Dopo la recensione dell’iPad 2018 da 12,9 Macitynet ha messo alla prova, recensendolo, anche l’iPad Pro 2018 da 11″, uno dei due iPad Pro 2018 mostrati per la prima volta ad ottobre a Brooklyn, dove eravamo presenti. Le differenze tra i due modelli sono decisamente poche, di fatto una: il display, visto che tutto il resto e in particolare i processori A12x sono identici. In realtà il display non è un dettaglio, ma qualche cosa che cambia almeno alcune delle prospettive d’utilizzo ed è sulla scorta di quel questo dettaglio e delle sue conseguenze che nasce questa recensione.
La recensione di questo iPad Pro 2018 con lo schermo da 11″, lo diciamo a premessa, l’abbiamo scritta maneggiando assieme all’iPad anche la Apple Pencil 2 (molto migliorata e “legata” in tutti i sensi al nuovo apparecchio tramite una giuntura a magneti che la ancorano al lato lungo dell’apparecchio e che la ricaricano) e la nuova tastiera Smart Keyboard Folio, che utilizza gli Smart Connector per alimentarsi e per trasmettere i dati.
Fattore di forma e (pochi) dettagli tecnici
Il design è quello che abbiamo già avuto modo di apprezzare nella versione “extralarge”, segnato da bordi squadrati, a reminiscenza di quelli che abbiamo visto in passato con iPhone 4 e iPhone 5. L’iPad Pro 11″, al contrario di quello da 12,9″ che si è un pochino ristretto mantenendo lo stesso schermo, ha lo stesso ingombro di scocca delle precedenti generazioni da 10,5 pollici ma aumenta di mezzo pollice la dimensione diagonale dello schermo, portando il totale dei pixel a disposizione nello schermo Liquid Retina a 4 milioni, con balzo in abandon di poco più del 12% del numero di elementi.
Tecnicamente non è necessario essere troppo specifici. Come accennato siamo di fronte ad un fratello gemello, con semplice display di dimensioni inferiori, del modello da 12,9″.Questo tablet ha una ottima video-fotocamera posteriore, derivata da quella che abbiamo visto sugli ultimi iPhone (anche se perde qualche cosa rispetto all’iPad precedente) e fa la sua comparsa una nuova video-fotocamera anteriore che, seguendo il lavoro fatto sugli iPhone X e XS, permette di fare FaceID per sbloccare l’iPad Pro. Mossa necessaria dato che scompare il tasto Home, per lasciare spazio a uno schermo che praticamente non ha cornice. Ma vediamo nel dettaglio i punti chiave della prova di questo apparecchio, tenendo come base analitica quanto già detto nella prova dell’iPad Pro 12.9 e tralasciando le ripetizioni su alcuni aspetti che sono del tutto identici: funzione Face ID, qualità e uso della fotocamera, fruibilità del nuovo sistema che prescinde dal tasto fisico, per concentrarci su alcune delle impressioni che abbiamo ricavato in questi giorni di utilizzo.
Potenza del processore
Il nuovo processore di Apple è veramente ragguardevole. Non c’è benchmark che non lo dica e qualcuno l’abbiamo messo fatto anche noi proprio nel contesto della recensione di iPad Pro 2018 da 12,9″. Ma come detto anche in quel contesto a noi i benchmark interessano fino a un certo punto. Perché le prove in laboratorio poi cozzano sempre molto con la realtà del mondo, con quello che si trova per la strada.
Quel che troviamo con questo nuovo processore A12x è tantissima energia. Rallentata da una interfaccia che è studiata da Apple – come tutte le interfacce – per mantenere velocità di interazione costanti e quindi consentire sempre di avere un feedback di quel che si sta facendo sul dispositivo. Altrimenti, con la potenza sotto il cofano di questo processore, diventerebbe quasi istantaneo passare da una app all’altra o muoversi all’interno delle preferenze di sistema.
La limitata interazione di iOS diventa però un punto di riferimento per il lancio delle app. La cosa che si nota è la velocità sia nel lancio che nella esecuzione. Anche provando app per l’editing musicale, video, per le immagini, videogiochi complessi e altre app a disposizione per la prova, non c’è mai stato un rallentamento o un tentennamento. Abbiamo anche visionato filmati nella maggiore risoluzione possibile (5K su YouTube sia via Safari che nella app di Google) con prestazioni sempre eccellenti.
