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Recensione iPad mini Retina: il tablet come dovrebbe essere

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Apple, lo sa bene chi ci segue, aggiorna i suoi prodotti per il mobile ogni anno e la strategia è quella del tic-toc: prima un prodotto viene rilasciato, poi affinato (tic) per poi essere rivoluzionato (toc). Per quanto riguarda l’iPad mini dovremmo essere nel momento “tic”, visto che il mini tablet era stato presentato lo scorso anno e visto che, a prima vista, il computer da tasca di Cupertino è  in tutto e per tutto identico per fattore di forma dell’edizione 2012. In realtà l’aggiornamento apparentemente minore, è in realtà un salto generazionale e anche concettuale, come vedremo, molto consistente visto che sono cambiate le due componenti principali: il processore e il display, ereditati dall’iPad Air, una mossa capace di cambiarne radicalmente il posizionamento e rendere evidente anche un cambiamento dell’approccio strategico di Apple al mondo dei tablet. È essenzialmente intorno a questa scelta che abbiamo strutturato la nostra recensione dell’iPad mini Retina, rivolgendo un sguardo che parte da un punto di vista tecnico, ma che punta più che altro a dare l’idea di che cosa cambia e che cosa si ottiene da questo dispositivo, soprattutto nel suo rapporto con i suoi due principali concorrenti: il predecessore, l’iPad mini 2012, e l’iPad Air.

Fattore di forma
Il fattore di forma dell’iPad mini, come accennato, è rimasto assolutamente identico. Questo, a giudizio di chi scrive, un fan della versione originale del prodotto, è un merito indiscutibile. L’iPad mini Retina, come il modello che l’ha preceduto (e che comunque continua a restare in vendita, come ben noto) è un piccolo capolavoro: maneggevole, leggero, sottile. Tanto piccolo da stare nel tascone di un cappotto quasi senza percepirne la presenza o di finire assieme a un altro computer, in uno zaino, senza accorgersi che c’è. Nello stesso tempo non troppo piccolo da essere scomodo in un uso quotidiano. Anche se L’iPad mini Retina è leggermente più spesso (ma solo di 0,3 millimetri) e anche più pesante (tra i 23 e i 29 grammi) del modello precedente, ben difficilmente prendendo in mano i due prodotti contemporaneamente o accostandoli si noterà la differenza.

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Ma il vero plus, dimensioni a parte, l’iPad mini ce lo presenta proprio quando viene maneggiato. In questa situazione, al contrario dell’iPad da 10 pollici, si sorregge senza fatica e a lungo con una sola mano, da seduti e persino da sdraiati. È questa la ragione per cui da un anno a questa parte, nei viaggi in aereo, abbiamo deciso di partire solo con l’iPad mini, lasciando a casa il nostro iPad “full size”. Prestazioni e schermo dell’iPad originale (abbiamo a lungo usato un modello di terza generazione), pur superiori rispetto a quelle dell’iPad mini originale non erano sufficienti a ripagare la comodità di un prodotto come l’iPad mini e ora l’iPad mini retina.

Un altro aspetto fondamentale dell’iPad mini Retina riguardo al fattore di forma è la copertura dello schermo sulla superficie frontale. Nonostante le piccole dimensioni, lo schermo copre il 72% della parte frontale, molto più della concorrenza. Ad esempio il Kindle Fire HD, come si legge su Internet, ha uno schermo che copre il 60% della parte frontale, il Nexus 7 il 62%. Questo vuol dire che a parità di dimensioni, l’iPad mini ha un bordo ridotto e offre più superficie per la visione dei contenuti e i concorrenti devono in pratica creare un prodotto più grande per avere la stessa dimensione di schermo. Nonostante questo, come il precedente mini anche il Retina è straordinariamente preciso nel controllo dei contenuti; grazie al sistema che individua il contatto involontario sui bordi (come quello che viene attuato a volte reggendo in mano il dispositivo), non abbiamo mai registrato tocchi “fantasma” non desiderati.

