Gli indossabili smart hanno letteralmente invaso il mercato già da tempo, anche se tutta l’utenza Apple tiene gli occhi puntati sull’arrivo di iWatch, presunto smartwatch della casa di Cupertino non ancora annunciato ufficialmente. Ad ogni modo, Android ha già da tempo alcuni esemplari sul mercato, in grado di abbinarsi ad uno smartphone per segnalare le notifiche e di offrire supporto per il fitness e l’attività fisica. Accanto a questi dispositivi, poi, vi è una ricca schiera di bracciali indossabili esclusivamente rivolti all’attività fisica. Con Jawbone Up che si è affermato tra i principali smartband, anche Garmin tenta di invadere il territorio con VivoFit (su Amazon da 100 euro)
Si tratta di un bracciale dedicato all’attività fisica, in grado di conteggiare passi, i km percorsi, indicare le calorie bruciate, monitorare il sonno e, in generale, incentivare il movimento grazie ad una barra motivazionale rossa. Seppur con qualche limite il VivoFit Garmin si dimostra un valido alleato quotidiano. Ecco il perché nella prova su strada di Macitynet.
Cosa contiene il pack di vendita
Il piccolo pack di vendita Garmin è ben curato e mantiene saldo il dispositivo all’interno di un robusto involucro di cartone e plastica trasparente. La confezione contiene un dispositivo VivoFit corredato da due cinturini di diverse dimensioni, per adattarsi alla grandezza di qualsiasi polso. In più, all’interno del pack iniziale è incluso anche un adattatore Bluetooth USB per poter sincronizzare i dati del dispositivo con un PC o Mac. Un piccolo manuale, infine, conterrà le informazioni di sicurezza sul prodotto.
Primo avvio e sincronizzazione
Una volta indossato il dispositivo sarà necessario installare sul proprio dispositivo l’applicazione Connect di Garmin, in modo tale da creare un proprio account e accoppiare il bracciale smart. La sincronizzazione e il pairing con i dispositivi iOS è facile, veloce e pienamente funzionante, mentre su Android la situazione è completamente opposta. Con iPhone 5 non sono stati riscontrati assolutamente problemi di sincronizzazione e abbinamento, mentre su un Galaxy S4, nonostante la dicitura sincronizzazione completata, non è stato possibile leggere i dati registrati dal VivoFit.La difficoltà, a quanto pare, non è stata solo nostra visto che una grossa fetta di utenti, attraverso feedback su Google Play, lamenta l’impossibilità di sincronizzare dispositivo e terminale.
Ancora una volta, a quanto pare, il funzionamento di dispositivi di complemento, risulta migliore su iOS e non troppo curato su Android.
Il bracciale VivoFit presenta un unico pulsante, che serve per il pairing, la sincronizzazione dati e l’attivazione della modalità Sleep. Mantenendo la pressione del tasto per più di 5 secondi sarà possibile attivare la sincronizzazione con un dispositivo, mentre con una pressione di appena due secondi si attiverà la sincronizzazione, utile di volta in volta per inviare i dati registrati all’applicazione. Invece, mantenendo la pressione del tasto per 5 secondi esatti si attiverà la modalità sleep. Il sistema ad un pulsante funziona molto bene e non da problemi di sorta, salvo per l’attivazione della modalità sleep durante le ore notturne. Ed infatti, considerando che il display di VivoFit non è retroilluminato, risulta praticamente impossibile visualizzare le informazioni sul display in una stanza completamente buia. In queste circostanze, risulta difficile anche attivare la modalità sleep, dato che basta mantenere la pressione del tasto per poco più, o poco meno, di 5 secondi, per non attivare correttamente la modalità del sonno. Insomma, se si sceglie di attivare la modalità del sonno manualmente, è bene impostarla con la luce accesa o in ambienti comunque illuminati.
Funziomento del bracciale
Dopo aver compiuto le prime impostazioni di creazione account e abbinamento con il dispositivo, tutto ciò che rimane da fare è indossare il bracciale al polso. VivoFit è pensato per un utilizzo di 24 ore su 24, come un compagno fedele durante tutto l’arco della giornata. Il bracciale Garmin è leggero e comodo al polso; da questo punto di vista VivoFit può essere indossato davvero per 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, risultando certamente più comodo di uno smartwatch più pesante, che risulta fastidioso dopo un utilizzo prolungato di molte ore. Inoltre, grazie alla impermeabilità è possibile indossarlo anche sotto la doccia.
