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Recensione Honor Play, il medio gamma per giocare con prestazioni al top

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Per chi scrive è il primo smartphone di Huawei in prova, e le sensazioni sono complessivamente positive: Honor Play è un ottimo terminale che i media etichettano come il diretto concorrente di PocoPhone F1, uno smartphone nato per il gaming. E in effetti è proprio qui che il telefono di Huawei da il meglio di sé, risultando ad ogni modo un ottimo terminale anche per l’uso di tutti i giorni.

Il prezzo in rapporto alle prestazioni è davvero allettante sebbene tuttavia non sono pochi i compromessi da accettare, ma ci sta: non è un top di gamma e non ha la presunzione di esserlo.

Nella scatola

Insieme al telefono, nella confezione troviamo una comoda cover in silicone che protegge il telefono come un guanto, il cavo USB-C per ricarica e sincronizzazione dei dati, un alimentatore (purtroppo con spina USA) e i consueti manuali utente e garanzia. Niente auricolari.

Recensione Honor Play, il medio gamma per giocare

Com’è fatto

Costruttivamente è ineccepibile. Per design, la scocca ricorda quella di un iPhone 7 ma se dovessimo fare un confronto con quest’ultimo, Honor Play scivola meno e si tiene molto meglio in mano. I bordi sono stondati e le dimensioni in linea con la media degli smartphone attuali.

Lungo la cornice da un lato troviamo il cassetto per la scheda SIM, con supporto per due nanoSIM o scheda+microSD per l’espansione di memoria, dall’altro il bilanciere del volume e il tasto di Standby.

Sul bordo superiore il foro per il microfono secondario mentre su quello inferiore l’apertura per il microfono principale, la porta USB-C (con supporto OTG, ma niente uscita video), lo speaker (mono, peccato) e la presa jack audio da 3.5mm per cuffie.

Sul retro, in alto al centro, c’è il sensore per la scansione delle impronte digitali mentre ad un angolo trova posto la doppia fotocamera posteriore con flash LED, accompagnata dall’etichetta AI Camera che ci ricorda la presenza di intelligenza artificiale per il comparto fotografico.

Davanti invece, al fianco della capsula auricolare, c’è il sensore ambientale e la fotocamera anteriore abilitata non solo a selfie e videochiamate ma anche alla scansione del volto per lo sblocco del dispositivo.

Scheda tecnica

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Gaming

Chi scrive non è esperto di videogiochi ma questo smartphone nasce principalmente per questo scopo, così abbiamo speso qualche ora per cercare di vedere come si comporta. Il giudizio complessivo è veramente positivo. Le prestazioni sono ottime: qui il merito va al processore Kirin 970, il migliore al momento a bordo degli ultimi arrivati in casa Huawei, perfettamente ottimizzato con il sistema operativo.

Abbiamo fatto qualche prova con Real Racing, che si avvia molto rapidamente (circa 10 secondi), e anche dopo più di un’ora di gioco siamo rimasti piacevolmente colpiti dal fatto che il telefono non scalda affatto.

Recensione Honor Play, il medio gamma per giocare

Fotografia

Chi compra un telefono oggi guarda molto alla qualità delle fotografie e è lecito chiedersi come vada Honor Play da questo punto di vista, soprattutto a fronte di un’etichetta AI Camera ben visibile sul retro della scocca al fianco della doppia fotocamera posteriore.

Le premesse sembrano ottime ma in realtà il sistema non ci ha convinti completamente. Se dovessimo infatti dare un giudizio a caldo diremmo che in media l’AI peggiora le fotografie: molto spesso infatti i colori appaiono piuttosto finti ed eccessivamente saturi. Qualche volta funziona bene recuperando dettagli nelle zone in ombra e nei ritratti aggiunge vignettatura o effettua ritagli che migliorano la composizione della fotografia.

Ad ogni modo è possibile eliminare tale funzionalità anche post-scatto, quindi visto che c’è vale la pena tenerla attiva e scegliere poi in seguito se tenere la foto “potenziata” o quella normale in base alla scena e alle proprie preferenze.

La fotocamera non ci ha convinti neanche nel punta e scatta, dove spesso restituisce fotografie sfocate. L’impressione che abbiamo avuto è che è proprio l’AI a rallentare leggermente la camera, quindi in casi come questi vale forse la pena disattivarla. Risulta invece molto buona la risoluzione e il dettaglio.

Convince invece la stabilizzazione video, capace di ridurre le vibrazioni più consistenti e talvolta eliminare completamente quelle più lievi.

Bene per alcune cose…

Voto positivo all’autonomia. Con un uso intensivo dello smartphone tra GPS, video in 4G e circa 2 ore di gaming (oltre al resto cioè telefonate, messaggi, mail, lettura di notizie, ecc.) siamo arrivati a sera con circa il 25% di energia residua.

Sono molto buone anche le prestazioni nell’uso di tutti i giorni. All’avvio delle applicazioni non è subito fulmineo ma stiamo parlando di millisecondi: l’usabilità in fin dei conti non ne risente e si dimostra uno smartphone veramente veloce e fluido.