Un aspetto importante nel maneggiare il tablet nell’uso quotidiano è la tendenza molto ridotto a riscaldarsi.Il dorso in alluminio tende a restare molto più freddo rispetto all’iPad mini 2012. Si tratta sicuramente dell’effetto della migliore resa del processore di cui diremo poco più avanti. Quel che conta, tecnologia perseguita a parte, è che grazie a quest’aspetto possiamo usare l’iPad mini Retina confortevolmente.

Materali ed assemblaggio
Un excursus approfondito sui materiali è quasi del tutto inutile visto che, almeno nel corso da un decennio a questa parte, Apple è universalmente riconosciuta come un leder nella qualità dell’assemblaggio, della scelta delle componenti e dei colori, ma un cenno non si può tralasciare. Il modello che abbiamo usato per la nostra prova è la versione con parte frontale bianca e il retro in color argento, un accostamento identico a quello dell’iPhone 5s e che a nostro giudizio resta probabilmente la migliore opzione se si vogliono evitare rischi di graffi e scoloriture in caso di un trattamento non troppo con… i guanti. Il feeling del vetro e dell’alluminio sono qualche cosa che era e resta allo stato dell’arte e che nessuno dei concorrenti sembra essere in grado di pareggiare al momento. Incredibilmente basse le tolleranze tra le varie componenti. I tasti rispondono esattamente come i precedenti, senza esitazioni quando si premono a fondo, ma resistono alla pressione indesiderata. In pratica la precisione nel controllo, come la disposizione ergonomia, sono da manuale. E chi ha un altro prodotto mobile Apple, sia un iPad, un iPhone o un iPod touch, non avrà nulla da imparare.

Lo schermo
Se c’era un limite evidente del precedente iPad mini, questo era nello schermo. Nonostante brillantezza e luminosità fossero piuttosto buoni, la risoluzione da 1024X768 a 168 ppi era un fattore limitante. Questo non tanto per i giochi o l’uso di applicazioni o magari anche la visione di un film. In questo caso la risoluzione bassa rispetto ad altri prodotti, è sicuramente un handicap, ma chi scrive non l’ha mai percepito come un fattore limitante. Il rapido cambiamento d’immagini in un gioco e la distanza da cui si guarda lo schermo, rendono la differenza tra un display retina e uno non retina non così rilevante. Molto più problematico, invece, è l’effetto prodotto in altre situazioni e in particolare nella lettura di testi, libri e giornali, nella navigazione Internet e la visione di immagini fisse.

Quando si legge, in particolare, l’occhio poggia con costanza sui dettagli, la vista scorre più lentamente e, quasi sempre, lo schermo viene guardato anche da più vicino. In casi come questi il display non retina mostra tutti i suoi limiti e questo in particolare dopo avere usato massicciamente un iPad mini Retina.

Lo stesso si deve dire per la visione delle immagini fotografiche; quando s’ingrandisce una foto, in particolare, la differenza tra i due schermi, quello vecchio e quello nuovo da 2048X1536 a 326 ppi, specie nella capacità della resa dei dettagli, appare in tutta la sua evidenza. Anche colori e intensità del nero sono superiori nel nuovo iPad Retina. Da questo punto di vista il passo avanti è davvero sensibile e rende il nuovo modello un prodotto eccellente per la navigazione, nell’uso come eBook Reader e anche come supporto per fotografi che vogliono usare l’iPad mini in mobilità, per avere uno sguardo istantaneo più puntuale sulle immagini scattate, fruendo di un display generoso, rispetto a un LCD di una digicamera, per una prima valutazione sulle sessioni “on the road”.

Dove l’iPad mini Retina non promette e non fa miracoli è nella visione di un film. Lo schermo da 7,9 pollici è piuttosto costretto e anche se la risoluzione e la definizione è eccellente, per questo uso si ha probabilmente più soddisfazione da un iPad o magari da un MacBook Air da 11 pollici.