Mettere sotto stress questo processore però vuol dire anche lavorare di realtà aumentata, perché il lavoro di creare un oggetto virtuale e posizionarlo in maniera credibile nello spazio richiede una grande orchestrazione di tutte le varie componenti: immagine che entra dalla videocamera posteriore, sensori per la posizione relativa dell’iPad Pro, elaborazione dell’immagine in tempo reale assieme al modello virtuale, rendering finale sullo schermo. Tutto senza perdere un solo frame. Ci viene da pensare che vorremmo avere un emulatore di Windows o di macOS per provare qualche gioco “serio” da Pc, o magari da Playstation, visto che le performance dichiarate da Apple, grazie anche alle evidenti ottimizzazioni ottenute tramite le librerie Metal 2 che sostituiscono OpenGL a Cupertino, permettono veri e propri capolavori dell’intrattenimento videoludico.
Accesso alle periferiche
Avere a disposizione una presa USB Tipo C cambia parecchie cose. Ci sono cose che con WiFi di ultima generazione, LTE al massimo dei canali e compatibilità con gli operatori di tutto il pianeta, e Bluetooth 5, non basta. Invece, un buon cavetto capace di 10 gigabit al secondo (che diventano 20 in/out in full duplex) permette di fare miracoli. E l’abbiamo visto all’opera.
Innanzitutto si può collegare una diversi adattatori Apple, ai quali se ne aggiungono di nuovi (scheda SD a Usb-C) e cavetti strategici (quello per caricare gli iPhone e scambiarsi dati con Usb-C a Lightning ma anche quello per caricare gli Apple Watch con Usb-c magnete tondo del Watch, e quello mini-jack audio Usb-C, visto che la presa audio non c’è più su iPad Pro), ma poi si possono aggiungere quelli di terze parti nati sia nel mondo Android che nel mondo MacBook e Pc che utilizzano Usb-C. Anche se non si può collegare ti tutto ad iPad Pro, certo si può collegare molto più di quanto non fosse possibile con il cavo Lightning,
Noi abbiamo provato gli adattatori video (Hdmi e VGA di Apple) e funzionano perfettamente. Idem per un adattatore Dell con anche Ethernet, oltre ad alcuni hub Usb-C che permettono di alimentare e trasmettere dati in maniera articolata. Si possono così riversare video e fotografie da macchine fotografiche (tramite adattatore con Usb-C a Usb-A) o direttamente dalle schede SD e micro SD. Non si possono invece attaccare dischi esterni o chiavette di memoria perché il file manager di Apple non permette di “vedere” un file system esterno. Concordiamo con Matteo Discardi che nella recensione di iPad Pro 2018 12,9″ afferma che è una grande limitazione di iOS al quale Apple deve presto trovare il modo di porre rimedio.
La connettività e i tempi di ricarica migliorano in tutti i modi. Il nuovo caricabatterie da 18 Watt di Apple però non è né bello né potente in modo particolare, e questa è una occasione persa perché si poteva usare il caricabatterie di MacBook 12 pollici (30 Watt) senza problemi. Oltretutto le lame della presa non sono intercambiabili, come invece avveniva con il precedente caricabatterie degli iPad con Lightning. Un peccato per chi viaggia.
Schermo
C’è poco da dire: dal punto di vista del display questa tavoletta di vetro, alluminio e silicio è una vera festa per gli occhi. Si vede tutto alla grande, la gamma cromatica è notevole, la resa spettacolare, TrueTone è una di quelle tecnologie che se te la danno dopo non ne puoi più fare a meno mentre la densità dei punti per pixel è perfetta.
Abbiamo messo video, ritoccato foto, gestito contenuti multimediali, visto film e telefilm, sempre gestendo in maniera pressoché perfetta la nuova veste di vetro dell’iPad Pro. Siamo veramente vicini al traguardo immaginato da Steve Jobs di vendere una tavoletta di vetro nero che si accende a comando per fare delle cose. Dopo queste generazioni di schermi, ci chiediamo con grande sincerità cosa altro potremo vedere: forse dei pannelli Oled, ma poco di più.
Assieme allo schermo c’è da tenere conto anche della modalità di sblocco dell’apparecchio basata su FaceID. La video-fotocamera anteriore fa un gioco che prima non era possibile, è molto più potente e vicina al lavoro che viene fatto sugli iPhone X, XS e XR, con una differenza. Mentre quegli apparecchi permettono di avere un solo tipo di riconoscimento, cioè con il telefono tenuto verticalmente, l’iPad Pro permette di riconoscere il volto del suo padrone da qualsiasi lato: largo, stretto, a testa in su o in giù, su un fianco o sull’altro. L’iPad Pro segnala anche in maniera servizievole la presenza di un dito sulla telecamera con un fumetto animato (una freccetta), che richiama il modo con il quale segnala anche la presenza e il livello di carica della sua Apple Pencil.
