Gli iMac 2019 sono arrivati sul mercato con novità che potremmo definire “silenziose”, nel senso che non si vedono troppo, ma che si percepiscono molto bene.
Tra queste le più importanti per il modello 27″ sicuramente l’adozione (su richiesta) di processori intel di nona generazione (“Coffee Lake”), sino a otto core e schede video che partono dalla Radeon Pro 570X con 4GB di memoria sino alla Radeon Pro Vega 48, con ben 8 GB di memoria HBM2: oltre a queste novità, rimangono gli aspetti interessanti inalterati rispetto al modello del 2017 come due porte Thunderbolt 3 (compatibili USB-C) e 4 USB-A, display 5K (5120×2880 px) con profilo colore P3.
Abbiamo avuto modo di provare il nuovo iMac nella sua configurazione più interessante, con processore 3,6 GHz Intel Core i9, 16GB di RAM DDR4, Radeon Pro Vega 48 e SSD da 500 GB: vediamo com’è andata.
Aspettative
Da utente Apple ci si aspetta che ogni annuncio sia condito da novità di design, resa e di curiosità in genere, tuttavia in questo modello l’aggiornamento ruota intorno a novità che non sono estetiche ma di sostanza.
L’iMac 2019 è del tutto uguale, millimetro per millimetro, al modello 2017, display e periferiche comprese. La delusione di chi cerca un prodotto tutto nuovo dura poco, il tempo di accenderlo e valutare le prestazioni del motore sotto il cofano, che “romba” con autorità.
Chi scrive, in particolare, si è occupato della recensione dell’iMac 27 2017, dotato all’epoca di un disco interno da 1TB di tipo Fusion, un mix cioè di un disco meccanico e di una SSD da 64GB. Questa soluzione è ancora la scelta di default per i modelli iMac da 21.5 e 27 ma noi consigliamo ai lettori di investire qualche Euro in più e optare per una unità SSD interna pura, come nel modello in prova, perché la sensazione è tutt’altra cosa e i vantaggi palesi fin da subito, dopo il classico “Bong” di avvio.
In caso serva più spazio, le porte USB, USB-C o Thunderbolt 3 offrono una vasta gamma di opzioni di archiviazione esterna (come questo My Book Duo di Western Digital che abbiamo recensito da poco, oppure un NAS, usabile anche da più utenti)
Durante la (molto corta) fase di installazione abbiamo osservato l’iMac e abbiamo fatto alcune riflessioni, che troviamo interessante condividere: oltre ad una unità SSD, secondo chi scrive sarebbe stato meglio inserire di default anche la Magic Keyboard con tastierino numerico, opzioni che tutti gli utenti possono scegliere ma con un sovrapprezzo, quando per la clientela di un modello come questo, con display da 27 pollici, sarebbe più opportuno inserire come scelta di base, dato che le opzioni BTO (le personalizzazioni in fase d’acquisto) di solito necessitano di più tempo e non sono popolari in ambito business.
Il Design non è una opinione
Sul design di questo iMac si sono sprecate pagine e pagine ma ancora oggi ci sono pareri contrastanti: è indubbio che il fattore di forma sia il migliore disponibile sul mercato; funzionava all’inizio, nel 2012 (ma le basi sono state poste nel 2003) e funziona ancora oggi. Il design è molto accattivante, eccellente come staticità ed ergonomia vista anche necessità di reggere un display da 27″ (con un bordo da quasi 3 centimetri). Sono essenzialmente solo due le scomodità che ci sentiamo di sottolineare: una è la presenza dei connettori solo nel lato posteriore, al seconda il fatto che il cassetto per la RAM è sotto il braccio (poco pratico) che regge il display. Anche sul supporto si potrebbe dire qualche cosa visto che è fisso in senso verticale, ma alla fine questo non dovrebbe dare problemi.