Qualità dello schermo
Nei giorni scorsi si sono lette diverse cose, non tutte positive, sulla qualità dello schermo di iPad mini Retina. Si è parlato a lungo, ad esempio, di ritenzione dell’immagine e anche di qualità ridotta rispetto ad alcuni concorrenti, in particolare il Kindle Fire HDX. La colpa sarebbe, da una parte, della tecnologia Igzo che offrirebbe prestazioni inferiori rispetto a quelle della tecnologia LTPS usata da alcuni concorrenti, dall’altra da problemi di produzione incontrati da Sharp (principale fornitore di Apple) che ha costretto la Mela ad accettare alcuni compromessi. Nel corso della nostra prova abbiamo così provato a svolgere il test preparato da Marco Arment per verificare l’eventuale stampaggio dello schermo, ma dopo due diverse sessioni da una decina di minuti l’una, non abbiamo riscontrato alcun tipo di immagine fantasma.

Abbiamo poi confrontato lo schermo di iPad mini Retina con un iPad Air per verificare se la presunta inferiore gamma cromatica misurata con strumenti scientifici è qualche cosa di effettivamente percepibile a occhio nudo, che poi è la cosa che conta.

L’impressione di primo acchito è che le differenze, se ci sono, guardando prima un dispositivo e poi l’altro, non si percepiscono. Lo schermo dell’iPad mini, anzi, lascia un’impressione migliore per la superiore densità dei pixel, e capacità di presentare i dettagli. Accostando poi i due pannelli la prima cosa che si percepisce è primariamente una luminosità leggermente inferiore sul mini (e anche a confronto con un iPhone in realtà…) e un contrasto non così incisivo. Osservando immagini particolarmente ricche in fatto di gamma cromatica si nota rispetto all’Air una certa mancanza di saturazione su alcuni colori (essenzialmente nei blu e nei rossi, specie quelli che tendono al Magenta). Che questo sia un reale limite nell’uso di tutti i giorni è probabilmente qualche cosa di molto soggettivo, oltre che di colpo d’occhio, ma la nostra impressione è che per i compiti per i quale l’iPad mini retina è concepito e senza un termine di paragone accanto da studiare, ben difficilmente si noterà il gamut inferiore a quello dell’iPad Air. Forse questa problematica potrebbe essere qualche cosa di cui tenere in conto se un fotografo volesse usare l’iPad mini come camera oscura da viaggio, per il fotoritocco e la gestione fine delle immagini. Ma per questi scopi certamente si ricorrerà sempre a un computer, sia per ragioni di applicazioni sia di comodità del display.

Il processore e le prestazioni
La seconda grande differenza tra iPad mini e iPad mini retina è nel processore. Apple ha usato lo stesso A7 impiegato nell’iPhone 5s, una componente da 1.3 GHz con una GPU da 450 MHz (stimati) PowerVR G6430; accanto al chip troviamo 1 GB d memoria RAM LPDDR3 (il doppio rispetto al’iPad mini dello scorso anno) e un coprocessore Apple M7. Rispetto al processore dell’iPad Air la velocità del clock è di circa l’8% inferiore, ma per il resto le tecnologie sono del tutto identiche e in particolare anche qui abbiamo i 64-bit. I benchmarks che troviamo un po’ ovunque su Internet non li abbiamo ripetuti sulla nostra macchina perché sarebbe stato del tutto inutile visto che tutti i prodotti Apple, per la particolare politica di Cupertino, sono, fortunatamente, tutti uguali con le sole differenze tra uno e l’altro in fatto di capacità della memoria e disponibilità, o meno, della rete cellulare.

Dai benchmarks svolti, sappiamo che usando Sunspider 0.9.1, Mozilla Kraken, Google Octane, Borwsermark, tutti test che sfruttano intensivamente il processore, iPad mini straccia il modello precedente in maniera clamorosa, collocandosi in una differente categoria. Ma anche il non troppo anziano iPad 4 perde il confronto, spesso in maniera impietosa, con il nuovo modello. Solo iPad Air e qualche concorrente basato sul chipset Nvidia Tegra 4, concorre sugli stessi livelli di benchmark di iPad mini Retina.