Il display a schermo fornisce diverse informazioni, che variano a seconda di un semplice tocco del pulsante: orologio, calorie, passi effettuati, data, obiettivo giornaliero di passi da compiere e km effettuati. Inoltre, una barra motivazionale in rosso indicherà all’utente un periodo di inattività troppo lungo, da correggere con una sana passeggiata di qualche minuto. Questa barra è uno degli elementi che più contraddistingue il VivoFit dalla maggior parte dei dispositivi indossabili dello stesso genere, dato che mostra a schermo, in modo piuttosto esplicito ed immediato, quando è arrivato il momento per iniziare un po’ di sano moto. Durante la normale attività lavorativa quotidiana, infatti, si potrebbe correre il rischio di restare seduti alla scrivania per troppo tempo, perdendo magari la concezione del tempo, ma con un rapido sguardo al display di VivoFit si avrà sempre un campanello d’allarme in bella vista. Tanto più crescerà la barra rossa motivazionale, tanto più l’utente avrà bisogno di una passeggiata per eliminarla. Insomma, è un incentivo visivo che stimola a camminare.
Durante le prove di VivoFit abbiamo affiancato un Gear di Samsung per verificare la correttezza dei dati indicati dal dispositivo. Partendo dalla considerazione che il Gear si è sempre dimostrato preciso nel contare i passi dell’utente e, di conseguenza, nel calcolare distanza percorsa e calorie bruciate, ci si rende conto di quanto anche il VivoFit sia preciso nel conteggio dei passi. Le differenze tra i due dispositivi a fine giornata si sono dimostrate davvero irrisorie.
Con il solo bracciale, non è possibile monitorare il battito cardiaco. In questo modo il funzionamento del bracciale per una categoria di utenti più sofisticata, risulta limitato, ragion per la quale il consiglio è quello di acquistare in bundle anche la fascia cardio Ant+. Del resto, il solo bracciale ha un costo consigliato di 119 euro, mentre in abbinamento con la fascia cardio il prezzo sale soltanto a 149 (128 euro su Amazon). Tra le due scelte, la seconda è quella più conveniente, che permette di utilizzare VivoFit al massimo delle sue possibilità, trattandosi di un bracciale esclusivamente riservato al fitness e al movimento fisico. Alla lunga, l’acquisto del solo bracciale potrebbe risultare insoddisfacente.
Display
Il display di VivoFit rappresenta croce e delizia del dispositivo. La presenza di uno schermo che indica passi, km percorsi e calorie bruciate rende sicuramente il bracciale molto più allettante dei diretti concorrenti che, invece, non presentano tale caratteristica. Poter costantemente monitorare i propri progressi è sicuramente un quid pluris. Se a ciò si aggiunge che la batteria del VivoFit presenta un’autonomia di ben 12 mesi, ben si comprende come il display rappresenti sicuramente un punto di forza del bracciale. In altri termini, nonostante lo schermo sempre acceso e pronto a fornire le informazioni desiderate l’utente non avrà la ben che minima preoccupazione di ricaricare il dispositivo ogni due giorni. Sotto la luce diretta del sole la visibilità del display è massima e i numeri risaltano egregiamente sullo sfondo nero, così come la barra motivazionale rossa. Anche in ambienti interni la visibilità è più che buona, mentre si azzera completamente in ambienti bui. La foto in basso testimonia la visibilità del VivoFit sotto la piena luce solare.
