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Recensione drone DJI Avata, l’uscita dalla comfort zone per abbracciare l’FPV

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Da qualche anno DJI ha abbandonato la sua zona di comfort, quella dei droni tradizionali, per fare breccia in un’altra fascia di mercato: quella del volo FPV. Quando lo scorso anno il brand ha presentato uk drone DJI FPV ha certamente stupito tutti, consegnando nelle mani di molti quello che fino a poco tempo prima era affare di pochi. Con DJI Avata il brand prova a rispondere alle critiche dello scorso anno, proponendo un drone per il volo in prima persona adatto a tutti. Vediamo se ci è riuscita.

Configurazioni possibili

Anzitutto, è bene precisare che DJI Avata è disponibile in diverse configurazioni. E’ possibile acquistarlo a solo, quindi senza visore e senza radiocomando. E’ possibile scegliere la configurazione con Googles V2, oppure quella con il nuovo visore Googles 2. Queste due ultime varianti offrono, al loro interno, anche il DJI Motion Controller. Naturalmente, chi non fosse dotato di visore e motion controller, dovrà necessariamente acquistare una delle combo disponibili, quindi includendo visore e Motion Controller, mentre chi disponesse del radio comando e di un visore, potrà scegliere di acquistare soltanto il drone. La versione da noi testata è quella con DJI Motion Controller e visore Googles 2, che ha un listino di 1439 euro.

Recensione DJI Avata, l’uscita dalla comfort zone per abbracciare l’FPV

Come è fatto

Come già anticipato, Avata tenta di rispondere a molte delle critiche ricevute sul precedente DJI FPV. Si presenta, anzitutto, come un drone assolutamente piccolo e compatto, ma tra i più robusti della società. Pesa 410 grammi, quindi load metà rispetto al suo predecessore e ha una struttura che protegge il drone da eventuali impatti che, gioco forza, non mancheranno durante le sessioni di volo.

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Una prima struttura, che rappresenta il corpo centrale del drone, copre la camera, che dunque è piuttosto protetta, oltre a inglobare la batteria, che restituisce la sensazione di un mono blocco, o quasi. Una seconda protezione, invece, è quella per le eliche, che offre riparo a queste ultime, anche in casi di impatti piuttosto estremi. Lo anticipiamo subito: questa struttura ha letteralmente salvato il drone durante il primo volo. Il video che segue ne è testimone:

E’ accaduto, infatti, che dopo aver perso il segnale video, il drone ha attivato la modalità di ritorno automatico, che di default è attivata con un’altezza di appena 20 metri. Assolutamente insufficiente per evitare gli ostacoli certamente presenti lungo il tragitto di ritorno. Ovviamente, trattandosi di un drone FPV c’è da pensare che spesso verrà utilizzato al chiuso, ed è per questo che di default il ritorno alla base è impostato ad un’altezza minima. Lasciate questa impostazione così se volate al chiuso, ma se siete all’aperto ricordatevi di impostare il RTH ad un’altezza più elevata.

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Ad ogni modo, tornando sull’estetica del drone, non è probabilmente il più attraente della linea, ma è certamente il più resistente, assolutamente funzionale alla tipologia di volo che propone. Oltre che leggero, è anche piccolo: immaginatelo come un quadrato da 18 cm, alto allena 8 cm. Si tratta di dimensioni che consentiranno certamente di oltrepassare gli spazi più stretti.

Recensione DJI Avata, l’uscita dalla comfort zone per abbracciare l’FPV

La batteria scivola all’interno del blocco centrale, e propone una linguetta con connettore flessibile che deve essere collegata sul corpo del drone.

Quanto ai sensori a bordo, DJI Avata è dotata soltanto di sensori rivolti verso il basso, che aiutano il drone a calcolare la distanza da terra, utilizzando il sistema ToF. Mancano sensori rivolti in avanti: già, non ha alcun sistema per rilevare gli ostacoli ed evitarli.

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Nel complesso, sebbene non tra i più attraenti, il drone è costruito magnificamente, se non fosse per il posizionamento di vano MicroSD e ingresso USB-C. Etichettarlo come scomodo è davvero un eufemismo. Questo piccolo cassetto è nascosto della circonferenza del para eliche posteriore: un incubo da raggiungere, oltre che pericoloso per le eliche stesse.

Recensione DJI Avata, l’uscita dalla comfort zone per abbracciare l’FPV
Il vano MicroSD e USB-C è difficilmente accessibile, oltre che pericoloso

Anzitutto, se il coperchio dovesse allentarsi o sganciarsi in volo andrebbe certamente e toccare le eliche, facendo quasi certamente precipitare il drone. Considerando che si tratta di un drone acrobatico, la possibilità che si allenti il coperchio non è da escludere.

