Quando si parla di DJI, ormai non è più solo una questione di droni. L’azienda, infatti, sembra essersi specializzata anche nelle videocamere portatili, e in particolare in quelle montate sui gimbal. Oggi in prova DJI Pocket 2, che si propone come opzione steady-cam completa per vlogger e registi occasionali, che amano riprendere in movimento.
Già il nome del prodotto evidenzia la strada che il brand ha intrapreso da tempo con l’eliminazione del prefisso “Osmo”, rimosso dai suoi prodotti di livello consumer come il gimbal per smartphone DJI OM Mobile 4. Anche in questo caso, dunque, la periferica prende semplicemente il nome di DJI Pocket 2, diversamente dal predecessore, che invece si chiamava DJI Osmo Pocket. Rimane, tuttavia, invariata l’idea di base rispetto al passato: Pocket 2 è, essenzialmente, una fotocamera stabilizzata con gimbal, posizionata sopra un bastoncino che può essere tenuto in mano, con tanto di monitor per visualizzare quel che si sta riprendendo.
Sebbene una descrizione come questa possa portare alla mente una periferica di grandi dimensioni, DJI Pocket 2 risulta davvero piccola. Noi ci siamo resi conto di quanto piccolo fosse, soltanto dopo averlo tenuto in mano.
Caratteristiche tecniche
DJI Pocket 2 incorpora una camera da 64 MP, un grande aumento rispetto ai 12 MP presenti sull’originale DJI Osmo Pocket. Anche il precedente sensore da 1/2,3 pollici di Osmo Pocket è stato migliorato, visto che questo secondo modello ne propone uno da 1/1,7 pollici, dunque molto più grande, e certamente in grado di restituire immagini migliori.
DJI Pocket 2 offre un campo visivo di 93 gradi (FOV), con una lunghezza focale da 26 mm (f/2.0) a 20 mm (f/1.8). In questo modo, la periferica risulta ancor migliore per il vlogging, che poi è uno degli utilizzi che immaginiamo sarà più frequente per chi acquista questa camera.
DJI Pocket 2 è dotato di un gimbal a 3 assi. Poco sotto, il display da 1 pollice, per un peso complessivo di appena 117 grammi, dunque molto leggero e comodo da impugnare. Si tratta di una periferica che non vi stancherà certamente la mano, anche nel caso in cui la utilizziate per lunghe riprese.
C’è da dire che, in alternativa, è possibile collegare lo smartphone tramite l’adattatore incluso in confezione, anche se in realtà questa scelta ha “pro” e “contro”. Anzitutto, per collegare lo smartphone al gimbal è necessario rinunciare ad un comodo stick analogico, che permetterà una maggiore libertà di movimento della camera. Il sistema di aggancio dello smartphone, infatti, impone la rimozione dello stick. Inoltre, considerando l’attuale dimensione media di uno smartphone, si andrà ad appesantire sensibilmente tutto il set, risultando anche più difficile da impugnare. Immaginare di usare lo smartphone per lunghe riprese è un po’ difficile.
C’è da dire che, collegando lo smartphone, si avranno più opzioni di ripresa, da controllare attraverso l’app DJI Mimo, che offre diverse modalità, come quelle di creazione automatica, che non sono presenti nel caso in cui si utilizzi il DJI Pocket 2 come camera stand alone.
Proprio sotto lo schermo si trovano i pulsanti per la registrazione e la gestione delle modalità, potendo passare velocemente tra foto e video, o attivare la funzione per centrare il sensore o passare alla modalità selfie. Il pulsante di accensione è posto sul lato, ma è sempre possibile accendere il gimbal tramite il pulsante frontale di selezione modalità. Per spegnerlo, però, sarà necessario passare dal pulsante laterale. L’accensione, peraltro, è davvero fulminea, e in pochi secondo il gimbal sarà pronto per la registrazione.
In confezione è presente anche una sorta di fondina in plastica rigida, che serve da custodia di trasporto. Davvero originale e insolita, risulta essere perfettamente aderente al dispositivo, e lo protegge da eventuali urti, quando lo si trasporta con sé.
Qualità dell’immagine
Quando si tratta di qualità dell’immagine, DJI inciampa nello stesso punto in cui lo fanno la maggior parte degli smartphone di qualsiasi gamma, ossia nelle registrazioni in condizioni di scarsa illuminazione.