Di notte, infatti, anche mantenendolo al polso il bracciale, non è praticamente possibile visualizzare l’orario e come anticipato poche righe più su risulta difficoltoso attivare la modalità sleep in una stanza priva di luce. Giusto per essere pignoli, sarebbe stato preferibile aggiungere la possibilità di accendere il display per qualche secondo, giusto per fornire una visibilità anche nelle ore notturne, senza troppo incidere sulla durata della batteria. In ogni caso, questo contro risulta trascurabile se si tiene conto della possibilità di far monitorare al VivoFit le ore di sonno in automatico, impostando una fascia oraria ben precisa dall’applicazione. Purtroppo, però, in molte situazioni questi orario potrebbero non essere rispettati, ragion per la quale risulta preferibile attivare la modalità sleep manualmente. In questo caso, come già ribadito, è bene attivarla in un ambiente illuminato. Nella foto in basso, in una stanza completamente buia, il VivoFit scompare totalmente accanto al Gear di Samsung.
Applicazione
L’applicazione Connect di Garmin è estremamente minimale e fornisce le informazioni necessarie all’interno di riquadri ordinati. Purtroppo, come già anticipato, non è stato possibile sincronizzare i dati con un Galaxy S4, ragion per la quale i test sono stati unicamente effettuati con l’applicazione iOS, disponibile gratuitamente in App Store a questo indirizzo. Per il corretto funzionamento è necessaria una registrazione iniziale, così da creare un account Garmin e poter verificare i propri progressi anche online attraverso il sito ufficiale. L’interfaccia web di Garmin Connect è davvero ben organizzata e funzionale e molto più colorata, mentre quella iOS risulta più improntata al minimalismo grafico, così come imposto da iOS 7.
A conferma che l’applicazione Android non risulta assolutamente curata anche i dettagli riguardanti peso e altezza, che possono essere inseriti soltanto in piedi e libbre. Va meglio sull’applicazione iOS dove sono presenti centimetri e chilogrammi, anche se il peso può essere impostato solo a scaglioni da 1 kg. Per un’applicazione che ha l’unico scopo di monitorare il benessere del corpo sarebbe stato preferibile inserire anche i 0,5 kg, dato che spesso son proprio questi a fare la differenza.
Conclusioni
L’arrivo sul mercato di numerosi smartwatch che includono funzioni per il fitness rende sempre più difficile la diffusione di smartband, soprattutto se il prezzo di questi ultimi si avvicina a quelli degli orologi intelligenti. In ogni caso, VivoFit ha dalla sua alcune armi che potrebbe risultare fondamentali per attrarre l’utenza che desidera un indossabile per monitorare l’attività fisica: display sempre acceso con ottima visibilità al sole in accoppiata con un’autonomia della batteria di 12 mesi. Sono queste due le caratteristiche di maggior spicco del bracciale Garmin, che a livello di funzionalità risulta invece in media con tutti gli altri indossabili dello stesso genere. La comodità e la leggerezza lo rendono, inoltre, un vero indossabile a 360°, potendo anche tenerlo al polso per 24 ore al giorno.
Si manifestano però anche alcuni limiti, come la difficoltà di sincrinizzazione con Galaxy S4, che rappresenta certamente uno dei dispositivi più rappresentativi di tutto il panorama Android. Un aggiornamento dell’applicazione, probabilmente, porrà rimedio a questo grave problema.
Inoltre, il prezzo ufficiale di 119 euro potrebbe apparire eccessivo per le funzionalità proposte, ma in commercio lo si trova anche a prezzo più basso. Conveniente l’acquisto n abbinamento con la fascia cardio a 149 euro (anche qui reperibile a prezzo più basso). Considerando il numero sempre crescente di smartwatch, in grado di ospitare innumerevoli applicazioni e, di conseguenza, in grado di offrire funzioni sempre maggiori, i bracciali smart devono puntare a risaltare in ambito fitness: la fascia cardio, pertanto, potrebbe rappresentare un valore aggiunto in grado di fare la differenza. Purtroppo, non è inclusa nel prezzo.
VivoFit si acquista, con o senza fascia cardio, direttamente sul sito di Garmin, al prezzo di 119 euro o 149 euro, nelle diverse colorazioni rosso, nero, verde, blu, grigio e viola. Su Amazon si trova a partire da 100 euro
PRO
- Autonomia di 12 mesi
- Display sempre acceso e visibile al sole
- Barra motivazionale
- Leggero e comodo al polso
- Preciso nella misurazione dei passi
CONTRO
- Problemi di sincronizzazione con Android
- Al buio il display non si legge
- Fascia cardio non inclusa nei 119 euro