Molti fotografi professionisti ed amatori quando si tratta di tracolla per la loro macchina fotografica, guardano all’estero e valutano marchi come Black Rapid, Peak Design o Joby, ma in realtà pochi sanno che esiste una via alternativa e tutta italiana a questo accessorio, spesso indispensabile per maneggiare più comodamente la digicamera, specialmente quando si hanno lenti pesanti montate o semplicemente si vuole essere più sicuri e più comodi: la Fles. Diciamo “la” Fles, ma in realtà dovremmo dire “le” Fles perché le soluzioni offerte dalla azienda italiana, pur gemmando da un unica idea di base, sono due e distinte: una è la Flex FL, la seconda è la Fles ES. Le abbiamo messe alla prova entrambe nel corso di un paio di viaggi piuttosto impegnativi al termine dei quali ci siamo fatti una idea precisa dei pregi (molti) e dei limiti (pochi) di questo prodotto.
Fles, di che stiamo parlando?
Quando si parla di tracolla Fles si parla essenzialmente di un sistema modulare. Sarebbe sbagliato o riduttivo pensare ad una cinghia o una tracolla, ma di un set completo in cui potremo trovare vari elementi molti dei quali funzionali per sè stessi. Nel nostro caso abbiamo testato il modello ES-A100, completamente nero (sono disponibili anche versioni grigie o “miste”, nero e grigio), completo di kit di trasformazione che permette di variare la tipologia della tracolla: da FL a ES o viceversa. Nonostante tutte e due le soluzioni siano basate sullo stesso principio funzionale (consentono di trasportare la camera senza impegnare le mani e senza ricorrere alle mini tracolle di cui sono dotate anche alcune reflex) offrono peculiarità che le distinguono. La FL ha un solo punto di attacco, è pensata essenzialmente per un trasporto a spalla (anche se si può accorciare per essere messa al collo), con la camera che penzola sul fianco, sempre pronta allo scatto; la ES ha due punti di attacco, in virtù dei quali può essere sia usata in maniera ugualmente ergonomica a spalla che a tracolla. In aggiunta a questo, la ES offre anche la possibilità di essere ridotta a semplice cinturino da polso. Tutte e due le cinghie sono in grado di essere aggiustate in lunghezza, usando sia una fibbia principale, da regolare prima di indossare la Fles, che delle fibbie “rapide” che si manovrano anche durante l’utilizzo, mentre la tracolla è già indossata. Utilizzando una serie di accessori, potremo anche avere un sistema di aggancio e sgancio rapido, senza ricorrere alla piastra di collegamento oppure riutilizzare le cinghie in dotazione alla camera per una postura di trasporto differente.
I materiali
La prima cosa che si coglie nel maneggiare la tracolla sono i materiali, al pari di quelli di prodotti più blasonati. La parte in tessuto è realizzata con le stesse fibre e la stessa trama che siamo abituati a vedere nelle cinture di sicurezza. L’impressione è quella di un materiale molto robusto (Fles sul sito presenta dei test con sollevamento fino a 100 Kg), impressione rafforzata dalla presa di contatto con le altre componenti: le fibbie sono realizzate in plastiche di ottima qualità, le componenti metalliche sono in acciaio lucido e in alluminio anodizzato. L’aggancio degli anelli è basato su moschettoni che si fissano solidamente al corpo della macchina, usando l’attacco Fly, un connettore a vite, compatibile con i filetti che ogni macchina usa per essere bloccata al cavalletto. Il Fly, che ha anche una filettatura per essere montato al cavalletto senza smontarlo, è realizzato sempre in metallo e si avvita solidamente e senza esitazioni; viene fornito anche con uno tassello in gomma che consente di stringere la vite in maniera molto decisa senza rovinare il fondo della macchina. Da notare che il Fly viene venduto anche separatamente; potremo così usarlo anche con altre cinghie, incluse quelle che troviamo nella confezione della macchina. Insomma, complessivamente Fles non dà certo l’impressione di avere risparmiato nei materiali e nelle opzioni, come dimostrano anche le coperture per i moschettoni e le borchie di copertura delle viti e la disponibilità anche di un cordino di sicurezza che blocca la cinghia al corpo macchina, nel caso per un evento fortuito dovesse svitarsi l’elemento principale. Se questo è un vantaggio in termini di solidità e robustezza, dando tutta l’impressione di essere un sistema assolutamente sicuro, il prezzo da pagare si traduce in un peso ed un ingombro sicuramente maggiore a quello di una tracolla semplice o qualche altra soluzione concorrente, seppur altrettanto professionale, che abbiamo avuto modo di provare in passato.