Funziona benissimo anche il sensore delle impronte digitali, mentre la scansione del volto non è sempre veloce e al buio completo fa un po’ fatica, probabilmente perché non c’è un proiettore di punti come su iPhone ma sfrutta semplicemente la fotocamera anteriore, quindi se la luminosità è bassa non riesce sempre a riconoscere il volto dell’utente.

Ci ha colpiti favorevolmente anche la luminosità all’aperto: lo schermo si legge benissimo anche sotto la luce diretta del Sole. La qualità audio è generalmente buona, sia in capsula che nello speaker, peccato per il fatto che sia mono. Un’ultima caratteristica che abbiamo apprezzato è poi la possibilità di nascondere il notch, la tacca con i sensori sulla facciata frontale: se non piace, si fa sparire con un click.

Recensione Honor Play, il medio gamma per giocare

…meno bene per altre

A leggere fin qui si può dire che Honor Play è complessivamente un ottimo dispositivo, ed è in effetti così sebbene però sono anche molti i compromessi che bisogna accettare. Pensando al prezzo per cui viene proposto ci aspettavamo innanzitutto la connettività 4G+ (è solo 4G) e l’impermeabilità: Apple la offre già da iPhone 7 mentre i costruttori Android sono arrivati anche prima. Il vetro frontale poi è poco oleofobico (valutare quindi l’acquisto di una buona pellicola).

Dal punto di vista software invece si può – e si deve – fare decisamente di meglio. Innanzitutto abbiamo notato che, quando si ricevono molte notifiche, per via del notch le icone sulla barra dei menu tendono a sparire sotto di esso. OnePlus 6 (tanto per citarne uno) ha la tacca ma le icone vengono gestite in maniera migliore.

Mancano poi le gesture. Quando Apple ha deciso di far sparire il tasto Home su iPhone X si è reinventata il modo di interagire con l’interfaccia utente e a seguire tutti i produttori Android che hanno scelto di adottare il frontale tutto schermo hanno seguito questa via. Sempre per citare OnePlus 6 si può disattivare la barra inferiore in favore di gesti che permettono di eseguire le stesse azioni dei pulsanti recuperando però spazio sul display. Qui c’è questa possibilità ma resta comunque visibile un pulsante virtuale centrale che non aggiunge spazio per i contenuti, quindi ci è sembrata un opzione un po’ inutile. AGGIORNAMENTO: Honor Play sarà tra gli smartphone Huawei che supporteranno le gesture a tutto schermo, offrendo così la migliore esperienza d’uso che durante queste prove ci è mancata.

Inoltre – e qui andiamo sul personale – l’EMUI 8.2.0 ci è sembrata troppo confusionaria. Ok, ci sono tantissime funzioni e questo è un bene per l’utente, ma forse andrebbe rivisto il modo di metterle su schermo.

La fotocamera è un’accozzaglia di tasti e modalità: se si vuole scattare una foto non ci sono problemi, si schiaccia il pulsante di scatto ed il gioco è fatto. Ma se viene in mente di spingere al massimo l’app e capire fin dove può arrivare la tecnologia implementata, allora tenete in conto di spendere almeno un paio d’ore tra prove di questa o quell’altra opzione.

La schermata principale è simile a quella di iOS, con icone quadrate tra le varie pagine ed è possibile personalizzare praticamente ogni cosa, perfino gli effetti di transizione. Come dicevamo queste sono considerazioni altamente personali: chi scrive preferisce di gran lunga l’esperienza stock di AndroidOne. Con Honor Play la situazione è completamente capovolta.

Per finire riteniamo si potessero evitare le decine di applicazioni preinstallate. Fortunatamente si possono disinstallare, ma richiede un’azione in più che si poteva tranquillamente evitare controllandone l’inserimento durante la configurazione iniziale. D’altronde il sistema al primo avvio già ci chiede se si vogliono installare alcune app, perciò poteva essere buona cosa inserire Facebook, Booking, Netflix, Z Camera, Camera360, Facebook Messenger insieme ai vari giochi – Asphalt Nitro, Spider Man, Dragon Mania, Kingdoms, Puzzle Pets, Sonic Runners, Lordsmobile – nella lista delle app da includere oppure no al termine della prima installazione.

Recensione Honor Play, il medio gamma per giocare

Conclusioni

Honor Play è un ottimo telefono specialmente per il prezzo per cui viene proposto. Le prestazioni sono ottime e nell’uso di tutti i giorni è davvero molto buono, veloce e reattivo. Per il gaming è la scelta ideale, è potente e non scalda mai. E’ fondamentalmente un telefono pensato per i giovani – c’è addirittura una modalità Party Mode per farlo suonare contemporaneamente con altri smartphone compatibili – o per chi vuole uno smartphone Android diverso dai soliti, che si possa personalizzare fin nei minimi dettagli senza dover installare applicazioni di terze parti.

Pro

  • Ottima costruzione
  • Autonomia eccellente
  • Prestazioni al top
  • Jack audio
  • Dual SIM oppure SIM + espansione memoria
  • Buona stabilizzazione video

Contro

  • Niente impermeabilità
  • No 4G+
  • Sistema di gesture gestito male
  • AI Camera non convince completamente
  • USB-C no uscita video
  • No cuffie in confezione (a questo prezzo avrebbero fatto piacere)

Prezzo

Honor Play è in vendita intorno ai 320-350 euro. Al momento su GearBest si trova a 290 euro.

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