Per il resto la qualità costruttiva è impeccabile: il braccio regge benissimo anche nei modelli più vecchi anche dopo sollecitazioni di anni, e per tutta la durata è ad oggi il computer Desktop più silenzioso del mercato, anche a ventole accese (solo nei momenti di picco di calcolo).
Qualche dettaglio da #Nerd
Chi acquista questo modello di iMac non è un utente a cui piace contare i Megahertz. Per le esigenze di calcolo estremo, laddove i numeri invece sono fondamentali, si risolvono nel modello iMac Pro, ben più perfomante di questo (e pensato per altri ambiti operativi). In queste pagine però qualche accenno ai “muscoli” lo vogliamo fare, per offrire comunque un quadro più completo.
Il modello in prova è arrivato dotato di un processore Intel Core i9 (nona generazione) da 3,6 GHz ma capace di attivare la funzione Turbo, che arriva in caso di necessita sino a 5.0 Ghz, numericamente superiore al modello base di iMac Pro (che però monta un processore Xeon di classe superiore e quindi è di base più potente).
La scheda video che abbiamo sperimentato nel modello in prova è una Radeon Pro Vega 48 con 8GB di RAM HBM2, un doppio salto in avanti rispetto alla pur buona Radeon Pro 580 con 8GB di RAM GDDR5 presente nel modello top del 2017: chiaramente la novità è utile a chi ha grandi esigenze nel campo grafico, dal montaggio video in 4 o 8K, alla resa poligonale di una Applicazione 3D o allo sviluppo VR.
Ricordiamo che in macOS il calcolo grafico co-partecipa a tutte le routine di calcolo, e che il processore delega alla scheda video compiti altrimenti in coda, per cui una scheda video più potente rende il computer più veloce in tutti i processi, anche al di fuori di compiti specificatamente grafici.
Si tratta di una buona notizia anche in considerazione dell’annuncio relativo ad Apple Arcade che dovrebbe spingere Apple verso Mac sempre più potenti dal punto di vista grafico, così che in futuro potrebbero colmare il cronico gap con il mondo Windows, anche se la scheda Radeon Pro Vega 48 è chiaramente pensata per il mondo grafico, non per quello videoludico.
Pro o non pro?
Negli ultimi dieci anni ci sono stati momenti in cui l’iMac più performante era anche il Mac più potente in assoluto, questo soprattutto per il ruolo controverso del modello Mac Pro da quando il modello a Tower è stato dismesso.
Con la presentazione dell’iMac Pro nel 2017 le posizioni si sono chiarite, tuttavia nella testa degli utenti e di Apple l’identità di questo iMac che abbiamo qui sotto le nostre mani resta un po’ confusa: si tratta di un modello Pro o no?
Difficile da dirsi d’un botto: nel settore dei portatili e iPad, la distinzione tra “Pro” e “non Pro” è ben chiara sia nel nome che nelle caratteristiche, mentre in ambito Desktop serve una riflessione
l’iMac è disponibile solo nel colore grigio chiaro (mentre tutti i modelli Pro sono disponibili in una colorazione, forzata o meno, più scura), non è presente il coprocessore chip T2 Security, come nell’iMac Pro, nel MacBook Pro e nel Mac mini (probabilmente per una esigenza di contenere i costi che sono già poco popolari) e non è presente neppure una porta 10Gb Ethernet (solo Gigabit), che sarebbe di certo servita a pochi ma che comunque garantiva un futuro più tranquillo in fatto di prospettive di evoluzione del mercato.
Detto questo, non si può di certo dire neppure che questo iMac sia un modello “consumer”: costo a parte, la potenza di calcolo, la possibilità di ospitare sino a 32 GB di memoria RAM DDR4 e una scheda video Vega ne fanno un cavallo da corsa che non teme il confronto con nessun software oggi in commercio, e lo diciamo senza tema di essere smentiti.
Il tutto senza dimenticare le due porte Thunderbolt 3, che possono ospitare una scheda video esterna per aumentare le prestazioni o in genere che rendono questo iMac estremamente versatile in tutti i sensi.