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Le prestazioni della GPU sono altrettanto eccellenti. Anche qui i concorrenti principali sono l’iPad Air e l’Nvidia Tegra 4 (un SoC usato dal tablet Tegra 7). La competizione con l’iPad mini originale, invece, non esiste. Come scritto da alcuni siti specializzati in hardware, il vantaggio dell’iPad mini Retina è tanto evidente da manifestare prestazioni doppie comparate a quelle di iPad mini del 2012 e questo muovendo 4 volte i pixel del predecessore.

Quel che conta però, come nel caso della qualità dello schermo, non sono tanto i benchmarks, quando l’uso quotidiano. Nel nostro caso abbiamo provato a fare qualche test di navigazione con un set di pagine Internet predeterminato (Repubblica, Macitynet, Trenitalia, Cnn, Apple, Expedia, Amazon, Corriere della Sera), ottenendo risultati cronometrici largamente migliori rispetto al vecchio iPad mini. In termini pratici per caricare queste pagine, usando un connessione Wi-Fi su Adsl 24 Mbps, abbiamo impiegato 40 secondi con l’iPad mini Retina e 58 secondi con il vecchio iPad mini. Un iPad Air ha impiegato 38 secondi.

In linea generale le prestazioni nel lancio delle applicazioni, nello scorrimento dell’interfaccia, nel passaggio da una applicazione all’altra, nell’uso della applicazioni più comuni, non abbiamo notato alcuna differenza visibile con l’iPad Air. Neppure affiancando un tablet all’altro è facile individuare un tangibile gap. Inutile aggiungere, visto quel che abbiamo detto solo poco più sopra, che l’iPad mini originale non è in grado di offrire alcuna resistenza all’iPad mini Retina quando si parla di prestazioni. Ma anche qui la cosa più semplice e giusta da fare per misurare la qualità è usare prima uno e poi l’altro; dopo anche solo qualche minuto con l’iPad mini retina sarà difficile tornare all’iPad mini di precedente generazione sfuggendo alla sensazione che stiamo usando un dispositivo non di una ma di due (e forse tre) generazioni precedenti.

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Autonomia
Apple ha usato per il nuovo iPad una più che generosa, per le dimensioni, batteria da 23.8 Watt-ora, di fatto la stessa capacità dell’iPad originale (che era da 25 Watt-ora) e del 27% meno capace di quella dell’iPad Air (32,5 Watt-ora). L’iPad mini originale aveva una batteria da 16 Watt-ora, quindi del 44% più “piccola”. Questo profluvio di numeri e dati percentuali valgono, come sempre, meno del dato pratico. Abbiamo messo un video a 720p in loop, spento il Wi-Fi, messo lo schermo al 50% e la batteria ha sfiorato le 12 ore di autonomia (11:54 minuti), in un secondo test, tenendo il Wi-Fi acceso con posta in push e lasciando sempre il filmato in loop abbiamo raggiunto le 10 ore e 12 minuti, il che è assolutamente notevole e del tutto paragonabile a quel che riesce a fare l’iPad Air. In un uso pratico nel corso di una settimana, test a parte, con un uso moderato, abbiamo ricaricato iPad mini solo due volte. Questo dovrebbe bastare a far comprendere l’eccellente livello di usabilità di iPad mini Retina in rapporto alla necessità di accedere ad una presa di corrente o una porta USB. La sensazione è che iPad mini Retina abbia una durata del tutto simile se non superiore a quella del nostro vecchio iPad mini nel momento del suo acquisto, fatto sensazionale se consideriamo che ha un processore molto più potente, uno schermo con risoluzione doppia e le stesse dimensioni e peso.

Abbiamo svolto anche qualche prova di ricarica della batteria usando l’alimentatore da 10W incluso, raggiungendo in tre occasioni il 100% intorno alle quattro ore. Ricordiamo che l’alimentatore ha due volte le prestazioni del precedente modello. Usare un modello da 12W, lo stesso che usa iPad Air, non produce quasi alcun effetto in termini di velocità di ricarica, perchè, come notano alcuni siti specializzati in hardware, il massimo assorbimento di iPad mini Retina è di 11W (iPad Air assorbe invece 13,8W).