La trasformazione e le funzioni accessorie
Come abbiamo accennato, la Fles ES può diventare Fles FL e viceversa semplicemente acquistando un modulo del costo di pochi euro. Per questa ragione se si vuole avere la massima flessibilità d’uso è forse opportuno optare per un modello ES. Va però anche detto che la trasformazione, anche se non implica grosse problematiche di manualità, in fase di montaggio dal punto di vista manuale, richiede una serie di passaggi che potrebbero essere difficili da memorizzare. Nel nostro caso abbiamo seguito le istruzioni che abbiamo trovato sul sito, ma confessiamo che che non saremo in grado di rifare tutti i passaggi a memoria. Molto più semplice è invece la trasformazione da tracolla a cinturino da polso del modello ES: basta svitare un bottone filettato, staccare la parte finale e avvitare a laccio.
Impressioni d’uso
Abbiamo provato la tracolla essenzialmente nella configurazione ES, in pratica abbiamo utilizzato l’attacco Fly e la cinghia con due attacchi trovandoci decisamente bene. Nonostante Fles abbia studiato il suo accessorio per l’uso con fotocamere pesanti, dopo averla impiegata per un viaggio con la nostra mirrorless, dobbiamo dire che anche con macchine meno pesanti, siamo di fronte ad un prodotto di assoluto pregio che consente di montare e trasportare obbiettivi più massicci (come il nostro M.ZUIKO DIGITAL ED 40‑150mm 1:2.8 PRO) in maniera davvero molto comoda, ma anche di avere sempre a portata di mano la fotocamera quando si usano obbiettivi meno impegnativi. Nel corso della nostra prova abbiamo constatato che in configurazione Fles ES la camera resta ben salda, senza sballonzolare, specialmente quando l’abbiamo inforcata a spalla. Regolando le due fibbie “rapide” si porta il corpo della fotocamera all’altezza della mano con due semplici gesti, ed è facilissimo metterla rapidamente in posizione di scatto, avvicinandola all’occhio, anche con una sola mano. In configurazione FL, messa a spalla, la tracolla resta molto comoda; la camera è stabile e vicina al corpo, anche se, almeno chi scrive, continua a preferire la configurazione ES che con i suoi due punti di attacco ci è parsa migliore dal punto di vista ergonomico. Se si tratta di appendere la camera al collo invece, sconsigliamo la configurazione FL. Il peso è ben distribuito, anche se con un obbiettivo lungo e pesante ci siamo trovati in una situazione meno confortevole, specialmente scendendo dall’automobile e camminando visto che inevitabilmente corpo e lente ciondolano avanti e indietro o a destra e sinistra più con la configurazione FL.
In conclusione
La Fles, in configurazione ES, è diventata in poche ore un accessorio indispensabile per le nostre escursioni fotografiche e questo nonostante siamo dotati di una camera mirrorless che teoricamente non dovrebbe proporre eccessive problematiche in fatto di trasporabilità. La mini-cinghia di cui è dotata la nostra camera è finita in soffitta e oggi ci chiediamo come abbiamo potuto usarla così a lungo. I vantaggi di configurazione ed ergonomici, la possibilità di accorciare e allungare la cinghia “al volo”, consentono alla Fles di adattarsi alle più disparate situazioni ed esigenze, di trasportare con sicurezza una camera anche quando ha una lente pesante senza vederla vagare a destra o sinistra e di andare dalla posizione di riposo a quella di scatto molto rapidamente. La configurazione FL, ad un solo punto di attacco, potrebbe essere interessante anche per macchine più piccole come ad esempio le bridge e offre la stessa comodità della configurazione ES anche se è possibile che ciascun fotografo possa preferire una all’altra a seconda dei gusti personali. Unico limite del sistema è che, nel caso vogliate trasformare la tracolla da ES a FL o viceversa, è necessaria un po’ di pazienza per montare e smontare le varie componenti e di seguire con attenzione le istruzioni. E’ poi da tenere in considerazione che la grande solidità di tutto l’apparato e la cura dei materiali, si traduce in un certo peso ed un ingombro, seppur non esagerati, sicuramente importanti e che per qualcuno potrebbero essere un fattore di considerazione nella scelta di acquisto.
La tracolla Fles si acquista dal sito del produttore dove si trovano varie configurazioni e vari accessori. Per le tracolle si parte da 46 euro per la ES e si arriva a 53 euro, per la ES. Se si desidera il kit di trasformazione da FL a ES si pagano 4 euro di extra.