Provando a rispondere dopo queste considerazioni sulla domanda “pro o non pro”, diciamo che è una via di mezzo e che Apple ha forse collocato lì per no avere interesse a spostarlo da una parte o dall’altra del confine. Possiamo dire che il modello del’iMac 27″ chiaramente è più orientato al professionale, quello da 21.5″ decisamente più consumer, tanto nelle dimensioni quanto nelle prestazioni.
Il punto è che dal 2013 ad oggi, da quando il Mac Pro ha cambiato faccia, le esigenze del mercato sono cambiate molto e questo modello offre, concretamente, quanto (e anche di più) una clientela di grafici, editori, sviluppatori web, fotografi, giornalisti, tester, gamer e sviluppatori possono, concretamente, avere bisogno.
Il che lo rende un modello perfetto da avere e, all’occasione, da stressare senza paura, pur senza pretendere un investimento che per molti sarebbe esagerato.
Prova su strada
Alcune delle foto che vedete in queste pagine sono state scattate con una fotocamera Reflex e poi sviluppate in Adobe Lightroom proprio su questo Mac, da dove è scritto questo pezzo (in iA Writer).
Oltre a questo abbiamo realizzato qualche disegno in Adobe Illustrator, provato e riprovato qualche effetto di Luminar Flex da dentro Adobe Photoshop, renderizzato una composizione di clip in Adobe Premiere e fatto qualche prova anche con il Finder, tramite Anteprima veloce su file RAW o PSD a livelli.
L’impressione, generale, è che il Mac non se ne sia accorto: tutto è fatto in tempo reale, ma il dato più eclatante è che tutte le operazioni sono state svolte senza che il processore ne abbia risentito più di tanto. Processi che (come nel caso di Lightroom o con Anteprima veloce) su un iMac 27″ del 2015 che usiamo quotidianamente portano il processore i5 al 100% per tutto il tempo.
Provato con HandBrake convertendo il file video Big Buck Bunny, scaricabile gratuitamente (nella versione a 1080 in AVI) l’iMac 27 2019 ha necessitato di 2 minuti e 46 secondi (utilizzando il preset “Apple 1080p60 Surround”), circa la metà del MacBook Pro 2018 top di gamma, equipaggiato con un processore Intel Core i9 a 6 core e scheda grafica Radeon Pro 560X, quindi un risultato eccellente.
Tutto l’assetto è molto veloce; ad esempio l’uso dell’SSD interno, che tocca valori di 2000/2700, di poco più bassi di quelli del MacBook Pro (ma cinque volte più veloci del modello precedente con disco Fusion, che erano già di per sé molto buoni).
I risultati migliori, in questa ottica, sono arrivati da Cinebench 20 di Maxon, prova che interesserà chi fa rendering o usa applicativi che spremono molto la scheda video: il risultato di 4104 punti è elevato, ben quattro volte maggiore del corrispettivo conseguito dall’iMac 2017 e due volte quello ottenuto dal Mac mini top di gamma.
Giusto per fare un confronto, lo stesso modello di iMac 27 2019 con scheda video Radeon Pro 575X con 4GB e Intel Core i5 6‑core a 3,1GHz ha totalizzato un valore di 2503 punti, decisamente più basso del nostro ma comunque valido.
Questi numeri sono inequivocabili, e invitiamo i lettori a valutare da soli la differenza con altri Mac o PC di riferimento grazie alle corrispettive App gratuite di cui abbiamo fornito i link: poi ci sono altre prove, più specifiche, ma che per noi sono altrettanto importanti.
