iPhone 16e nasce per sopravvivere nelle specifiche e stare il più a lungo possibile nelle tasche di chi l’acquista, ci chiediamo come sarà avere tra tre o quattro anni uno schermo che già oggi è considerato obsoleto.

Lo schermo è anche meno luminoso di quello degli ultimi iPhone. Messo iPhone 16e accanto ad un iPhone 15 o un iPhone 16 la differenza diventa intuibile. Ma senza la possibilità di fare un confronto, dovremmo solo parlare di specifiche tecniche perché nell’uso pratico non ci sono particolari differenze in leggibilità. Forse solo in pieno sole si può desiderare po’ più di contrasto e di brillantezza dei colori.

Il turbo processore A18

Se per una cosa iPhone 16e può essere considerato in qualche modo il continuatore della tradizione di iPhone SE è nella scelta del processore.

Quando il vecchio modello venne rilasciato, stupiva per per l’aspro contrasto tra l’aspetto obsoleto e il processore A15, il più moderno disponibile allora (Fiat 500 con il motore Tesla, titolammo allora). In iPhone 16e non c’è lo stesso contrasto tra design e CPU, ma il processore oggi come allora è (quasi) il più moderno che si potrebbe pensare: è l’A18 di iPhone 16.

Apple adotta la componente per rendere iPhone 16e compatibile con le funzioni di intelligenza artificiale (e per questo ha anche 8 GB di RAM) ma anche per assegnare a questo telefono la maggior longevità possibile. È stato proprio grazie all’allora modernissimo A15 che iPhone SE è stato utilizzabile fino a oggi e lo sarà ancora per molto tempo.

L’ A16 non è propriamente lo stesso di iPhone 16 (manca un core grafico, quattro contro cinque) ma le sue prestazioni nella quotidianità sono del tutto paragonabili a quelle del modello superiore.

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I benchmarks che pubblichiamo dicono molto. In pratica nel multi core e nel single core le prestazioni di un iPhone 16e equivalgono quelle di un iPhone 16 (nel nostro caso di un iPhone 16 Plus). In Metal, iPhone 16 ha un certo vantaggio, determinato dal core grafico in più, vantaggio che si rispecchia più marcatamente in 3DMark.

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In termini pratici iPhone 16e potrebbe soffrire maggiormente di iPhone 16 in alcuni giochi tra i più esigenti in termini di grafica ma chi compra il nuovo modello non dovrebbe avere questo interesse specifico. In tutto il resto ben difficilmente si può pretendere di più: per mandare mail, scorrere pagine Internet, nell’uso di  applicazioni tra le più comuni iPhone 16e è praticamente perfetto.

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L’autonomia è un gollasso

Se si chiedesse a qualcuno “cosa cerchi prima di tutto in un telefono”, dopo il rapporto qualità-prezzo ci dirà sicuramente una buona autonomia. E qui iPhone 16e mette a segno un bel “gollasso”.

Tradotto in pratica possiamo dire che iPhone 16e, pareggia in durata un iPhone 16 Pro. Il nostro 25% di batteria alla fine della giornata ce l’abbiamo avuto, appunto, sia con iPhone 16 pro che con iPhone 16e.

Misurando in altro modo l’autonomia, basandoci sul tempo di utilizzo con sei ore di attività ci siamo trovati con circa il 40% di autonomia residua. Non certo male…

In uno scontro testa a testa con lo streaming di quattro episodi di Shogun, iPhone 16e si è difeso bene contro iPhone 16 Plus che è il secondo miglior telefono Apple attualmente in circolazione per autonomia. Caricati tutti e due i modelli al 100%, dopo 4 ore di video, iPhone 16 Plus è rimasto all’88%, iPhone 16e all’84%.

Tecnicamente il merito è della batteria, molto capace; supera infatti 4000 mAh, circa il 12% in più di quella di iPhone 16. Questo basterebbe da solo ad assegnare una maggior autonomia ad iPhone 16e rispetto ad iPhone 16. Il resto poi, come diciamo sotto, lo fa il modem C1 di Apple.

Fotografare come una volta

Fin a quando non siamo arrivati ad una riflessione sulla fotocamera, abbiamo avuto istantaneamente idee chiarissime su quali per noi sono i punti di forza e punti di debolezza di iPhone 16e.

