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Recensione Obsidian, l’ambiente testuale per pensare

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Sulle pagine di Macity abbiamo parlato più volte di markdown, un modo per scrivere documenti di testo semplice (txt) che contengano informazioni strutturali (capitoletti, corsivi, grassetto, link e altro) senza dover scegliere font, dimensioni e grandezze, che vengono rinviate alla scelta di un foglio di stile (oltretutto intercambiabile).

Il markdown è in pratica una sintassi che è stato progettata in modo che possa essere convertita in HTML e in molti altri formati usando tool diversi, alcuni gratuiti e altri a pagamento. Soprattutto, è un linguaggio di marcatura riconosciuto universalmente e sempre più diffuso. La cosa interessante è che è possibile utilizzarlo per fare qualcosa di più.

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In passato abbiamo recensito applicazioni che vanno da iA Writer a BBEdit, cioè dalla scrittura più “letteraria” a quella più “tecnologica” (se ci perdonate le definizioni superficiali) che consentono però di lavorare con “contenitori” di testo semplice e documenti txt che sono organizzati a mano in cartelle sul file system. È una scelta di libertà perché permette di avere tutto a disposizione senza correre il rischio di essere “bloccati” da un singolo software che invece organizza i contenuti all’interno di un database più o meno proprietario.

La domanda adesso diventa: ma se vogliamo fare di più? Come possiamo restare “liberi” da blocchi di formati proprietari dei file (stile Word per intendersi) o di organizzazione dei file di un progetto (stile Scrivener) gestendo però le cose in maniera più strutturata? Come possiamo avere, per citare l’antico detto, la moglie ubriaca e la botte piena? La risposta c’è e si chiama Obsidian.

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Cos’è Obsidian

Obsidian è una IDE per la mente. Una breve nota: le IDE sono gli ambienti di programmazione integrati. Il codice è testo semplice, scritto su file di testo semplice e i vecchi manici della programmazione vi diranno che loro con NotePad o SimpleText (o magari Vim) sono in grado di fare tutto. Verissimo, però usare una applicazione più matura per gestire tutto un progetto software fatto da decine di file di testo semplice è possibile: da VSCode a Xcode passando a Nova di Panic e decine di altre IDE, esiste tutto un filone per programmatori di ambienti dove si scrive e si trovano anche tutte le informazioni relative ai documenti, si usano i plugin di formattazione e costruzione delle sintassi, si testa e si fanno mille cose.

Tutto bellissimo, ma noi non siamo programmatori e Obsidian non è certo una IDE per programmatori. Invece, è un software per scrivere in testo sepmlice, meglio se usando il markdown. È una app per prendere appunti e gestire la conoscenza personale che è stata creata da Dynalist e gratuita (con un livello a pagamento per avere funzionalità di sincronizzazione alternative). Molti in rete lo considerano come “una IDE per i nostri appunti”. Questo perché consente di trasformare una raccolta di file di testo normale in una ricca rete di pensiero collegato tramite link interni di tipo wiki.

Insomma, Obsidian è uno strumento semplice (si prendono gli appunti e li sincronizza bene tra computer, tablet e telefoni) oppure è il contenitore digitale di tutto quello che pensate, il vostro Second Brain. Sta a voi deciderlo.

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Come funziona

Obsidian è una app gratuita che is carica e si installa come qualsiasi altra app per iPhone, iPad e soprattutto per Mac. Se temete che possa vincolarvi alla piattaforma della mela non temete: c’è anche per Android, Windows e svariati gestori di pacchetti Linux. Insomma, potete usarla ovunque.

I concetti chiave di Obsidian sono semplici: i documenti sono di testo semplice e prima di tutto conservati in locale in una cartella normalissima. Poi, i link sono una delle entità più importanti perché permettono di legare tra loro i documenti. Infine, Obsidian ha un ecosistema di sviluppatori enorme che ha creato tantissimi plugin che la rendono super-estendibile.

