La bici elettrica perfetta da commuter? Secondo le nostre aspettative deve avere queste caratteristiche: dimensioni e peso ridotti, facilità di chiusura, apertura e regolazione, buona autonomia, facilità di trasporto e spostamento e una buona solidità del telaio in grado di supportare percorsi disagiati e peso rilevante dell’utilizzatore.
Engwe P20, che abbiamo provato per circa 2 mesi, risponde quasi esattamente a queste caratteristiche e ne aggiunge altre che la dovrebbero rendere ideale per chi si sposta in città all’interno di una città, si trasferisce in treno, in auto, camper e pure in barca da un luogo all’altro e vuole avere a disposizione due ruote sempre pronte con la comodità dell’assistenza della trazione elettrica. Vediamo i dettagli.
I dati di targa
- Materiale: Lega di alluminio 6061
- Motore: 250W
- Coppia: 42N.m
- Pneumatici: Pneumatici 20 x 1.95
- Freno: Freni a disco idraulici
- Display: SW102/2
- Batteria: 36V 9.6Ah agli ioni di litio*1
- Velocità: 25 km/h
- Chilometraggio: 100KM
- Tempo di ricarica: 5H
- Peso della bici: 18,5 kg
Unboxing e design
Engwe P20 arriva smontata in un grosso scatolone dal peso di circa 23 KG e dalla generose dimensioni: noi siamo riusciti a trasportarlo dalla sede di arrivo al nostro garage in un’altra città con relativa facilità e abbiamo effettuato “spacchettamento” e montaggio da soli in circa un’ora.
La bici arriva smontata e con una serie di generose protezioni in gommapiuma legate con fascette a cui si aggiunge il box con gli accessori per il montaggio. L’unico attrezzo esterno necessario è un taglierino per svincolare i pezzi più o meno incastrati.
In rapida successione monteremo ruota anteriore, sellino con relativo montante, manubrio, parafango frontale, e, prelevati dalla scatola degli accessori che contiene anche le chiavi, i manuali e il carica batteria, i pedali, il fermi magnetici che bloccano le due parti della bici aperta e il campanellino “analogico” da montare sul manubrio.
Il computer di bordo e l’”acceleratore” sono già montati sul manubrio e tutti i cavi, tranne uno a cui accenneremo poi, sono già collegati ed in posizione. Se vogliamo possiamo usare delle fascette in seguito per legare la cavetteria al montante del manubrio per renderla meno penzolante.
Le dimensioni e l’ergonomia
La P20 ha una distanza tra i mozzi di 103 cm e una lunghezza totale di 158 cm, distanza della canna da terra di 63 cm con altezza minima sella pari a 76 cm. L’altezza massima della sella è di 102 cm con l’altezza del manubrio che va da 104 a 120 cm.
I test sono stati effettuati sia dal sottoscritto che è alto 1,74 sia da utenti con una altezza variabile da 1.62 a 1,85 cm senza alcun problema di postura grazie alle regolazioni molto semplici con ottimi sistemi di serraggio e tacche di riferimento che si possono memorizzare facilmente per adattarsi ai diversi utilizzatori.
La parte elettronica e meccanica
La particolarità di questo modello è la trasmissione: dimenticate catene, rinvii, leve del cambio e tutto quello che richiedere lubrificazione o sporcarsi le mani per inconvenienti meccanici: qeneralmente, la trasmissione di questo tipo di bicicletta funziona in modo da combinare un motore elettrico con un sistema di cambi a rapporto ridotto, permettendo una pedalata assistita che rende più facile affrontare salite e lunghe distanze; qui invece abbiamo una cinghia collegata ad un motore elettrico da 42 Nm assolutamente silenziosa e ruote da 20″ che sono il giusto compromesso tra dimensioni ridotte, comfort e demoltiplica della potenza.
Il sensore di coppia agisce direttamente sul motore e offre una potenza regolabile in base alle “marce elettroniche” che selezionate sul computerino di bordo.
Come abbiamo detto la bici arriva dotata di una levetta per acceleratore che di fatto non è consentita in Italia e vi rende passibili di eventuali (salate) multe: in realtà l’ per l’uso classico visto che è programmato solo per la conduzione a piedi (5 KM orari) e senza pedalata ma per essere tranquilli (a scanso di vigili che non credono alle vostre buone intenzioni) noi lasceremmo scollegati i cavetti che chiudono il circuito proprio come arriva nella scatola. Peccato che Engwe non fornisca dei piccoli cupolini di protezione.