Ma quando ci siamo concentrati sulle fotografie, ammettiamo di aver avuto diverse esitazioni. Anche qui infatti siamo al culmine del gioco “celo celo manca manca” che segna iPhone 16e.

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Se mettiamo da parte la fotocamera selfie, del tutto identica anche per prestazioni a quella di iPhone 16 e parliamo di quella posteriore, tecnicamente dovremmo districarci tra specifiche che spaziano tra l’obsoleto e il moderno.

Ha un solo sensore (come iPhone SE) ma nello stesso tempo scatta a 48 megapixel, ha uno zoom digitale 2X, ma non l’ultragrandangolo, ha la funzione ritratto ma di vecchia generazione, ha gli stili fotografici ma sono quelli che aveva iPhone SE.

Per  uscire dalla confusione siamo usciti anche dalla modalità “recensione fotocamera  iPhone”, solitamente una delle parti di maggior spessore (ed impegno) nei nostri test e siamo partiti dal fatto che Apple qui ha voluto semplicemente fare una fotocamera facile da usare, utile a chi non ha particolari ambizioni se non quella di scattare buone foto senza scervellarsi su distanze focali ed effetti fotografici.

In pratica come dice John Gruber su Daring Fireball, “quella di iPhone 16e è la fotocamera per chi non ha idea di che cosa sia un ƒ-stop”.

Se si parte da questo presupposto iPhone 16e non delude. Le immagini sono sostanzialmente paragonabili a quelle di un iPhone 16: colori brillanti e piacevoli, buona esposizione, controllo del fuoco rapido e preciso.

Potremmo dire che qui come in altri dispositivi il processore spesso interpreta prima di riprodurre la scena e che le ombre sono costantemente sovraesposte ma non sarà questo a scandalizzare il cliente tipo di iPhone 16e.

Non ci pare che possa essere neppure un serio problema la mancanza del macro,  che ha un uso di nicchia, né l’assenza degli effetti fotografici di seconda generazione sovrabbondanti, complicati da padroneggiare e anche un pochino kitsch se li si prende così come sono.

Lo zoom digitale 2X non equivale (al contrario di quel che vuol far credere la strategia marketing di Apple che lo descrive in maniera roboante come un “due in uno”) ad uno zoom ottico. Le immagini solo sono 12X invece che 24X per la tecnica del ritaglio sulla zona centrale, ma perdono anche di definizione e faticano in luminosità, alla fine però raggiungono lo scopo per il nostro utente che “non ha idea di che cosa sia un ƒ-stop”.

Limitata anche la modalità ritratto. iPhone 16e è fermo alla precedente generazione, quella che non permetteva di gestire lo sfocato in tutte le situazioni quindi anche quando non c’è un volto nell’inquadratura. In pratica con iPhone 16e potete avere uno sfocato solo se c’è una persona e non un oggetto.

In aggiunta  a questo il nuovo iPhone fatica di più ad identificare anche il volto e l’effetto bokeh è meno convincente e naturale, sopratutto nelle tinte. Ma chi non ha mai visto la funzione dei ritratti di nuova generazione, non potrà rimpiangerla e sarà quindi soddisfatto da quel che otterrà da iPhone 16e.

Alla fine, volendo discutere di veri limiti, che sono più concretamente tali per tutti, dobbiamo parlare di foto con scarsa luminosità e di assenza dell’ultragrandangolo.

A quanto pare il sensore di iPhone 16e, al di là delle specifiche tecniche, non è lo stesso di quello di iPhone 16 ma, come su legge in giro, (anche se la fonte non è chiara) ha pixel più piccoli si legge in giro. In effetti cattura meno luce e in condizioni difficili si producono distorsioni e artefatti, benché ci si deve esercitare nella non sempre nobile arte del pixel peeping per notarli (foto sotto).

Con la scelta di mettere la meno sofisticata stabilizzazione sulla lente invece che sul sensore, è più facile avere il mosso.

Anche la mancanza dell’ultragrandangolo, come detto, potrebbe essere un problema generale. Pensiamo a tutte le situazioni in cui si vorrebbe scattare una foto di gruppo, di un monumento o un panorama. E questa è un cosa che anche chi “non ha idea di che cosa sia un ƒ-stop” vuol fare con un telefono (confronto qui sotto).

iPhone 16e, infine parlando di foto, ha anche la modalità notturna. Qui la qualità delle immagini è sostanzialmente identica a quella di un iPhone 16 (foto sopra).