Macchina fotografica e audio
Il nuovo iPad mini Retina non fa passi avanti per quanto riguarda le digicamere. Sia quella anteriore (1280 x 960) sia quella posteriore (2592 x 1936) sono identiche al modello precedente e a quelle che usa l’iPad Air. Essendo uguale anche il sensore le differenze in fatto di prestazioni rispetto all’iPad mini 2012, comunque buone visto che stiamo parlando di un tablet, si limitano alla velocità dell’interfaccia. In qualche test che abbiamo svolto con Facetime, ma anche nella registrazione, un sensibile miglioramento si nota invece nella chiarezza dell’audio. È  il frutto del nuovo assetto dei microfoni, che ora sono due, di cui uno specifico per la cattura dell’audio e il secondo per la cancellazione del rumore di fondo. E a proposito di audio, l’uscita dai due altoparlanti stereo è superiore a quella già piuttosto buona dell’iPad mini originale, che è stato il primo dispositivo Apple ad avere , lo ricordiamo, la capacità di riprodurre direttamente suono in streofonia. Ovviamente non si tratta di qualità paragonabile a quella di un vero altoparlante esterno di qualità, ma il nuovo modello, considerando le dimensioni degli speakers, offre prestazioni eccellenti. A nostro giudizio se avete l’intenzione di acquistare qualcuno degli “scatolotti” da una ventina di euro che si trovano in commercio per abbinarlo via jack da 3,5mm ad iPad mini Retina per ascoltare un film o un podcast, potete tranquillamente farne a meno perchè le componenti integrate sono paragonabili dal punto di vista della fedeltà, probabilmente non troppo diverse sotto il profilo della potenza e offrono anche un modesto, ma percepibile, effetto stereo “destro e sinistro” (ovviamente solo quanto l’iPad è in posizione verticale) che i suddetti “scatolotti” non hanno.

Wireless
Apple ha quasi interamente (Bluetooth escluso) aggiornato il comparto wireless. È nuova sia l’architettura del Wi-Fi che quella che supporta la rete cellulare. Il Wi-Fi è compatibile con IEEE 802.11n; niente supporto alla tecnologia ac, quindi (che comunque non è ancora matura per dispositivi mobili), ma abbiamo un sistema MIMO, (muliple-input, multiple-output), di fatto un sistema a doppia antenna per un doppio stream. Questo, a determinate condizioni, raddoppia le prestazioni del Wi-Fi e ha la capacità teorica di arrivare fino a 300 Mbps se la rete cui siete connessi supporta questa velocità, anche se alcuni siti hanno misurato la velocità intorno ai 150 Mbps. Nelle stesse condizioni, in ogni caso, l’iPad mini di precedente generazione non arrivava agli 80 Mbps. Non abbiamo svolto misurazioni scientifiche sulla banda disponibile, ma l’impressione generale che si ricava sia dalla sensibilità dell’apparato valutata dalle tacche che dalla capacità di reggere il collegamento in stanze affollate di altri dispositivi e alla distanza dalla nostra base Airport, è che anche in fatto di tecnologia Wi-Fi, iPad mini Retina rappresenti un passo avanti.

Il nuovo iPad mini ha anche un altro vantaggio rispetto al modello precedente: la piena copertura delle bande LTE licenziate in Italia. Non abbiamo avuto occasione di testare iPad mini con la rete LTE e quindi nulla possiamo dire delle sue prestazioni reali, ma il fatto che ora iPad mini Retina è compatibile con i 1800 MHz (banda 3), 2600 MHz (banda 7) e gli 800 MHz (detta anche 800 DD, Digital Dividend, banda 20) è una notizia interessante per tutti coloro che vivono in una zona coperta dalla nuova tecnologia per la rete cellulare. Il modello lanciato lo scorso anno operava unicamente sulle bande 1, 2 e 3, le più usate in oriente e negli USA e solo per puro caso era in grado di operare anche in Italia dove Tim, Vodafone Italia e 3 avevano affittato la banda 3. Il nostro paese è uno dei pochissimi in Europa dove era stata attivata questa frequenza per l’LTE in attesa che si liberasse la banda degli 800 MHz, considerata la più interessante per la diffusione capillare del 4G. Il risultato è che anche i clienti di Wind che acquistano un iPad mini, come già nel caso di iPad Air e iPhone 5s e 5c, potranno avere il 4G. Ma anche i clienti degli altri operatori mobili hanno benefici. La frequenza dei 2600 MHz è più adatta a penetrare cemento e barriere costituite da alberi, una situazione tipica dell’uso in città e agglomerati urbani, quella degli 800 MHz garantirà una copertura a lungo raggio, tipica invece degli spazi aperti, pur senza avere la capacità che ha la banda 7 di superare ostacoli solidi.