Anche a terra, comunque, il posizionamento è tra i più sbagliati possibile: inserire il cavo USB-C è davvero difficoltoso e il rischio di spingere e piegare l’elica è davvero alto. Ovviamente non abbiamo le competenze ingegneristiche per giudicare un tale posizionamento, ma a voler essere gentili ci sembra davvero una follia.

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Il drone ha una memoria integrata di 20GB, che permetterà di registrare i video direttamente sulla ROM interna, senza dover inserire la MicroSD. Purtroppo, per estrapolare i video, sarà comunque necessario collegare il cavetto USB-C, con le difficoltà di cui si è detto.

Ad esclusione di questa problematica, DJI Avata è progettato davvero bene, ed è tra i droni più robusti dell’intera gamma.

Caratteristiche tecniche drone:

  • Peso al decollo: ca. 410 g
  • Dimensioni: 180×180×80 mm
  • Distanza diagonale: 120 mm
  • Massima velocità di salita: 6 m/s (modalità Normale, modalità Sport)
  • Massima velocità di discesa: 6 m/s (modalità Normale, modalità Sport)
  • Velocità max.: 8 m/s (modalità Normale), 14 m/s (modalità Sport), 27 m/s (modalità Manuale)
  • Altitudine di decollo massima: 5.000 m
  • Autonomia di volo stazionario: ca. 18 min
  • Massima distanza di volo: 11,6 km
  • Resistenza alla velocità del vento: 10,7 m/s (Livello 5)
  • Intervallo di temperatura operativa: Tra -10° e 40°C (14° – 104°F)
  • Potenza di trasmissione (EIRP): FCC: < 33 dBm, CE: < 14 dBm, SRRC: < 30 dBm
  • Antenne: Doppie antenne, 2T2R, GNSS, GPS + Galileo + BeiDou
  • Accuratezza del volo stazionario Verticale:, ±0,1 m (con posizionamento visivo), ±0,5 m (con posizionamento GNSS), Orizzontale: ±0,3 m (con posizionamento visivo), ±1,5 m (con posizionamento GNSS)
  • Schede SD supportate: microSD (fino a 256GB)
  • Memoria interna: 20 GB

Visore Googles 2

Mai come in questo caso, il drone è nulla senza controllo. Già, perché  trattandosi di un drone FPV, è necessario un visore per poterlo pilotare. DJI ha un po’ confuso le idee degli acquirenti in questo senso e sinceramente non abbiamo capito la scelta del nome DJI Googles 2, quando i precedenti vengono etichettati come Googles V2.

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A livello estetico il nuovo visore Googles 2 è molto diverso dal precedente, risultando certamente più piccolo. Al suo interno monta pannelli Micro LED con risoluzione 1080p per occhio, mentre il precedente V2 offriva pannelli a 810p. Stranamente, la precedente versione degli occhiali offriva un frame per rate di 120, mentre questo nuovo visore fino a 100 fps. Inoltre, la larghezza di banda è ancora fino a 50 Mbps.

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La connessione tra drone e visore è affidata al sistema di trasmissione Ocusync O3+, che consente anche di avere un controllo fino a 10Km, anche se in Europa la distanza di trasmissione si riduce a 2Km, sempre in linea teorica.

Il visore, inoltre, offre una interfaccia pressoché completa, sebbene ridotta, di quella che solitamente si ha su smartphone, così da consentire di pilotare il drone senza utilizzare lo smartphone. Per controllare l’interfaccia il visore offre una touch pad di pochi centimetri quadrati posto sul lato destro del visore, che tramite tap e slide consentirà di gestire tutte le impostazioni di volo principali.

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Ovviamente, il posizionamento del D-pad è ottimale per i destrorsi, ma per i mancini sarà una vera sfida. Anche i destrorsi, però, avranno delle limitazioni: utilizzando il DJI Motion Controller con la mano destra, saranno impossibilitati a gestire il touch pad mentre si vola.

Ancora, il visore Googles 2 consente di regolare il posizionamento delle lenti, sia la distanza interpupillare. Le regolazioni oculari possono essere comprese tra 56 e 72 mm e la regolazione del diottro varia da -0,0 D a +0,0 D. Ovviamente, questo non risolve eventuali problemi dovuti all’astigmatismo. Fortunatamente, DJHI include nel bundle anche un paio di supporti per lenti, all’interno del quale poter inserire una lente adatta alla propria prescrizione.

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Anche il sensore ha un vano per la MicroSD, che consentirà di registrare direttamente ciò che viene riprodotto a schermo, quindi con possibilità di registrazione delle informazioni di volo in sovrimpressione. In questo caso, naturalmente, la qualità del video sarà estremamente ridotta, e includerà eventuali glitch grafici che si presentano durante il volo in caso di segnale debole.