Lo schermo è anche la chiave per capire questo iPad Pro rispetto al fratello maggiore con schermo da 12,9 pollici. Perché Apple ha fatto due apparecchi apparentemente così simili? Lo schermo dice tanto. Eliminando il tasto home e aprendo al design “borderless”, con poca cornice attorno allo schermo, l’azienda ha lavorato per ampliare e ridurre, ridurre e amplimare. Nel “piccolo” dei Pro, cioè questo, cresce lo schermo lasciando immutate le dimensioni. Cioè aumenta lo spazio per la creatività. Ma senza sconfinare nel territorio dei quasi 13 pollici dell’iPad Pro “grande”.
Adesso chi compra questo iPad Pro ha a disposizione ancora più spazio: un ottavo di schermo in più, e non è poco, mantenendo lo stesso fattore di forma. Invece, nel “grande”, lo spazio circostante si riduce. Il modello di prima era un bisteccone, difficile da portare, con pochi vantaggi rispetto a un portatile. Adesso diventa più snello e maneggevole mantenendo il grande schermo. E la differenza, come accade con iPhone XS e iPhone XS Max, c’è e non è solo di polliciaggio. Scatta infatti una modalità “schermo esteso” che consente ad Apple di implimentare con iOS alcune differenze di funzionamento: nell’appaiamento delle app, nella vista a tutto schermo. Poche cose, ma di qualità. I due iPad Pro rimangono due gemelli diversi, con funzioni leggermente differenti che indicano un chiaro posizionamento sul mercato.
Design
La matita di Jony Ive (o chi per lui) ha colpito ancora. Questo tablet, come accennato, riprende il linguaggio di design nato con gli iPhone 4 e 5, cioè bordi squadrati fasciati di metallo e vetro davanti (ma non dietro, in questo caso). Solo che qui il pacchetto è molto più compatto, il vetro è a filo, l’altezza è quella giusta e l’angolo vivo del bordo non dà fastidio. Inoltre, i quattro angoli del rettangolo sono stondati così come quelli dello schermo Led, con una perizia davvero notevole.
Il design impiega un linguaggio diverso, più “da macchina” e rende solido e compatto l’iPad Pro, che anche quando piccolo comunque non si può dire che sia invisibile. Sta saldo e solido nella mano, e l’aggettivo solido ricorre spesso nelle esclamazioni di chi ci ha chiesto di poterlo provare, cioè prendere in mano per soppesarlo. Siccome il tatto è il senso più difficile da ingannare, e al quale facciamo molto più spesso riferimento di quanto consapevolmente non ci rendiamo conto, possiamo dire che questa prova sia decisamente superata.
Autonomia della batteria
Dieci ore, dodici ore, anche tre giorni di fila, forse quattro. Di sicuro un mese. Gli iPad sono nati per essere diversi dai Pc portatili e questa loro superiorità genetica, legata all’ottimo lavoro che all’epoca venne fatta dalla squadra di Scott Forstall che riuscì a trasformare completamente Mac OS X in iPhone OS e poi in iOS, è ancora un grande vantaggio.
Apple utilizza varie tecnologie e accorgimenti, e integra verticalmente software e hardware, per arrivare al risultato di avere un dispositivo always on che rende benissimo. Qui la batteria, passati i primissimi giorni di stabilizzazione della macchina (possiamo definirla “l’installazione degli algoritmi di intelligenza artificiale“, che si adattano al nostro profilo e ai nostri dati), rende alla grande. Il prodotto funziona sicuramente per due o tre giorni senza mostrare cedimenti (dipende cosa si fa) ma non è raro andare avanti giorni senza ricarica.
Non sappiamo quali altri strumenti riescano a dare una prova così maiuscola di sé. Di certo gli utenti iPad sono abituati a uscire di casa il venerdì sera senza caricabatterie e a tornare la domenica sera da una gita fuori porta con ancora batteria da vendere. Chi scrive l’ha sperimentato in prima persona. Così come ha sperimentato situazioni nelle quali l’iPad Pro è servito da batteria esterna per ricaricare l’iPhone XS. Con l’apposito cavetto potremo ricaricarci anche l’Apple Watch senza problemi. Merito certamente della USB-C ma anche della capacità di questo apparecchio.
Su strada
La configurazione di un apparecchio da 1 terabyte di memoria (e 6 GB di Ram) farebbe tremare le vene dei polsi a chiunque. Ma non ad Apple. Il passaggio dal “vecchio” iPad Pro 10.5 al nuovi 11 pollici è stato istantaneo o quasi. Avvicinati uno all’altro i due dispositivi, ci ha pensato la tecnologia di prossimità a passare le informazioni più importanti (tra cui il Portachiavi) e poi il download dal backup su iCloud e delle app è stato rapidissimo. Siamo a livello di capolavoro.