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Software e sistema operativo
In questa sede non vogliamo fare una recensione del sistema operativo, ma la recensione di iPad mini retina non sarebbe completa senza qualche parola sulle funzioni e le prestazioni della dotazione di applicazioni che viene ora fornita con ogni iPad. iPad mini Retina è in grado di offrire il meglio da questo punto di vista con ciascuno dei programmi della suite iLife, inclusi quelli che hanno richieste di sistema più elevate. È il caso ad esempio di iMovie che è estremamente scattante, sia nella gestione dell’interfaccia vera e propria che nel rendering dei filmati. Per chi vuole fare montaggio in mobilità, dimensioni dello schermo a parte (l’iPad Air sarebbe più adatto ovviamente per la generosità del display), il Mini Retina è un perfetto sostituto di un qualunque computer laptop se non abbiamo esigenze particolari. In viaggio, ad esempio, è in grado di trasformarsi in un tavolo, virtuale, di montaggio per piccoli ma simpatici lavori da mostrare immediatamente agli amici. La stessa cosa va detta di quel che accade con iPhoto. La gestione di grandi librerie, il fotoritocco e la compilazione di album fotografici, tre compiti in cui il precedente Mini era lento e macchinoso, sono digeriti con estrema agilità del nuovo iPad.

Qualche passaggio a vuoto viene segnato, invece, dal sistema operativo che in alcuni casi sembra stranamente pesante; specie  nella gestione dell’interfaccia, non è così sensibilmente più fluido e veloce rispetto ad iPad mini, rispetto a quanto ci si attenderebbe in rapporto ai muscoli sciorinati altrove. Questa stessa sensazione ce l’abbiamo avuta anche valutando le differenze tra iPhone 5 e iPhone 5s con questo secondo modello sostanzialmente alla pari in fatto di gestione dell’interfaccia con il primo. Ne deduciamo che la colpa non è dell’hardware, ma del sistema operativo stesso che probabilmente deve essere ancora ottimizzato in profondità

Prezzo
Il vecchio iPad mini aveva tre punti deboli rispetto alla concorrenza: schermo, prestazioni e prezzo. I primi due sono stati, come si sarà capito, completamente cancellati. Attualmente iPad mini è il più potente dispositivo nella sua classe e almeno alla pari dei migliori avversari nella risoluzione e definizione dello schermo. Per quanto riguarda i costi, invece, non si registrano progressi, anzi oggi il tablet costa 389 euro, 60 euro in più dello scorso anno. La differenza, sulla carta, si può giustificare con le tecnologie introdotte nel nuovo modello ma il fatto che iPad mini ha un listino del 18% superiore a quello di ier, in una nicchia dove i concorrenti ribassano il prezzi ed Apple da sempre ha cercato di mantenerli uguali, è qualche cosa che potrebbe penalizzare l’appetibilità di iPad mini Retina, il che è davvero un peccato considerando che siamo di fronte al miglior tablet in commercio.