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Ovviamente, il sensore dovrà essere alimentato esternamente. Per questo DJI include in confezione una batteria ad hoc, tascabile, e che si collega al drone con il cavo proprietario ad una estremità, ed USB- C all’altra. E’ da 1800 mAh, e fornisce un’autonomia di circa 2 ore, certamente in grado di coprire più voli, considerando che il drone ha invece un’autonomia di 18 minuti circa.

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Specifiche tecniche Googles 2:

  • Peso: ca. 290 g (fascia inclusa)
  • Dimensioni (L×L×A): Con le antenne ripiegate: 167,40×103,90×81,31 mm, Con le antenne dispiegate: 196,69×103,90×104,61 mm;
  • Dimensioni dello schermo (schermo singolo): 0,49 pollici
  • Risoluzione (schermo singolo): 1920×1080
  • Frequenza di aggiornamento: fino a 100 Hz
  • Intervallo di distanza interpupillare: 56 – 72 mm
  • Intervallo di regolazione diottrica _ Da -8,0 D a +2,0 D
  • FOV (schermo singolo): 51°
  • Frequenza di comunicazione: 2.400-2.4835 GHz
    5.725-5.850 GHz, Potenza di trasmissione (EIRP) 2.4 GHz: < 30 dBm (FCC), < 20 dBm (CE/SRRC/KC) 5.8 GHz [4]: < 30 dBm (FCC), < 23 dBm (SRRC), < 14 dBm (CE/KC)
  • Protocollo Wi-Fi :Wi-Fi 802.11b/a/g/n/ac
  • Frequenza di comunicazione Wi-Fi: 2.400-2.4835 GHz, 5.150-5.250 GHz (solo durante l’utilizzo indoor), 5.725-5.850 GHz;
  • Potenza di trasmissione Wi-Fi (EIRP): 2.4 GHz: < 20 dBm (FCC/CE/SRRC/KC), 5.1 GHz [8]: < 20 dBm (FCC/CE/KC), 5.8 GHz: < 20 dBm (FCC/SRRC/KC), < 14 dBm (CE)
  • Protocollo Bluetooth: Bluetooth 5.2
  • Frequenza di comunicazione Bluetooth: 2.400-2.4835 GHz
  • Potenza di trasmissione Bluetooth (EIRP): < 8 dBm
  • Velocità di trasmissione video max: 50 Mb/s
  • Formato di registrazione video: MOV
  • Supporta formati di playback audio e video: MP4 e MOV (formati di codifica video: H.264 e H.265; formati audio: ACC e PCM).

microSD (fino a 256 GB)

DJI Motion Controller

Ultimo importante pezzo del puzzle è il DJI Motion Controller. saremo franchi: all’apertura della confezione, prendendo il mano il controller abbiamo avuto una sensazione di apparente impotenza. Avendo sempre utilizzato controller tradizionali per tutti i droni DJI precedenti, ci siamo chiesti come una periferica del genere avrebbe potuto assicurare il m massimo controllo del drone, specie di un drone FPV come Avata.

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E’ bastata una sola sessione di volo, e pochi minuti, per ricrederci. Il controller è assolutamente in grado di assicurare massima precisione e di restituire una sensazione di pieno controllo sul volo.

Il concetto di base è estremamente semplice: il drone vola in avanti verso l’esatta direzione in cui si punta il controller, potendo premere o rilasciare il grilletto a seconda della velocità che si vuole imprimere al velivolo. Si tratta di una scelta che certamente riteniamo adatta per un pubblico vastissimo, soprattutto per chi si accosta al mondo del volo FPV per la prima volta.

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Se si vuole salire sarà sufficiente puntare il telecomando verso l’alto, viceversa verso il basso. In qualsiasi momento è possibile premere il grosso pulsante presente sulla parte alta, che fungerà da freno di emergenza.

Certamente potrebbe non bastare ai professionisti del volo FPV, tanto che questo DJI Motion controller abilita soltanto due delle tre modalità di volo disponibile. Con questo radiocomando, infatti, sarà possibile volare in modalità Normale e Sport, ma non in modalità Acrobatica. Per abilitare quest’ultima è necessario dotarsi del DJI FPV Remote Controller 2 venduto separatamente.

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In definitiva, ci è parso che il motion Controller sia la scelta più giusta per trasportare nel mondo FPV i piloti tradizionali, quelli che fino ad oggi hanno utilizzato soltanto droni di diversa tipologia, per voli più tranquilli e statici. Questo controller è sicuramente progettato per volare in ampi spazi, all’aperto, effettuare manovre di volo divertenti, come uno slalom tra gli alberi, ma mostra probabilmente i suoi limiti in spazi di volo più angusti.