I dati cioè sono sicuri, sotto il nostro controllo, possono essere sincronizzati usando la tecnologia di Obsidian (a pagamento) oppure iCloud. Moltissime funzionalità sono già presenti nel software ma se abbiamo voglia di avere temi per lavorare o modalità di anteprima e conversione dei file, importazione ed esportazione da formati esotici, modalità di organizzare ad esempio liste e immagini, ci sono estensioni che permettono di fare tutto e anche di più. E sono gratuite.

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La cosa fondamentale di Obsidian, che nell’ambiente Mac, Windows e Linux è una app Electron (cioè fatta con Javascript) e manca attualmente di una versione web-app (ma su ChromeOS c’è modo di usarla) è come permette di organizzare i documenti.

All’avvio infatti Obsidian chiede di creare un Vault (cassaforte) o di aprirne una. Il Vault è un progetto e consiste semplicemente in una cartella dentro la quale verranno salvati documenti di testo e cartelle, cioè i nostri materiali, che possono essere esplorati e modificati anche a mano o da altre applicazioni. Inoltre, se la cartella è salvata su un servizio cloud, questo fa da motore per la sincronizzazione con altre istanze di Obsidian. Si possono usare più Vault in parallelo.

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Cosa ci si può fare

I concetti chiave sono: l’interfaccia, i link e i backlink, gli alias, la visualizzazione del grafo. Spieghiamo subito tutto.

L’interfaccia

Obsidian ha un editor di testo semplice basato su markdown che ricorda quello di altri software, ma con una differenza. Al centro si scrivono i testi, a destra si può vedere l’anteprima, a sinistra si vede, oltre all’organizzazione dei file in cartelle e singoli documenti appartenenti allo stesso Vault (o se si va indietro si può scegliere con quale Vault lavorare), anche la parte di link e backlink tra documenti presenti nel testo. Ci sono anche le referenze non linkate, come su Wikipedia quando si crea un link da una parola in un testo che si sta scrivendo a un altro documento che ancora non c’è ma che verrà creato.

Gli Alias

Ogni nota a un nome, che corrisponde al nome del file in cui è salvata e che viene usata per creare i link verso di lei o visualizzare nelle note verso le quali linka come si chiama. Non sempre questo nome è comodo, chiaro, elegante o adeguato a quel particolare tipo di classificazione, quindi si possono creare alias che danno nomi diversi alla stessa nota che possono essere usati dentro Obsidian.

Per costruire questo e altri tipi di collegamenti (ad esempio per segnalare la presenza di backlink, cioè il fatto che una pagina sia linkata in un’altra pagina) Obsidian genera dei documenti di testo che contengono questi metadati e che non modificano assolutamente i file di testo delle note su cui stiamo lavorando. È la parte di “esecuzione” di Obsidian che, per la gestione dei link e del grafo, viene fatta automaticamente dal software, mentre per gli Alias deve essere fatta a mano o usando l’esportazione dei metadati.

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La vista del grafo

I grafi sono un modo di rappresentare graficamente le relazioni tra delle cose. In questo caso si tratta delle note: è una mappa che si popola di nomi di file con i relativi puntini e gli archi che li uniscono quando sono linkati gli uni agli altri. Il grafo assomiglia, quando è molto denso, alla rete di neuroni di un cervello o a una complessa rete stradale o ferroviaria. Lo scopo è simile: permette di vedere come circolano le informazioni, cioè cosa è collegato a cosa.

Il problema che Obsidian cerca di risolvere

Come avrete capito, l’uso di Obsidian come editor di testo semplice è abbastanza banale e una esperienza di un paio d’ore con il markdown lo rende perfettamente conosciuto. La parte interessante è quella del note taking, del prendere appunti. Si possono usare tante applicazioni diverse per farlo, come ad esempio la stessa Note di Apple o altre a pagamento o gratuite. Si può decidere di salvare le note dentro un database (come fa Note di Apple) o sul file system organizzandole in cartelline per non essere prigionieri di un singolo formato (come si fa spesso usando editor come iA Writer).

Quando le note diventano molte e nascono i progetti però le cose si fanno complesse da gestire. Se il progetto è scrivere un libro tradizionale, ad esempio, pochi software sono comparabili a Scrivener, del quale abbiamo parlato l’ultima volta qui. Ma cosa possiamo fare di nuovo e innovativo con Obsidian? Quale problema cerca di risolvere?