Conclusioni
Sì, il miglior tablet in commercio. Questa è l’impressione che abbiamo ricavato dalle due settimane di utilizzo continuato di iPad mini Retina e dopo avere usato per un tempo altrettanto lungo l’iPad Air. A nostro giudizio il modello da 7,9 pollici, con uno schermo del tutto simile a quello del modello superiore per dimensioni dei pixel e livello di dettaglio, un SoC virtualmente identico, stessa qualità costruttiva, ma una superiore maneggevolezza e un peso ridotto, per una larga fetta di potenziali clienti, è scelta più razionale e produttiva. Si trasporta più facilmente, si usano gli stessi giochi, si vedono le fotografie (al netto degli “occhi di lince” e dei guru del colore) con una qualità molto simile e si naviga alla stessa velocità. Persino le fotocamere sono identiche e se volete usare un tablet per scattare immagini, semmai iPad mini è più maneggevole di iPad Air. Le uniche ragioni per cui si dovrebbe passare ad iPad da 9,4 pollici potrebbero derivare dall’intenzione di usare massicciamente iPad al posto di un computer laptop o per applicazioni da ufficio (come un foglio di calcolo o per creare presentazioni con Keynote). Si dovrebbe restare con iPad Air anche se la fedeltà del colore è una priorità assoluta e se l’intenzione è quella di usare il tablet come una “camera oscura da viaggio”. Anche se il fattore di decisione è basato sulla domanda “compro un iPad o un Ultrabook”, e il prezzo non è un problema iPad Air offre più di iPad mini. E parliamo non a casa di iPad Air. Se il dubbio ve lo state facendo venire, però, basandovi su iPad 2, sappiate che i vantaggi offerti dallo schermo più grande e dai dieci euro di risparmio sono del tutto obnubilati dagli innumerevoli punti di forza di iPad mini Retina rispetto al glorioso ma anziano e goffo concorrente che conta sì su uno schermo più grande, ma di qualità largamente inferiore, che pesa di più ed è infinitamente più lento.

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In definitiva, l’impressione che si ricava dal lancio di iPad mini Retina è che Apple abbia abbandonato ogni compromesso cui era scesa lo scorso anno con il primo modello, un prodotto discreto ma che a conti fatti sembrava prima di tutto una sorta di esperimento, un tastare l’acqua senza rischiare, in una nicchia, quella dei tablet con schermo a superficie ridotta, in cui Apple aveva fino a quel momento dimostrato e dichiarato anche esplicitamente di credere poco. A distanza di un anno e dopo il successo avuto da un modello che nasceva su basi conservative, studiato prima di tutto per non dare fastidio ad altri iPad con prezzo e margini di profitto superiori, ora Apple con iPad mini Retina palesa di essersi liberata da ogni timore di concorrenza interna lanciando, senza freni inibitori, un prodotto eccellente che non guarda in faccia a nessuno, neppure ai parenti più prossimi ed è più che pronto a stabilire un nuovo presidio tecnologico e di stile nel mondo dei mini tablet.

Non possiamo però nascondere il fatto che l’arrivo iPad mini Retina non cancellerà tutto d’un botto, specialmente tra chi è nuovo al mondo dei tablet e tiene in elevata considerazione la spesa che sta per affrontare, i dubbi sull’acquisto di un concorrente con sistema operativo Android.  Ma chi lancerà un ballottaggio, avrà un solo, esclusivo e ragionevole motivo: il costo di iPad mini, che da questo punto di vista, come per prestazioni e qualità costruttiva, non giunge ad alcun compromesso. Chiunque  però avrà messo le mani su un iPad mini Retina e poi su un qualunque altro tablet con il sistema operativo del robot verde si renderà immediatemente conto che avrà certo la possibilità di spendere un po’ meno, ma anche otterrà molto meno.

Pro
– Prestazioni eccellenti
– Qualità costruttiva ineccepibile
– Fattore di forma pressochè perfetto
– Accesso ad un ecosistema ricco ed integrato
– Aggiornamento molto significativo rispetto al primo iPad mini
– Schermo ad elevata definizione e con immagini definite e vivide

Contro
– Prezzo elevato rispetto ai concorrenti
– Display a dimensioni ridotte per alcuni tipi di applicazioni
– Gamma cromatica che potrebbe non soddisfare i professionisti dell’immagine digitale

Prezzi: iPad mini Retina costa 389 euro in versione 16 GB senza rete cellulare; la versione con rete cellulare costa 509 euro. Disponibile anche i versione 32,64 e 128 GB. Addizionare 90 euro per ogni incremento di capacità.

 

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