Forse (ma potrebbe anche essere una impressione perché è difficile creare condizioni identiche visto che basta uno scostamento leggerissimo della mano per falsare il risultato) iPhone 16e è leggermente più lento di iPhone 16 nell’esposizione in modalità notte.

Non c’è molto da approfondire invece sul video. Anche qui, giustamente visto il target di iPhone 16e Apple non ha messo le funzioni più sofisticate. Mancano, in particolare

  • Modalità Cinema per girare video con profondità di campo ridotta
  • Registrazione video spaziale a 30 fps
  • Modalità Azione

Abbiamo però tutto quel che serve ad un utilizzatore medio: la registrazione video 4K in Dolby Vision fino a 60 fps e il video in slow‑motion (1080p) a 120 fps o 240 fps. Per la registrazione audio abbiamo lo zoom audio, la registrazione audio spaziale e audio stereo, la riduzione del rumore del vento e anche audio Mix

Intelligenza artificiale prima (o dopo) tutto

iPhone 16e, come abbiamo detto, è compatibile con Apple Intelligence, l’Intelligenza artificiale di Apple. In Italia ancora non c’è anche se arriverà a breve con il rilascio di iOS 18.4 (qui la nostra prova in anteprima)

All’argomento non vale quindi la pena qui di dedicare molto spazio. E non solo perché, come detto, ancora non abbiamo l’Ai e quindi non possiamo dire esattamente come si comporta con iPhone 16e, ma anche perché al momento le sue funzioni sono talmente limitate da non poter costituire un fattore reale di vantaggio rispetto ad altri dispositivi di precedente generazione.

Diciamo “per ora” ma si potrebbe anche dire per diverso tempo. Da quel che abbiamo visto nelle dimostrazioni che si sono succedute e dalle indiscrezioni, la svolta che potrebbe rendere indispensabile l’Ai non è dietro l’angolo.

Resta comunque importante sapere che se e quando Apple Intelligence sarà un fattore reale, iPhone 16e sarà in grado di sfruttarla.

Celo celo, manca manca

Detto dei principali elementi su cui ragionare, quando si scende alle cose meno evidenti, gioco del “questo c’è e quello manca” diventa abbastanza intricato e anche difficile da razionalizzare tra modernità e scelte che ancorano iPhone 16e al passato.

Il modem è mio e lo gestisco io

Tra le scelte, forse, la più comprensibile resta l’adozione del chip C1 per le connessioni di rete, il primo prodotto in casa da Apple.

Parlare di un  processore Baseband sarebbe l’ultima cosa da fare in una recensione perché chi si compra un cellulare o non sa che cos’è oppure se lo sa, sapere anche chi lo produce, non cambia nulla. In pratica: non frega a nessuno.

Qui però vale la pena di soffermarsi un attimo se non altro per non sprecare le decine di articoli di background che abbiamo scritto da quando Apple ha comprato la divisione modem di Intel.

Immagine da video YouTube di Andru Edwards
Immagine da video YouTube di Andru Edwards

Siamo infatti di fronte al primo frutto di quella acquisizione costata miliardi, una componente che nel corso della sua evoluzione e profonda integrazione nell’hardware potenzialmente è in grado di modificare funzionalità pratiche e quotidiane degli iPhone.

In questa sua prima versione, ad esempio, ha inciso sull’autonomia di iPhone 16e. L’ha fatto riducendo l’assorbimento di energia e forse anche liberando spazio per la batteria che è molto capace rispetto al dispositivo in sé.

In futuro fondendosi con altre componenti, come quelle per Wifi e Bluetooth, magari operando anche per la connettività Airdrop, potrebbero dare agli iPhone vantaggi considerevoli rispetto ai concorrenti.

Per quanto riguarda le prestazioni di comunicazione è impossibile dire se sia meglio o peggio dei precedenti. Diciamo che non abbiamo notato differenze di connettività tra un iPhone 16 Pro, un iPhone 15 Pro, un iPhone 14 Pro, un iPhone 16, un iPhone 14, rispetto ad un iPhone 16e.

Apple ridammi il mio Magsafe

Dove invece una differenza l’abbiamo notata è nell’assenza della tecnologia MagSafe. Parliamo sia della ricarica veloce wireless a 15W sia del magnete, anzi soprattutto del magnete.