Preso l’iPad Pro abbiamo alternato tra le due cover, quella tradizionale fronte retro e quella con protezione e tastiera. La Apple Pencil è diventata uno strumento veramente utile, sempre carico e a portata, anche se in borsa preferiamo metterla in un suo scompartimento per evitare di perderla nel naturale movimento dell’apparecchio mentre ci spostiamo.
Con iPad Pro si possono fare moltissime cose tranquillamente, molte delle quali impossibili con un Pc, ma non possiamo fare tutte quelle che potremmo fare con un Pc. Soprattutto non la gestione di molti file, volumi esterni o orchestrazione di più documenti e app. I siti non compatibili, a partire da WordPress in giù (molti siti di servizio e della PA ad esempio), ci sono ancora.
In parte le difficoltà di uso dipendono dalla nostra mentalità ancora centrata sui documenti e non sulle app, o sulla mentalità dominante per la realizzazione di siti che richiedono il mouse per essere navigati. Ma in parte c’è iOS che deve ancora crescere. Questo iPad lo mette davvero in evidenza, perché così tanta autonomia e così tanta potenza richiederebbero un sistema operativo più flessibile.
Abbiamo fatto di tutto, lavorando per due settimane praticamente solo con iPad. È stato molto piacevole, a tratti comodo, a tratti meno comodo, ma quasi mai impossibile. La tastiera di Apple si fa usare anche per periodi lunghi, ma non si può immaginarla come sostituto per sempre di qualsiasi altro strumento di scrittura meccanico. Una tastiera di terze parti di tipo più convenzionale potrebbe essere una soluzione per chi invece ha molto da scrivere e al limite sacrifica un po’ di portabilità. Con il Bluetooth non va dimenticato che è possibile anche portarsi una tastiera senza fili da casa, perfetta quella degli iMac, perché è completamente compatibile.
Conclusioni
Utilizziamo e recensiamo iPad e iPad Pro da otto anni, cioè dalla loro nascita. Macity era a New York quando venne commercializzato il primo iPad per comprarne uno e da allora in redazione sono passati tutti i tablet prodotti a Cupertino. Questo è il migliore di tutti. Più potente, più bello, con lo schermo migliore, con i circuiti migliori, con più memoria. Siamo passati da 16 GB a 1024 GB, e la cosa è veramente spettacolare. La Usb-C ci rende felici e rende la nostra vita più semplice. Il refresh da 120 Hz “intelligente” dello schermo – e lo schermo stesso, sono fantastici e molto belli. La nuova Apple Pencil funziona molto bene, ha il click secondario per attivare la gomma da cancellare o un secondo accessorio, e si ricarica finalmente senza dover infilzare l’iPad. Tutto è più potente e reattivo.
Certo, ci sono anche i contro: l’iPad Pro costa molto, non c’è supporto per lo storage tramite Usb-C, se n’è andato un po’ prematuramente il mini-jack audio, l’ecosistema delle app iOS per iPad è un po’ statico e poco innovativo, in generale la sensazione è che Apple adesso che ha fatto il tablet per tutti noi, debba rimboccarsi le mani e lavorare sul sistema operativo. Tim Cook è convinto che il futuro dell’informatica personale siano gli iPad. Steve Jobs però riteneva che l’iPad avrebbe avuto senso se avesse saputo fare le stesse cose degli smartphone e dei Pc però meglio. O addirittura fare cose nuove. Adesso che siamo a metà del guado è arrivato il momento di accelerare e arrivare dall’altra parte. L’iPad Pro 11 è una grande spinta in questa direzione: ha messo la freccia. Resta da vedere se si deciderà a superare…
Pro:
• Stile e materiali di eccellenza
• La porta USB-C offre flessibilità
• Potente come un PC
Contro:
• Un prezzo che non è per tutti
• Dov’è il Filesystem?
• Il prossimo passaggio sarà il più difficile
Prezzo e disponibilità
iPad Pro da 11 è disponibile nelle colorazioni Argento e Grigio siderale con tagli da 64, 256, 512GB e 1TB con dotazione hardware identica ma con 4GB di RAM per tutti i modelli ad eccezione di quello da 1TB con 6GB di RAM.
Per tutti i modelli iPad Pro 2018 è disponibile la versione solo Wi-Fi che Wi-Fi + Cellular con anche connessione 4G con prezzi a partire da 899 sino a 1729 Euro Iva inclusa.
Caratteristiche e colori identici anche nel modello più grande da 12,9″, mentre resta a listino il modello precedente, iPad Pro da 10,5″.