Se volete proprio usarla con l’acceleratore potete farlo solo in aree private seguendo dei tutorial online ma ve lo sconsigliamo: il bello di questa bici è che così come vi arriva è perfettamente in regola con le normative italiane e al massimo delle caratteristiche di sicurezza necessarie con le frecce attive e lo stop in frenata.
Sul manubrio abbiamo il pulsante per l’attivazione delle frecce con una piccola mancanza che vedremo poi e lo schermo con i dati di velocità, km percorsi e livello di assistenza e/o modalità di assistenza. Ci sono 4 Livelli di assistenza.
La trasportabilità
Con i suoi 18 Kg e con il fatto che viene pensata come una bici da caricare in auto, in treno e in camper siamo al limite della comodità: pensiamo soprattutto all’uso da parte di una ragazza non particolarmente “forzuta”: sollevare un peso tale richiederebbe l’aiuto di un terzo e salire le scale senza l’ausilio di assistenza motore potrebbe risultare difficile.
Peso a parte (che vedremo essere l’unico difetto vero che troviamo per il commuting e in generale per la bici) ci sono tanti fattori che ci fanno apprezzare P20 per la sua trasportabilità: le dimensioni finali sono molto ridotte, è facilissimo aprirla e chiuderla senza incastrarsi le dita in qualche strano meccanismo.
E’ facile cambiare l’altezza e l’inclinazione del manubrio (ripiegabile) e del sedile (con un rinforzo per aumentare la comodità) grazie alle tacche di riferimento in più la bici non tende ad aprirsi grazie ai magneti collocati sui mozzi e infine ha un ottimo appoggio in fase statica che le impedisce di muoversi o di rovinare la parte inferiore. I pedali sono richiudibili a 90°.
Il vero appunto che possiamo fare ad Engwe P20 ed è quello che ci ha fatto aggiungere un “quasi” davanti a “perfetta” è relativo al peso che è ridotto ma non è così facile trasportarla se dovete fare parecchie scale: mentre può entrare facilmente in un ascensore le stazioni della metro (quando non sono dotate di ascensore) possono diventare un problema per sollevare i suoi 18 KG. Noi l’abbiamo utilizzata di frequente per superare 5-6 scalini anche da aperta è l’operazione è fattibile. Per chi vuole farla salire per più gradini il consiglio è quello, come abbiamo accennato sopra, di staccare la batteria e metterla nello zaino.
Esperienza d’uso
Abbiamo utilizzato Engwe P20 per piu’ di 8 settimane a cavallo di Agosto e Settembre e Ottobre 2024 con una “guida” cittadina e in parte collinare: la città di Pesaro ha una serie infinita di piste ciclabili tanto da averla chiamata “Bicipolitana” ed è comodissimo girare la città tra il mare e le primissime colline raggiungendo anche posti panoramici come il colle del San Bartolo che è un vero paradiso naturalistico.
Con una bici di questo tipo è facile spostarsi anche tra le vie del centro che presentano una pavimentazione abbastanza discontinua: sanpietrini, pavé, asfalto (con qualche buca o avvallamento): nessun problema per la P20 che ha buoni pneumatici e anche se non è dotata di sospensioni regge bene qualsiasi asperità. Certo se dovessimo girare per 5-10 km di pavé tutti i giorni non sceglieremmo P20 come bici primaria ma una fat bike come la Engwe EP-2 Pro!
In città si apprezza la trasmissione diretta ripartendo negli attraversamenti o dalle strisce pedonali e pure nella risalita delle rampe dei parcheggi dei supermercati che si affrontano con un minimo di rincorsa.
Parlando di colline dobbiamo tornare al citato San Bartolo con la sua bellissima panoramica con una pendenza media del 6-7% e un dislivello di 230 metri che è un ottimo test per una bici che utilizzerete per turismo anche fuori città: si arriva in cima in tutta scioltezza con una pedalata ma sotto sforzo e pure con il motore a potenza 2. Il percorso in discesa lungo i tornanti anche a velocità sostenuta non presenta grandi problemi ne per l’assetto ne’ per i freni a disco molto efficienti che possono essere dosati gradualmente. Anche qui, non è una bici per lunghi tour stradali né lo vuol essere ma un mezzo che se la cava per ogni tipo di percorso misto.