Il  perché di questa scelta è incomprensibile, anche se Apple ha provato a spiegare. A qualche giornalista è stato infatti detto che il Magsafe non c’è perché chi compra un iPhone 16e prevalentemente collega il telefono per la ricarica con un cavo.

Questo potrebbe anche essere vero (e in effetti il nostro iPhone 16 Pro nel 90% dei casi è collegato ad un cavo), ma la mancanza del magnete limita in molti altri modi iPhone 16e.

Oggi, ad esempio, la stragrande maggioranza ed i migliori supporti sono magnetici. Lo sono sia quelli da tavolo che, soprattutto quelli da auto. Sono magnetiche una buona parte delle impugnature, i dischi esterni che aumentano la capacità della memoria e diversi altri accessori.

I migliori accessori MagSafe per il vostro iPhone
Numerosi supporti sfruttano il magnete di Magsafe che in iPhone 16e  non c’è

Sì, certo, lo sappiamo che ci sono custodie con il magnete (e ve ne abbiamo indicate diverse) ma perché costringere a comprare una custodia che nel caso specifico deve anche essere magnetica? Perché eliminare un elemento comune da anni e che per questo è considerato uno standard di iPhone?

Per quanto riguarda la mancanza della ricarica wireless a 15W (o addirittura a 25W come per gli iPhone 16 e 16 Pro), con tanti ottimi caricabatterie Qi2 in circolazione avere un telefono che in mezz’ora arriva da zero al 30% (invece che al 20%) sarebbe stato un piccolo ma apprezzabile bonus. Non averlo non è comunque un vero “dealbreaker”.

Anche il tasto Azione, vabbeh…

iPhone 16e, oltre a Touch ID perde anche l’interruttore del muto, sostituito dal tasto azione.

Personalmente nonostante siano passati un paio d’anni dalla sua apparizione, non abbiamo ancora ben capito come sfruttare questo bottone per renderlo un qualche cosa di davvero indispensabile. Potrebbe essere un limite nostro, ovviamente (e qui vi aiutiamo e ci aiutiamo a capire meglio), ma  anche i fan più accaniti ammetteranno che per ora anche non ci fosse, quel che fa, lo si potrebbe fare anche in altri modi senza scomodarsi troppo.

Forse su iPhone 16e sarebbe stato forse più utile il tasto Controllo Fotocamera che invece non c’è probabilmente per ragioni di costi o forse perché Apple, non sbagliando del tutto, ha deciso che è inutile complicare la vita all’utilizzatore medio di Phone 16e che quindi vuole solo scattare, come detto, buone foto facilmente. Per quello basta e avanza il tasto sullo schermo.

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Il tasto azione di iPhone 16e

Gli ingegneri della Mela hanno però assegnato al tasto azione un compito che non ha altrove se non (a breve) su iPhone 15 Pro: quello di attivare l’intelligenza visuale di Apple Intelligence. Che questo lo trasformi in un elemento imprescindibile, molto dipenderà da come Apple Intelligence verrà accolta (vedi sopra) e come si evolverà questa funzione.

Per ora dopo alcuni esperimenti fatti, diremmo che siamo sotto (molto) al livello di utilità del tasto azione di per sé. In pratica è una specie di Google Lens che funzionicchia ma che dovrebbe farsi più robusta in futuro.

UWB, WiFi 7, emergenza satellitare

Il gioco del “Celo, celo, manca, manca”, continua con UWB e WiFi 7.

iPhone 16e non ha infatti il processore per il posizionamento preciso. In pratica potete usare Dov’è per trovare oggetti ma solo ricorrendo al Bluetooth, niente frecce e direzione abilitate, appunto, dal processore UWB che fornisce la collocazione spaziale del telefono.

In pratica per trovare un Airtag e l’oggetto cui l’avete abbinato, dovrete farlo suonare e andare ad orecchio per capire dove l’avete lasciato. Non solo: un iPhone con UWB vi guiderà alla sia ricerca (foto qui sotto) mentre iPhone 16e proverà ad indovinare su una cartina dove si trova.

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La sostanziale differenza tra l’iPhone 16e (a sinistra) e un iPhone con UWB nella ricerca di un Airtag

Quel che non ci sembra un limite è la mancanza di Wifi 7. Di punti di accesso compatibili con questa tecnologia in giro che ne sono pochi, in più nell’ambiente dove abbiamo provato iPhone 16e sfruttando Wifi 6 siamo arrivati a poco meno di 700 Mbps in download e a più di 300 in upload, abbastanza per non lamentarsi.