Recensione DJI Avata, l’uscita dalla comfort zone per abbracciare l’FPV

Esperienza di volo

Grazie alla sua struttura piccola e al design compatto e resistente già dal primo volo ci siamo sentiti a nostro agio da subito. La curva di apprendimento per un volo sicuro e agile è stata di pochi minuti. Dopo qualche sessione avevamo il pieno controllo della situazione, anche se certamente la cautela non è mai abbastanza con un drone così agile e veloce.

Sebbene non sia il sistema più adatto per i Pro, il Motion Controller è il radio comando migliore per iniziare. Il grilletto, che serve per imprimere più o meno velocità, unito ai movimenti della “bacchetta” aiuta a direzionare il drone con estrema facilità.

Recensione DJI Avata, l’uscita dalla comfort zone per abbracciare l’FPV

Il Motion Controller presenta anche un grande pulsante grigio per il freno d’emergenza: anche questo imprime fiducia al pilota, che sa di poter arrestare immediatamente il drone con un solo click.

Un po’ più difficile è stato adattarsi al visore. Per chi non ne ha mai utilizzato uno, le prime sessioni potrebbero causare qualche leggera nausea, che andrà a sparire dopo diversi utilizzi.

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La sensazione di volo è piuttosto divertente, e tanto più si riuscirà a padroneggiare il volo, tanto più l’esperienza risulterà fluida e appagante, soprattutto quando si riuscirà ad aggirare ostacoli o passarci attraverso senza arrestare la marcia.

Ci sono tre diverse modalità di volo. La modalità normale (N) limita la velocità a 28,8 km/h. In questo caso è facile frenare, mentre il GPS più GLONASS consentono al drone di restare perfettamente in posizione. La modalità Sport (S) raddoppia quasi la la velocità a 50,4 km/h.  La modalità manuale (M), che può essere attivata solo con il telecomando FPV 2, alza la velocità massima a 96,5 km/h.

E’ presenta anche una modalità Tartaruga nel caso in cui il drone si ribalti: è possibile capovolgerlo senza doverlo prendere fisicamente.

Qualità foto e Video

La fotocamera di questo Avata ha un sensore da 48 MP, 1/1.7 (7,6×5,7 mm) con apertura fissa F2.8 e 155 gradi, ed è montata su un gimbal a 1 asse. Non inganni: le immagini sono assolutamente stabilizzate, per quanto ovviamente possibile durante un volo praticamente acrobatico, anche grazie al supporto della tecnologia RockSteady e HorizonSteady Electronic Image Stabilization (EIS). L’acquisizione di immagini fisse è limitata ai file JPEG Single Shot da 9 megapixel, quindi non particolarmente orientata alla fotografia professionale. Ovviamente, gli scatti che possono ottenersi sono di ottima qualità.

I video possono essere catturati a risoluzioni fino a 4K/60p e 2,7K/100p con Goggles 2 e 4K/60p o 2,7K/120p con Goggles V2 a H.264 o H.265 e 150 Mbps. La modalità colore D-Cinelike, che mostra un profilo piatto ma offre una maggiore flessibilità di post-elaborazione è disponibile, ma limitata a 8 bit.

Foto e video clip possono essere girati in 16:9 e 4:3. Ci sono diverse opzioni per chi vuole ottenere il massimo dalle riprese, come la possibilità di modificare la velocità dell’otturatore e l’ISO che possono essere regolati manualmente, mentre l’esposizione può essere manipolata in modalità Auto. I formati standard, wide-angle e super-wide-angle sono supportati anche per l’acquisizione di immagini.

Nel complesso la qualità dei video è davvero ottima. Sebbene il volo di questo FPV sia diverso da quello di altri droni, la qualità può essere paragonata a quella che si ottiene su un Mini 3 Pro, naturalmente con le dovute differenze per via della diversa tipologia di drone.

Conclusioni

Dopo FPV, DJI ha voluto continuare sulla strada dei droni acrobatici ed è riuscita con Avata a fornire un pacchetto FPV ready to Fly praticamente per tutti. Magari non troverà il favore di chi, invece, opta per soluzioni altamente personalizzate fai da te, non accessibili a tutti, ma il suo approccio “semplicistico” alla scena potrebbe favorire una grande fetta di pubblico, che fino ad ora avrebbe sempre voluto provare l’esperienza FPV senza averne le possibilità.

DJI è riuscita a invadere quel mercato di persone che vogliono volare in FPV, ma che potrebbero essere state intimidite in passato dalle capacità tecniche necessarie per farlo. In definitiva, l’Avata è una soluzione d’impatto da usare out-of-the-box.

Certo, il prezzo non è tra i più accessibili.

PRO

  • Robusto e con para eliche
  • Relativamente semplice da usare
  • 20 GB di storage interno
  • Modalità D-Cinelike

CONTRO

  • … solo a a 8 bit
  • foto solo JPEG
  • Prezzo

Potete acquistare DJI Avata direttamente a questo indirizzo in tutte le sue configurazioni.

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