Le luci, integrate sia sul fronte che sul retro ci permettono una buona visibiltà anche di notte così come le frecce che si attivano dal comando sul manubrio sono ben visibili anche di giorno anche se è di notte che le luci si fanno più notare grazie anche all’attivazione come segnalatori di frenata.
Ci è successo diverse volte di dimenticare le frecce accese: a questo proposito sarebbe bene avere un indicatore, magari un semplice led, sul manubrio che segnali quale di esse è attivata.
La batteria e l’autonomia
La batteria removibile con serratura è un vero plus per tre motivi: ci permette di tenere l’alimentatore di ricarica in casa lasciando la bici “nuda” in garage meno appetibile per il furto e per la stessa ragione ci permettere di toglierla al volo per entrare in un negozio o al cinema e stare più tranquilli e sopratutto ci aiuta a scaricarla e caricarla più facilmente distribuendo il peso un po’ alla volta da e verso il bagagliaio dell’auto o salendo le scale con la batteria nello zaino.
I tempi di ricarica sono quelli previsti da Engwe ma l’autonomia di “targa” non l’abbiamo potuta verificare visto che il nostro peso è al di sopra della media, dobbiamo però dire che abbiamo viaggiato giorni e giorni per la città: Engwe assicura 100 KM in modalità assistita ma si tratta di assistenza minima e peso minimo del passeggero. Con i nostri test in pianura, con passeggero sovrappeso e assistenza media abbiamo compiuto 40-45 km tra una ricarica e l’altra (tenendo un prudenziale 10% residuo per evitare fermate indesiderate) che sono ottimi per uso cittadino o per il commuting a medio raggio tra centro e periferia.
Conclusioni
Non abbiamo dubbi: se cerchiamo una bici versatile, comoda, facilmente trasportabile anche in auto e in coppia Engwe P20 è la migliore soluzione sul mercato che abbiamo mai provato tanto che in primavera ne acquisteremo un altro esemplare per visitare in coppia città e fare piccoli giri in collina e piste di durata non superiore ai 50 km di difficoltà media o medio alta che non ci saremmo mai sognati di affrontare con una muscolare.
Certo il peso per caricarla e scaricarla dall’auto non è proprio alla portata di tutti ma una volta messa in strada si fa compensare per la robustezza e la praticità.
L’esperienza di pedalata non ha confronto con le altre assistite standard: l’attivazione è immediata, proporzionale e ben dosata e quasi si stupisce nelle ripartenze che non ci sia quella mezza pedalata a vuoto tipica delle elettriche
Grazie all’assenza di catene e marce Engwe P20 è facile da mantenere e ideale anche per usi cittadini senza l’assillo di sporcarsi i pantaloni o di trovare il giusto rapporto manovrando con leve e levetta. Insomma una bici da usare di giorno e pure una bici da sera con cui potete pedalare con abiti eleganti!
Pro
- Costruzione solida e allo stesso tempo facile da piegare
- Dimensioni ridotte quando chiusa
- Assenza di catena lubrificata = niente sporco addosso e in auto
- Trasmissione diretta della pedalata con sensore di coppia e ottima assistenza a qualsiasi livello di potenza
- Batteria removibile
- Conforme alla normativa italiana
Contro
- Peso di 18 KG leggermente superiore a quello ideale
- Mancano i cappucci del collegamento acceleratore
- Avremmo voluto un led segnalatore di freccia accesa sul comando di attivazione
Prezzo al pubblico
Engwe P20 è in vendita a 1.199 € e su Amazon ed è spesso scontata a 999 € ma in questi giorni è disponibile in sconto Black Friday a 899 €, lo stesso prezzo lo trovate (con spedizione da Germania) sul sito Engwe con in più un omaggio.
La batteria di ricambio costa normalmente 399 € ma si può acquistare sul sito Engwe a 199 € in occasione del Black Friday.
Il modello in vendita non ha di serie il supporto per la borsa sul retro che vedete rappresentato nella recensione.