Un catalogo di una cinquantina di RAW con Lightroom è apparso rinato su questo iMac, rispetto al suo consueto utilizzo su di un iMac 27 2015, dove l’applicativo di Adobe risulta spesso balbettante, specie quando si salta velocemente da un RAW all’altro in fase di sviluppo. Anche altri applicativi come Adobe Illustrator sono sembrati molto reattivi su forme vettoriali molto complesse, seppure l’impressione è che Illustrator, come InDesign, non possano ottenere incrementi più alti o palesi benefici dalla scheda video Vega 48 comunque pari a Photoshop e Lightroom, per la propria costituzione.
Anche l’utilizzo con i video, da QuickTime a Premiere è sembrato molto buono, anche se qui sarebbe inutile riportare dati oggettivi data la vastità delle risorse a disposizione e anche dal fatto che oramai la riproduzione di un video in 4K o 8K non è più una novità assoluta per computer di questa fascia di mercato.
Infine eccellente anche nella fase di sviluppo: l’uso di quattro simulatori di iOS accesi contemporaneamente con Xcode non ha minimamente disturbato macOS o il processore, che viaggiavano al minimo (come si vede nella foto, grazie alla rilevazione di iStat Menu.
Considerazioni e mercato
Considerati tutti i difetti, pochi e storici, del design alle le sue incredibili potenzialità, pur considerando che si tratta della configurazione top, il giudizio su questo iMac 27 2019 non può essere alto e che in una parola potremmo definire “emozionante”, specie per chi ha un iMac più vecchio.
Pur non essendo formalmente considerato una macchina Pro da Apple, non possiamo non sottolineare che questo iMac, in genere ma soprattutto con questa configurazione non si discosta poi di molto da quella che è l’esperienza media su un iMac Pro (che offre numeri certamente diversi, ma non raggiunti in tutte le occasioni).
Considerato il fatto che sostanzialmente questo modello è un affinamento del precedente, che già ha offerto nel 2017 un colpo d’occhio magistrale grazie a Thunderbolt 3 e spazio colore P3 nel display 5K, possiamo dire che siamo di fronte ad una macchina senza dubbio formidabile, che si porta dietro qualche ombra qua e là su alcune scelte progettuali ma che può, in prospettiva, offrire una copertura totale lavorativa per i prossimi 4-6 anni anche da prima fascia.
Oltre a questo c’è anche un altro aspetto da evidenziare su questo modello (e gli altri della serie da 27″) in una ottica di mercato: se potessimo fare una previsione di vendita diremmo che questo iMac venderà moltissimo, come minimo quanto ha venduto la versione precedente.
Il motivo è senza dubbio la qualità costruttiva, un design che (comunque) piace e la potenza assolutamente adeguata alle necessità: ma il vantaggio degli iMac è che un vero concorrente, nel mercato, non c’è. Surface Studio non ha un hardware comparabile (e non ha macOS) e gli altri produttori semplicemente si concentrano nel mercato dei portatili (per calcoli economici), quindi restano solo altri computer costruiti ad hoc, frutto di palesi compromessi che sono inaccettabili da chi cerca un iMac.
Ed è un vero peccato, perché una sfida più grande nel mercato ci piacerebbe e sarebbe stimolante anche per Apple.
Pro:
• Stesso, affidabile design di sempre
• Processore e scheda video in ottica “pro”
Contro:
• Il design ha qualche cronico compromesso di troppo
Prezzi:
• iMac 27 2019 Intel Core i5 3,0GHz, 8GB RAM, Fusion Drive da 1TB e Radeon Pro 570X Euro 2.199,00
• iMac 27 2019 Intel Core i5 3,1GHz, 8GB RAM, Fusion Drive da 1TB e Radeon Pro 575X Euro 2.399,00
• iMac 27 2019 Intel Core i5 3,7GHz, 8GB RAM, Fusion Drive da 2TB e Radeon Pro 580X Euro 2.699,00
• iMac 27 2019 Intel Core i9 8‑core, 16GB RAM, SSD da 512GB e Radeon Pro Vega 48 Euro 4.079,00
I nuovi iMac sono disponibili da questa pagina di Apple Store online: il prezzo di listino del modello provato è di 4.079,00 euro.