Apprezzabile, infine, anche se non fondamentale, la funzione di emergenza con comunicazione satellitare.

In conclusione

iPhone 16e è un po’ vecchio e un po’ nuovo, ci sono cose che servono ma mancano altre che ci si attenderebbe da qualunque iPhone. Per capire perché, come detto in apertura, ci siamo scervellati chiedendoci se Apple ha centrato la formula dell’essenza di un iPhone o se fatto uno smartphone con le più economiche parti che aveva in magazzino. La risposta è nessuna delle due cose.

iPhone 16e di base è un telefono abbastanza buono per tutto e tutti: fotocamera abbastanza buona, uno schermo abbastanza buono, tecnologie che lo rendono abbastanza longevo. Solo il processore non segue la “legge dell’abbastanza” ma è al top, perché iPhone 16e ne aveva bisogno per Apple Intelligence.

L’obiettivo reale di Apple era infatti creare un telefono che potesse convincere chi ha un iPhone molto vecchio, tendenzialmente da iPhone 11 in giù, a scommettere su Apple Intelligence restando all’interno di un budget ridotto. Da questo punto di vista iPhone 16e è perfettamente in grado di raggiungere il traguardo.

Non sappiamo quanto numerosa sia (poco diremmo…) questa tribù di conservatori tecnologici rimasta per anni ferma a schermi LCD e Touch ID ma che ora sarebbe in fregola per l’Ai.

A questo gruppo, piccolo o grande che sia, Apple offre comunque con iPhone 16e una solida proposta commerciale e tecnica.

iPhone 16e, comprarlo o no è una questione di intelligenza - macitynet.it

Tutto il resto del gruppo, probabilmente molto più numeroso, delle persone che non credono, magari sbagliando, che l’Ai di Apple non sarà un fattore decisivo ancora per molto, dovrebbe guardare al prezzo di iPhone 16e e riflettere.

Nessun timore: non sta per partire il pistolotto sul costo del nuovo modello e non perché non sia vero che iPhone 16e ha un prezzo superiore alle attese o perché non sia vero che allo stesso prezzo ci sono Android meglio carrozzati ma perché sarebbe come criticare Mercedes perché non fa una macchina da 25mila euro. Mercedes è Mercedes ed Apple è Apple ed Apple. Mercedes non fa macchine da 25mila euro ed Apple non fa telefoni da 500 euro.

Se parliamo di prezzo è perché con i suoi 729 euro si colloca in una posizione molto scomoda.

Ad esempio nel rapporto tra prezzo e funzioni iPhone 15, Ai a parte, vince il confronto (qui il nostro confronto punto per punto).  Comprando il modello di due anni fa avrete, tra le altre cose, una fotocamera migliore, Dynamic Island e MagSafe. In più, grazie agli sconti spesso non pagate più di quanto costa un iPhone 16e, anzi non rare volte pagate pure a meno.

iPhone 16e contro iPhone 15, quale comprare - macitynet.it
iPhone 16e contro iPhone 15, quale comprare

A infastidire iPhone 16e c’è anche iPhone 16 (qui la nostra recensione). che costerebbe secondo il listino Apple 200 euro in più, ma che in realtà si trova a qualche decina di euro in più di un iPhone 16e e fa tutto, ma proprio tutto, molto meglio di iPhone 16e.

Insomma, scegliere o no iPhone 16e alla fine sta tutto nell’intelligenza: quella artificiale di Apple ma anche quella naturale da mettere in campo quando penserete di comprarlo.

Pro

  • Moderno nel design
  • Processore potente
  • Fotocamera basica ma di discreta qualità
  • Batteria a lunga durata

Contro

  • Mancano Magsafe e UWB
  • Manca l’ultragrandangolo
  • Scomodo lo schermo senza Dynamic Island
  • Prezzo discutibile

Prezzo e disponibilità

iPhone 16e parte da un prezzo di 729 euro. È disponibile in taglio di memoria di 128,256 e 512 GB in due colori: bianco e nero. Si trova in tutti i negozi Apple, presso i rivenditori autorizzati e anche Amazon dove si può anche comprare in cinque rate senza interessi.

 

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