Il sensore da 64 MP da 1/1,7 pollici scatta fino a 4K/60 fps, un netto miglioramento rispetto a Osmo Pocket. Registra video 4K a 60 fps a 100 Mbps, e offre video HDR. Da notare, che Pocket 2 ha funzione di auto tracciamento, ragion per la quale risulta assolutamente adatto per il vlogging. Basta mettere la camera su un treppiede, lasciarsi inquadrare ed il gioco è fatto: DJI Pocket 2 vi seguirà anche se vi spostate per la stanza-.
La qualità delle immagini è assolutamente buona, a patto che si registri in condizioni di buona illuminazione. Pocket 2 sembra soffrire la gestione del rumore e la gestione di ambienti ad alto contrasto. Al buio, o anche durante l’acquisizione di oggetti scuri, visibile una leggere grana, mentre quando il sensore si scontra con forti luci la messa a fuoco può avere qualche leggera difficoltà.
C’è da dire che Pocket 2 offre accesso ai controlli “Pro”, quindi è possibile armeggiare con la velocità dell’otturatore, EV, modalità di messa a fuoco e ISO da 100 a 6400. Questi controlli sono accessibili anche senza l’ausilio dello smartphone, anche se l’app rende l’esperienza meno complicata.
Un’altra novità è la possibilità di regolare la velocità di messa a fuoco e mettere in pausa le registrazioni, rendendolo ancora più uno strumento ottimizzato per i creatori di contenuti.
Il Pocket 2 cattura i toni della pelle in modo brillante, mentre il livello di stabilizzazione è davvero apprezzabile. Insomma, le scene parlate riprese con questo gimbal sono ottime. Anche la qualità del suono impressiona positivamente, così che il gimbal risulta, ribadiamo ancora una volta, uno strumento all in one ottimale per i vlogger.
Quando si tratta di scattare foto, se si utilizza un telefono top di gamma recente, le probabilità è che questo riesca a fare un lavoro migliore. E’ anche vero, però, che uno smartphone di fascia alta può arrivare a costare tre volte il DJI Pocket 2.
Modalità di registrazione
Ci sono tre modalità principali di registrazione. Quella Follow dove la telecamera rimane orizzontale, il Tilt bloccato, con rotazione su/giù disabilitata, e la modalità FPV, dove in sostanza si ottiene una gamma di movimento completa. Da notare che, in assenza di smartphone collegato, è possibile utilizzare lo stick presente in confezione, che vi consente di muovere più liberamente l’occhio della telecamera.
Autonomia e archiviazione
La batteria del Gimbal non rimovibile è da 875 mAh. E’ piuttosto piccola, ma lo è anche lo schermo del gimbal, ragion per la quale l’autonomia è buona. Se si registra con qualità standard 4K o una risoluzione 1080p, il DJI Pocket 2 può andare avanti per circa due ore di registrazione. Da notare, che può registrare anche quando è collegato a una fonte di alimentazione.
Per quanto riguarda l’archiviazione, la fotocamera richiede una scheda microSD piuttosto capiente. Se siete amanti del 4K, sappiate che cinque minuti potrebbero occupare più di 3 GB. Ed allora, se volete utilizzarlo al meglio, probabilmente avrete bisogno di una memoria da 256 GB, che è il massimo consentito.
Conclusioni
Il DJI Pocket 2 è la soluzione perfetta per tutti i vlogger all’ascolto e i creatori di contenuti. Non è una “macchina” per utilizzo professionale, ma le sue piccole dimensioni lo rendono estremamente utile e versatile in mille situazioni. Non vi accorgerete di quanto è piccolo e maneggevole finché non lo avrete in mano. L’aumento delle dimensioni del sensore rispetto al suo predecessore è un upgrade assolutamente gradito, così un altro punto di forza è rappresentato dal tracciamento degli oggetti. E’ uno strumento fantastico ed estremamente portatile che può giovare ad un videografo o a un vlogger che non non voglia portarsi dietro strumentazione molto più ingombrante e costosa.
PRO
- Davvero piccolo e leggero
- Stabilizzazione eccellente
- Sempre pronto all’uso
- Ottima qualità dei video…
CONTRO
- … al chiuso pecca un po’
Prezzi e disponibilità
DJI Pocket 2, disponibile nella colorazione nera o bianca è distribuito da Nital e si acquista ad un prezzo di listino di 379 euro.