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L’idea di Obsidian è quella del Second Brain, di creare una piattaforma integrata per pensare scrivendo. Ci torneremo sopra, non temete. Ma l’idea di base è che si possa usare un sistema presente su tutti i nostri apparecchi per scrivere le cose che pensiamo (idee, appunti, poesie, pensieri, liste della spesa, cose importanti, cose futili, il diario del giorno) e registrarle in maniera non proprietaria (cioè che permette di trasportarle verso altre piattaforme se decidiamo di farlo) e al tempo stesso strutturata.

L’uso dei link tipo wiki all’interno permette di generare delle relazioni biunivoche. I link tradizionali collegano il punto A al punto B (A->) ma senza che chi guarda il punto B sappia che è stato linkato anche dal punto A. Per fare questo serve avere i cosiddetti “backlink”, link che funzionano anche all’indietro (A<->B) e che permettono di creare anche le relazioni. A quel punto la conoscenza comincia a strutturarsi. Possiamo taggare e schedare e riorganizzare le parole come vogliamo, ma soprattutto possiamo far emergere la densità delle nostre idee cercando e collegando tra di loro i concetti. La potenza di questo tipo di approccio è enorme e, come detto, vale la pena riparlarne. Per adesso finiamo di descrivere il funzionamento di questo strumento che attualmente è il migliore su piazza e poi vedremo quali altri sono a disposizione.

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Non appunti ma pensieri

Obsidian non è “veramente” una app per prendere gli appunti. Non nel senso canonico. Torniamo al discorso iniziale. I programmatori usano gli IDE, come abbiamo detto. Quando i programmatori lavorano, la maggior parte della programmazione avviene in file di testo. Un IDE aiuta i programmatori a modificare questi file di testo. In base al tipo di programmazione, l’IDE offre strumenti come il completamento automatico e i riferimenti tra file e semplifica il collegamento a risorse e altri file. Gli strumenti IDE rendono la vita più facile per i programmatori, perché non hanno bisogno di memorizzare tutto o preoccuparsi di errori di battitura che impedirebbero il funzionamento del loro codice.

Obsidian fa la stessa cosa ma per i file di testo sul nostro computer. E le immagini. E i PDF. E i file audio. Obsidian semplifica il lavoro con questi file e consente di collegarli e fare riferimento a diversi file con il completamento automatico e semplifica l’incorporamento di immagini, PDF e file audio all’interno di file Markdown. In pratica, consente di organizzare i pensieri, oltre (e più) che prendere appunti.

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Conclusioni

Obsidian pur non essendo open source ha una vivace comunità dietro le spalle, è multi piattaforma e permette una sincronizzazione “agnostica” dei dati tra differenti client su differenti tipi di apparecchi ed ecosistemi (Apple, Google, Microsoft) proprietaria a pagamento oppure free usando iCloud e altre soluzioni su altre piattaforme (ad esempio, anche Git). Obsidian utilizza il testo semplice, che è a prova di futuro (non è un formato proprietario che rischia l’obsolescenza) e molto leggero (minimizzando il volume di dati da sincronizzare di vari ordini di grandezza), arricchito con una sintassi chiamata markdown della quale abbiamo già scritto in passato e che è molto molto semplice.

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Tutto questo si unisce alle peculiarità del software: un ambiente integrato per prendere appunti senza bisogno di seguire nessuno strano “schema”, la possibilità di creare link-backlink e collegare fra loro le note, la possibilità di visualizzare la mappa delle note e i vari collegamenti.

Utilizziamo Obsidian da tempo e l’app è decisamente stabile e potente come promesso. La sincronizziamo utilizzando quel che vogliamo oppure il suo servizio a pagamento. Non richiede una account per funzionare ed è completamente gratuita a meno di non voler usare le funzioni di sincronizzazione crittata proprietaria.

Permette anche, usando la funzione inclusa nel pacchetto a pagamento, di fare la pubblicazione sul proprio sito direttamente dalla app: Obsidian Publish.

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